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Autore: Akiram_len    05/05/2012    0 recensioni
Ciao! Questa storia parla di una bambina, una bambina che scopre di essere malata, di leucemia.
Prima giudicare la scelta dell'argomento che ho trattato, per favore, leggete. Non ho scritto niente che potrebbe offendere qualcuno, e se sfortunatamente l'ho fatto, ditemelo!...
Bene, vi auguro buona lettura!...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'incubo di una vita CIAO! Questa è una storia senza pretese, che ho scritto per un concorso scolastico. L'argomento trattato è un po' delicato, e so che quando non si ritrova personalmente in certe situazione non si può capire. Quindi Ho evitato di scrivere cosa provano di specifico le persone, perchè secondo me sarebbe stato ingiusto, ecco. Magari non lo leggerà nessuno, questo piccolo racconto, ma volevo postarlo qui, e l'ho fatto.
Spero che, se qualcuno lo leggerà, mi farà sapere il suo parere.
Buona lettura!...


L’INCUBO DI UNA VITA

Lei era una bambina normale: bionda, occhi verdi, sprizzava gioia e vitalità da ogni poro.
I suoi genitori, Lucas ed Helen, avevano faticato molto per averla, ma alla fine gli assistenti sociali avevano deciso che loro sarebbero stati dei genitori perfetti. E lo erano. Furono così contenti, e grati a Dio per aver dato loro una possibilità, che la chiamarono Grace.
Lei era una bambina come tante: andava a scuola, aveva degli amici.
Era contenta di vivere nella sua modesta casa di periferia, dove c'era la natura a circondarla.
Grace aveva cinque anni, e come tutte le bambine della sua età era felice e spensierata.
Ma Grace era malata.
L'avevano scoperto così, da un giorno all'altro. Con un semplice esame del sangue.
Era bastato solo quello per scoprire che la piccola Grace era affetta dalla LLA, più comunemente conosciuta come Leucemia Linfoblastica Acuta: questa è un tipo di leucemia di natura maligna a carattere progressivo, che ha come caratteristica la crescita rapida e incontrollata nel midollo osseo di globuli bianchi.
A dir il vero, l’esame del sangue era stato solo la punta dell’iceberg. Infatti, per sapere se era davvero affetta dall’LLA, Lucas ed Helen avevano dovuto sottoporre la loro bambina a molti esami. Prima di tutto, Grace doveva ripetere gli esami del sangue per essere certi della validità dei primi. Fatto questo, doveva essere prelevato del midollo osseo, Ed effettuata una rachicentesi, cioè un prelievo del liquido della colonna vertebrale. Tutto ciò naturalmente fatto sotto anestesia totale.
Sotto un certo punto di vista, Grace era stata molto fortunata, perché la malattia era ancora al primo stadio, e quindi aveva più possibilità di sconfiggerla.
Sotto un altro però, Grace era stata anche sfortunata, perché proprio per questo motivo i suoi genitori non avevano potuto accorgersi dei primi sintomi della malattia. Era stato solo dopo averlo scoperto, che avevano ricollegato la stanchezza degli ultimi tempi, la febbre che andava e veniva, e le sue cadute sempre più frequenti.
Si erano sentiti così stupidi, e colpevoli, all’inizio, che avevano cominciato a pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato con lei per meritare quella punizione. Nonostante questo, si erano subito accordati con i medici per iniziare la terapia.
I medici avevano detto ad Helen e Lucas che la prima cosa da fare era iniziare la chemioterapia, spiegando loro che ogni ciclo di trattamento prevedeva l’uso di diversi farmaci ed era separato dal ciclo successivo da un periodo di riposo, che consente all’organismo di rimettersi un po’ in sesto. Avevano poi spiegato anche che i trattamenti per le leucemie infantili non erano tutti uguali, in quanto la durata può variare in base al tipo di leucemia, e così anche la dose.
Tutto questo non aveva intaccato minimamente l’ottimismo dei genitori di Grace, anzi: avevano fatto subito iniziare il primo ciclo di chemioterapia, in via intravenosa.
L’alternanza dei cicli durò per mesi, e Grace s’indeboliva ogni giorno di più. Aveva perso peso, ormai erano più le ore nelle quali dormiva che quelle in cui era sveglia. E purtroppo iniziava a perdere i suoi bellissimi capelli biondi: la sua vitalità era sparita, distrutta insieme alla sua vita che minacciava di abbandonarla da un momento all’altro. E infatti ci fu perfino un momento in cui si pensava che la terapia non stesse funzionando. Per questo si iniziò a pensare ad un trapianto di cellule staminali.
Per la piccola Grace era più complicato trovare un donatore compatibile, in quanto chi aveva la più alta probabilità di essere compatibile erano per lo più i parenti, specialmente i fratelli. Essendo Grace stata adottata, si doveva passare automaticamente alla ricerca di un donatore estraneo. I medici, così come i suoi genitori, speravano che il trapianto fosse l’ultima spiaggia.
E per fortuna non si arrivò mai a farlo.
Un giorno infatti, avvenne il miracolo: i medici avevano saputo che era stata scoperta una nuova cura per l’LLA. Alcuni ricercatori avevano scoperto le proprietà anti-tumorali della proteina IL-27, ed erano riusciti a decifrare i meccanismi attraverso i quali questa proteina blocca il tumore.
Così Grace fu sottoposta a questa nuova cura, e i risultati si videro fin dall’inizio. La piccola iniziò a mangiare di più, era più attiva, e stava lentamente tornando ad essere la Grace di sempre.
Passarono altri mesi in cui Grace, anche se controvoglia, dovette fare esami su esami, e finalmente i medici pronunciarono le parole che Lucas ed Helen aspettavano da tempo: la malattia stava retrocedendo.
Finalmente la piccola Grace poteva tornare a casa, e i suoi genitori potevano tirare un sospiro di sollievo.
Erano passati più di dieci anni e la piccola Grace era diventata una giovane donna forte ed indipendente. Aveva continuato a fare dei controlli periodici, ma la malattia era scomparsa definitivamente.
La sua vita era stata condizionata profondamente dalla Leucemia, così tanto che decise di intraprendere la strada della medicina.
Diplomata con il massimo, seppure con qualche sacrificio e notti insonni, era riuscita ad entrare nella facoltà di medicina della sua città.
Sognava di diventare un bravo dottore, come uno di quelli che si erano presi cura di lei da piccola. Lo ricordava, quel periodo: ricordava i pianti di sua madre, la disperazione di suo padre, ma soprattutto ricordava la costanza e l’impegno che ci avevano messo i dottori per salvarla, per evitare che cadesse in un sonno eterno. Perciò voleva aiutare quelli che avevano maggior bisogno d’aiuto, i bambini, e per questo diventare una pediatra, magari anche specializzata in oncologia.
Aveva superato una malattia all’età di soli cinque anni, con la probabilità del 40%, come poteva non farcela?
E infatti ci riuscì alla grande.
Riuscì a superare ogni esame, ogni piccola difficoltà, anche e soprattutto grazie al sostegno dei suoi genitori.
Era una giornata con un timido sole primaverile, quando Grace uscì dall’università per l’ultima volta, con tanto di laurea.
Adesso soltanto una cosa le mancava per diventare, finalmente, ciò per cui aveva faticosamente lavorato per anni, e cioè la specializzazione.
Per tutta la vita aveva sognato quel momento, il momento in cui avrebbe avverato il suo sogno.
E se quello fosse stato davvero un sogno, sperava di non svegliarsi mai, perché a quel punto la sua vita non sarebbe stata più meravigliosa, ma solo un altro piccolo, grande incubo.
  
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