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Alice_InWonderland, mia cara compagna di discorsi folli...
ILLUSION
La
fantasia può portare male se non si conosce bene come
domarla,
ma costa poco, vale quel che vale, e nessuno ti può
impedire di adoperarla.
F.
Guccini - Quattro stracci
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3x16
“Se
continuerai ad allontanare le persone finirai col rimanere da
solo...”
Elena a Damon
“Perché
adesso...sei tutto ciò che ho”
Damon a Stefan
Bevi
un sorso di scotch, tenendo lo sguardo fisso sui vetri della
finestra.
Il sole si è nascosto dietro le colline e un
cielo rosso ti ha quasi imbambolato, come la prima volta in cui hai
visto il sangue trasformato in una creatura della notte.
Stefan
non è in casa e tu sorridi a mezze labbra, immaginandotelo
alle prese col malcapitato scoiattolo di turno.
Il bicchiere che
reggi tra le mani non ha un numero, non lo ricordi: il che significa
che l'alcool inizia a sortire l'effetto sperato.
Stefan è
tutto ciò che ti resta, perché Elena è di nuovo
distante; o forse sei tu ad esserlo, perché, in fondo, sono
state le tue azioni a ristabilire vecchi – e dannatamente
collaudati – equilibri.
Il silenzio che aleggia nella dimora
ti ricorda la tua condanna; perché il silenzio è il
figlio prediletto della solitudine, e la solitudine è il
triste traguardo di ogni strada che percorri. Non è forse
così?
Ma, adesso, vuoi che sia diverso. Vuoi riavere un
fratello, comportandoti come tale. Vuoi aiutarlo, vuoi liberarlo
dalla sua maledizione, e con impegno, probabilmente, ci riuscirai.
Ma, dentro di te, sai bene che questa strada ha la stessa
destinazione di tutte le altre; perché, quando Stefan imparerà
a controllarsi, lui ed Elena torneranno ad amarsi più di
prima, e tu resterai a guardare mettendoti in disparte, come hai
fatto per la maggior parte del tempo; e, in quel momento, neanche il
legame indissolubile che c'è tra fratelli riuscirà a
non farti sentire solo. Ma ora non vuoi pensarci, vuoi sentire di
avere qualcuno: ed è una cosa che percepisci realmente solo
quando ti adoperi a fare qualcosa, per questo qualcuno.
Bevi
un altro sorso di scotch, tenendolo in bocca per qualche secondo.
Un
rumore di tacchi rompe la quiete e ti fa girare, sfigurandoti le
labbra in una smorfia stranita.
Resti immobile ad osservare questa
figura che diventa sempre più vicina e concreta.
« Mi
dispiace... » dice Elena, con voce dolce. I capelli riflettono
gli ultimi toni caldi concessi dal sole, e le ombre che si creano sul
suo volto accentuano quei lineamenti che tu ami in ogni loro
mutamento.
« Per cosa? » chiedi, con la tua solita
diffidenza.
« Per tutto... » sussurra, con uno sguardo
dispiaciuto. Ti sfiora la guancia con la punta delle dita e tu resti
impassibile.
Per un istante ci hai quasi creduto; e il successivo
attimo di consapevolezza ti ha fatto dannatamente male, ma non lo dai
a vedere: ti riesce il più delle volte, e ti compiaci di
quest'unica conquista rubata al tempo.
Le afferri il polso con
decisione, per porre fine al fastidioso contatto; poi le stringi la
gola con forza.
« Sei diventato bravo...» fa lei, con
un sorriso diabolico dipinto sul volto.
« Cosa vuoi,
Katherine?! » scandisci, con una rabbia di riflesso, allentando
la presa fino a scioglierla. Non è giornata per i suoi
giochini, e speri che lo capisca dalle mascelle, che hai irrigidito
prontamente.
« Sono venuta a farti compagnia...I cattivi
dovrebbero sostenersi a vicenda...»
Ti basta un attimo per
capire che, come sempre, sa ogni cosa.
