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Autore: shesfede    05/05/2012    15 recensioni
Bastò un attimo per scombussolare tutto. I miei occhi incrociarono il verde smeraldo dei suoi e per me fu come entrare in trans. Il pavimento era freddo, ma il contatto col corpo caldo di Harry rendeva tutto stranamente piacevole. Le mie narici furono pervase dal suo profumo dolce e allo stesso tempo attraente. Un profumo che non sentivo così vicino da tanto tempo. Respirava lentamente e sentivo il suo fiato posarsi delicatamente sul mio viso. Eravamo entrambi immobili, vittime di una forza di gravità potente al punto tale da paralizzarci.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Get me with those green eyes, baby.'
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CAPITOLO 38


Harry
Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. Ancora e ancora squilli. Quel fottutissimo telefono non la smetteva di suonare. Julie continuava a dormire abbracciata a me. Almeno lei sembrava non aver sentito il bip continuo del mio iphone. Facendo attenzione a non svegliarla, mi spostai, preoccupandomi di coprirla con la coperta non appena fui alzato. Afferrai il cellulare che insistentemente continuava a suonare e uscii di corsa dalla mia stanza
“Louis si può sapere che cazzo vuoi? Sono solo le sette!” bisbigliai per non farmi sentire da Julie.
“Scusami tanto se mia sorella è sparita con la mia auto e io devo andare a lavoro” borbottò dall’altro capo.
“E cosa vuo-” mi bloccai non appena realizzai le parole esatte dette da lui. “Aspetta, come fai a sapere che Julie è con me?” chiesi bloccandomi quando ero arrivato sulla soglia della cucina.
Lo sentii ridere talmente forte che ebbi paura che anche sua sorella, in tutt’altro lato della casa, potesse sentirlo. “La smetti di ridere, non è divertente” borbottai aprendo il frigo e prendendo del succo.
“Cosa credi Styles? Che io sia uno stupido? Dove altro poteva andare all’una di notte?” chiese retorico. Feci spallucce, anche se era inutile dato che non poteva vedermi.
“Ok, arriviamo al sodo. Cosa vuoi che faccia?” Mi sedetti su di una delle sedie, tamburellando con le dita sul tavolo in aspetta di istruzioni.
“Nulla. Passo tra un’ora a prendermi l’auto. A meno che non debba accompagnare Julie a casa. Allora pass-”
“No” urlai. “Non è necessario” ripetei con tono più basso. “La riporto io a casa” dissi e automaticamente un enorme sorriso mi apparve sulla faccia.
“D’accordo, allora  a dopo.”
“A dopo, amico” lo salutai prima di riagganciare.
Rigirai il telefono tra le mani per altri dieci minuti, per poi decidere che sarebbe stato meglio svegliare Julie prima dell’arrivo di suo fratello. Socchiusi la porta lentamente, temendo che cigolasse o che comunque facesse qualche rumore strano che in quel silenzio solenne sarebbe rimbombato. La richiusi alle mie spalle, facendo la stessa attenzione.
Mi avvicinai al letto, dove Julie dormiva nella stessa posizione in cui l’avevo lasciata poco fa. Strano, solitamente si dimenava come una matta quando dormiva da sola. Probabilmente non si era accorta della mia assenza. Mi sedetti accanto a lei, non potendo fare a meno di notare quanto fosse bella. Seguii i lineamenti del suo volto col pollice, accarezzando dolcemente la sua pelle soffice. Teneva la bocca socchiusa, il che le dava un’aria da bambina innocente.
