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Autore: Hymn    04/05/2012    2 recensioni
Non è né una storia, né una biografia. Sono solo le prime parole che mi sorgono spontanee nella mente, un guazzabuglio di pensieri intricati, che metto a vostra disposizione; non per il vostro piacere personale, non per mio interesse; ma semplicemente, per avvicinarvi al mondo della mia mente, tanto complesso quanto semplice, l'incontro tra solitudine e folla.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vita? Cosa può essere la vita, come può un quasi ventenne descrivere la vita?
Come è possibile che si possa dare una descrizione al guazzabuglio di eventi che rende unico ed irripetibile ognuno di noi? Non penso sia possibile.
Passioni, emozioni, sensazioni; storie, vicende, quitidianità. Ognuno di noi ha il proprio album di questi elementi che condiscono i nostri giorni in questa vita; ognuno di noi scrive sulle vergini pagine del proprio libro dell'esistenza ciò che farà del suo tempo, ciò che ha fatto, ciò che sta facendo.

Ed io, come sto scrivendo il libro della mia vita? Quante pagine avrò già riempito, con annotazioni, cancellature, strappi, bruciature? Quandi ricordi avrò dimenticato, quante memorie dovrò ancora immagazzinare in tali pagine? E quante pagine, avrò ancora a disposizione?
Hymn, questo sono io, l'incontro tra solitudine e folla; e come la solitudine può aver bisogno della folla, e la folla della solitudine? Due concetti opposti, concreto ed astratto.
Tuttavia, è quando la folla ti circonda, che comprendi quanto tu sia solo.

Non solo in senso fisico; solo nel tuo mondo, nel mio mondo. Un mondo inviolato, che forse mai nessuno potrà violare.
Una solitudine che tuttavia conosce il valore dei sentimenti; una solitudine che, nonostante ne conosca il valore, ha paura di esplicarli. 
Una solituine celata dietro un velo di Maya, un velo che nasconde, ahinoi, la nostra vera indole.
C'è che dice che l'indole è stratificata*, e deve essere scoperta da persone semplici, che riescono tuttavia a vedere oltre quel velo. Comprendono forse che ciò che vi è celato, è qualcosa di importante? Forse sublime ed aulico?
In alcuni casi, sì. Nel mio caso, mi sento di poter negare simile beltà. 

Il mio mondo, è un mondo distorto; ma distorto in senso neutro, né positivo, né negativo. Coloro che oseranno avventurarvisi (nessuno per ora ha mai avuto forza d'animo, o forse interesse nel farlo, o più semplicemente pensava di esserci già arrivato), si troveranno sperduti tavolta in un prato autunnale, dove l'arancio sta lentamente prendendo il posto del verde dell'erba. Altre volte, si troveranno in un deserto arido, con poche oasi, sotto un sole cocente. E altre volte ancora, in mezzo ad un mare burrascoso, dove neanché la luce dei fari della costa, ora vicina, ora lontana, riescono ad illuminare la rotta delle navi che ne solcano i flutti.
Un mondo ricco di emozioni contrastanti, celate alla realtà.
Adesso si trovano parole di affetto, in un secondo momento si rischia di esser sommersi dall'autocommiserazione; più spesso, vi si trovano parole di malinconia, tristezza, scarsa fiducia in se stessi.
Ma ad una ricerca attenta, ad un lettore esperto, non potrà sfuggire che l'unica parola ripetuta una volta, e tenuta sotto stretto controllo, impossibilitata ad essere espressa, è amore.  
La solitudine non conosce amore; ne conosce gli effetti; sa quanto può esser distruttivo e sublime. Tuttavia, gli è troppo spesso indifferente.
Forse la parola che tutti vorrebbero leggere nel loro libro della vita, nel libro di Hymn è citata di sfuggita, attribuendogli un valore forse minore a quello attribuitogli da altri.
La parole che invece domina su tutte, è bugia; la menzogna troppe volte mi è servita per andare avanti. Ho mentito, finto di essere chi non sono molto a lungo. Sorrisi richiesti dalle situazioni, erano in verità smorfie di disgusto, disinteresse, semplice disprezzo.

Tuttavia, inframmezzate a queste parole, si possono trovare anche speranza, gioia, vitalità. Sono citate non troppo spesso; ma quando le ho scritte, le ho accompagnate da disegni di uccelli in volo, fiamme guizzanti, acque gorgoglianti, sempre sotto un sole che riscalda, non che brucia. Un sole che conosco bene, che tavolta evito; un sole che si incarna, nella realtà, nelle persone cui voglio bene. Di cui mi fido. Sì, è vero, non conoscono al centro per cento il vero Hymn; conoscono una parte che ho accuratamente selezionato, la parte più radiosa della mia indole. Forse un briciolo, in quell'abisso che mi porto dentro.
Ma quel briciolo, illumina in buona parte quel baratro che si è formato nel mio interiore, permettendo anche a rigogliosa vegetazione di crescere.
Vegetazione innaffiata da quel mare burrascoso, da quelle tempeste estive che si susseguono nel mio anino; la solitudine nella folla.
Una piccola folla che entra, sta entrando, nella solitudine.


__________


*Emanuele; grazie per le tue parole.

Hymn.
   
 
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