Un paio di mesi dopo
 
Le giornate erano passate lente: interminabili. Ora quando Bulma pensava a Yamcha non provava più nulla per lui, non era arrabbiata, era solo delusa, ma soprattutto da sé stessa, delusa perché si era fatta prendere in giro. Se non fosse stata così cieca non avrebbe mai sofferto così tanto. Promise a sé stessa che non sarebbe mai più stata così ingenua. Ora lei era la sua priorità.
Aveva ricevuto parecchie avance da uomini che conosceva. Era una donna bella, ricca ed intelligente e chiunque sarebbe stato interessato a entrare nelle sue grazie. Ma lei non era affatto interessata a nessuno ora come ora.
 
Si trovava in cucina quando passò Vegeta con indosso una tuta completamente logorata.
“Ma come hai fatto a ridurla così?”
“Che cosa?”
“Quella tuta!”
“Con gli allenamenti”
“E non ne hai una messa meglio?”
“No, questa è la migliore che ho”
“Sì, ma con la realtà virtuale che ho progettato per te non dovresti creare questi danni!”
“Il vecchio mi ha costruito degli apparecchi che respingono i miei attacchi”
“Primo ‘il vecchio’ è mio padre e ha un nome, maleducato troglodita che non sei altro! E secondo: voi siete pazzi”
“No, ha fatto un gran lavoro” disse Vegeta con molta tranquillità
“Tu non stai bene!” Bulma era esasperata. Vegeta se ne stava andando.
“Ma adesso pensi di andartene via così?”
“Perché? Che c’è che non va?”
“Non vorrai mica andare in giro con quella tuta, vero?”
“Perché no?”
“Perché sembri un barbone”
“E a me perché dovrebbe interessare? Non devo andare da nessuna parte”
“Non fare storie, hai bisogno di nuove tute”
“E allora fammene altre”
“Ho finito i materiali”
“Vai a comprarli”
“Senti io non sono la tua schiava, scimmia senza cervello!”
“Sì che lo sei. Sei una donna e come tale devi servirmi”
“Grr! Maledetto!”
Non facevano altro che beccarsi, era un continuo botta e risposta. Lei era spesso scocciata da queste liti giornaliere, ma dopotutto le piaceva parlare con lui, anche se solo in quel modo. Lui, invece, era molto divertito nel vederla arrabbiarsi per cose così futili.
“Ma perché devo sempre farti tutto io?” chiese poi Bulma
“Anche se volessi, non so che materiali devi comprare”
“Bè, ma almeno accompagnami…”
“Scordatelo”
“Allora arrangiati! Girerai nudo quando questa si sarà logorata ulteriormente!”
“Ti piacerebbe” Vegeta le rispose con in volto un sorriso malizioso, ma pur sempre scherzoso.
Lei arrossì e sbottò ulteriormente ‘Aaaargh! Che arrogante! Ma che modi di parlare a una signorina come me. Per fortuna che ero io la tipa rozza’.
“Se non mi accompagni puoi scordarti sia le tute che futuri servizi”
“Servizi?” Vegeta scoppiò a ridere, si stava beffando di lei e questa cosa lo divertiva molto.
“Ma che hai capito? Grrr!” sbottò Bulma imbarazzata
“Ah ah!” Vegeta rideva di buon gusto
“Non ti aiuterò mai più né per la stanza gravitazionale, né ti aggiusterò nulla di ciò che riguarda la realtà virtuale e tutto il resto!”
“Va bene, va bene ho capito, ti accompagno. Però che sia una cosa breve e se mi annoio me ne tornerò subito a casa ad allenarmi”.
Vegeta si era dimostrato finalmente divertito dopo tanto tempo. Schernire le persone era sempre stato un suo passatempo, aveva sempre stampato un ghigno sulla faccia, ma da quando si trovava sulla Terra aveva perso questa sua particolarità, forse semplicemente a causa della tristezza e dal senso di desolazione che provava. Bulma lo trovava più socievole e carino quando sorrideva. Anche se faceva il malizioso o il sarcastico. Lei sapeva che sotto quella tuta a brandelli, il suo corpo non era il solo ad avere cicatrici, ma anche il suo cuore. Di altro tipo, certo. Ma forse quelle erano state le ferite più dolorose.
“Magari poi ti compriamo anche qualche vestito per tutti i giorni, qualcosa di più elegante di quello che hai ora”
“Non esageriamo adesso”.
 