Iniziai a pensare a quale fosse un modo carino per svegliarla e in mente me ne venne solamente uno. Mi avvicinai col viso e dolcemente posai le mie labbra sulle sue, lasciandole un delicato bacio.
“Buongiorno piccola mia” le sussurrai. Emise qualche verso strano, per poi rassegnarsi e aprire gli occhi. Un mega sorriso le illuminò il viso.
“Ehi” disse alla mia vista.
“Dormito bene?” le chiesi spostandole una ciocca di capelli dal viso.
“Da favola” rispose stiracchiandosi per benino. Dopo questa operazione di routine, si tirò su, sedendosi sul letto.
“E tu?” chiese allungandosi verso di me.
“Mai dormito meglio in vita mia” risposi prendendole il viso tra le mani per poi baciarla con trasporto. Ci baciammo per un’infinità di tempo. D’altronde fin’ora ne avevamo perso davvero troppo.
“Mi sono mancati i tuoi baci” disse prima di darmene uno lei.
“A me è mancato averti al mio fianco” le confessai, mentre le accarezzavo dolcemente il viso. Vidi i suoi occhi illuminarsi a quelle parole.
Non avevamo ancora parlato di quanto fosse successo quella notte, fin’ora ci eravamo solamente lasciati guidare dai nostri sentimenti, ma quella sua reazione per me significava davvero tanto.
“Perché siamo svegli così presto?” mugugnò quando lasciò cadere lo sguardo sulla sveglia che si trovava sul mio comodino. A pensarci, neanche ricordavo di averne una.
“Ha chiamato Louis, ha detto che tra un po’ passa a riprendersi la macchina.” Sbiancò improvvisamente, come se avesse appena visto un fantasma.
“Julie, stai bene?” le chiesi preoccupato.
“Si” disse sospirando. “È che non ho ancora pensato alla spiegazione che dovrò dare a tutti quanti una volta tornata a casa” disse abbassando il viso.
“Ehi” glielo feci alzare. “Ci penseremo dopo. Insieme. Ok?” la rassicurai.
“Insieme?” ripeté lei, come se non mi credesse. Annuii e sul suo volto si aprì un sorriso raggiante.
“Insieme” ripeté, questa volta decisamente più convinta e incrociando le dita della sua mano con le mie. Seguirono attimi di silenzio, riempiti solamente da alcuni scambi di sguardi e dai nostri respiri.
“Ho fame, che c’è per colazione?” chiese di punto in bianco. Scoppiai a ridere, e lei insieme a me.
“Amore, mi sono svegliato ora. Quando la preparavo la colazione, nel sonno?” chiesi retorico, senza smettere di ridere. Lei mise su un finto broncio, facendo l’offesa. Era di una tenerezza unica quando lo faceva. Con la mano ancora intrecciata alla sua, mi alzai dal letto.
“Dai salta su” dissi porgendole le spalle. “
Dove mi porta, mio cavaliere?” chiese togliendosi quell’espressione imbronciata dal viso.
“In cucina a cercare del cibo, mia dama” le risposi, sistemandomi meglio per prenderla in spalla. Un attimo dopo si buttò sopra di me. Afferrai le sue gambe, in modo da non farla scivolare, mentre lei si teneva stretta al mio collo.
“Tieniti stretta” le raccomandai lo stesso.
“Non ho paura di cadere, se è questo che intendi. Con te non ho mai paura.” Sorrisi e voltai la testa verso di lei, che stava facendo esattamente la stessa cosa. I nostri volti si ritrovarono vicinissimi e percepii il suo respiro mentre si fondeva col mio.
“Ti amo Julie” le dissi guardandola negli occhi.
“Ti amo anch’io, Styles” rispose ricambiando lo sguardo, prima che la rapissi con un altro dei miei baci.
 
