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Autore: NanaBianca    03/05/2012    2 recensioni
La fantasia può portare male se non si conosce bene come domarla,
ma costa poco, vale quel che vale, e nessuno ti può impedire di adoperarla. "F. Guccini - Quattro stracci" Ambientata dopo la 3x16.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce | Coppie: Damon/Elena, Damon/Katherine
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ad Alice_InWonderland, mia cara compagna di discorsi folli...





ILLUSION




La fantasia può portare male se non si conosce bene come domarla,
ma costa poco, vale quel che vale, e nessuno ti può impedire di adoperarla.


F. Guccini - Quattro stracci





Post 3x16




Se continuerai ad allontanare le persone finirai col rimanere da solo...”
Elena a Damon


Perché adesso...sei tutto ciò che ho”
Damon a Stefan





Bevi un sorso di scotch, tenendo lo sguardo fisso sui vetri della finestra.
Il sole si è nascosto dietro le colline e un cielo rosso ti ha quasi imbambolato, come la prima volta in cui hai visto il sangue trasformato in una creatura della notte.
Stefan non è in casa e tu sorridi a mezze labbra, immaginandotelo alle prese col malcapitato scoiattolo di turno.
Il bicchiere che reggi tra le mani non ha un numero, non lo ricordi: il che significa che l'alcool inizia a sortire l'effetto sperato.
Stefan è tutto ciò che ti resta, perché Elena è di nuovo distante; o forse sei tu ad esserlo, perché, in fondo, sono state le tue azioni a ristabilire vecchi – e dannatamente collaudati – equilibri.
Il silenzio che aleggia nella dimora ti ricorda la tua condanna; perché il silenzio è il figlio prediletto della solitudine, e la solitudine è il triste traguardo di ogni strada che percorri. Non è forse così?
Ma, adesso, vuoi che sia diverso. Vuoi riavere un fratello, comportandoti come tale. Vuoi aiutarlo, vuoi liberarlo dalla sua maledizione, e con impegno, probabilmente, ci riuscirai. Ma, dentro di te, sai bene che questa strada ha la stessa destinazione di tutte le altre; perché, quando Stefan imparerà a controllarsi, lui ed Elena torneranno ad amarsi più di prima, e tu resterai a guardare mettendoti in disparte, come hai fatto per la maggior parte del tempo; e, in quel momento, neanche il legame indissolubile che c'è tra fratelli riuscirà a non farti sentire solo. Ma ora non vuoi pensarci, vuoi sentire di avere qualcuno: ed è una cosa che percepisci realmente solo quando ti adoperi a fare qualcosa, per questo qualcuno.
Bevi un altro sorso di scotch, tenendolo in bocca per qualche secondo.
Un rumore di tacchi rompe la quiete e ti fa girare, sfigurandoti le labbra in una smorfia stranita.
Resti immobile ad osservare questa figura che diventa sempre più vicina e concreta.
« Mi dispiace... » dice Elena, con voce dolce. I capelli riflettono gli ultimi toni caldi concessi dal sole, e le ombre che si creano sul suo volto accentuano quei lineamenti che tu ami in ogni loro mutamento.
« Per cosa? » chiedi, con la tua solita diffidenza.
« Per tutto... » sussurra, con uno sguardo dispiaciuto. Ti sfiora la guancia con la punta delle dita e tu resti impassibile.
Per un istante ci hai quasi creduto; e il successivo attimo di consapevolezza ti ha fatto dannatamente male, ma non lo dai a vedere: ti riesce il più delle volte, e ti compiaci di quest'unica conquista rubata al tempo.
Le afferri il polso con decisione, per porre fine al fastidioso contatto; poi le stringi la gola con forza.
« Sei diventato bravo...» fa lei, con un sorriso diabolico dipinto sul volto.
« Cosa vuoi, Katherine?! » scandisci, con una rabbia di riflesso, allentando la presa fino a scioglierla. Non è giornata per i suoi giochini, e speri che lo capisca dalle mascelle, che hai irrigidito prontamente.
« Sono venuta a farti compagnia...I cattivi dovrebbero sostenersi a vicenda...»
Ti basta un attimo per capire che, come sempre, sa ogni cosa.
Infierisce, mette il dito nella piaga, sa che ci hai provato, come sa che hai fallito, e ne è contenta; perché lei, in fondo, vi vuole di nuovo per sé. Damon e Stafan, proprio come ai vecchi tempi; come quando le orbitavate intorno, catturati dal suo magnetismo e speranzosi di avvicinarvi sempre di più al fulcro della sua essenza: quel luogo reso inviolabile dal suo istinto alla sopravvivenza.


