Breve shot tratta dalla 3x21. Ho pensato di scrivere qualcosa sui due vampiri che sono rimasti fratelli anche dopo aver affrontato la morte ed essersi innamorati della stessa ragazza per ben due volte. Per quanto mi riguarda, anche i centosessant'anni che hanno speso ad odiarsi sono stati un omaggio alla loro fratellanza. UN bacio a chi leggerà questa shot e sopratutto a chi la recensirà


Due vampiri e un ibrido essiccato non sono mai la compagnia giusta per un viaggio in auto, ma quella volta l’atmosfera non era per niente tesa. I fratelli Salvatore erano l’uno al fianco dell’altro, anche quella volta, dopotutto erano pur sempre fratelli.
“Che c’è?” Chiese Stefan seduto al posto di guida, vedendo Damon girarsi verso la bara nel sedile posteriore per poi rimettersi seduto al suo posto.
“ Quanti ibridi essiccati ci vogliono per avvitare una lampadina?”. Disse con il suo solito tono ironico, socchiudendo gli occhi chiari e aggiustandosi il giubbotto in pelle.
“ Sei di buon umore”. Notò Stefan sorridendo a sua volta, certo che il fratello avrebbe commentato dicendo che era sempre di buon umore, era pur sempre Damon Salvatore.
Damon si aprì in un sorriso a trentadue denti, e come aveva previsto Stefan, non si lasciò sfuggire l’occasione di dimostrare la sua ironia: “ Sì- disse allegramente- sono di buon umore. Klaus è morto, mio fratello è quasi rinsavito…di nuovo- disse girandosi verso di lui e gettandogli un’occhiata complice, alzando le sopracciglia- e se escludiamo un cacciatore immortale che vuole ucciderci… noi abbiamo vinto.” Lo disse cadenzando il tono e le parole, come a voler imprimere quella frase nella mente del fratello e nella sua. La prima volta che finalmente ottenevano una vittoria doveva essere festeggiata, e qual’ era il modo migliore per farlo se non scherzare con il proprio fratello dopo sessant’anni di litigi e frecciatine?
“ Dai dillo, dillo”. Lo esortò a fare Damon voltandosi verso il posto guida e assottigliando gli occhi. Stefan sorrise ancora, accorgendosi che Damon non sarebbe mai cambiato: lo avrebbe sempre spinto a lasciarsi andare, ad ammettere che almeno quella volta,loro avevano vinto. E non importava se Elena avesse scelto uno di loro, o se li avrebbe scaricati entrambi, loro avevano vinto. Su tutti i fronti: avevano dimostrato di essere una squadra formidabile, con le loro incomprensioni e con i loro continui battibecchi da bravi fratelli di sangue, si erano presi cura della donna che amavano mettendoci tutta la loro forza, il loro amore; avevano dimostrato che il loro legame era indistruttibile, perché, diamine, sono i fratelli Salvatore loro!
“ Sì, abbiamo vinto”. Sussurrò Stefan continuando a guardare la strada, sapeva che se, avesse rivolto lo sguardo verso il fratello, avrebbe visto la gioia e l’adrenalina che scorreva in quel momento nelle sue stesse vene.
Ma Damon non era facile da accontentare: “ Ancora una volta- chiese con maggiore entusiasmo stringendo i denti per farlo capitolare, per renderlo partecipe del suo entusiasmo, perché loro condividevano anche quello- Con più sentimento!”.
“ Noi-abbiamo- vinto”. Scandì bene Stefan, questa volta voltandosi verso il fratello, per vedere l’espressione soddisfatta che avrebbe fatto. Ed eccolo lì, il sorriso che contraddistingueva Damon: ironico, derisorio, entusiasta e umano. Non lo avrebbe mai detto, ma quello che per 160 anni era stato il sorriso sanguinario di un vampiro assetato di sangue ma soprattutto di odio contro il fratello, si era trasformato in una realtà di emozioni diverse. Questo lo doveva ad Elena, lo sapeva bene, non poteva fare a meno di pensare quanto lo avesse cambiato quella ragazza, non provava alcuna gelosia però, anzi era orgoglioso del rapporto che si era istaurato tra i due: gli aveva riportato suo fratello, e per questo sarebbe stato grato ad Elena per tutta l’esistenza.