Infierisce, mette il dito
nella piaga, sa che ci hai provato, come sa che hai fallito, e ne è
contenta; perché lei, in fondo, vi vuole di nuovo per sé.
Damon e Stafan, proprio come ai vecchi tempi; come quando le
orbitavate intorno, catturati dal suo magnetismo e speranzosi di
avvicinarvi sempre di più al fulcro della sua essenza: quel
luogo reso inviolabile dal suo istinto alla sopravvivenza.
“Quando
sei dentro vuoi esser fuori, cercando sempre i passati amori,
ed
hai annullato tutti fuori che te”
«
Tsk, fammi il favore! Persino i monologhi perbenisti di Stefan sono
una compagnia migliore della tua!»
« Fai bene ad
apprezzarli, in fondo, è tutto ciò che ti resta,
dico bene?!» con le dita sfiora la superficie di un mobile alla
sua destra. Vuole farla sembrare una frase buttata a caso, ma il suo
tono la tradisce in un modo fin troppo voluto.
Ti pietrifichi. È
come se lei avesse ascoltato, oppure potesse leggerti l'anima, ma poi
ti basta ricordare bene chi hai di fronte per non avere dubbi.
Katherine non ti legge l'anima. Lei può semplicemente vedere
le tue debolezze; le tira fuori e le stritola davanti ai tuoi occhi.
Sai che l'ha sempre fatto e sempre riuscirà a farlo, malgrado
i tuoi tentativi di nasconderle e proteggerle dietro un vetro
difensivo, appannato dal rancore e sporcato dai troppi anni di
vita.
L'alcool ha preso in ostaggio la tua pazienza, e non hai
voglia dei suoi soliti rigiri psicologici!
« Tu lo sai che
Klaus è ancora qui, vero? Sei venuta a portargli un nano da
giardino per la sua nuova casa?» i tuoi toni sono pungenti ma
si mantengono giocosi. Speri quasi che, nonostante tutto, restino
così; perché sono fin troppe le cose che negli ultimi
giorni ti hanno fatto male, e sai che i tasti da toccare, per
accentuare il dolore, lei li conosce tutti.
« Sono qui per
te... » dice seria, avvicinandosi, « Baciami... ».
Una
smorfia confusa s'impadronisce dei tuoi lineamenti.
« La
verbena che ingerisci regolarmente deve averti bruciato il cervello!
»
« Baciami... » continua lei, a distanza
ravvicinata.
« Tu... sei davvero pazza se credi realmente
che lo farò! » ti allontani. Non dovresti, eppure ti
senti a disagio, e speri con tutte le forze che non sia un maledetto
granello d'amore a farti quest'effetto, perché ti odieresti
ancora di più.
« Posso essere lei, Damon»
rivela, con sensuale enfasi. Imita la voce di Elena - e lo fa
dannatamente bene - così capisci che è questa
dannatissima uguaglianza fisica a far tremare qualcosa
all'interno del tuo stomaco.
Ne sei sollevato, perché non
hai più la forza per gestire altro odio verso te stesso.
«
Tsk... » posi il bicchiere e ti sforzi di guardarla annoiato,
prima di darle le spalle. Ma lei ti si para di fronte, guardandoti
con una dolcezza che non le appartiene. Una dolcezza che ti da un
senso di lei.
« Sono io, Damon » continua,
sfiorando il tuo petto con le dita,« Baciami... ».
Scuoti
leggermente la testa, pensando a quanto sia ridicola; ma poi ti bacia
e tu non riesci a frenarla in tempo. Probabilmente è l'alcool
a inibire la tua volontà e a fare il gioco di Katherine; o,
forse, è altro: non riesci a capirlo. Ma, per questo mezzo
secondo di passività, sei stato palesemente sconfitto; e,
quasi di prassi, chiudi persino gli occhi, afferrando i suoi fianchi
con un tocco deciso ma inevitabilmente infastidito dall'impulso che
l'ha generato.