Bulma aveva riempito Vegeta di buste piene di vestiti per lui e vari articoli per lei. Aveva accennato ad andarsene un paio di volte, ma lei lo aveva persuaso ogni volta con la scusa che i prossimi acquisti avrebbero riguardato proprio i materiali per le tute. Astutamente aveva tenuto questa tappa per ultima, aveva così avuto modo di passare un po’ di tempo con Vegeta e intanto aveva qualcuno che le facesse compagnia durante il suo solito shopping solitario.
Si diressero verso un grande magazzino con articoli di vario tipo, prevalentemente riguardanti il settore tecnologico. La Capsule Corporation si riforniva spesso lì, ma Bulma delegava sempre ad altri il compito di gestire i materiali, ovviamente. Iniziarono a cercare da soli ciò che serviva loro, sapendo già cosa gli serviva. Si avvicinò un uomo dall’aria rozza, la barba incolta e si diresse verso di loro con fare volgare. Non era un commesso, ma si rivolse a Bulma per attaccare bottone:
"Signorina, ti posso aiutare?"
"No, grazie. Abbiamo già trovato tutto quello che ci serve"
Bulma rispose in modo diplomatico, nonostante la mancata educazione dell'uomo nel rivolgersi a lei.
"Seguimi, ti faccio vedere alcune cose interessanti, voglio consigliarti certi prodotti, sai io sono un esperto tecnico" Bulma iniziava ad irritarsi, l’arroganza dell’uomo era inaudita
“No, grazie. Abbiamo già trovato le ripeto. E la pregherei di darmi del lei, non ci conosciamo se non sbaglio”
“Mi scusi, che maleducato che sono stato! Probabilmente sono stato abbagliato dalla sua bellezza. Noi non ci conosciamo, ma sarebbe bello conoscersi”
Bulma accennò un falso sorriso.
“Posso offrirle una cena per scusarmi?” disse l’uomo rozzo per tentare di rimediare
Bulma era sbigottita, quell’uomo non solo era estremamente rozzo, ma anche maleducato.
“È tuo ragazzo lui?” disse poi l’uomo
"Il mio ragazzo?"
"Assolutamente no" si intromise Vegeta che era stato costretto ad ascoltare tutta la conversazione
"Allora esca con me"
"Guardi non mi sembra il caso-"
La prese per un braccio per trascinarla in disparte.
"Mi lasci, come si permette?"
"Voglio solo parlare con te da sola"
Vegeta si avvicinò e gli afferrò un braccio.
"Non hai sentito che ha detto la signora? Non vuole venire"
"E tu che centri? Fatti da parte tappetto!"
L'uomo cercò di strattonare il braccio per togliersi di dosso la mano di Vegeta. Quest'ultimo stanco di quel terrestre, lo scaraventò in aria con un semplice colpo.
Bulma lo guardò. Vide davvero Vegeta per la prima volta. Prima non si limitava che a guardare e sperava che in lui ci fosse qualcosa di nobile, come dovrebbe essere ogni principe che si rispetti. Aveva sempre pensato che Vegeta non fosse solo un freddo guerriero assetato di potere e di combattimento, sapeva che in lui doveva esserci dell’altro, e in quel momento ebbe la conferma che Vegeta era un vero e proprio gentiluomo. Finalmente l'aveva visto per la prima volta con nuovi occhi.
Bulma era rimasta a guardare la scena immobile.
“Andiamo” disse poi Vegeta
"Grazie"
"Non l'ho fatto per te, non illuderti"
Bulma era perplessa.
"Voglio semplicemente tornarmi a casa, mi sono veramente stancato"
"Infatti non avevo bisogno che tu intervenissi"
"Ma se eri pietrificata"
Bulma non era sorpresa dalle sue parole e sapeva che la sua dolcezza e preoccupazione erano reali.
'Ma che rozzo. E che modo barbaro di corteggiare una donna. Questi terrestri mi infastidiscono sempre di più'.