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Autore: newdirection_d    04/05/2012    5 recensioni
Sorrise alzandosi dal letto e afferrando la maniglia, si girò a guardare quella camera. Quanti momenti avevano passato insieme lì dentro.
Sospirò prendendo la chiave e richiuse la porta alle sue spalle.
Una mandata, due mandate, tre mandate...
non avrebbe mai più aperto quella stanza.
Non poteva rischiare che i ricordi scappassero.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Elisabeth scese dal furgone insieme ad altre donne.
Tutte lì per vedere il proprio fratello, il proprio figlio, il proprio nipote e il proprio marito. 
Lei era lì per vedere il suo ragazzo, quello che conosceva solo da quattro mesi, ma che gli aveva donato la felicità di una vita.
Coprì la faccia con un velo sottile, cercando con lo sguardo il suo amore.
In quell'ammasso di fango c'era di tutto, compresi bambini sterminati, bambini ricoperti dal loro stesso sangue, bambini che avrebbero voluto continuare a vivere ma che erano costretti a combattere per difendere il proprio paese, il Pakistan.
Una lacrima cadde sul viso della bionda, la quale continuava a camminare trattendendo l'ansia e la paura di trovare Zayn nelle stesse condizioni.
In quel momento poteva essere ovunque, anche dall'altra parte del paese, ma a lei non importava. Avrebbe continuato a cercare, avrebbe fatto di tutto pur di dargli un bacio, pur di farlo tornare con lei in Italia.
-Ti prego, non farlo.- urlò una donna ad un uomo molto più giovane di lei.
Elisabeth suppose fosse il figlio.
-Non lo farò.Ho scelto di fare questo lavoro, mi sono unito in quest'esercito con la cosapevolezza di lottare e resterò fino alla fine.- rispose quest'ultimo caricando il fucile.
Tutto ciò la faceva rabbrividire.
Aveva paura, una fottuta paura di perdere il suo amato.
Avrebbe fatto di tutto per lui, proprio come Giulietta e l suo Romeo, perché ogni volta che stavano insieme si sentiva così: circondata da amore puro, da amore vero, da un amore che non può far altro che bene.
Le scese un'altra lacrima bollente e trasparente, ma in quella trasparenza c'era il rosso fuoco dell'inferno, il luogo dove le sembrava di stare.
Passarono diversi uomini dinanzi a lei con una divisa conosciuta.
Si fermò a guardarne una e non potette fare a meno di sospirare dal sollievo quando si accorse che era nel posto giusto.
Da lontano scorse una tenda verde con una grande bandiera dell'Italia. Al suo interno c'erano delle persone, tra le quali riconobbe il tenente di Zayn.
Sospirò ancora, trattenendo la voglia di entrare lì dentro e chiedere di lui.
-Cosa ci fai tu qui?- disse una voce, facendo sobbalzare la ragazza.
Elisabeth si girò di scatto, osservando un ragazzo biondo dagli occhi azzurri che le sorrise, gridando il suo nome e abbracciandola.
Si staccò per guardarlo ancora, ma niente. Non riusciva a ricordare chi fosse.
-Dalla tua faccia si direbbe che non ti ricordi di me.-
-No..- scuotè la testa un po' imbarazzata.
-Sei venuta qui per Zayn,giusto?-
Il suo nome la face sussultare leggermente.
-Sì. Tu lo conosci?Sai come sta?Sai dov'è?-
-Calma,calma. Prima cosa sì, lo conosco. Sono un suo amico. Ero all'aereoporto con lui quando siamo partiti.- le ricordò.
La ragazza cercò di immaginare la scena, ma quel giorno, in quella grande sala, c'erano solo lacrime e abbracci, forse ultimi abbracci.
-No, mi spiace.-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo rinunciandoci, poi la guardò di nuovo.
-Dai, vieni, ti porto da lui.-
-Grazie.- sussurrò la bionda un po' emozionata.
Il biondo la portò in una specie di villaggio, una specie di città senza mura, ma solo ragazzi con armi pronti a qualsiasi cosa.
Deglutì battendo le ciglia.
-Siamo arrivati.- disse avvicinandosi ad una tenda.
Le fece cenno col capo: lui si trovava lì dentro.
Aprì la zip con le mani sudate e lo trovò su una sedia mentre scriveva qualcosa appoggiato ad una scrivania.
Il cuore iniziò a battere velocemente, sentiva l'adrenalina salire sempre più su, come se volesse uscire dal corpo e andare chissà dove.
-Sono impegnato, al momento non posso parlare con nessuno.- disse lui, non staccando gli occhi dal foglio.
Nessuno rispose, o meglio, lei non rispose. 
Non c'era nessuno lì dentro a parte loro.
-Mi hai sentito?- continuò alzando finalmente le sue iridi marroni.
Il brunetto rimase a bocca aperta appena mise a fuoco l'immagine della ragazza, della sua ragazza.
La scrutò un secondo.
'Non può essere reale, lei non è qui', pensò.
Elisabeth decise finalmente di fare qualcosa; gli si avvicinò lentamente, fermandosi ad accarezzargli le guance olivastre. 
-Che ci fai tu qui?- chiese severo lui, allontanandola.
-Sono venuta per te.- rispose gelandosi sul posto.
-SEI MICA IMPAZZITA?-
-No, semplicemente non sopporto più questa distanza.-
-Che diavolo stai dicendo?! Smettila di comportarti come una bambina, sai benissimo che sono qui non per mia decisione.-
-Sì, è stata tua la scelta. Potevi anche rimanere da me. Potevi rimanere in Italia.-
-Faccio parte di quest'esercito da quando avevo quattordici anni, non potevo abbandonarlo nel momento del bisogno.- 
