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Autore: Jo_The Ripper    05/05/2012    12 recensioni
[Terza classificata al contest: "Chi è il mostro?" Indetto da MisticSword]
La sua vita era sfumata, andando alla deriva ogni giorno di più.
La vita del bambino minuto e gracile nato nell’odio della guerra, che portava sulle spalle il peso dei torti della sua gente. Essere malvagio era ciò che tutti si aspettavano da lui. Doveva interpretare il ruolo del mostro dal quale i genitori mettevano in guardia i propri figli prima di andare a dormire...
Ma nell’arazzo del destino tessuto dalle Nornir, può un dio rinnegato, subdolo, falso doppiogiochista senza possibilità di redenzione, la cui mente è ottenebrata dalla ricerca di vendetta e riscatto, diventare vittima del suo stesso inganno?
“Skuld, non vorrai mica rivelargli il futuro?”
“Il futuro… certo che no! Ho guardato il suo, ed è proprio quello che mi aspettavo.”
“E allora cosa hai intenzione di fare?” chiese Urðr.
“Vedrete. Stavolta il nato Jötunn imparerà una grande lezione, e compirà il suo destino.”
Skuld sorrise. Lei aveva visto il futuro che attendeva il giovane principe di Asgard.
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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I'm cold as ice, 
Get out of my way, 
Step aside 
Or pay the price 

What I want I take 
What I don't I break 
And I don't want you 
With a flick of my knife 
I can change your life 
There's nothing you can do 

'Cause I'm a problem child 

AC/DC – Problem child

 
[Sono freddo come il ghiaccio/ esci dalla mia strada/ fatti da parte/ o paga il prezzo/ Quello che voglio lo prendo/ quello che non voglio lo rompo/ e non voglio te/ con un colpo del mio coltello/ posso cambiare la tua vita/ non c’è niente che tu possa fare/ perché sono un ragazzo difficile]

Per vendicami di quei due ho usato troppa magia, e mi sento debole. Dannazione! Scosto una ciocca di capelli che mi si è incollata al viso, ho bisogno di un posto dove passare la notte. Rendermi invisibile mi ridurrebbe all’ombra di me stesso, mi toccherà condividere il vicolo con quale vagabondo, ma con questa pioggia non mi sembra la migliore opzione. Tornare ad Asgard è escluso, Heimdallr mi starà già cercando, devo camuffarmi per celarmi ai suoi potenti occhi. Avrei davvero bisogno di bere alla fonte dello Yggdrasill per rifocillarmi del tutto, ma sono bloccato qui. Almeno per adesso.
Passo davanti ad una vetrina, guardo la mia immagine riflessa. Indosso ancora i miei sigilli, ma il colorito cereo parla da solo. Non avevo mai notato quanto fossero grandi i miei occhi, risaltano con i loro bagliori verdi sul viso pallido e stanco.
La vetrina è quella di una tavola calda.
 
“Joe’s cafè, che nome originale” sbuffo facendo spallucce. Dovrei avere abbastanza magia per creare qualche spicciolo. La porta si apre facendo tintinnare una campanella. Mi scrollo l’acqua dalle spalle, togliendo il lungo soprabito, che adagio sulla poltroncina in pelle rossa dove mi siedo. Calore, una piacevole sensazione. Do' un sguardo all’ambiente, niente di speciale: una rustica tavola calda a gestione familiare, oserei dire. Una decina di avventori seduti tra tavoli e bancone, alcuni intenti in una fitta e vivace conversazione, mentre guardano un servizio trasmesso alla televisione.
Il rumore di pale di elicottero, e sirene della polizia, lascia intendere che qualcosa sia successo.
 
