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Autore: sophie97    04/05/2012    3 recensioni
"Ma arrivò tardi, troppo tardi. Giusto in tempo per assistere ad uno spettacolo terribile, uno spettacolo a cui non avrebbe mai pensato di dover partecipare."
Spero che vi piaccia, aspetto di sapere cosa ne pensate!=D
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Unione


 

Come già vi ho accennato erano tempi duri per i Danai e per i Teucri, domatori di cavalli. Le battaglie si susseguivano senza sosta, ogni giorno, e i soldati erano sempre più stremati…


 
«Ettore!» la giovane gli corse incontro gridando il suo nome.
L’eroe la prese tra le braccia: «Elena, che succede?».
Lei lo guardò preoccupata: «Paride oggi scende in battaglia…».
«Era ora!» fu il commento che sfuggì al principe Troiano.
«Ma come era ora? Lo uccideranno!».
«Non è certo la prima volta che combatte, perché dovrebbe lasciarsi uccidere?» domandò Ettore.
«Ho…ho un brutto presentimento…» confessò la ragazza, con il terrore negli occhi.
«Tranquilla Elena, ci penso io, non gli accadrà niente.» la assicurò Ettore indossando l’elmo e prendendo la spada.
«Me lo prometti?» chiese lei.
«Tranquilla…» ripetè l’eroe allontanandosi, con un sorriso.
 
Poco dopo, fuori dalle mura di Troia, il principe era in prima fila, al fianco del fratello.
«Elena era preoccupata per te…» informò.
«Lo so» rispose Paride «ma non posso stare al sicuro dentro al palazzo mentre il popolo combatte anche a causa mia».
Ettore fu sorpreso da quella risposta: «L’hai capito finalmente!».
L’esercito degli achei avanzava piuttosto velocemente. Paride ebbe appena il tempo di lanciare un’occhiata fuggitiva al fratello, che i due schieramenti si scontrarono. I primi cadaveri cominciarono a cadere nella polvere, macchiando la piana del loro sangue.
Morte, morte e ancora morte: questo vedeva Ettore intorno a sé. Ma non una briciola della gloria di cui gli aveva parlato Achille la sera precedente.
Improvvisamente sentì qualcuno gridare il suo nome e si voltò: poco distante Paride stava combattendo con un guerriero acheo. Era in difficoltà; fu colpito al fianco dalla lucente spada del Greco, che subito si macchiò di nero sangue. Il giovane cadde tra la polvere privo di sensi.
Ettore restò immobile ad osservare la scena, per poi correre verso il corpo del fratello: «Paride, su svegliati…Paride…» sussurrò togliendogli l’elmo dal capo. Non scorgendo in lui nessun segno di vita cercò con lo sguardo l’Acheo che lo aveva colpito. Quest’ultimo lo sfidò, ma ben presto venne ferito mortalmente dal principe Troiano.
Ettore tornò dal fratello, prese il suo corpo sottobraccio per portarlo dentro alle mura. Ma attorno a loro infuriava la battaglia e non era facile dirigersi verso la città.
Qualcuno gli sfiorò una spalla e poi sostenne Paride per l’altro braccio, aiutando Ettore a trasportarlo. Lo sconosciuto si faceva strada tra gli schieramenti a colpi di spada. Quando finalmente arrivarono presso la grande porta delle mura e riuscirono ad entrare portarono il ferito al palazzo. Qui egli fu sistemato in una stanza, spogliato dell’armatura e affidato per le prime cure ad alcune ancelle.
 
Ettore e l’altro accompagnatore uscirono dalla stanza, trovandosi soli in un lungo corridoio.
«Grazie.» mormorò il principe Troiano, guardando per la prima volta negli occhi il guerriero.
Questi rispose: «Non c’è di che.».
A queste parole Ettore sussultò…quella voce…«Chi sei?» chiese, temendo di conoscere la risposta.
Lo sconosciuto si sfilò l’elmo.
L’eroe rimase per l’ennesima volta senza parole: il glorioso Achille era di fronte a lui, di nuovo, ma questa volta all’interno del suo palazzo.
E di nuovo lo aveva aiutato.
«Sorpreso Troiano?».
Ettore si guardò intorno: come avrebbe potuto reagire chiunque avesse visto il Pelide lì dentro? Lo trascinò in un’altra stanza e chiuse la porta.
«Perché?».
«Perché cosa? Perché ho le tue stesse idee? O perché ti ho aiutato, o meglio, aiutato la causa di questa guerra, oppure perché…» l’eroe greco venne interrotto dal suo interlocutore: «Non è la causa della guerra…».
«E cosa allora? Sbaglio o è stato proprio tuo fratello a portarsi via Elena da Sparta? Comunque è normale che tu lo difenda, mi sorprenderei del contrario…».
«Va bé, hai ragione, è colpa sua. Ma non hai risposto, perché mi hai aiutato?» domandò Ettore confuso.
«Questa guerra deve finire.» affermò il grande Pelide.




Buonasera cari lettori!
Allora, intanto devo trovare un modo per farmi perdonare…è una vita che non aggiorno! Scusate…=P
Tornando a noi, Achille è nel palazzo di Priamo…e adesso? Cosa significherà la sua ultima affermazione?
Merci per le recensioni e a presto!
Sophie=D

  
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