-NON VOGLIO CHE TI SUCCEDA QUALCOSA, VUOI CAPIRLO?- gridò ella, dando sfogo a tutto il suo dolore. Lasciò che le lacrime fin'ora trattenute, uscissero.
Zayn la guardò.
Stava soffrendo, stava male ed era colpa sua.
Con la mano sinistra buttò tutto quello che c'era sulla sua scrivania a terra, terrorizzando Elisabeth che non l'aveva mai visto così violento.
-Chi ti ha dato il permesso di venire?!- disse, facendo sembrava quella domanda un'affermazione.
-Sono scappata.- rispose velocemente.
Il bruno si passò una mano tra i capelli corvini voltandosi di nuovo verso di lei, la quale piangeva ancora.
Le si avvicinò e prese il suo viso tra le mani.
La guardò profondamente negli occhi e con un dito scacciò quelle fottute lacrime che ricoprivano i suoi occhioni verdi.
-Scusami.- sussurrò, stringendola nelle sue possenti braccia.
-Ho bisogno di te, non mandarmi via.- disse ancora singhiozzando.
Zayn tornò a guardarla, ma questa volta non disse nulla e si limitò a baciarla.
Un bacio dolce e delicato, ma ben presto si trasformò in un bacio pieno di passione e sentimento.
Elisabeth strinse forte il ragazzo, passando le sue mani tra le spalle e il collo di continuo e lui le cinse i fianchi accarezzando la sua schiena.
Sembrava un dischetto che ripeteva sempre la stessa parte, un film che aveva un inizio ma non una fine.
Quando finalmente si staccarano, lei rise.
Finalmente aveva il suo mondo tra le mani.
-Mi sei mancata tanto.-
-Anche tu, non immagini quanto. In questo mese ho temuto il peggio. Non ho mai ricevuto una tua lettera.-
-Scusami, ma è stato impossibile scriverla.-
-Non importa, l'importante è che tu stia bene.-
-Sto bene perché ci sei sempre tu nei miei pensieri che mi dai forza, sto bene perché so per chi vale la pena lottare e rimanere in vita. Sto bene perché ho una ragazza meravigliosa che è al sicuro...o almeno così pensavo.- riprese a farle uno sguardo severo.
-Scusami, forse adesso ho tradito la tua fiducia... ma vederti era un desiderio troppo forte. E sinceramente, non rimpiango di essere venuta fin qui. Non pensiamoci, ti prego.-
-Liz, come posso non pensarci? Tra meno di due giorni qui scoppierà una guerra che boh, forse porterà tutti alla morte. Io non voglio che tu stia qui, devi tornare a casa tua, al sicuro.-
-Tu verrai con me.-
-Ti ho già detto che non posso.-
-Allora io rimarrò qui.-
-Smettila cazzo, smettila.- iniziò ad urlare di nuovo.
-Non comportarti come una bambina! Te ne andrai appena possibile, è chiaro?-
-Non mi sto comportando da bambina, sono semplicemente innamorata. Non voglio perdere l'unica cosa che ho.-
-Non è detto che mi perderai, d'accordo?-
-Tu dici così per farmi sentire meglio, ma sai cosa succederà. Ho sedici anni ma non sono una bambina ingenua.-
-Appunto perché hai sedici anni devi andartene. Hai tutta una vita davanti e non sarà certo per colpa mia se...-
-Se cosa?! Se morirò? beh, hai appena urlato che non è detto che succeda. Perché non posso rimanere?-
Zayn rimase in silenzio.
Secondo lui Elisabeth si ostinava a non capire che voleva solo la sua felicità.
Anche se fosse morto in quella guerra lei avrebbe continuato la sua vita, avrebbe fatto il suo percorso fino alla vecchiaia.
-Non sono venuta qui per litigare.- sussurrò abbassando lo sguardo e allontanandosi un po'.
Il ragazzo non batteva ciglio, era rimasto immobile e in silenzio.
La bionda, invece, era andata a sedersi su un materasso malandato situato a terra. Poco dopo lui la raggiunse circondandole le spalle con un braccio.
-Scusa se mi comporto così, ma lo faccio perché...-
-Vuoi che io stia bene, che sia felice... e blablabla. Staremo qui a ripetere sempre le solite cose?- disse, impedendogli di terminare la frase.
-No.- sorrise.
-Per oggi basta, adesso che sei qui voglio trascorrere più tempo possibile con te.-
Sorrise anche lei, soddisfatta.
Si scambiarono l'ennesimo sguardo pieno di amore.
Ma adesso quell'amore 'astratto' non bastava.
Elisabeth voleva sentirlo suo.
Voleva danzare un ballo d'amore con lui, un ballo romantico.
Iniziò a baciarlo lentamente, assaporando ogni attimo di quel momento.
Anche lui non desiderava altro che questo.
In quel momento tutti i sentimenti che provava per lei erano cresciuti, stavano per esplodere.
La strinse a sé forte, facendo giocare allegramente le loro lingue che si intrecciavano, come a voler creare un nodo impossibile da sciogliere.
Lei posò le mani suoi suoi fianchi e la sua gamba su quelle di lui che subito prese ad accarezzarla.
Zayn slacciò un secondo quel nodo che si era creato per farla stendere, ma nell'arco di cinque secondi erano di nuovo uniti.
La ragazza gli accarezzò la schiena, mentre lui le lasciava baci delicati sul collo e scendeva sempre di più. Arrivato alla camicia cominciò a sbottonarla per poi sfilarla e leversi la maglia.
Elisabeth lo guardava imbarazzata, era la sua prima volta e lui lo sapeva.
Per questo, prima di proseguire le chiese il permesso.
-Vuoi?- sussurrò al suo orecchio mentre le spostava una ciocca di capelli.
-Sì.- rispose lei invertendo le posizioni e iniziando a baciargli gli addominali scolpiti.
Ma il desiderio che avevano non gli permise di giocare a lungo, infatti velocemente gli indumenti raggiunsero il suolo e loro diventarono una cosa sola.
Due corpi, ma un'anima e un cuore.
 
