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Autore: Emily11    04/05/2012    0 recensioni
A che scopo recitare la parte delle persone felici e senza alcun problema se tutti sapevano che non era così?
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una signora venì vicino a me e mi disse:
"Signorina, lei è figlia del signor William Smith?"
"Sì adesso dov'è? Stà bene? E' ferito? Per favore dica qualcosa!" le dissi insistendo
"Signorina, si calmi" disse con aria di superiorità "Ha dei parenti, un adulto? Qualcuno che si occupi di lei?" mi chiese
"IO MI OCCUPO DI ME STESSA, NON HO BISOGNO DI UN ADULTO!" le avrei voluto dire ma invece le dissi:
"No, allora mio padre è grave me lo dica per favore!"
La signora andò incontro ad una infermiera, e le disse di dirmi tutto, come se quella signora presuntuosa si volesse liberare di me! Sono così antipatici gli adulti!
L'infermiera si avvicinò e mi disse:
"Suo padre ha riportato delle ustioni in quasi tutto il corpo con intossicazione da fumo" mi disse.
Il mondo mi cadde addosso, quel "quasi" era l'unica possibilità di salvezza di mio padre. E' tutta colpa mia, se io mi sarei occupata di più di mio padre adesso non starebbe camminando in un filo, il filo della vita. Dove, al di sotto ci sono le tenebre della morta, l'oscurità...
"Dov'è adesso?" dissi all'infermiera
"All'Ospedale qui vicino.." mi disse
Corsi, più veloce che potetti, il vendo mi andava incontro violentemente ma non mi interessava, dovevo raggiungere mio padre. Ero stanca ma continuavo, la stanchezza e il tempo erano miei avversari, miei nemici. Dopo un pò si vide l'insegna dell'Ospedale. Entrai correndo incurante delle persone che mi osservavano esterrefatte. Corsi al bancone chiesi all'infermiera dov'era mio padre ma mi disse che il signor Smith era in prognosi riservata.Dovetti aspettare nel corridoio. Quel corridoio bianco con il pavimento lucidato mi sembrava estremamente familiare, c'erano persone ferite, persone che andavano e persone che venivano, ma nessun dottore si avvicinava a me e mi diceva le condizioni di mio padre, nessuno. Fottuti medici quando finiscono! Mi arrabbiavo ma sapevo, in fondo, che la colpa non era dei medici ma MIA! Solo qualche muro mi allontanava da mio padre che in questo momento sarà in una stanza schifosa in un'ospedale schifoso, dove tutto è schifoso. C'erano delle grandi finestre con della polvere e delle grandi tende tipiche degli ospedali piene di polvere. Le sedie erano terribilmente scomode e celesti. Erano messe a gruppi di quattro. Poi entrò un ragazzo...
Angolo dell'autore
Chi sarà il ragazzo misterioso?
Al prossimo capitolo (Domani) Buttatemi delle recensioni e.e
  
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