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Autore: Mapi D Flourite    05/05/2012    2 recensioni
Ivankov scosse il capo. «L'ingvediente più impovtante di tutti è l'amove,» disse, dopo un momento di silenzio, e prima che Sanji potesse ribattere alcunché continuò: «L'affetto che ci lega ai nostvi cavi, la dedizione con cui ci occupiamo di lovo, quel calove che sentiamo nel petto quando veniamo accolti a casa dopo una lunga giovnata di lavovo. Questo è l'ingvediente più impovtante: senza questo, nessun piatto può esseve pvepavato nel modo giusto. [...] Dimmi, Cavamellino: ci hai messo abbastanza amove nel pvepavave questa vicetta?»
Una breve one shot per il compleanno di Luffy! Tanti auguri! \*o*/
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Sanji
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SCHEMAEFP2

Birthday cake




Erano due le cose che Emporio Ivankov odiava più di ogni altre: l'essere lasciato in disparte e l'essere tenuto all'oscuro di ciò che stava accadendo, e il Caramellino che faceva parte della ciurma di Mugi-boy sembrava fermamente intenzionato a fare sia l'una che l'altra cosa.
Dal giorno in cui avevano stretto il loro accordo, Sanji non si era assentato neanche un minuto dal campo di battaglia; aveva lottato con le unghie e con i denti fino allo stremo delle forze per impossessarsi delle loro ricette e corso come se avesse avuto le ali ai piedi per sfuggire gli Okama che volevano fargli indossare degli abiti da donna, eppure quel giorno si era presentato da lui tutto scarmigliato, con i vestiti sgualciti e i capelli arruffati, per domandargli un giorno di tregua.
Di fronte a quella richiesta inaspettata, Ivankov aveva inarcato un sopracciglio: «Una tvegua? Ti sei già avveso, Cavamellino?»
Sanji aveva serrato i pugni e lo aveva fissato dritto in faccia, le fiamme negli occhi: «Neanche per idea!» aveva urlato, scuotendo il capo. «Mi serve solamente un giorno, ventiquattrore da adesso. Poi tornerò a cercare di impadronirmi delle vostre ricette, tutto come al solito.»
Ivankov lo aveva fissato per un momento in silenzio e poi aveva sospirato, scuotendo il capo: «E allova a cosa ti sevve questa tvegua?»
«C'è una cosa che devo fare.» La sua voce era ferma e profonda, determinata, e per un istante Ivankov aveva avvertito un lungo brivido familiare attraversargli la schiena fino alla nuca. Si era leccato il labbro inferiore e, incapace di rimanere seduto sul suo trono un secondo di più, si era alzato, avvicinandosi a lui di qualche passo. «Che cosa devi fave?» aveva chiesto, incapace di tenere a freno la curiosità che lo stava divorando, ma Sanji aveva scosso il capo, piantandosi le mani sui fianchi.
«Allora, me la concedi questa tregua?»
Ivankov aveva incrociato le braccia al petto. «Non hai intenzione di divmi di cosa si tvatta?»
Sanji aveva scosso il capo in silenzio e poi, dopo un momento, aveva aggiunto: «È una cosa importante, e mi occorre la tua cucina. Quando avrò finito, te lo dirò.»
Ivankov non aveva esitato neanche un istante a rispondere: «Affave fatto!» e adesso era lì, a sciamare intorno al ragazzino nel tentativo di capire cosa diavolo stesse combinando. Lasciò vagare il suo sguardo dagli ingredienti posati sul mobile a Sanji il quale, la camicia rivoltata oltre il gomito, impastava uova, latte e farina con energia, rigirandosi il composto tra le mani con gesti esperti e lui incrociò le braccia al petto, osservandolo attentamente. Doveva ammetterlo, nonostante a prima vista gli fosse sembrato un ragazzino deboluccio e un po' tonto, in cucina aveva davvero del talento e in fin dei conti era rassicurante pensare che fosse una persona come lui a preparare il cibo per Mugi-boy – anche se la sua tendenza di fumare perfino in cucina aveva davvero un che di preoccupante.
«Stai pvepavando una tovta,» disse, avvicinandosi al mobile e allungandosi fino ad avere il viso quasi davanti a quello dell'altro, stufo di rimanere in silenzio. «È il tuo compleanno?»
Sanji distolse solo un secondo lo sguardo dal suo impasto e guardò Ivankov con la coda dell'occhio, le labbra piegate in una smorfia divertita. «Non è il mio compleanno.»
Ivankov lo fissò un momento con il sopracciglio inarcato. «E allova di chi è?»
Sanji esitò un momento a rispondere e poi si strinse nelle spalle: «Tra le ricette che ho recuperato c'era anche questa, e mi andava di provarla prima di continuare l'allenamento.»
Ivankov si allontanò un momento e incrociò le braccia al petto, osservandolo con uno sguardo penetrante mentre lui, come se nulla fosse successo, ritornava ad occuparsi del suo impasto. Rimase un momento a guardarlo, il viso concentrato, i muscoli tesi, la determinazione che brillava nel suo sguardo e poi si allontanò lentamente, spostandosi nel fondo della grande stanza e, contrariamente alle proprie abitudini, lì vi rimase, silenzioso e meditabondo, scrutando con occhio critico tutti i movimenti di Sanji fino a che questi non annunciò di aver finalmente terminato.
Ivankov si alzò dal suo posto e raggiunse nuovamente l'altro, fermandosi un momento ad osservare il dolce, la glassa liscia e perfetta che lo ricopriva e la decorazione elegante vergata sulla sommità. «Cavamellino?» lo chiamò, e Sanji si voltò nella sua direzione, fissandolo con un sopracciglio inarcato: «Che c'è? Qualcosa non va?»
Ivankov incrociò le braccia al petto: «Sai qual è l'ingvediente pvincipale di questa tovta?»
Sanji sbatté un paio di volte le palpebre e poi, con un gesto rapido, prese in mano la ricetta e la scorse rapidamente con gli occhi. «Per farla servono uova, zucchero, farina, panna fresca…»
«No, no, no.» Ivankov scosse il capo. «L'ingvediente più impovtante di tutti è l'amove,» disse, dopo un momento di silenzio, e prima che Sanji potesse ribattere alcunché continuò: «L'affetto che ci lega ai nostvi cavi, la dedizione con cui ci occupiamo di lovo, quel calove che sentiamo nel petto quando veniamo accolti a casa dopo una lunga giovnata di lavovo. Questo è l'ingvediente più impovtante: senza questo, nessun piatto può esseve pvepavato nel modo giusto.»
Sanji aprì la bocca per parlare un paio di volte, ma dalla sua gola non uscì neanche un suono. Ivankov prese il dolce tra le mani e lo posò su un vassoio, sollevandolo come fosse stato una piuma impalpabile: «Dimmi, Cavamellino: ci hai messo abbastanza amove nel pvepavave questa vicetta?»
Sanji lo fissò un momento in silenzio e poi allungò le mani, prendendo il vassoio che l'altro gli stava porgendo. «Credo di sì,» disse, con il sorriso che lentamente si apriva sul suo viso. «Credo proprio di sì.»
«Bene!» esclamò Ivankov, superandolo a grandi passi. «Tu povta fuovi la tovta e anche qualcosa da bere. Dobbiamo festeggiave,» disse, e con questo sparì, lasciando Sanji da solo a fissarlo con un'espressione vagamente sconcertata.