 
 
 
 
 
 
Pov's Elisabeth.
Sono passati due anni da quella volta, due anni da quando non ho più saputo nulla di lui.
Ho provato a mandargli lettere, ma non ho mai ricevuto risposte.
Adesso sono qui, su questo letto a pensare i momenti passati insieme.
Riflettendoci, la risposta che sto cercando non è così impossibile da trovare.
E'...morto?
C'è chi mi dice di sì, perché lui non avrebbe potuto non tornare e non cercarmi più;
c'è chi dice di no, perché magari si era stancato di me.
Ma nessuno conosce il vero sentimento che ci univa, nessuno sa della fantastica notte passata insieme, dell'ultima notte in cui ho sfiorato quelle labbra carnose che ancora mi sembra di sentire sulle mie sottili.
Ho ancora il suo profumo sulla pelle e la sensazione dei suoi caldi abbracci.
Forse non dimenticherò mai tutto questo.
Anzi, senza forse.
Ho solo diciotto anni, ma è stato l'unico a lasciarmi un segno nel cuore in questa vita che vorrei finisse subito.
Non sono una ragazzina, non prendetemi per pazza.
Sono semplicemente innamorata.
Il mio cuore è suo. E se è morto, l'ha portato con sé in paradiso.
Non posso più averlo indietro e mi sta bene così, perché io ho promesso di amarlo per sempre.
Solo di una cosa mi pento: non gliel'ho mai detto.
-Amore, se ci sei, per favore, ascoltami. Devo dirti una cosa importante: ti amo.- 
 
 
Sorrise alzandosi dal letto e afferrando la maniglia, si girò a guardare quella camera. Quanti momenti avevano passato insieme lì dentro. 
Sospirò prendendo la chiave e richiuse la porta alle sue spalle.
Una mandata, due mandate, tre mandate...
non avrebbe mai più aperto quella stanza.
Non poteva rischiare che i ricordi scappassero.
 
 
 
Ciao a tutti.
Ho voluto scrivere questa one-shot perché era da un po' che avevo in mente tutto questo.
Spero vi piaccia.
Fatemelo sapere, ci terrei tanto.
xoxo,D.
  
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