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Autore: dragon_queen    04/05/2012    1 recensioni
***Due forti braccia le circondarono le spalle da dietro, mentre sentiva il respiro caldo del biondo sul suo collo.
-C'è un modo perchè io ti possa impedire di andare?-
-No- rispose secca.
Quello la lasciò andare e si avviò verso l'interno.
-Dove vai?-
-Non voglio essere qui quando varcherai quella soglia. Non voglio vederti andar via senza poter fare niente per impedirlo. L'unica cosa che posso fare è aspettare che tu ritorni da me- e detto questo se ne andò senza neanche voltarsi...***
*************
La profezia che Harry aveva ascoltato al suo quinto anno lo riguardava, denominandolo come l'unico in grado di sconfiggere l'oscuro signore. E se tutti si fossero sempre sbagliati?
Hope giunge ad Hogwarts inconsapevole di venir coinvolta nell'ultima grande guerra, ma soprattutto ignara delle attenzioni che attirerà su di sè da parte di un affascinante biondino.
Se volete saperne di più, leggete, nella speranza che questa avventura vi piaccia XD
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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PROLOGO

 

Notte. Una pioggia battente cadeva ininterrottamente da quasi due giorni, facendo assumere al paesaggio un aspetto cupo e irreale.

Una casa. Una villa, per meglio dire, immersa nell'oscurità, ad eccezione di una fioca luce che rischiarava il salone.

Attorno ad essa stava un gruppo di persone. Parevano in attesa, preoccupati, come se stessero attendendo una notizia che non accennava ad arrivare.

All'improvviso qualcuno bussò alla porta. Uno di quelli, lentamente, si alzò per andare ad aprire. Era alto e dal fisico slanciato, ma della sua figura si intravedeva solo quello, dato che il resto era ricoperto da uno scuro mantello nero.

Sulla soglia apparve una figura minuta, dalla postura gobba e goffa, il quale, tra le braccia, teneva un fagotto.

-Cosa significa?- chiese l'ospite, guardandolo con una luce di stizza negli occhi.

-L'Oscuro è caduto- rispose l'altro.

-Come sarebbe a dire?!?-

L'irritazione solcò la sua voce, ma anche una sfumatura di preoccupazione. Per un attimo si trovò ad arretrare.

-Qualcosa gli ha impedito di ucciderlo, una possibilità che non aveva calcolato. La maledizione che ha lanciato gli si è rivoltata contro. Non ne è rimasto niente-

Quell'ultima parte era solo una mezza verità, ma il goffo personaggio preferì tacere. Dopodichè, senza esitare, porse all'uomo di fronte a lui il fagotto che aveva tra le braccia.

-Cos'è?- chiese quello.

-L'ultimo suo ordine-

Ad un tratto, da quella sorta di intreccio di stracci, provenne un gemito infantile, il quale lo pietrificò.

-Un bambino??-

-L'Oscuro aveva dei progetti, per questo ha ordinato che ti venisse affidato-

-Perchè io?!?-

-Tu hai già un figlio. Crescerne un altro non sarà un problema-

In quel momento dei passi alle loro spalle. I due si voltarono, trovandosi a fissare dei penetranti occhi scuri. Il volto dell'uomo si indurì, quasi con disprezzo.

-Ecco prendi, fai ciò che sai fare meglio- disse alla donna di fronte a lui, porgendole poco delicatamente il fagotto.

Quella lo prese tra le braccia.

-E cosa dovrei farmene?-

-Non lo so. La cosa non mi riguarda. Sappi che è stato l'ultimo ordine del Signore Oscuro-

-Ultimo??-

-E' caduto-

Anche quella si pietrificò, ma nei suoi occhi c'era qualcosa di diverso: era forse sollievo quello che si poteva intravedere.

-Bene, allora obbedisco- e scomparve al piano di sopra, sotto i vigili e disprezzanti occhi del marito.

 

Entrò silenziosamente in una delle stanze, cercando di non fare rumore. Spostò di poco gli stracci che circondavano il bambino, trovandosi a fissare due occhi color acquamarina.