Riprendi possesso di te stesso; velocemente serri
le labbra e apri gli occhi per porre fine a questa falsa, ma poi...
la luce soffusa...la mente annebbiata...il suo stesso profumo... e
per quest'attimo, per questo fugace istante, ti sembra davvero lei
la donna che ti sta accarezzando dolcemente il viso.
Ancora
una volta non sai cosa ti spinge a farlo, ma la baci nuovamente; e
Katherine è costretta a trattenere un sorriso beffardo, per
non spezzare l'artificiosa magia del suo imbroglio.
La passione vi
travolge rapidamente, ma i tuoi gesti restano nei limiti
dell'umanità, perché, in questo momento, non è
Katherine, è lei.
Sul tragitto che vi separa dalla
tua stanza, gli abiti cadono velocemente. La fai adagiare sul letto,
e i tuoi boxer scivolano via, coadiuvati dagli irrequieti movimenti
che compi per importi con autorità tra le sue gambe.
La
passione innesca e alimenta questa follia a cui hai inaspettatamente
deciso di prendere parte.
I gemiti di Katherine non ti suonano
strani, non stonano, probabilmente perché non conosci il vero
modo in cui la regina di quest'illusione dà sfogo al
piacere, e quindi non ci fai neanche caso.
Ti fai strada nella sua
carne con l'esasperazione di chi sta aspettando da troppo tempo,
eppure ti controlli in tutto quello che fai, perché non
vuoi farle male.
La passione deve solo guidarti in questi
movimenti che conosci alla perfezione, e che ora stanno stravolgendo
ogni tuo senso.
La baci con foga, e il retrogusto d'alcool che
hai in bocca, con crudeltà, ti svela il trucco che si nasconde
dietro questa magia, ma ti ostini a non volerci pensare.
Che
c'è di male a volersi illudere?
Sarà solo un
attimo di dolce irrealtà; sarà solo un piccolo
assaggio di quella vittoria che ti è stata negata troppe
volte.
Che male può farti?
I vostri ansimi si
mescolano, e il modo in cui cambiate posizione è una dolce
lotta di potere.
In questo momento in cui sei al comando, le tue
labbra scendono con avidità sul suo collo, e ormai stai per
perdere la lucidità che doma i tuoi gesti. Lo senti
chiaramente, perché questo ritmo sembra avere vita propria. Ti
lasci andare, sollevando leggermente la schiena. L'apice del piacere
si fa sempre più vicino, ma in quest'attimo la guardi, e il
suo sorriso godereccio, privo d'innocenza, quasi vittorioso, rompe
bruscamente la magia.
È Katherine...non è
lei.
L'orgasmo offusca i tuoi sensi e ti libera dal piacere,
ma senza darti altro. Ti ha solo svuotato senza lasciati
nulla.
L'illusione è finita troppo presto – nel
momento meno opportuno – e le conseguenze ti lasciano
inebetito, insoddisfatto e tremendamente umiliato.
Ti senti
patetico, vero?
Non avevi idea che la fantasia potesse fare
così male.
Sei stato ingannato dalla sua astrattezza: te
l'ha fatta sembrare dannatamente innocua; e tu ci sei cascato in
pieno, proprio come sei caduto in questa strana trappola scavata dalla vampira.
Provi vergogna per te stesso, per il fatto di esserti
crogiolato in un insignificante e illusorio briciolo di felicità;
ma poi la guardi, soffermandoti sul sorriso compiaciuto, egoista e
vanitoso che modella le sue labbra... e ti rendi conto che hai
qualcosa che lei non avrà mai più: hai ancora la forza
di amare. E capisci che i sentimenti sono un muro su cui ci si
schianta a gran velocità, e tu, nonostante tutto, hai
conservato il coraggio per farlo, ancora una volta.
“Ma
io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare”
Capisci
che, fin quando amerai, non sarai mai solo. Ci saranno sempre i tuoi
sentimenti a farti compagnia, e a farti fare cose giuste, sbagliate o
assurde - come questa che hai appena fatto.
