Prologo

Sbattei la porta con tutta la forza che avevo; la chiusi a chiave e mi buttai sul letto con le lacrime che iniziarono a rigarmi le guance. Soffocai la testa sotto il cuscino per non sentire le urla dei miei genitori; stavo sempre male sentendoli litigare, ma sapevo che questa volta era diverso: quello sarebbe stato il loro ultimo litigio… avrebbero divorziato.

1. (Un anno dopo…)

Quella mattina mi svegliai di pessimo umore.
Guardai la sveglia e caddi quasi dal letto dopo aver letto l’ora: 2.42 p.m.! Mi alzai di corsa e andai ancora trasandata e con i capelli spettinati a mangiare qualcosa in cucina.
Mi accoccolai sulla poltrona del salotto e così mi rilassai e pensai alla giornata che avrei dovuto affrontare: mi sarei fatta una doccia fresca e poi mi sarei preparata per l’ennesima cena con mio padre. 
Dopo il divorzio dei miei genitori andavo con lui ogni mese a mangiare fuori e sceglieva sempre un posto diverso. Adoravo mio padre e ora più che mai ne sentivo la mancanza ma da quando ha trovato una nuova compagna, ho sentito come un distacco e pensare che questa sera dovrò incontrare lui e la sua nuova famiglia “al completo”… Sì, perché da quello che ho sentito la sua nuova compagna ha anche un figlio della mia età e lui è curioso di conoscermi… Peccato che la cosa non sia condivisa.
Aprii il getto d’acqua della doccia, mentre canticchiai una canzone che da giorni non mi toglievo più dalla testa…

“If I don’t say this now,
I will surely break;
As I’m leaving the one I wanna take;
Forget the urgency,
But hurry up and wait,
My heart has starting to separate.
Oh uoh oh uoh
Be my baby, 
Oh ouh oh ouh, oh ouh oh ouh
Be my baby,
And I’ll look after you…”

Con quella melodia in mente non mi accorsi del tempo che passò: passai mezzora sotto la doccia! Mi preparai in fretta per la serata.
Aprii l’armadio e buttai sul letto tutti i vestiti che trovai. Alla fine optai per un vestito semplice: una gonna a balze con uno stampo floreale e un top nero. Mi truccai leggermente e dopo aver preso la borsa, uscì di casa.
Feci la strada che mi avrebbe portato al ristorante leggendo gli sms che nel pomeriggio non ebbi il tempo di leggere; lessi:
“Ciao piccola! Scusa ma oggi ho dovuto lavorare tutto il pomeriggio e quando sono uscita tu ancora dormivi! Sto arrivando ora a casa;, tu sei già andata da tuo padre??” – mia madre, nonostante l’importanza della cosa, non sopportava che io andassi fuori con mio padre e soprattutto questa volta in cui avrei incontrato anche la sua nuova famiglia… La capivo, però… Non voleva che anche io l’abbandonassi.
Continuai a camminare leggendo i messaggi, quando sentii la voce di mio padre che mi chiamava.
Liz! Liz! Siamo qui! - aveva detto “siamo”… c’erano anche loro.
Quando alzai lo sguardo, quello che vidi mi sorprese molto. 
Hey, Liz. Come va piccola? – disse mio padre; non risposi… ero sorpresa…
Lui continuò – Lei è Johannah e lui è suo figlio.
Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio disse – Ciao! Tu sei Liz, giusto? Piacere Louis!