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Autore: Allyson_    05/05/2012    0 recensioni
I bivi costringono a scelte. Le scelte possono essere giuste o sbagliate sta a noi decidere. Siamo nell'anno 2011-2012 ie i Blue stanno riemergendo dopo un lungo periodo di letargo. Incontreranno alessandra , chiara e altri personaggi tutti legati da un unico filo conduttore: la musica. Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Antony Costa, Duncan James, Lee Ryan, Simon Webbe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Febbraio/Giugno 2011:
 
<< Allora è arrivato? >> chiese Chiara , che era appena entrata a casa.
<< Neanche mi saluti?Brava >> disse sorridendo l’amica << Comunque non lo so, dobbiamo pazientare ancora un po’. Insomma sono due settimane che l’abbiamo inviato >>
<< Secondo te, gli piacerà il regalo? >>
<< Ma come faccio a… >>improvvisamente squillò il cellulare. Alessandra lo prese, vide il display e si accorse che era privato. Fissò Chiara con aria terrorizzata e sorpresa allo stesso tempo e rispose:
<< Pronto sono Davide della compagnia telefonica **** le può interessare l’offerta.. >> disse un uomo dall’altra parte della cornetta.
<< No, no grazie >>e riattaccò delusa.
Passarono i giorni e non capitò nulla, e più il tempo passava e più le due amiche capirono di aver fatto un errore.
Solo dopo qualche tempo arrivò una strana telefonata sul cellulare di Ale. Ma le interferenze erano talmente tante che non riuscì a capire nulla. E ormai in quel periodo con tutti i problemi quotidiani che doveva affrontare,  non pensava proprio alla possibilità di essere veramente contattata dal suo amore adolescenziale.
Non ci credeva più neanche Chiara che dopo le prime settimane di euforia si era arresa all’inerzia sentimentale, trascinandosi da un possibile amante all’altro senza arrivare, infine, ad iniziare una relazione.
Dopo qualche mese avevano quasi rimosso quel fatto, così sciocco, e continuarono la loro vita come se nulla fosse stato.
Alessandra tra uno studio e l’altro si concedeva del tempo da passare con Edoardo, il quale era all’oscuro di tutto,   perché lei se ne vergognava. Capiva che si era comportata da immatura.
Chiara cercava disperatamente di creare un legame forte e resistente ma non ci riusciva, era troppo timida per andare in cerca di ragazzi. Li guardava da lontano, non ci parlava se non fosse stato strettamente necessario.
Era arrivato velocemente Giugno ed Ale aveva deciso di fare un provino musicale da cantante per entrare a far parte di una nuovo programma televisivo che si occupava di talent scout.
Non credeva che ce l’avrebbe fatta, i partecipanti erano più di 30.000 e sapeva perfettamente di non avere speranze ma “tentar non nuoce” si era sempre ripetuta nella sua testa.
<< Dai Ale anche se non andrà bene, potrai sempre accontentarti del premio di consolazione >> disse Edoardo vedendola agitata.
Era arrivato il giorno del provino e il caldo non faceva certo che peggiorare la situazione. Ale si sentiva tremare, quasi svenire, a tratti si sentiva pervasa da una strana euforia per poi ritornare in uno stato catatonico.
<< E quale sarebbe questo premio?>> chiese guardandolo sconsolata.
<< Io, no?! >> sorrise Edoardo.
<< Smettila di fare lo stupido! >> disse sorridendo e  dandogli una piccola spinta.
Si mise ad osservare quel posto. Sembrava un immenso magazzino dipinto di rosso con sedie nere sparse qua e là. C’erano solo due porte: quella per entrare nella stanza dove si svolgevano i provini e l’altra era l’uscita.  La porta dei provini si aprì e un uomo alto, di mezza età, urlò:
<< Il numero 20198? >>
Ale era immersa nei suoi pensieri e non si sarebbe accorta del tizio che urlava se non fosse stato per Edoardo che la tirò per un braccio e la portò da lui.
“ stai calma. Sei venuta qui per cantare, divertirti e divertire, nulla di più. Cantare, divertirti e divertire” continuava a ripeterlo nella sua mente mentre varcava la soglia.
<< Che pezzo ha portato signorina Bianchi? >> chiese una donna sulla sessantina, dietro la scrivania.
<< Guilty, scritto da Duncan James, cantato dai Blue >> disse Ale cercando di focalizzarsi solo sullo sguardo di quella donna.
<< Bene. Facciamo partire la musica. Prego signorina. >>
Ale iniziò a cantare, e ancora una volta si sorprese della sensazione che le dava quel semplice hobby.
Cantare e far uscire se stessi, i problemi in quel momento sembravano non esistere ; aveva dimenticato che i suoi genitori si stavano separando, che i suoi nonni non stavano bene e i continui litigi in casa. Non c’era niente di tutto questo ma solo una forte passione che le partiva dal cuore e sperava di scuotere l’animo altrui.