Non sarai solo fin
quando amerai, e sai che questo vale per Elena, come è sempre
valso per Stefan. Perché anche quando ti sei illuso di odiarlo
- quando ti sei immedesimato con convinzione nell'eterno antagonista
- non ti sei mai sentito solo. Non ti sentirai mai solo, anche se
Stefan dovesse tornare da Elena, e tu dovessi ritornare a dedicargli
un odio fittizio. Non ti sentirai mai solo, fin quando lo amerai. E
sai bene che lo farai sempre e, soprattutto, sai bene che Stefan non
è tutto ciò che ti resta, come se fosse la
rimanente parte di tanto altro: lui è ciò che sempre
hai avuto e ciò che sempre avrai, ed è tutto
il resto a fargli da cornice.
Scruti Katherine con
attenzione.
Il suo amore per se stessa basta a colmarla?
Ti
sembra proprio di no, visti i teatrini che è disposta a fare
pur di alimentare il suo ego.
Di colpo, ti sembra che si sia
rimpicciolita, e per la prima volta ti senti superiore.
Questo ti
dà la forza di essere il primo a parlare. Lo fai, perché
così puoi ancora sperare che questo patetico gioco – anche se
al negativo per entrambi – finisca almeno in un pareggio.
«
Tu non sarai mai lei. E per quanto mi riguarda, Katherine... ormai
vali quanto l'illusione che mi hai regalato » e, con un tono
placido e un sorrisino tagliente, che sostituisce il “niente”
che completa la frase, diventi crudele. Ma, in verità, le tue
parole non hanno lo scopo di ferire la donna che hai di fronte: vanno
oltre. Sono dirette verso qualcosa di più remoto. Frantumano
l'immagine di ciò che siete stati o, almeno, di ciò che
lei è stata per te; perché il ricordo di un amore
passato è la vittima privilegiata di quel briciolo di rancore,
che immortale si nasconde nell'animo degli ex amanti, e che si manifesta in ciò
che in apparenza sono solo pacifici sorrisi ma che in realtà
sono velenosi ghigni di superiorità.
“e
rido in faccia a quello che cerchi e che mai avrai...”
Ti
alzi e incurante le dai le spalle, dirigendoti verso la cabina doccia
e sperando di non ritrovarla ancora lì, quando l'acqua avrà finito di annientare il suo profumo.
Katherine si limita a fare una smorfia disinteressata,
che convince molto meno di quanto spera.
Raccoglie i suoi abiti
sparsi per la casa. Si veste, ma si sente ancora nuda o, al massimo,
ricoperta da quattro stracci. Non sa cosa sperava di ottenere,
ma sa con certezza che non l'ha ottenuto.
“E
ci vuole scienza, ci vuole costanza ad invecchiare senza maturità”
Angolino
di NaNa
Parlando
di illusioni...dite la verità! Vi ho illuse facendovi credere
di aver scritto qualcosa di sensato xD Ammetto che le Os mi escono
sempre abbastanza contorte xD..ma vabbé, fin quando mi diverto
a scriverle :P
Ammetto che questa fic è dovuta al fatto che mi piace terribilmente l'idea di questo
Damon così bisognoso di un attimo di serenità da
andarselo a cercare con forza anche nelle illusioni e nella
fantasia*-*
Vabbé...ennesima cretinata, insomma xD E mi
scuso con Alice per averle dedicato questa os ricoprendola di
imbarazzo!!!(<--non per il gesto, ma per la fic insensata!!!xD)
Cosa
importante: Tutte le citazioni tra le virgolette sono di Francesco
Guccini e la canzone è quella citata in alto, ovvero “Quattro
stracci”. Non ho messo la nota songfic, perché in realtà
la canzone, presa interamente, ha poco a che fare con questi due, mi
sono "appropriata" solo delle frasi che ritenevo
indicate.
Ringrazio per la lettura, anche se dubito che qualcuno
leggerà davvero “questa cosa” xD
Baci!!!