Quando sei dentro vuoi esser fuori, cercando sempre i passati amori,
ed hai annullato tutti fuori che te”




« Tsk, fammi il favore! Persino i monologhi perbenisti di Stefan sono una compagnia migliore della tua!»
« Fai bene ad apprezzarli, in fondo, è tutto ciò che ti resta, dico bene?!» con le dita sfiora la superficie di un mobile alla sua destra. Vuole farla sembrare una frase buttata a caso, ma il suo tono la tradisce in un modo fin troppo voluto.
Ti pietrifichi. È come se lei avesse ascoltato, oppure potesse leggerti l'anima, ma poi ti basta ricordare bene chi hai di fronte per non avere dubbi. Katherine non ti legge l'anima. Lei può semplicemente vedere le tue debolezze; le tira fuori e le stritola davanti ai tuoi occhi. Sai che l'ha sempre fatto e sempre riuscirà a farlo, malgrado i tuoi tentativi di nasconderle e proteggerle dietro un vetro difensivo, appannato dal rancore e sporcato dai troppi anni di vita.
L'alcool ha preso in ostaggio la tua pazienza, e non hai voglia dei suoi soliti rigiri psicologici!
« Tu lo sai che Klaus è ancora qui, vero? Sei venuta a portargli un nano da giardino per la sua nuova casa?» i tuoi toni sono pungenti ma si mantengono giocosi. Speri quasi che, nonostante tutto, restino così; perché sono fin troppe le cose che negli ultimi giorni ti hanno fatto male, e sai che i tasti da toccare, per accentuare il dolore, lei li conosce tutti.
« Sono qui per te... » dice seria, avvicinandosi, « Baciami... ».
Una smorfia confusa s'impadronisce dei tuoi lineamenti.
« La verbena che ingerisci regolarmente deve averti bruciato il cervello! »
« Baciami... » continua lei, a distanza ravvicinata.
« Tu... sei davvero pazza se credi realmente che lo farò! » ti allontani. Non dovresti, eppure ti senti a disagio, e speri con tutte le forze che non sia un maledetto granello d'amore a farti quest'effetto, perché ti odieresti ancora di più.
« Posso essere lei, Damon» rivela, con sensuale enfasi. Imita la voce di Elena - e lo fa dannatamente bene - così capisci che è questa dannatissima uguaglianza fisica a far tremare qualcosa all'interno del tuo stomaco.
Ne sei sollevato, perché non hai più la forza per gestire altro odio verso te stesso.
« Tsk... » posi il bicchiere e ti sforzi di guardarla annoiato, prima di darle le spalle. Ma lei ti si para di fronte, guardandoti con una dolcezza che non le appartiene. Una dolcezza che ti da un senso di lei.
« Sono io, Damon » continua, sfiorando il tuo petto con le dita,« Baciami... ».
Scuoti leggermente la testa, pensando a quanto sia ridicola; ma poi ti bacia e tu non riesci a frenarla in tempo. Probabilmente è l'alcool a inibire la tua volontà e a fare il gioco di Katherine; o, forse, è altro: non riesci a capirlo. Ma, per questo mezzo secondo di passività, sei stato palesemente sconfitto; e, quasi di prassi, chiudi persino gli occhi, afferrando i suoi fianchi con un tocco deciso ma inevitabilmente infastidito dall'impulso che l'ha generato.
Riprendi possesso di te stesso; velocemente serri le labbra e apri gli occhi per porre fine a questa falsa, ma poi... la luce soffusa...la mente annebbiata...il suo stesso profumo... e per quest'attimo, per questo fugace istante, ti sembra davvero lei la donna che ti sta accarezzando dolcemente il viso.