Osservò in quel momento i giudici che la osservavano dall’alto in basso e sorridevano di continuo.
La musica finì e la ragazza aspettò risposta.
<< Finalmente un’ altra  esibizione decente. Una delle poche devo ammettere. Non si adagi sugli allori signorina solo in 5 passeranno, ma per quello che può valere la sua è stata una buna esibizione. >>disse la donna.
Fu accompagnata fuori e corse ad abbracciare il ragazzo, dicendogli che era andato tutto bene. Che voleva festeggiare e che voleva fare l’amore con lui perché non era così felice da tanto tempo ed era il momento migliore per dimostrargli quanto tenesse a lui, quanto lo amasse.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Giugno 2012:
<< Ale perché sei andata via così? io.. mi dispiace è che mi sento molto stressato. Dobbiamo parlare. >> disse Duncan seguendo la ragazza che non sembrava aver voglia di cedere.
Il ragazzo continuò ma non raggiunse il suo scopo. Si fermò e rimase ad osservarla mentre si stringeva nel giubbotto di pelle nera . La osservò per più di qualche minuto, osservò i suoi capelli mossi castani ondulare ad ogni passo, il suo corpo muoversi. Ad un tratto Ale si girò e trattenendo un sorriso tornò indietro.
Duncan sapeva perché sorrideva. Quella ragazza dagli occhi verde smeraldo e labbra carnose, stava mettendo da parte il suo orgoglio e stava tornando per parlargli.
La conosceva in fondo e più volte aveva assistito a scene di quel genere.
<< Anche io sono stata una fan, sai? >> esordì Ale.
<< E’ normale. Chi non è mai stato fan di qualcuno?. >> rispose Duncan.
<<  Io ti ho inviato un regalo avvolto in un pacco rosso. Sapevo che il rosso era il tuo colore preferito, ma io non ti ci vedevo con una polo rossa e così ne ho comprata una blu. Blu, perché mi ricordava il gruppo di cui facevi parte. Blu, perché era anche il mio colore preferito. Blu, perché io ero una vostra fan. Perciò non dirmi che i fan rompono, perché noi cantanti senza di loro non saremmo nessuno. E’ per loro che cantiamo, è grazie a loro che possiamo fare il nostro mestiere.  >>
<< Aspetta tu cosa? >>
<< Si, hai capito bene.>> disse Ale tenendo lo sguardo basso.
<< Cosa posso dire? Io… Io.. Io mi ricordo del pacco rosso! >>
<< Certo. Magari l’hai anche aperto e ora mi dirai che indossi quella maglietta. >>
<< No. Non l’ho aperto. Però vieni con me, mi è venuta un’idea. >> disse Duncan prendendo Ale per la mano.
Ecco in quei momenti Ale riconosceva il suo amico, quando non era la rabbia o l’odio a controllarlo, quando non perdeva la testa per ogni cosa che non andava secondo i piani. Si, ora lo Ale lo riconosceva.
Salirono in macchina e andarono a casa di Duncan.
Sembrava che lui avesse fretta. Appena entrati dalla porta il ragazzo iniziò a correre su per le scale, per poi riscenderle velocemente con un pacco in mano. Ale riconobbe il suo pacco. Il suo pacco rosso, ancora intatto.
Lei sorrise all’inizio poi si fece improvvisamente seria: << Non aprirlo. Davvero, non aprirlo. >>
Duncan stava per sollevare il coperchio quando Ale ci mise la mano sopra.
<< Dai, Forza togli la mano.>> disse Duncan
<< Prometti che non mi prenderai in giro? >>
<< certo, certo > >
<< promettilo! >>
<<  Si. Promesso. Ora togli la mano. >> disse lui sollevando la mano di Ale dal coperchio.
Quando lo aprì, il ragazzo notò numerosi biglietti e una polo blu.
La prese e se la mise addosso. Gli piaceva davvero, fu in quel momento che capì le parole che la ragazza disse in precedenza. La misura che aveva preso era perfetta, eppure quella ragazza non lo conosceva, non lo aveva mai visto dal vivo ma sapeva le sue misure. “Assurdo” pensò.
Prese un biglietto e lo lesse a voce alta: << Speriamo che la maglietta ti sia piaciuta. Alessandra l’ha cercata con tanto amore e cura, io (chiara) ti chiedo di poter salutare Lee Ryan da parte mia dicendogli che c’è una ragazza a Roma che non si perde mai un suo /vostro concerto.>>
<< E’ anche da parte di Chiara una mia amica e vostra fan. >>disse Ale passandosi una mano tra i capelli.
