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Autore: nock    04/05/2012    2 recensioni
''stavo soffrendo nel vederlo in quello stato. Sentì dei singhiozzi. Non mi dire che..''
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Naruto/Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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‘Fermo, Gaara, aspetta!’

Dannato, perché è fuggito via così! ..Eh, vallo a capire. Anche se si sveglia di buon umore, basta un poco per innescare tutta la sua rabbia, ma sta volta è diverso: ho visto palesemente che non si era arrabbiato affatto con Temari, anzi era addirittura felice di quella sua scelta, ma allora? Che aveva da fuggire?

‘Gaara aspetta! Mi vuoi dire che ti è preso così all’improvviso? Ho detto che ti devi fermare, ora!’

Fu così, che dopo svariati minuti di grida e di rincorsa, si fermò, discese e si addentrò in un bosco, facendo perdere le sue tracce, per così dire. In realtà si era dimenticato che la sua giara era rimasta un po’ aperta e per questo la sabbia aveva lasciato una scia ben visibile, ma in più, ciò che veramente mi fece capire il punto esatto di dove si trovava erano le grida che sentivo in lontananza. Avvicinandomi vidi che il suo braccio, quello sinistro, era stato preso del tutto dal chakra del demone tasso. Provai a pronunciare il suo nome, ma invano, il dolore che mi attanagliava era troppo forte, non riuscivo a muovermi, non so il motivo, non riuscivo a spiccicare una parola; stavo soffrendo nel vederlo in quello stato. Sentì dei singhiozzi. Non mi dire che..

‘ehi..’

Gaara si voltò, gli occhi rossi e gonfi, il volto paonazzo, contratto in una smorfia di dolore. Abbozzò un sorriso. Già, voleva far credere che stesse bene, che avesse tutto sotto controllo, ma sapevo che non era così. Si voltò di nuovo e prese coraggio.

‘è da un po’ di tempo ormai che va avanti questa storia, che il demone inizia a prendere il sopravvento’

‘ehi, dai non ti preoccupare, so come ti senti, ma rimani sempre e comunque il mio miglior amico e anzi, lo sai quello che penso di te’

Tentai di rassicurarlo. Non mi diede più di spalle; ora vedevo chiaramente che le lacrime gli stavano rigando il volto, quel suo viso perfetto, dalla pelle candida e profumata, morbida come un batuffolo di cotone.. Ormai questi pensieri erano all’ordine del giorno, sapevo da tempo che i miei sentimenti nei suoi confronti era ben più che di una semplice amicizia; mi ero innamorato, Gaara lo sapeva e anche io sapevo che lui provava qualcosa di simile, nonostante non si notasse chiaramente.

‘no, che cosa ne puoi sapere tu di come mi sento, di cosa provo a non poter quasi più controllare il suo chakra?’

Le lacrime scendevano sempre più copiose.

‘io non ci riesco più, non riesco più a sopportarlo e.. Ti prego, vattene, so già che non ameresti mai un mostro come me’

‘ti rendi conto di cosa stai dicendo? Sai bene che ho dovuto sopportare la tua stessa situazione d’isolamento da parte del villaggio e, sinceramente a differenza di tutti gli altri, io riesco a vedere la bellezza che si nasconde dietro la bestia. Io farei qualsiasi cosa per te, sappilo; potrei arrivare in capo al mondo, fare le peggio mansioni, uccidere, tutto quello che è impensabile fare, ma solo per te, per vederti felice, per far spuntare sul tuo volto quel sorriso che mi fa accelerare i battiti cardiaci e che mi manda letteralmente in estasi. Non c’è niente di sbagliato o di imperfetto in te, non hai commesso nessun crimine, non sei stato tu a scegliere questo tipo di vita, come nemmeno io ho potuto fare, ce l’hanno scelta gli altri e non dobbiamo far altro che conviverci; bisogna solo prendersi del tempo e tutto ..’

Il suo braccio stava ritornando normale, il capo chino, forse per non far vedere che stesse continuando a piangere o non so per quale altro motivo. Mi avvicinai alla sua figura, sapevo quanto dolore aveva provato in passato e quanto, ancora adesso, ne provava. Istintivamente lo abbracciai, volli fargli sentire tutta la mia disponibilità, volevo che sapesse che io ci sarei sempre stato, qualsiasi piega avesse preso la realtà. Sentivo ora le sue braccia stringersi a loro volta attorno al mio corpo; ero felice, così tanto felice che non ci pensai due volte: mi allontanai un poco da lui, gli presi il volto tra le mani e lo baciai.
  
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