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Autore: Lollo    27/11/2006    7 recensioni
Amo scrivere, come tutti qui. Questo è quanto.
Davvero molto corta, solo una semplicissima flashfiction sulle mie sensazioni.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io scrivo

 

 

 

Eccola.

La sente.

Sale veloce, dalla pancia fino a dentro ai polmoni, una sensazione di vuoto così piacevole e insieme opprimente. Sente le farfalle dentro lo stomaco. Sfiora piano un punto del petto come se potesse mandarla via, farla scomparire; quando accade così, è ancora più strano. Di solito sa sempre cosa la causa, una frase, una parola, una canzone, qualunque cosa. Ma quando arriva così, a spiazzarla improvvisamente e senza motivo, è ancora più strana e più forte.

Si agita sulla sedia, respira profondamente.

Sa cosa significa. Allunga la mano veloce verso la penna, la appoggia sul foglio:  “Eccola.”

Si ferma un attimo. Il vuoto dentro di lei diventa più vasto, le farfalle si propagano sbattendo le ali dolcemente – morde un labbro e la penna tocca ancora il foglio.

Le parole escono da sole senza che quasi se ne accorga, una dietro l’altra, lentamente. Non è più lei, lei è la mano, e la mano è uno strumento dell’immagine che ha nella mente, e le parole fuoriescono dalla punta della penna come un flusso infinito. Quella strana sensazione sguscia via insieme all’inchiostro, risucchiata, riempiendo il foglio con le parole e svuotandola, la mano si muove così velocemente sulla superficie bianca che le fa quasi male, ora, ma non si ferma: sa che se lo facesse tutto andrebbe in fumo e le parrebbe stupido ed incompiuto, e non farebbe altro che appallottolare il foglio o ridurlo in piccoli pezzettini, cancellandolo. Non si ferma e non permette ai suoi occhi di andare oltre il suo campo visivo ed accarezzare le parole in cima.

Cura la grafia più del necessario, arrotondandola eccessivamente, cercando di rendere tutto perfetto e sapendo che non lo sarà – non ancora, pensa, non ancora. Ma prima o poi l’avrebbe riguardato, avrebbe tirato un sospiro di liberazione e avrebbe pensato, sì, era tutto proprio come l’aveva immaginato dall’inizio.

 

Finalmente lascia correre  veloci gli occhi sul foglio zuppo di parole. Può andare. Può ritenersi soddisfatta.

Ripone la penna con cura, chiude il blocco, lasciando il foglio incastrato tra le pagine.

Sorride, preme piano una mano sulla pancia e la lascia lì per qualche secondo.

Libera.

 

__

 

 

Ero davvero indecisa se pubblicarla o no, prima di farlo l’ho fatto leggere diverse volte ad alcune persone di cui mi fido, e alla fine eccola qui.

 

Lollo

 

 

  
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