Girò il pezzo di carta e lesse ancora << questo è il numero di Ale, questo è quello mio. Se decidi di chiamare, chiama Ale altrimenti si ingelosisce. PS Vi amiamo >>
Ale sgranò gli occhi, << questo non c’era scritto! >>disse strappandogli il biglietto dalle mani. A malincuore riconobbe la scrittura di Chiara. << Eravamo convinte che non sarebbe mai arrivato, oppure che tu non l’avresti mai aperto.>>
Duncan si era seduto sul divano vicino a lei e la stava guardando. Adorava I suoi occhi verdi, si sarebbe perso in quegli occhi. “ Siamo amici, sana e pura amicizia” si disse.
<< Invece l’ho aperto, e sono contento, molto contento. >> disse quasi sussurrando. Il cuore stava per sopraffare la mente di Duncan.
Si avvicinò sempre di più al viso di Ale, tanto da poterne sentire il respiro e dopo averla guardato un’ultima volta premette le sue labbra contro le sue, fino a farle incastrare dolcemente tra di loro.
<< No, non posso. Mi dispiace. Noi non possiamo, insomma.. siamo amici giusto? >>disse Ale staccandosi dalla presa di Duncan.
Duncan la guardò pensando a cosa avrebbe potuto dire ma iniziò a squillare il cellulare di Ale e lei dovette rispondere. Era Edoardo ed Ale cercò di mantenere la calma, in fondo non era accaduto nulla di importante. Non voleva far preoccupare il suo ragazzo per un semplice bacio.
Duncan sentendola parlare con naturalezza capì che non c’era niente da fare e andò in cucina. Prese un bicchiere d’acqua e fissò il frigo. Le foto con Ale e con gli altri ragazzi Lee, Sy, Ant erano attaccate lì sopra. Avevano passato dei bei momenti insieme, e alla fine erano un bel gruppo .
Rifletté su quello che aveva fatto. Pensò a tutte le relazioni che aveva avuto con una donna e al fatto che non fossero mai finite bene. Il rapporto tra lui ed Ale era molto affiatato e spesso si capivano con un solo sguardo, “Forse è meglio restare amici”. La soluzione gli balenò nella mente, era molto semplice. Avrebbe dovuto mettere da parte l’attrazione fisica che provava per lei, e altri sentimenti che non si addicevano ad un rapporto di amicizia .
Aveva preso la sua decisione, ma sapeva che doveva fare i conti con la sua impulsività e tenerla a bada non sarebbe stato così facile.
Ale lo raggiunse in cucina e prima che lei potesse aprir bocca, Duncan disse: << Tranquilla. Non tidevi preoccupare mi è chiaro. Io tengo a te , ma come amico. >>. “ devo farcela” si disse.
<< Quando hai detto che non ti è stato possibile cambiare, a cosa ti riferivi? Hai detto che io non ho capito , giusto? Cosa devo capire? >> chiese Ale con fare serio.
Non sapeva cosa rispondere, si sentiva con le spalle al muro e proprio ora che cercava di mettere a posto le cose, lei lo spiazzava di nuovo.
<< Io mi riferivo al fatto che .. se avessi incontrato la ragazza giusta avrei messo la testa a posto, tutto qui >>
<< Ti riferisci a quella ragazza di cui tanto mi hai parlato? Aspetta qual’era il suo nome? Marvy?>>
Duncan si strofinò i capelli dietro la nuca e rispose mentendo: << Esatto proprio lei. Però lei non sembra-va interessata e quindi non è valsa la pena.>>
<< Se ad una persona tieni davvero, vale sempre la pena. >> rispose lei asciutta.
“Non dirmi questo. “ pensò Duncan. Lui non rispose e cadde nuovamente il silenzio tra i due finché lei non disse: << Io devo andare ci sentiamo in settimana.>>
<< Certo. >> rispose di rimando salutandola.
Dopo aver sentito chiudersi la porta, Duncan prese il telefono e contattò Lee, Sy ed Ant. Aveva bisogno dei loro consigli, aveva bisogno dei suoi migliori amici.
Mentre aspettava il loro arrivo si preparò un whisky e iniziò a sorseggiarlo lentamente. Accese la televisione ma nulla lo interessava, la sua mente era troppo impegnata per prestarle attenzione.
“Non devo pensare” si ripeteva nella sua testa, finché fortunatamente non suonarono al campanello i suoi amici. LI salutò tutti e tre e li fece accomodare nel salone.
<< Dunc che devi dirci? >> chiese Ant.
<< Amico, sembra che ti è morto il gatto. Che ti è successo?>> chiese Sy.
<< Ragazzi io non vi ho mai detto nulla di questo ma penso che sia arrivato il momento perché ho davvero bisogno di una mano. >> esordì.
<< A noi puoi dire tutto, ma non puoi nascondere niente.>> disse Lee lanciando un’occhiata complice a Sy e Ant.