“Ah, questi super, se ne vanno in giro deturpando la nostra città! Hai idea di quante bandiere abbia bruciato la Torcia Umana, e di quante ragnatele lasci attaccate sui vetri dei palazzi Spider man?” comincia a commentare un uomo anziano seduto davanti alla tv.
“Via Marv, contribuiscono a rendere la città più sicura, possiamo concedergliela una bandiera bruciata, e qualche ragnatela sul vetro di casa” ride l’altro divertito.
“Penso che tra poco potranno anche far andare in pensione tutti i poliziotti, di loro non ci sarà più bisogno” il suo tono burbero fa sorridere l’uomo che sistema le stoviglie dietro al bancone.
“Ci sarà sempre bisogno della polizia, Jeff. I super non hanno il dono dell’ubiquità, dell’onniscienza, e quant’altro”
“Qualcuno sì. Ho sentito dire di alcuni super in grado di generare cloni di se stessi, o di altri in grado di creare delle loro copie tramite illusioni”
“Non c’è limite al peggio, no no!”
“La verità Marv, è che da poliziotto in pensione ti manca il brivido dell’avventura!” l’uomo dietro al bancone scoppia in una fragorosa risata.
“Stai zitto, Joe!” lo rimbecca.
 
Sorrido, io sono uno di quelli, di quelli che riescono a creare cloni di se stessi. Questi discorsi umani mi divertono sempre, riesco a trovarli…educativi. Se non altro sanciscono definitivamente la loro ignoranza in materia.
 
“Non ci faccia caso, si comportano sempre così” una donna in grembiule mi sorride dolcemente. Per un attimo mi ricorda mia madre, quel sorriso speciale che aveva per me quando vivevo ancora ad Asgard. Ricaccio indietro quel pensiero sdolcinato.
“Mio Dio, ma lei è bagnato come un pulcino! Le porto qualcosa per asciugarsi, si prenderà un malanno!” preoccupata fugge via, lasciandomi lì.
“Perdoni mia moglie, spero che il suo interessamento non le crei disturbo” mi dice Joe.
Scuoto debolmente la testa, non ho una gran voglia di interagire con loro. La donna torna indietro porgendomi un telo, sempre con quel sorriso sulle labbra. Cos’è che devo fare? Ah sì, ringraziarla.
“Grazie…”mormoro prendendolo, ed asciugandomi il viso. Lo passo sui capelli, strizzandoli.
“Le porto una tazza di qualcosa di caldo, cosa preferisce, tè, caffè?”
“Faccia lei” cerco di non apparire scontroso, ma la mia natura ha il sopravvento. Non la guardo negli occhi quando presa l’ordinazione si dilegua dietro al bancone. Mi metto a fissare fuori dalla finestra il via vai di persone, mentre la pioggia continua a battere incessante.
 
“Prego, ecco a lei” la donna è tornata, ha tra le mani una tazza ricolma di quella brodaglia marroncina che chiamano caffè, ed un piatto con una fetta di torta alla frutta.
“Ha l’aria di chi non mangia da un po’…è uno di quei patiti del lavoro, vero?”
“Non immagina quanto” le rispondo con il mio migliore sorriso finto.
“Questo lo offre la casa” mi batte piano la mano magra sulla spalla, e va’ via.
 
Mi porto il liquido caldo alle labbra, ed il primo sorso equivale ad ambrosia. Taglio un pezzettino di torta, ed è come se fossi finito nel Valhalla. Devo essere veramente ridotto male se i cibi umani sortiscono questo effetto con me.
 
“Avanti Joe, alza il volume, voglio sentire!”
 
La tv trasmette una notizia
“…ed i passeggeri dell’autobus sono stati portati in salvo, sfuggiti alle fiamme che l’hanno travolto dopo lo scontro con un tir. Le vittime potevano essere numerose, se non fosse intervenuto Thor…”
 
Spalanco gli occhi, sento il sangue ribollirmi nelle vene. Il possente, grande Thor, che salva onesti cittadini dagli autobus in fiamme. Lo inquadrano mentre sorvola con il suo martello scarlatto i cieli di Manhattan. La rabbia mi invade come un potente acido corrosivo, sento il caffè risalirmi in gola. Stringo forte la tazza per avere una valvola di sfogo, vorrei alzarmi, e far esplodere quel dannato apparecchio. La tazza si rompe, il caffè cade sul tavolino, e sui miei pantaloni, macchiandoli.
Schegge di ceramica si conficcano nella mano, mente il sangue comincia a fuoriuscire dalla ferita.
 