-Come possono pretendere che mi occupi di te come se fossi mio?- disse, ma era più un pensiero ad alta voce.

L'esserino, di tutta risposta, si allargò in un sorriso radioso, che fece un poco scaldare il cuore di ghiaccio della donna.

In quel momento avvertì dei passettini alle sue spalle. Si voltò, trovando sulla porta uno degli elfi domestici, il quale teneva in braccio un bambino, vigile e attento.

-Che succede?- chiese lei dura.

L'elfo per un attimo esitò.

-Il signorino si è svegliato e non siamo riusciti a riaddormentarlo. Ho sentito la padrona salire e ho pensato che forse il suo tocco lo avrebbe calmato-

-D'accordo, portalo qui-

Pose il fagotto su di un letto, il quale non veniva usato da nessuno, guardando mentre delle piccole manine si protraevano verso di lei.

L'elfo, titubante, affidò il bambino alla donna e in un “pop” scomparve.

Quella prese il figlio tra le braccia e iniziò a cullarlo, ma il piccolo sembrava attirato da tutt'altra cosa: fissava, incantato, il piccolo esserino accanto a lui, i loro occhi parevano poli opposti che non riuscivano a non attrarsi.

Allungò una manina come a volerla toccare.

D'improvviso la finestra si spalancò, come se un colpo di vento fosse riuscito a forzarne la chiusura.

Il bambino prese a lamentarsi. La madre lo posò sul letto e si affrettò a chiudere i vetri.

-Avanti piccolo, non è successo niente-

Non terminò la frase che avvertì distintamente una presenza nella stanza. Si voltò, il piccolo tra le braccia.

-Chi c'è?-

Non ci fu una risposta immediata, poi un'ombra apparve da uno degli angoli bui.

-Buonasera signora. Non sono qui per farle del male, a meno che non ne sia costretto. Voglio quella neonata-

-Perchè mai?-

-Non è vostra. Non apparterrà al Signore Oscuro. Il compito che l'aspetta è fin troppo importante per lasciarla nelle mani dei Mangiamorte-

-Mi uccideranno- balbettò quella.

-Non lo faranno. I suoi seguaci, come lei, non sono al corrente dei piani dell'Oscuro, quindi non ritengono importante la bambina. Ma per noi lo è-

Come se avesse avuto capacità quasi inumane, l'ombra si fece accanto al letto, prendendo tra le braccia la bambina, la quale si era addormentata come d'incanto.

La donna non proferì parola, ma si allontanò di qualche passo.

-Andatevene, aspetterò qualche secondo prima di avvisarli-

-Grazie signora-

-Non lo faccio per voi, ma per la mia famiglia-

La finestra fu nuovamente riaperta, mentre l'uomo saltava sul davanzale, il fagotto ben coperto dallo scuro cappotto. Un cappello a tesa larga ben calcato sulla testa, la cui ombra ne nascondeva il volto.

-I miei ossequi- e sparì nella notte.

 

Un urlo si propagò nella casa. L'uomo, senza spiegarsi la foga che ci mise, si spostò velocemente al piano di sopra. Trovò la moglie seduta a terra, tra le braccia suo figlio che piangeva, la finestra spalancata.

-Cosa è successo?!?- chiese irato.

-Il neonato. L'hanno portato via- rispose lei, indicando il letto ormai vuoto.

Quello corse alla finestra aperta, tentando di scorgere il rapitore, ma la pioggia e l'oscurità non lo aiutarono.

Colmo di rabbia si diresse a passo quasi marziale verso la moglie, assestandole poi un sonoro ceffone.

-Sei inutile!! Non sei stata in grado di badare neanche ad un neonato!! Come ho potuto sposarti?-

Quelle parole la ferirono profondamente. D'un tratto avvertì una manina tendersi verso la parte lesa e carezzarla ingenuamente. Abbassò lo sguardo e incontrò gli occhi chiarissimi del suo bambino. Nonostante tutto sorrise.

L'uomo rimase per un attimo a fissarla, il corpo scosso dalla rabbia e dalla consapevolezza di aver fallito il compito.

Si ripromise che avrebbe ritrovato il neonato a qualunque costo.

  
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