Niall
C’è un momento nella vita in cui ti accorgi che quello che hai non è quello che vuoi in realtà. Ecco, forse questa cosa sarà successa soltanto a me, però è capitato.
Un attimo prima stavo camminando diretto verso il bancone per prendere da bere per me e Julie e l’attimo dopo la mia mente era completamente assente, catturate dalle movenze di una brunetta apparentemente normale, ma che mi aveva stregato nello stesso istante in cui i miei occhi l’avevano notata nella folla. Senza staccarle gli occhi di dosso, neanche per un secondo, mi avvicinai al bancone e presi da bere. Mi persi nei suoi movimenti sensuali e dolci allo stesso tempo. Persi completamente la cognizione del tempo, buttando giù un drink dopo l’altro. Capii di aver esagerato… No, in realtà mi ci volle un bel po’ prima di capire cosa stessi facendo.
Mi staccai dal bancone e mi diressi spedito verso quella ragazza. Mentre era di spalle, con molta nonchalance le cinsi la vita con le braccia, facendo attaccare i nostri corpi e iniziando a seguirla in quel ballo. Ondeggiammo così fino a quanto lei non si voltò, incrociando le braccia attorno al mio collo. Inspirai il suo profumo, che sapeva di fragola. Poi in un istante quel sapore di fragole passò dalle mie narici alle mie labbra. Dopo quel momento tutto mi apparve sotto forma di nebbia.
Le lenzuola bianche erano candide, come la pelle della ragazza che dormiva tranquilla al mio fianco. I lunghi capelli castani le ricadevano sulla schiena, formando tanti e indefiniti boccoli. Era di spalle, eppure riuscivo a vedere chiaramente davanti a me il suo volto. Gli occhi da cerbiatta, la bocca a cuoricino, il naso a punta… non so come, ma lo ricordavo alla perfezione. Mi tirai su con la schiena, cercando di essere il più silenzioso possibile. Tirai indietro la testa, passandomi una mano sulla faccia.
“Niall Horan sei una grande testa di cazzo” sussurrai a me stesso. Quella ragazza poteva anche avermi stregato, ma io stavo ancora con Julie.
Julie. L’avevo abbandonata da sola a quel tavolo. Ero salito sulla macchina di quella sconosciuta e mi ero dimenticato di lei. Quale fidanzato si dimenticava della ragazza che amava? Probabilmente mi sarà venuta a cercare, si sarà chiesta dove fossi finito. Oppure… oppure no. Magari neanche si era accorta della mia assenza e aveva proseguito la sua serata da sola. Impossibile, pensai.
Allora ebbi un flash. Io che uscivo dal locale mano nella mano con quella ragazza e il tavolo dove si sarebbe dovuta trovare Julie vuoto. Ma allora dove diamine era finita? I miei pensieri furono interrotti da un brontolio.
“Mmm…” mugugnò la ragazza al mio fianco. Si allungò nel letto, stiracchiandosi e voltandosi verso di me.
“Buongiorno bellissimo” disse con la voce ancora impastata dal sonno, ma con un sorriso a 32 denti pronto ad illuminare il mondo intero.
“Ehi” mi limitai a dire, imbarazzato. In che razza di casino mi ero infilato? Si alzò col busto, appoggiandosi anche lei alla tavarca del letto, facendo attenzione a non lasciare nessuna parte del suo corpo scoperta.
“Dormito bene?” chiese scrutandomi coi suoi intensi occhi marroni. Mi passai una mano nervosamente tra i capelli, non sapendo bene cosa dire.
“Ho capito. Non ti va di parlarne.” Si sporse verso il pavimento, iniziando a raccogliere la sua roba da terra. Quando si chinò, la sua schiena automaticamente si scoprì. Mi persi nel seguire i lineamenti del suo corpo. Cosa diamine mi stava succedendo?
Senza preoccuparsi della mia presenza si alzò, andando verso l’armadio da dove tirò fuori una serie di vestiti. “Comunque non ricordo il tuo nome. Saresti così gentile da dirmelo?” mi chiese mentre era intenta ad abbottonarsi un paio di jeans.
“Io, ecco… Si, sono Niall” risposi. Infilò le braccia nella maglia, dopodiché si girò sorridente verso di me.
“Piacere Niall, io sono Brooke.” Aprii la bocca, ma quello che uscì fu solo aria. Lei parve non accorgersene, mentre raccoglieva da terra anche i miei vestiti. Appoggiò il tutto ai miei piedi e tornò a guardarmi.
“Quando ti va di alzarti io sono di là a fare colazione” mi fece l’occhiolino, prima di uscire dalla camera e lasciarmi da solo come un povero idiota.
 