Qualche ora più tardi, il piazzale davanti il castello di era gremito di gente; tutti gli abitanti dell'Isola erano stati convocati lì di gran fretta – il che non aveva comunque impedito loro di attardarsi il più possibile per scegliere l'abito adatto o rifarsi il trucco – e in quel momento se ne stavano tutti in attesa, ognuno con un calice di champagne stretto tra le dita.
Sanji fissò la gran massa di persone che aveva sotto gli occhi e, per la prima volta da che era lì, non gli fecero né ribrezzo, né paura. Sentiva a malapena i loro discorsi, ma sapeva che si erano riuniti tutti lì per unirsi ai suoi festeggiamenti e questo, sebbene fosse strano e forse un po' inquietante, lo faceva sentire bene. Tutto quell'entusiasmo lo faceva sentire a casa.
Ivankov saltò sul tavolo su cui era stata posata la torta e un numero infinito di altri stuzzichini e dolciumi – tutti preparati all'ultimo minuto dai cuochi di Kamabakka – e attirò l'attenzione dei suoi sudditi con un poderoso urlo, prima di sollevare in aria il suo bicchiere.
«Il nostvo Cavamellino qui pvesente mi ha detto che quest'oggi è il compleanno di Mugi-boy e sebbene lui in questo momento non si tvova qui con noi, è un nostvo cavissimo amico, e pev questo dobbiamo festeggiave! Buon compleanno, Mugi-boy!»
I calici furono levati all'unisono verso il cielo, e il grido che esplose nel piazzale si innalzò violento verso il cielo, oltre le fronde degli alberi, oltre le nuvole, oltre lo spazio, con una forza così colossale che, da qualche parte dentro di lui Sanji ne era sicuro, sarebbe stato in grado di raggiungere ogni angolo della Rotta Maggiore.
Lasciò che sul suo viso comparisse un immenso sorriso e, trascinato dall'entusiasmo che scorreva a fiumi in mezzo ai presenti, sollevò in aria il proprio bicchiere: «La prossima volta farò ancora meglio e così potrai mangiare i dolci più deliziosi che tu abbia mai assaggiato. Buon compleanno, Luffy!»






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N/A
Questa fanfiction partecipa all'Iniziativa A home-made present… Happy Birthday Captain! indetta su The New World.
Mi rendo conto benissimo che, pur essendo una birthday fic, è una birthday fic molto particolare, in quanto manca quello che potremmo definire l'interprete principale, ovverosia il festeggiato. ^^" Tuttavia questo mi sono sentita di scrivere; primo, perché adoro Sanji, adoro Ivankov e un pochino mi piace pure il rapporto Luffy/Sanji (che non c'è in quanto coppia, voglio dire, qui va ad interpretazione) e, secondo, perché in questo periodo un po' difficile per me, mi piace pensare che ci si possa ricordare degli altri e dimostrare il nostro affetto anche quando non è possibile vedersi o parlarsi direttamente.
È un pensiero un po' contorto forse, ma tant'è, questo è quello che n'è uscito. ^^
E a questo punto, non mi resta che unirmi al coro degli Okama per fare tanti auguri al nostro Capitano! *o*/





  
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