Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ccharlotts    05/05/2012    2 recensioni
-- momentaneamente sospesa, riprenderà a breve :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Mà, te la ricordi Sofia? Quella del mare?”
Leonardo immerse il cucchiaio nella tazza e quando lo alzò questo era pieno di latte e cereali. Sua madre, ai fornelli, lo ascoltava curiosa. Era arrivata quella mattina stessa da Viterbo per passare il week end con il figlio.
“La figlia di Riccardo e Monique?”
“Sì, lei. E’ a Torino, sai?”
“No, non sapevo fossero qui. L’hai vista?”
“Perché credi che te ne abbia parlato altrimenti?”
Leonardo sorrise pensando che fosse ovvio che se aveva accennato a lei era perché l’aveva rivista, altrimenti probabilmente Sofia sarebbe rimasta nel suo dimenticatoio personale.
“Quindi?” sua madre si voltò appoggiando il busto ai fornelli e guardando il figlio con un sorrisetto complice. Il ragazzo non le parlava quasi mai di ragazze e a volte lei aveva pensato che l’unico grande amore del figlio fosse il pallone.
“Niente, ho fatto una passeggiata con lei ieri pomeriggio. E’ completamente diversa da come la immaginavamo…”
“Correggiti, da come tu la immaginavi.”
“Non cominciare anche tu con la storia che la prendessi in giro, ci ha già pensato lei a riempirmi di sensi di colpa.”
“Ah, donne! Sappiamo sempre come farvi girare la testa.”
Leonardo guardò la madre confuso. In verità non sapeva di preciso cosa risponderle e si sentì quasi in imbarazzo, così decise saggiamente di riprendere a mangiare i cereali.
“Non fare finta di niente. Se accenni a parlarmi di una ragazza poi non puoi lasciarmi nel dubbio!”
“Non c’è molto da raccontare, mamma. Abbiamo passeggiato in un parco, abbiamo chiacchierato e ho scoperto che è una persona piacevole.”
“E basta?”
“Basta!”
Il ragazzo quasi si pentì di averne parlato con la madre. In fin dei conti, però, gli era uscito spontaneo chiederle se si ricordasse. La verità era che voleva sapere cosa lei ne pensasse di Sofia da quel che si ricordava, perché lui era una di quelle persone che decideva in base a cosa andasse bene per la madre. Non era un pregio, ma non era nemmeno un difetto. Semplicemente prendeva molto sul serio i consigli di una persona che lui reputava una guida.
“Perché non me la fai vedere? Scommetto che l’avrai già cercata su Facebook? Dico bene?”
Sotto quel punto di vista la madre di Leonardo era davvero avanti, ma d’altronde si era dovuta adattare a social network come Facebook, Messenger e Skype per potere avere sempre accanto il figlio lontano.
Solo in quel momento Leonardo realizzò che in realtà non l’aveva fatto, non l’aveva cercato, non ci aveva pensato. Gli era bastato avere il suo numero.
Due minuti dopo stava già scendendo le scale con il portatile acceso tra le mani, sua madre lo aspettava seduta in uno dei due divani nel salotto. Una volta seduto accanto a lei digitò nome e cognome della ragazza. Come foto profilo aveva uno scatto della sera dell’inaugurazione, Leonardo poté riconoscere il vestito bianco lungo che Sofia indossava quella sera e alle sue spalle il campo. Si ritrovò a sorridere al ricordo di quella serata in cui l’aveva rivista dopo tanto tempo.
“Se cominci anche solamente a sorridere guardando la sua foto direi che sei cotto a puntino!”
“Ma che dici? Sorridevo ripensando alla sera dell’inaugurazione.”
“Farò finta di crederti. Piuttosto, perché non la aggiungi? Non perdere tempo, non farti scappare certe occasioni. E’ una bellissima ragazza, dico sul serio.”
Leonardo non fece in tempo a risponderle perché il suo cellulare, che si trovava in cucina, iniziò a squillare. Mentre il ragazzo correva a rispondere fu la stessa madre ad aggiungere Sofia agli amici del figlio, sicura di avere fatto la cosa migliore.
Aveva conosciuto Sofia sin dai primi mesi di nascita della ragazza. L’aveva stretta tra le braccia da piccola e a volte aveva chiacchierato con lei sulla spiaggia, sotto agli ombrelloni. Le era sempre sembrata una ragazza educata e piena di energia, sensibile e premurosa, sempre allegra e generosa. A differenza di ciò che le avevano riportato i figli durante gli anni, a lei piaceva il comportamento di Sofia, le piaceva la sua diligenza scolastica e la sua serietà nei proprio impegni. Sentire da Leonardo che aveva rivisto la ragazza e avere intuito dagli occhi del figlio che da parte sua c’era dell’interesse l’aveva resa felice, non si sarebbe lamentata se tra i due fosse mai nato qualcosa.
Non le era mai piaciuto entrare nella vita privata di Leonardo, le era sempre piaciuto pensare che se i suoi figli stessero coltivando qualcosa di importante prima o poi glielo avrebbero detto, ecco perché aveva capito che Sofia poteva significare qualcosa per lui.