“ Grazie!”. Fece Damon alzando un dito insegno di vittoria e tornando a guardare fuori dal finestrino.
“ No, sai che ti dico, grazie a te-. Disse ad un certo punto Stefan- pare che facciamo una bella squadra Eh”.
“ C’è solo voluto un secolo e mezzo”. Ribadì Damon con aria distaccata stirando le labbra, improvvisamente c’era tensione nell’abitacolo, segno che si stavano avventurando in un campo minato.
“ Che succederà- cominciò Stefan, inumidendosi le labbra- quando  Elena prenderà la sua decisione?”.
Damon alzò le sopracciglia, come a volerci pensare su, e con aria rassegnata disse:
 “ Sai come funzionano queste cose: farà una lista di pro e di contro e poi ci scaricherà entrambi”.
“ E se non succedesse?”. Chiese ancora Stefan.
Damon assunse un’espressione seria, la sua rassegnazione si sentiva, spiaccicata contro i finestrini e tremendamente gelida: “ Allora sceglierà uno di noi due”. Disse infine. Calò il silenzio, finchè Stefan, espirando a pieni polmoni, non prese la sua decisione: “ Beh, se sceglie te, andrò via e vi lascerò essere felici senza preoccuparvi di me”.
Damon si voltò lentamente verso il fratello, per testare se era stato davvero lui a pronunciare quelle parole, ma a quanto pare non se lo era affatto immaginato. Pensò che si fosse bevuto il cervello: tutto questo per una ragazza!
Si ritrovò a pensare che lui non era poi molto diverso da Stefan, anche lui avrebbe lottato per Elena, ma si sarebbe tirato indietro nel momento in cui la ragazza avesse scelto. Sapeva che avrebbe sofferto, ma in un certo senso lui era più abituato a sopportare il dolore rispetto al fratello, aveva la scorza più dura, come aveva capito negli anni. D’altronde era il fratello maggiore, ma questo non significava che avrebbe rinunciato alla donna che amava. Quella vittoria lo aveva animato di un delirio di onnipotenza, che non  avrebbe lasciato andare molto facilmente.
“ E dopo sessant’anni torneremo a essere fratelli e niente di tutto questo avrà importanza, giusto?”. Quella battuta, che doveva servire a smorzare l’atmosfera, non era servita a nulla. Sapeva anche Damon che dopo sessant’anni non avrebbe mai potuto accettare la morte di Elena, ma doveva accettare le scelte della ragazza.
Sospirò: “ Va bene- acconsentì alla fine, pensava di doverlo a Stefan, ma forse lo doveva più a se stesso- se sceglie te, anch’io- fece una pausa- lascerò la città”.
Non credeva nemmeno lui di pronunciato quelle parole, ma probabilmente lo aveva appena fatto, dato il terribile peso e, allo stesso tempo, il sollievo che sentiva dentro il suo cuore. Per l’ennesima volta Damon sentiva desideri contrastanti: Il timore di non essere scelto e perdere per sempre la sua unica ragione di vita, e la leggerezza di aver appena preso una decisione in quell’assurda situazione. Ci voleva proprio una svolta, magari gli avrebbe portato fortuna: la nuova vita di Damon Salvatore dipendeva dalla scelta di una ragazza, per di più umana. Che assurdità!
“Tutto questo per una ragazza”. Sospirò.
“ è una ragazza davvero speciale”. Disse Stefan
“ Sì è vero”. Si trovò ad ammettere Damon sorridendo tra sé e sé: era davvero speciale la ragazza che lo avrebbe preso anche solo come una delle opzioni da scegliere per passare il resto della sua vita con lui, un vampiro. Ma, soprattutto era lui a essere fortunato per averla solo trovata sul suo cammino della sua misera non- vita.
“Sia lodata Katherine”. Si ritrovò a pensare, chi lo aveva creato lo aveva reso, a distanza di centosessant’anni, l’uomo più felice del mondo.