“Oh mio Dio, che è successo, sta bene? Aspetti, le prendo un fazzoletto. Kat! Katherine!”
“Sì?”
La signora di prima era uscita dal retro, allarmata dal tono di voce del marito.
“Porta qualcosa per ripulire qui, una tazza si è rotta! E chiama Gil, facciamo dare un’occhiata alla mano del nostro ospite! Sono estremamente mortificato, non so come possa essere successo”
“Non fa niente…deve essere stata la pressione, e doveva esserci già qualche crepa sottile, allargatasi con il calore” biascico mentre con calma estraggo i frammenti dalla mano.
“Eccomi, santo cielo, che disastro! Può mandarci il conto della tintoria…” la donna comincia a ripulire il caffè, raccoglie i pezzi della tazza ridotta in frantumi.
“Gil! Gil!”
“Arrivo!”
 
Dal retro vedo uscire una ragazza sui 25 anni, dai capelli castano dorato, ricci, raccolti sul capo. Mi si avvicina, e mi afferra la mano, esaminandola.
“Stia fermo, le rimuovo la scheggia più grande. Dopo afferri questo asciugamano, e stringa forte. Probabilmente le farà male, ma cercherò di essere delicata.”
Fa scivolare le dita sottili afferrando il coccio, e comincia a tirare. Dalla ferita fuoriesce più sangue, ma lei prontamente prende il fazzoletto, e chiude la mano in un pugno.
“Continui a stringere, prendo del disinfettante.” Mi guarda come se mi dovesse un’altra spiegazione “La ferita non necessita di punti.”
Si alza e torna poco dopo con del disinfettante, ed un kit di primo soccorso.
Mi riapre la mano, il taglio sta cominciando a rimarginarsi, ma non dice niente. Vedo solo i suoi occhi azzurro – grigi saettare dalla ferita a me. Poi li riabbassa, e disinfetta, dopodiché fascia la ferita con la manualità di chi svolge queste operazioni frequentemente.
“Cambi la fasciatura una volta arrivato a casa, e ci versi della polvere cicatrizzante. Se dovesse avere problemi, o nota che il taglio comincia ad infettarsi, vada in ospedale” mi ordina. Abbozza un sorriso che le illumina i grandi occhi.
“Bene, adesso devo andare, lei è stato il mio primo paziente oggi, e prevedo che questa sarà una lunga notte. Joe, Kat, ci vediamo” recupera le sue cose, ed esce dalla tavola calda, alla volta di chissà dove.
“È un dottore, e come lei, vive di lavoro”
 
Umani, credono che ogni piccola cosa li autorizzi a raccontare vita, morte e miracoli di qualcuno. Sono accadute troppe cose per un solo pomeriggio, e direi che è ora di andar via da questo posto squallido. Senza degnare di uno sguardo i due proprietari, afferro il soprabito, ed esco di nuovo, esponendomi alle intemperie.
Quell’umana sa cosa sono. Devo trovarla, ma non ho tempo di setacciare gli ospedali di New York. L’unica cosa che mi resta da fare è provare a tornare qui, e scoprire se ha rivelato la mia presenza. Solo questa ci mancava, maledetto Thor! Ancora una volta devo vivere con il suo fiato sul collo.
Ma non esistono problemi senza soluzione, ed infatti la mia è alquanto semplice: qualora dovessi scoprire che ha parlato di me a qualcuno, la ucciderò.

***
Lode a voi, fanciulle! RIeccomi qui con il nuovo capitolo fresco di giornata. Non è granchè, infatti l'avrei dovuto curare meglio, ma è solo una piccola introduzione al nuovo personaggio, quindi siate buone :D
Detto questo mi eclisso, e vi lascio alla lettura! Un bacione grande, ed un enorme grazie a tutte voi che avete commentato, recensito, e che seguite i deliri mentali di una povera pazza!<3
  
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