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Autore: Marty_Winchester    03/05/2012    4 recensioni
Una ragazza si risveglia in mezzo a una strada, è in fin di vita e non ricorda niente del suo passato. Dean e Sam per poco non la investono con la macchina, ma se non fossero passati di lì sarebbe morta.
chi é? chi le ha fatto del male? perchè?
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I miei occhi analizzano un paesaggio anonimo ma familiare. Dovrei aver paura di cadere (sono con le gambe penzoloni nel vuoto) invece mi sento a mio agio.
Mi manchi.
Da dove è venuto fuori quel pensiero? Come fa a mancarmi qualcuno se nemmeno so chi sono io?

«Che cosa stai facendo lì così?»
Quasi cado per lo spavento. Mi giro di scatto e rimango incatenata in un paio di occhi blu.

«Chi sei tu? Da dove sei spuntato?»

«Io sono Castiel»
Mi alzo in piedi e mi avvicino all’uomo. Sono inebriata dal suo profumo, ma cerco di restare lucida.

«Lavori nell’ospedale?»

«No, sono un amico dei fratelli Winchester»

«Di chi?»

«Dean e Sam»
Ricordo solo questo Dean: è stato lui a salvarmi.

«Potresti portarmi da lui? Possibilmente lontano da quest’ospedale… non so perchè, ma odio l'ospedale»
Appoggia le sue morbide dita sulla mia fronte e in qualche secondo ci ritroviamo in una stanza.

«Aspetta qui, vado a prendere i fratelli»
Castiel sparisce nel nulla.
Analizzo i particolari di questa stanza: ci sono tre letti, strani simboli disegnati sul soffitto, dei coltelli, delle pistole, degli articoli di giornale e altre cose inconsuete.
Quando sento uno strano sfarfallio trasalisco e istintivamente mi preparo alla lotta – non ho idea se in un corpo a copro avrei la meglio – ma abbasso la guardia non appena riconosco Castiel, Dean e l’altro deve essere Sam.

«Cazzo Castiel, non farlo più! Ogni volta che mi trasporti così non vado in bagno per una settimana»
Dean sbraita contro Castiel, quest’ultimo risponde alzando le spalle. Sam si accorge della mia presenza e tira una gomitata al fratello, forse per farlo star zitto.

«Hey... hmm scusami... come ti senti?»
Il ragazzo dagli occhi color smeraldo si avvicina con circospezione.

«Io… bè… potrei stare peggio»
Abbasso lo sguardo sentendomi arrossire: non capisco perché avverta… imbarazzo?

«Non devi preoccuparti: non ti faremo del male e non devi aver paura di quel tizio in trench»
Mi fa l'occhiolino, forse per allentare lo stress.

«Non mi fa per niente paura, i suoi occhi blu mi trasmettono calma»
Forse avrei dovuto fermarmi a “non mi fa per niente paura” visto che ai presenti scappa una risatina, pazienza ho la sensazione di essere abituata a simili figure.

«Comunque abbiamo un problema molto serio da risolvere»

«Cioè?»
Chiediamo in coro io e Sam, ma la mia voce – appena un sussurro- è coperta dalla sua, più potente.

«Dobbiamo trovarti un nome»
Non capisco come possa essere il problema più pressante, ma decido di dimostrarmi molto interessata per essere educata.

«E che nome?»
Chiedo con eccessiva foga.

«Scegli tu»
Risponde Dean con naturalezza.

«Ma io non conosco alcun nome…»
«Sam, prepara il computer: dobbiamo fare una bella ricerca»

 ***
 
«Cassandra è carino, non trovi?»

«No per favore! Mi ricorda la povera Cassandra stuprata da Aiace sull’altare di Atena»
I presenti mi rivolgono sguardi dubbiosi, rispondo alla loro domanda implicita.

«Lo trovo ridicolo anch’io… so certe cose inutili, ma niente della mia vita»
Ritornano a guardare il computer scorrendo un lungo elenco di nomi.

«Che ne dici di… Elena?»

«Hmm… Non lo sento… mio»

«Un nome è come un paio di scarpe, ci devi prendere confidenza»
Adesso sono io a ridere, ma cerco di trattenermi.

«Fai vedere a me, scelgo il primo che mi ispira»
Mi siedo davanti al computer, leggo velocemente qualche nome... ecco! Ho trovato il mio nome.
«Il mio nome sarà Jessica»
Sentenzio, convinta.
***
 
Faticosamente apro gli occhi, troppo difficilmente…
Cerco di pulirmi la faccia con le mani, ma sono legate molto strette.
Il fazzoletto che mi hanno messo come bavaglio è imbrattato di sangue, mi da fastidio, ma è niente in confronto al dolore che senso in ogni parte del corpo.

«Eiutot»
Non riesco a emettere nessun suono comprensibile, è inutile provo solo più dolore, quindi mi arrendo.
Fuori dalla porta avverto rumore di passi, ogni parte del mio corpo spera sia la fine di tutto il dolore, ma il mio cervello sa che è solo l’inizio.
Aspetto. Aspetto. Aspetto. Niente, non succede niente.
Altri passi, rimango in ascolto per captare ogni minimo suono (è molto difficile perché nelle orecchie rimbomba il battito frenetico del mio cuore) .

«… niente da fare, sapevamo della sua preparazione eccezionale, ma una simile resistenza non è… plausibile»
Un forte rumore, una testa che sbatte con forza sul pavimento.

«Sei un inutile rifiuto!»
Non ho bisogno di stare concentrata per sentire queste ultime parole, rimbombano con forza in ogni parte della casa.

«Ci penserò io, tutti si possono piegare»
Quest’ultima parola mi riempie il corpo di sussulti, so benissimo cosa intende per piegare.
Soffrirò, e molto anche.
***
 
«No, no, non so niente!»
Mi sveglio sudata, tremante, sto iperventilando e per miracolo riesco a non vomitare i succhi gastrici.
Nella stanza si accendono due lampadine e i fratelli scattano in piedi, brandendo le loro armi.
«Sc-sc…»
Cerco di dire qualcosa, ma comincio ad avere le convulsioni.
Non ricordo molto di cosa successe in seguito, tutto divenne buio e finalmente riposai senza avere incubi.


** angolo dell'autrice**
scusate il terribile ritardo, non ero molto sicura di questo capitolo...
aspetto voi per avere recensione, grazie infinite a Tasha e Miss_Tennant

   
 
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