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Autore: Black Swan    04/05/2012    3 recensioni
La narrazione riparte da fine novembre 2009.
Hell è a Boston da quasi due mesi, la vita a Tokyo è andata avanti.
Hell sta per tornare, anche se per poco… e sta arrivando anche qualcun altro.
Le catastrofi continuano e sono narrate anche attraverso gli occhi di personaggi che non hanno mai parlato fino ad ora, in una raccolta di one shots.
Credo che leggere the GazettE's Catastrophes ~ The Beginning sia fondamentale per capire l’evolversi della situazione…
Come al solito, so da dove comincio, ma non ho idea di dove andrò a finire.
Armatevi di pazienza, e saltate a cavallo… della moto che preferite.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'the GazettE's Catastrophes'
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14. Reita & Hell - Back Home, Back To You

The Ultimate Catastrophes 4 The GazettE

 

Reita & Hell - Back Home, Back To You

 

 

 

 

 

 

 

 

 

15 giugno 2010

 

Hell

Era un flashback in piena regola.

Carrello stracolmo di valige e i suoi polmoni che invocavano pietà.

Se non fosse stato per un particolare.

Quella volta era, letteralmente, per sempre.

Sono tornata a casa, sono tornata da…

Lo vide immediatamente.

Camuffato di tutto punto.

La fascetta faceva ridere in confronto.

Ma Uruha lo aveva già detto un anno prima: quando quell’uomo si camuffava non lo riconosceva neanche sua madre.

Beh, io sì. Per me è fosforescente.

Anche Reita la vide immediatamente… e si precipitò a rotta di collo ad aiutarla.

«Ma sei pazza?? Ti spezzi la schiena così!»

«Oh, arigatou, anata mo mi sei mancato tanto…»

L’occhiataccia che le scaricò addosso perforò anche gli occhiali da sole. «Ho tutto il tempo di abbracciarti, ma se continui a spingere questo carrello…

Mollò il carrello e gli gettò le braccia la collo.

«Finalmente…» mormorò.

«Finalmente…» ripeté in un soffio Reita avvolgendola.

E sollevandola puntualmente di peso.

«Come è andato il volo?»

«Tutto ok, stai tranquillo.»

L’allontanò da sé per avvolgerle il viso con le mani. «Sei tornata.»

Gli sorrise felice, «Sono tornata da te.»

Reita esplose in una risata, «Per tutti gli Dei, puoi scriverlo sui muri‼! Hai un’idea di quanto ci ho messo a costringere Urupon ad aspettarci fuori??»

Lo fissò sbalordita. «E’ fuori?? E le mie ane?»

«Ci aspettano a casa. Insieme alle nostre famiglie. Chiamami egoista, ma per questi attimi ti ho voluta tutta per me.»

«Hai fatto benissimo.»

Reita la baciò.

Oh sì, sono tornata a casa. Sono tornata da lui.

地獄 § 地獄 § 地獄 § 地獄

Reita

Era tornata per rompersi la schiena‼‼

In un attimo la raggiunse e le tolse quel carrello dalle mani, «Ma sei pazza?? Ti spezzi la schiena così!»

«Oh, arigatou, anata mo mi sei mancato tanto…»

Si sforzò di guardarla male, adorava la sua ironia. «Ho tutto il tempo di abbracciarti, ma se continui a spingere questo carrello…

Gli gettò le braccia la collo. «Finalmente…» mormorò contro il suo collo.

Ooooohhhhhh kuzotare al mondo! Due minuti solo per noi, ok??

«Finalmente…» ripeté avvolgendola e sollevandola di peso.

Adorava anche sentirla contro di sé.

«Come è andato il volo?»

«Tutto ok, stai tranquillo.»

L’allontanò da sé per guardarla negli occhi. «Sei tornata.»

Lo stava dicendo a sé stesso. Quella notte non aveva chiuso occhio.

Hell annuì sorridendogli raggiante, «Sono tornata da te.»

Sentire quella realtà espressa a parole per poco gli fece scoppiare il cuore.

Rise, felice, «Per tutti gli Dei, puoi scriverlo sui muri‼! Hai un’idea di quanto ci ho messo a costringere Urupon ad aspettarci fuori??»

L’espressione di Hell si fece sbalordita. «E’ fuori?? E le mie ane?»