Julie
“Ti si è bloccata la mascella per caso?” chiesi guardandobHarry.
“No, perché?” disse voltandosi verso di me. Feci spallucce.
“Così. Hai quel sorriso da ebete da quando siamo usciti di casa praticamente” risposi ridendo. Molto gentilmente, lui mi arruffò i capelli che già da soli erano un disastro.
“Dai, così sembro più barboncino di te” mi lamentai, cercando di rimetterli a posto.
“Io sembrerei cosa?” chiese sbalordito.
“Un barboncino. Un tenero e soffice barboncino.” Lo feci fermare e mi piazzai dinanzi a lui. “Il mio barboncino” precisai alzandomi sulle punte e dandogli un dolce bacio sulle labbra.
“Mmm, mi piace essere il tuo barboncino” rispose ridacchiando. Tornammo entrambi sul pianeta terra, riprendendo a camminare mano nella mano verso casa.
“Credi che ci sia qualcuno?” mi chiese.
“Non lo so, lo hai sentito pure tu Louis. Zayn doveva vedersi con Ari, Liam doveva andare pure lui a lavoro e…” mi bloccai, pensando a Niall.
“E Niall non si fa vivo da ieri sera” concluse al posto mio.
Mi strinsi nella felpa di Harry che mi aveva fatto indossare quella mattina. Non avevo ancora pensato a un discorso da poter fare a Niall. Che avrei potuto dirgli? Ti ho visto tradirmi e ho capito di non poter vivere senza Harry?
“Stai pensando a lui?” mi chiese freddo Harry.
“Si” ammisi dopo aver buttato un sospiro. “Il fatto è che sono successe troppe cose e in troppo poco tempo. Non ho preparato alcun discorso e sai che sono una frana nelle improvvisazioni. So che è stato lui il primo a sbagliare, ma mi sento comunque in colpa perché so che per essere felice io dovrò far soffrire lui e-”
“Julie rallenta” mi fermò Harry, avvolgendomi con un braccio e stringendomi a sé.
“Cosa ti ho detto questa mattina?” mi chiese con fare di rimprovero.
“Che ci avremmo pensato insieme” risposi ripensando alle parole dettemi da lui appena sveglia.
“Ecco, quindi smettila di farti tutti questi problemi. Niall è grande e intelligente, vedrai che capirà” disse baciandomi la testa.
“Per fortuna che ho te” dissi aggrappandomi a lui. Tra le sue braccia mi sentivo protetta come non mai. Era una sensazione strana, ma magica. Quando stavo con Harry tutto appariva automaticamente più bello.
Dopo un po’ arrivammo a destinazione. Purtroppo però non eravamo da soli. Già in lontananza avevo notato quelle due figure, ma solo ora che eravamo vicini li avevo riconosciuti. Niall a braccetto con la brunetta della sera prima.
“Però, ci ha messo poco a riprendersi” commentò sarcastico Harry.
“È normale che non mi dia fastidio vederli insieme?” gli chiesi. Lui si voltò verso di me, sorridendo soddisfatto per poi annuire.
Intanto Niall si era accorto di noi. Lo avevo intuito non perché lo avessi sorpreso a guardarci, ma perché aveva fatto improvvisamente sparire quella ragazza.
“Forse è meglio che ci parli da sola” dissi mentre guardavo Niall avvicinarsi a noi. Harry fece per ribattere, ma lo sguardo che gli rivolsi lo fece ripensare.
“Hai ragione, è una questione che dovete risolvere da soli.”
“Grazie” gli sussurrai.
“Se hai bisogno sai dove trovarmi.” Lo guardai, specchiandomi nei suoi occhi.
“Non scapperai anche questa volta, vero?” non so neanche perché glielo chiesi.
“Non vado da nessuna parte, piccola.” Mi attirò a sé e mi baciò.
Un tornado di emozioni mi travolse e pensai di essere una stupida per aver pensato anche solo per un minuto che lui potesse andare via di nuovo.
Mi lasciò così da sola. Presi un respiro profondo e ripresi a camminare. Contemporaneamente a Niall, arrivai all’entrata del vialetto.
“Prima tu” mi disse facendo un cenno con la mano verso la porta. Entrammo in casa in perfetto silenzio, raggiungendo il salotto. Lui si sedette sul divano, mentre io preferii rimanere in piedi.
“Prima tu” disse guardando verso il basso. Bene, pensai.
“Ti ho visto con quella tipa ieri sera, se è questo che vuoi sapere” dissi utilizzando un tono abbastanza accusatorio.
“Julie, io…pos-so…io sposso spiegar-ti” tentennò.
“Davvero? Sentiamo, sono molto curiosa” dissi incrociando le braccia al petto.
“Io… mi dispiace” si limitò a dire infine. Si prese la testa con le mani e iniziò a scuoterla.
Provai un senso di colpa assurdo in quel momento. Chi ero io per giudicarlo in quel modo? Niall aveva sbagliato, ma io non ero stata migliore di lui. Misi da parte l’astio e mi andai a sedere vicino a lui.
Lo abbracciai forte. Così, senza dire niente. “Scusami, non avrei dovuto attaccarti in quel modo.”
Lui sciolse l’abbraccio, sorridendomi debolmente. “Dove abbiamo sbagliato secondo te?” mi chiese.
“Non lo so, Niall. Non lo so” dissi guardando davanti a me. “Forse ci siamo persi di vista durante il percorso” la buttai lì.
“O forse semplicemente non siamo destinati a stare insieme” mi riprese lui. Lo tornai a guardare e questa volta stava sorridendo veramente.
“Tu e Harry siete anime gemelle. E inutile che io continui a negarlo.” Era sincero, lo si capiva dalla dolcezza nel suo tono di voce e da quel sorriso vivo che gli dipingeva il volto.
“Sei un ragazzo splendido Niall, sono sicura che lì fuori c’è qualche ragazza altrettanto stupenda che ti sta aspettando” dissi ricambiando il sorriso.
“Sai una cosa?” mi chiese. Feci di no con la testa.
“Forse l’ho già trovata” rispose. Lo guardai stranita per un attimo, ma poi realizzai.
“La brunetta?” azzardai. Lui non rispose, ma dal modo in cui i suoi occhi brillavano capii tutto da sola.
“Mi sembra una brava ragazza in fondo.” Non so neanche come mi uscii quella frase, però ero sincera.
Stessimo qualche minuto in silenzio, prima che lui parlasse di nuovo. “Credi che noi due potremmo essere amici nonostante tutto?” Lo guardai e sorrisi.
“Io pretendo che noi due rimaniamo amici” risposi sottolineando la parola pretendo. Lui ricambiò il sorriso e spalancò le braccia, pronto ad abbracciarmi.
“Ti voglio bene Julie” mi disse dolcemente.
“Te ne voglio tanto anch’io, Niall” sussurrai. 
 


here i am:

non  mi sembra vero doverlo dire, ma questo è l'ultimo capitolo prima dell'epilogo.
non voglio dilungarmi troppo, perciò vi auguro solo buona lettura e spero che vi piaccia c:
p.s. se vi va, potete passare dall'altra mia fan fiction in corso: si chiama hello beatufiul xx

   
 
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