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Autore: AngelOfSnow    04/05/2012    2 recensioni
Salve a tutti.
Con questa storia spero tanto di farvi immergere in un mondo non troppo lontano dalla realtà dei giorni nostri.
La protagnista si ritroverà a fare i conti con le "Gocce di memoria" scombussolate dalla presenza di un uomo a cui deve molto dando modo al loro passato di fondersi per divenire un unico futuro.
Dal capitolo:
Della mia vita a Milano ricordo solamente il volto sfigurato dal tempo di un bambino.
Nient’altro, a parte che mi trovavo spesso a casa sua per colpa del lavoro dei miei genitori e che fosse oramai parte integrante di quella vita: una vita che sinceramente amavo da ogni punto di vista perché non avevo la consapevolezza di quello che avrei realmente lasciato dopo.
Adesso, che ho compiuto 16 anni, non posso fare a meno di domandarmi “chi” e “cosa” rappresentasse per me, anche se so per certo che nessuno mi avrebbe detto alcunché. Eppure sono ottimista pesando che il mio passato mi abbia formata a come sono oggi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scena Quinta: VII Atto.

Scena Quinta: VII Atto.


<< Studiate bene, perché tra due settimane affronteremo un test scritto e un test orale di tutto il programma affrontato fino a oggi... ah, e Reina, a causa delle tue assenze dalle lezioni, per problemi gravi ovviamente, dovrai recuperare le ore con dei corsi di recupero pomeridiane... >>

E lì in quell’aula composta da sedici elementi, il mondo, il mio mondo, cominciò a subire assedi da parte di tutte le professoresse e professori, a cominciare da quella svalvolata e stronza di italiano.

<< Certo professoressa... >>

 

<< Studiate bene, perché tra due settimane si terrà il compito di Chimica e un test orale di tutto il programma affrontato sino ad oggi... Reina, mi spiace, ma dovrai seguire dei corsi di recupero... >>

L’aveva detto anche la professoressa di scienze naturali...

 

<< Studiate bene... compito Scienze Sociali... corsi scolastici di recupero... >>

Non sto qui ad elencarli tutti, ma la nostra dannazione, la dannazione di una classe verso la fine della scuola, sarebbe presto iniziata. Anzi, mi correggo: la mia è iniziata già tanto tempo fa con la perdita di memoria.

<< Come farò?! >>

<< Reina impegnati abbiamo parlato con i professori e gli orari sono ben concatenati tra di loro... >>

Gli occhi delle mie compagne mi guardano con rammarico, le gemelle mi toccano la spalla in segno di conforto e Sam... dorme. È così impegnata negli ultimi tempi con gli allenamenti di Box, che temo per la sua salute.

Nessuno la sveglia, tanto meno i professori, che le hanno già dato abbastanza voti per il secondo quadrimestre. Sospiro passandomi una mano tra i capelli, prendendole il telefono dalla tasca che vibra tre volte: è Domenico.

Sorrido comunicandogli che Sam è nel mondo dei sogni, e non aspetto altro che la campanella dell’ultima ora suoni  per dirigermi al bar, dove lo vedo attorniato da un numero indefinito di ragazzine e donne pronte a fargli domande su di noi: è passata una settimana da quando mi sono trasferita in quella casa, ma la notizia già dopo due giorni aveva fatto scalpore.

<< Ma, professore, se una minorenne vive in casa sua, significa che lei è il suo tutore legale? >>

Rispondo seccata prima di lui.

<< Si, lui è il mio tutore legale fino al ritorno dei miei genitori... non sono una minore emancipata, ma affidata in custodia temporanea. Ah! Ci sono anche dei documenti che abbiamo consegnato al preside. Se non ci credi liberissima di andare a chiedere. Adesso: smammate! >>

Rimangono tutti a bocca aperta, soprattutto lui a cui scivolano gli occhiali da un lato: che ho detto?

Mi salvo da ulteriori commenti grazie alla campanella che annuncia la fine delle lezioni mattutine e l’inizio di quelle pomeridiane. Quando rimaniamo soli, si fa sempre per dire, lo trascino verso il giardino dell’istituto mentre lui accende tranquillamente una sigaretta, soffiandomi il fumo vicino: lo odio! Grr, che nervi!

<< Su, cosa dovevi dirmi? >>

<< Tu sei assurdo! Sapevi che avrei dovuto seguire delle lezioni extra, eppure non mi hai detto nulla! >>

Nasconde un sorriso portando la sigaretta alla bocca e poi risponde.

<< Non lo sapevo e non potuto fare altrimenti per evitare che gli altri colleghi ti calassero l’anno... mocciosa! >>

Porto le mani ai fianchi facendo per andarmene ma mi squilla il telefonino facendomi sussultare.

<< Pronto? >>

Dico esasperata.

<< Come va? Sono fuori dal portone con i motori pronti per sgommare a casa mia per vederci un film in santa pace... >>

Anche se sento una certa riluttanza graffiarmi il petto all’idea di lasciare Davide da solo, parlo a grande fiato per vedere la sua reazione.

<< Certo, sto arrivando subito! Riscaldati ben bene, che non vedo l’ora di poter stare con te... ah, dici se posso dormire da te questa notte: perché no? Dai, ne discutiamo dopo quanto recupero lo zaino e la giacca! >>

Se prima lo sguardo era rivolto verso l’unico albero del giardino, adesso è rivolto sopra la mia figura con una strana luce negli occhi, sgranati, con la sigaretta a metà strada: perché sembra sconvolto?

<< Mh... si, anche se non ho capito quello che hai detto, sono giù! >>

<< Ok, a dopo, Nicola! >>

Come se gli avessi inflitto un danno maggiore lo vedo digrignare i denti e gettare la sigaretta, quasi intera, sul pavimento prima di girare i tacchi per allontanarsi. Automaticamente il cuore nel petto sembra restringersi dolorosamente e accartocciarsi su se stesso. Caccio via le lacrime immotivate con una scrollata di testa e corro per i corridoi recuperando la borsa e la giacca in aula, per correre pi speditamente all’interno dell’abitacolo, su cui Sam è seduta nei posti del passeggero.

<< Cos’è successo?  >>

Mormora con la voce impastata e Nicola, dalla strada, s’accosta per prendermi il volto tra il pollice e l’indice per guardarmi meglio: arrossisco visibilmente.

<< Non è nulla... >>

<< Elisa: non mentire. >>

Riprende a camminare sorridendo compiaciuto di se stesso.

<< Non fare quella faccia da gatto... >>

Mormoro imbarazzata e incazzata al contempo, prendendo una ciocca di capelli tra le dita.

<< Certo, certo... >>

Continuano a ridere spensierati e quando accostiamo il liceo l’urlo improvviso e perentorio di Sam ci fa sussultare di colpo.

<< NICOLA FERMATI! >>

Scende velocemente, senza darmi il tempo di capire, e scendo anche io seguendola per un pezzo di strada, poi li vedo anch’io: Domenico ed una ragazza si stanno baciando appassionatamente all’angolo della strada.

   
 
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