«Ci aspettano a casa. Insieme alle nostre famiglie. Chiamami egoista, ma per questi attimi ti ho voluta tutta per me.»

«Hai fatto benissimo.»

Ok, non ce la faccio più.

La baciò.

Era tornata. E quella volta non sarebbe ripartita dopo pochi giorni.

Cominciava la loro convivenza.

Cominciava la loro vita insieme.

Finalmente, cominciavano a fare sul serio.

Si staccò da lei e le cinse le spalle.

«Una mano per uno?» propose la ragazzina appoggiando una delle sue sull’asta del carrello mentre l’altro braccio scivolava intorno alla sua vita.

«Ho solo due braccia e uno è già occupato» le fece presente.

«Sono un fulmine a cogliere certe situazioni, Suzuki.»

Sorrise. «Per le prossime ore me ne starò buono. Promesso.»

La sentì ridere mentre cominciarono a spingere quell’accidente di carrello. «Fra una settimana si ride.»

Sbuffò, «Fra una settimana ci sta che uno dei due promessi sposi non ci sia più.»

«Perché?»

«Non posso riprendermela con Thunder, giusto? Quindi mi resta solo Kai.»

«Ti sembra una risposta soddisfacente? Che succede?»

«Kai e Thunder l’hanno combinata bella… e senza neanche mettersi d’accordo. Stasera ti spiego tutto.»

«Stasera eh?»

Sorrise, «Stasera, tardi. O domani mattina…»

«Ah, ecco. Ora ti riconosco.»

La strinse a sé per posarle un bacio sulla tempia.

Rideva.

E rideva anche lui.

Niente li avrebbe potuti fermare.

Neanche Kai e Thunder che si sposavano.

Almeno adesso ho lei che mi darà una mano…

Appena la macchina entrò nel suo campo visivo, Uruha si staccò dal cofano e si precipitò verso di loro. «Bon Booooooooonnnnnnnnnnnn‼‼!»

Almeno non saltellava.

Hell si staccò da lui con una tenera carezza sulla sua schiena e corse incontro all’amico.

Si trovò a sorridere con gli occhi lucidi mentre i due si abbracciavano nel bel mezzo del parcheggio.

Ryo Suzuki, stai diventando un sentimentale.

Ma andava bene così.

«Urupon, se non la portiamo subito a casa Seison mi castra!»

«Tanto tu ti sai difendere!» fu la risposta del suo migliore amico.

Le risate che esplosero furono tre.

L’inferno era finito.

Adesso ce l’aveva di nuovo accanto.

«Urupon, non te lo ripeterò una seconda volta: molla la mia donna e aiutami con queste valige! Hell ha traslocato l’intera Boston!»

«Veramente questo è lo stretto indispensabile alla sopravvivenza di una donna per quattro mesi lontana da casa!» ribatté Hell.

«Ha ragione lei‼» chiarì Uruha.

Li squadrò per qualche secondo, «In fondo mi è mancato anche questo

地獄 § 地獄 § 地獄 § 地獄

Hell

Nel giro di un secondo, Uruha era al collo di Reita, «Lo so‼‼»

Reita con uno sbuffo si liberò della stretta, «Al lavoro! Questa incosciente le ha portate fino all’uscita del cancello, quindi ora non le ritocca!»

Uruha si voltò verso di lei con occhi sgranati, «Da sola??? Ma pesano un accidente!»

«Anche due» ammise. «Credo che il mio ragazzo dovrà farmi un massaggino stasera.»

Reita sorrise, «Anche due.»

Adoro gli uomini solerti.

Scoppiarono a ridere tutti e tre.

In quel momento squillò un cellulare e Reita prese il suo. «Thunder» la informò passandole il telefono senza rispondere. «Parlaci intanto.»

Lo prese annuendo. «Moshi moshi?»

«Imouto‼‼!» esplosero estasiate Thunder e Butterfly.

Sentì le lacrime agli occhi.

L’inferno era finito.

 

 

 

______________________________________________

 

NOTE:

 

 

Angolo del vocabolario giapponese/italiano:

Anata mo = anche tu

Kuzotare = vaffanculo

Moshi moshi = pronto al telefono

 

 

Ok, ci provo. Non tiratemi dietro uova marce.

E’ pronta da diverso tempo *ora le sparano* ho aspettato per vedere se si accendevano altre lampadine… ma no.

 

Da qualche parte devo ricominciare.

   
 
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