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Autore: DadaOttantotto    04/05/2012    5 recensioni
[Buon Compleanno, e r a t o!!]
Sciopero.
Apollo adorava il suono di quelle sillabe. Le pronunciava con lentezza, quasi assaporandole. Quella parola significava libertà, non c'era pericolo che la dimenticasse.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Apollo scoprì lo sciopero

A lei, la testardaggine in persona.
Con tanti auguri di cuore.
E un grazie enorme.


Apollo sedeva a gambe incrociate sul freddo pavimento del salotto, la schiena dritta e lo sguardo compiaciuto.

Non si era più mosso da quando, qualche ora prima, Pierre gli aveva insegnato una nuova parola.
"Da oggi basta, Silvia" attaccò fissando la moglie. "Non finirò mai più con la testa in qualche muro, non ti permetterò di psicocinetizzarmi ancora. D'ora in poi sono in sciopero."
Sciopero.
Apollo adorava il suono di quelle sillabe. Le pronunciava con lentezza, quasi assaporandole. Quella parola significava libertà, non c'era pericolo che la dimenticasse.
"In sciopero" ripetè la principessa.
Il rosso annuì con vigore.
"Esatto. E se dovrò stare lontano da te... ebbene, lo farò!"
Silvia si ritrovò a pensare che non aveva mai visto suo marito tanto risoluto prima di allora. E lo capiva, in fondo. Ogni volta che litigavano, ogni volta che lui ne faceva una delle sue, finiva sempre per usare i suoi poteri e spedirlo con la testa nella parete. Alla lunga poteva anche essere pesante.
"Va bene, sciopera pure."
"Oh, lo farò, puoi starne certa."
"Quindi mi starai lontano.
"Esattamente."
"E' un vero peccato, sai, Apollo?" continuò la principessa con un sorriso malizioso. "Avevo appena comprato un nuovo completino e morivo dalla voglia di fartelo vedere. Ma se tu sei in sciopero..."
Due occhi dorati si posarono su di lei, sbarrati e famelici. Lo aveva quasi in pugno, ormai era suo.
"Fa niente. Vorrà dire che andrò in camera a cambiarmi."
Vedendola iniziare lentamente a slacciarsi la camicetta, Apollo ingoiò a fatica un grumo di saliva.
Il demonio, ecco cos'era. Sua moglie era il demonio. Cercava di tentarlo, ma lui non avrebbe ceduto. Non doveva darle quella soddisfazione. Eppure, quelle dita che si muovevano agili sui bottoni, quella pelle candida e profumata... no! Doveva mantenere la concentrazione.
"Un completino nero, di pizzo..."
Quella frase bastò a far crollare tutti i suoi propositi, annebbiandogli il cervello e cancellando quel poco che restava della sua buona volontà.
Si alzò in piedi, lo sguardo puntato sul petto della ragazza. Aveva lottato, ma, se ne rese conto in quel momento, quella con la principessa era un guerra che non poteva assolutamente vincere. Le si fece più vicino, smanioso di mettere le mani su quel corpo che Silvia stava gradualmente scoprendo.
"Apollo?" fece lei con voce melliflua.
"Mmh?"
E in quel momento, quando distolse gli occhi dal reggiseno per posarli sul viso della fessa, avrebbe dovuto capire di essere stato fregato. Avrebbe dovuto capirlo vedendo il suo sorrisetto sardonico, il suo sguardo furbo. Avrebbe dovuto scappare, allora, ma non lo fece. Rimase fermo mentre lei stendeva il braccio e gridava:
"Psicocinesi!"

Se ho scritto questa schifezzuola è solo per augurare un Buon Compleanno a e r a t o. Quindi, come vedete, ho una scusa valida.
Quindi... Tanti Auguri, tesoro!! Spero che questo piccolo pensiero ti piaccia! :)
E che, naturalmente, piaccia anche a voi! Non ci terrei proprio ad avervi sulla coscienza, sapete :)
Bon, ringrazio anticipatamente chiunque leggerà, recensirà e/o inserirà questa storia in una delle tre liste!
Un baci8!
   
 
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