<< Cosa sapete? >> chiese allarmato lui.
<< Marvy non esiste. >> rispose Ant.
<< Marvy è Ale, perciò.. >> continuò Sy.
<< Perciò riguarda te e Ale. Ale e te. Voi due. >> disse Lee come se stesse recitando una battuta teatrale.
Duncan buttò giù in un solo sorso il resto del whisky, mentre i suoi amici ridacchiavano tra loro perché sapevano di aver indovinato.
<< Si vede tanto? >>
<< Dunc noi ti conosciamo bene e sarebbe da stupidi mentirti.>> disse Ant.
<< L’ho baciata oggi pomeriggio.>>
I ragazzi scattarono in piedi battendo le mani ma Duncan li zittì subito.
<< Ha detto che siamo amici. Io voglio essere suo amico ma come? >>
Rimasero ammutoliti. Erano consapevoli del fatto che sarebbe stato difficile.
<< Intanto stasera usciamo insieme. Noi quattro, andiamo a bere qualcosa e poi domani ci rifletteremo.>>
Disse Simon.
Lee e Antony si mostrarono d’accordo e Duncan dovette acconsentire nonostante non fosse in vena di festeggiamenti.
Calò la sera e iniziavano a mostrarsi le prime stelle nel cielo ormai scuro. Londra era già illuminata da mille luci e colori, dando spettacolo e prova della sua bellezza.
Erano seduti ad un tavolo di una Discoteca e stavano bevendo un cocktail.
<< Quella faccia da funerale non ti si addice! >> disse Lee rivolto a Duncan.
<< Mi sento così >> rispose lui. Proprio in quel momento Si avvicinarono due ragazze al loro tavolo; una era perfettamente truccata, capelli impeccabilmente lisci, occhi verde smeraldo, indossava un vestito nero particolarmente scollato sulla schiena, l’altra aveva capelli ricci ,occhi scuri e intensi,anche lei truccata con cura e sfoggiava un bel vestito rosso.
Duncan era troppo impegnato a girare il suo cocktail per osservarle, ma gli altri si zittirono improvvisamente.
<< Ale sei irriconoscibile!Stai davvero bene. Che ci fai qui? >> disse Lee.
<< Grazie, volevo presentarvi una mia amica arrivata giusto oggi da Roma. Lei è Chiara! Volevamo andare a ballare e abbiamo avuto la coincidenza di incontrarci qui. >> disse Alessandra dando delle piccole spintarelle  all’amica verso di loro.
I ragazzi si presentarono e si scambiarono qualche occhiata divertita vedendo Chiara quasi pietrificata.
<< Non scherzavo quando ti dissi che li conoscevo davvero. >> disse Ale rivolgendosi all’amica.
<< Pi-pia-Piacere di conoscervi! >> disse Chiara in estrema velocità.
Dopo essere rimasti un po’ con loro a scambiare qualche parola, le ragazze dissero che andavano a bere e i ragazzi guardarono preoccupati Duncan.
<< Secondo me non ha capito quello che provi. >> disse Ant.
<< E’ troppo naturale nei suoi modi >> aggiunse Sy.
<< Basta. Stasera ci si diverte. Ordiniamo qualcos’altro da bere. >> propose Duncan cambiando discorso.
Erano al terzo cocktail, quando Duncan invece dopo aver finito il suo sesto decise di andare in pista.
Gli amici lo videro allontanarsi e iniziarono a discutere se fosse il caso di lasciarlo andare da solo a ballare.
<< Lascialo fare. Facciamolo divertire. >> disse Lee particolarmente brillo anche lui.
<< Perché bevi se poi non riesci a reggere l’alcool? >> chiese Simon.
In tutta risposta Lee scoppiò a ridere.
 << Signor Costa mi concede questo ballo? >> disse una voce fuori dal loro campo visivo. Antony riconobbe Ale .
<< Cosa? Non credo sia il caso. Non sono un buon ballerino. >> rispose lui imbrazzato.
<< Neanche io.>> rispose ridendo lei.
Chiara si mise seduta vicino a Lee, diceva che le facevano male i piedi, “certo” Pensò Ale e nascose un sorriso.
Alla fine Antony accettò e si buttarono tra la folla danzante.
Mentre ballavano Ant si accorse che Ale aveva alzato un po’ il gomito, non aveva mai visto la sua amica muoversi in quel modo tra il sensuale e lo sfrenato.
Con la scusa di dover andare a bere la lasciò e andò a parlare con Simon, era preoccupato per i suoi due amici.
Ale credeva di non essersi mai divertita così tanto in tutta la sua vita, continuava a ballare e cantare le canzoni che il Dj aveva preparato per quella moltitudine di gente. Si sentiva libera da tutto.
  
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