Ancora una volta non sai cosa ti spinge a farlo, ma la baci nuovamente; e Katherine è costretta a trattenere un sorriso beffardo, per non spezzare l'artificiosa magia del suo imbroglio.
La passione vi travolge rapidamente, ma i tuoi gesti restano nei limiti dell'umanità, perché, in questo momento, non è Katherine, è lei.
Sul tragitto che vi separa dalla tua stanza, gli abiti cadono velocemente. La fai adagiare sul letto, e i tuoi boxer scivolano via, coadiuvati dagli irrequieti movimenti che compi per importi con autorità tra le sue gambe.
La passione innesca e alimenta questa follia a cui hai inaspettatamente deciso di prendere parte.
I gemiti di Katherine non ti suonano strani, non stonano, probabilmente perché non conosci il vero modo in cui la regina di quest'illusione dà sfogo al piacere, e quindi non ci fai neanche caso.
Ti fai strada nella sua carne con l'esasperazione di chi sta aspettando da troppo tempo, eppure ti controlli in tutto quello che fai, perché non vuoi farle male.
La passione deve solo guidarti in questi movimenti che conosci alla perfezione, e che ora stanno stravolgendo ogni tuo senso.
La baci con foga, e il retrogusto d'alcool che hai in bocca, con crudeltà, ti svela il trucco che si nasconde dietro questa magia, ma ti ostini a non volerci pensare.
Che c'è di male a volersi illudere?
Sarà solo un attimo di dolce irrealtà; sarà solo un piccolo assaggio di quella vittoria che ti è stata negata troppe volte.
Che male può farti?
I vostri ansimi si mescolano, e il modo in cui cambiate posizione è una dolce lotta di potere.
In questo momento in cui sei al comando, le tue labbra scendono con avidità sul suo collo, e ormai stai per perdere la lucidità che doma i tuoi gesti. Lo senti chiaramente, perché questo ritmo sembra avere vita propria. Ti lasci andare, sollevando leggermente la schiena. L'apice del piacere si fa sempre più vicino, ma in quest'attimo la guardi, e il suo sorriso godereccio, privo d'innocenza, quasi vittorioso, rompe bruscamente la magia.
È Katherine...non è lei.
L'orgasmo offusca i tuoi sensi e ti libera dal piacere, ma senza darti altro. Ti ha solo svuotato senza lasciati nulla.
L'illusione è finita troppo presto – nel momento meno opportuno – e le conseguenze ti lasciano inebetito, insoddisfatto e tremendamente umiliato.
Ti senti patetico, vero?
Non avevi idea che la fantasia potesse fare così male.
Sei stato ingannato dalla sua astrattezza: te l'ha fatta sembrare dannatamente innocua; e tu ci sei cascato in pieno, proprio come sei caduto in questa strana trappola scavata dalla vampira.
Provi vergogna per te stesso, per il fatto di esserti crogiolato in un insignificante e illusorio briciolo di felicità; ma poi la guardi, soffermandoti sul sorriso compiaciuto, egoista e vanitoso che modella le sue labbra... e ti rendi conto che hai qualcosa che lei non avrà mai più: hai ancora la forza di amare. E capisci che i sentimenti sono un muro su cui ci si schianta a gran velocità, e tu, nonostante tutto, hai conservato il coraggio per farlo, ancora una volta.


Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare”



Capisci che, fin quando amerai, non sarai mai solo. Ci saranno sempre i tuoi sentimenti a farti compagnia, e a farti fare cose giuste, sbagliate o assurde - come questa che hai appena fatto.
Non sarai solo fin quando amerai, e sai che questo vale per Elena, come è sempre valso per Stefan. Perché anche quando ti sei illuso di odiarlo - quando ti sei immedesimato con convinzione nell'eterno antagonista - non ti sei mai sentito solo. Non ti sentirai mai solo, anche se Stefan dovesse tornare da Elena, e tu dovessi ritornare a dedicargli un odio fittizio. Non ti sentirai mai solo, fin quando lo amerai. E sai bene che lo farai sempre e, soprattutto, sai bene che Stefan non è tutto ciò che ti resta, come se fosse la rimanente parte di tanto altro: lui è ciò che sempre hai avuto e ciò che sempre avrai, ed è tutto il resto a fargli da cornice.


Scruti Katherine con attenzione.
Il suo amore per se stessa basta a colmarla?
Ti sembra proprio di no, visti i teatrini che è disposta a fare pur di alimentare il suo ego.
Di colpo, ti sembra che si sia rimpicciolita, e per la prima volta ti senti superiore.
Questo ti dà la forza di essere il primo a parlare. Lo fai, perché così puoi ancora sperare che questo patetico gioco – anche se al negativo per entrambi – finisca almeno in un pareggio.
« Tu non sarai mai lei. E per quanto mi riguarda, Katherine... ormai vali quanto l'illusione che mi hai regalato » e, con un tono placido e un sorrisino tagliente, che sostituisce il “niente” che completa la frase, diventi crudele. Ma, in verità, le tue parole non hanno lo scopo di ferire la donna che hai di fronte: vanno oltre. Sono dirette verso qualcosa di più remoto. Frantumano l'immagine di ciò che siete stati o, almeno, di ciò che lei è stata per te; perché il ricordo di un amore passato è la vittima privilegiata di quel briciolo di rancore, che immortale si nasconde nell'animo degli ex amanti, e che si manifesta in ciò che in apparenza sono solo pacifici sorrisi ma che in realtà sono velenosi ghigni di superiorità.


e rido in faccia a quello che cerchi e che mai avrai...”



Ti alzi e incurante le dai le spalle, dirigendoti verso la cabina doccia e sperando di non ritrovarla ancora lì, quando l'acqua avrà finito di annientare il suo profumo.
Katherine si limita a fare una smorfia disinteressata, che convince molto meno di quanto spera.
Raccoglie i suoi abiti sparsi per la casa. Si veste, ma si sente ancora nuda o, al massimo, ricoperta da quattro stracci. Non sa cosa sperava di ottenere, ma sa con certezza che non l'ha ottenuto.



E ci vuole scienza, ci vuole costanza ad invecchiare senza maturità”








Angolino di NaNa
Parlando di illusioni...dite la verità! Vi ho illuse facendovi credere di aver scritto qualcosa di sensato xD Ammetto che le Os mi escono sempre abbastanza contorte xD..ma vabbé, fin quando mi diverto a scriverle :P Ammetto che questa fic è dovuta al fatto che mi piace terribilmente l'idea di questo Damon così bisognoso di un attimo di serenità da andarselo a cercare con forza anche nelle illusioni e nella fantasia*-*
Vabbé...ennesima cretinata, insomma xD E mi scuso con Alice per averle dedicato questa os ricoprendola di imbarazzo!!!(<--non per il gesto, ma per la fic insensata!!!xD)
Cosa importante: Tutte le citazioni tra le virgolette sono di Francesco Guccini e la canzone è quella citata in alto, ovvero “Quattro stracci”. Non ho messo la nota songfic, perché in realtà la canzone, presa interamente, ha poco a che fare con questi due, mi sono "appropriata" solo delle frasi che ritenevo indicate.
Ringrazio per la lettura, anche se dubito che qualcuno leggerà davvero “questa cosa” xD
Baci!!!








  
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