“Com’è che già tutti sanno che sono uscito con una ragazza?”
Leonardo tornò e quasi stizzito lanciò il cellulare sul divano, poi riprese la postazione accanto alla madre e si riappropriò del computer. Osservò subito che sua madre aveva aggiunto Sofia, ma non disse nulla, probabilmente l’avrebbe fatto anche lui a breve.
“Chi era?”
“Marco, chi volevi che fosse?”
“E’ uno dei tuoi più cari amici, dovevi aspettartelo.”
Il ragazzo sbuffò e ripensò alla conversazione con l’amico. Non si spiegava come lui avesse già fatto a capirlo, fatto sta che gli aveva chiesto nome, cognome, età, segni particolari, insomma una specie di carta d’identità di Sofia. Leonardo aveva nascosto la maggior parte dei dettagli rispondendo genericamente per concludere subito la conversazione, anzi, aveva anche assunto un tono scocciato e ora gli dispiaceva averlo fatto perché  nonostante tutto Marco era l’amico più stretto lì a Torino.
“A volte siete più pettegoli di noi donne voi uomini…”
 
Sofia distribuì nei piatti degli altri per cena del pesce impanato appena cucinato. In quell’anno, tra le tante cose nuove che aveva dovuto imparare alla svelta, c’erano state anche le doti culinarie. Fortunatamente Alessandro era piuttosto autonomo sotto quel punto di vista e suo padre spesso era fuori per lavoro, quindi non era poi del tutto faticoso.
“Hai parlato con Leo?” domandò tutto d’un tratto Alessandro con la bocca ancora piena di pesce.
“E tu come fai a saperlo?”
“Ho visto che siete diventati amici su facebook.”
“Che fai? Mi controlli?”
“Generalmente no, non mi occupo dei tuoi affari, ma ero connesso e mi è apparso nelle attività degli altri utenti.”
Sofia ci crebbe ben poco, poi notò lo sguardo perplesso del padre che aveva decisamente intuito chi fosse il Leo di cui si parlava, ma non capiva cosa potesse centrare con sua figlia.
“E’ un interrogatorio?”
“Parla solo se vuoi.”
“A volte preferisco Charlotte a voi due, almeno lei non è curiosa. Comunque, dato che ci tenete tanto, ho conosciuto Leonardo, Leo come lo chiamate voi, all’inaugurazione dello stadio. Mi ha chiesto se potevamo vederci un giorno per parlare civilmente, cosa che non abbiamo mai fatto in tutti gli anni al mare, e io ho accettato. L’altro pomeriggio ci siamo incontrati nel mio parco e abbiamo chiacchierato un po’, tutto qui.”
“Ora hai un parco tutto tuo?” Alessandro parlò nuovamente a bocca piena e Sofia scoppiò a ridere.
“E poi?”
“E poi niente papà, non c’è altro da dire o raccontare. Ci siamo resi conto che in fin dei conti io non odio lui e lui non odia me, e se devo essere sincera cominciare a conoscere qualcuno in questa città può solo farmi del bene.”
Le piacevano particolarmente quei momenti a tavola quando erano tutti insieme e discorrevano del più e del meno. In realtà non le dispiaceva affatto parlare dei suoi affari privati con il resto della famiglia, anzi, era sempre stata una di quelle ragazze che raccontavano quasi tutto e si lasciavano consigliare dai genitori.
Dopo cena Alessandro la aiutò a sparecchiare. Sofia si fermò a giocare con Charlotte mentre insieme guardavano un cartone animato e dopo essere riuscita a farla dormire si concesse al suo relax serale.
“Ciao!”
“Ciao. Ci conosciamo?”
“No, ma grazie ad un amico so alcune cose su di te.”
“Che amico? E che genere di cose?”
“Mi chiedi troppo.”
“Cosa vuoi di preciso da me?”
“Niente. Sapere che cosa si sta perdendo Leonardo dato che oggi sembrava piuttosto scocciato mentre parlava di te.”
“Scocciato?”
“Sì, scocciato.”
“Mi sembra più che lecito chiederti come tu conosca Leonardo.”
“Compagno di squadra.”
“E parlate di me tra di voi?”
“Ho solamente chiesto chi fosse la ragazza per cui era scappato così frettolosamente alla fine dell’allenamento l’altro pomeriggio.”

“E cosa ti avrebbe risposto?”
“-La secchioncella del villaggio dove andavo d’estate.- Allora incuriosito ti ho aggiunta e devo proprio dire che devo fare cambiare idea a Leo. Quel tono scocciato deve scomparire, chissà che si perde.”
“Senti, non so a cosa tu stia alludendo, ma sinceramente non mi hai reso la ragazza più felice della terra in questo momento. Non fraintendermi, non ci sono rimasta male, Leonardo lo conosco a malapena, ma per questioni personali credo proprio che la nostra conversazione si può dire chiusa qui, chiunque tu sia.”
Sofia abbandonò facebook e spostò il portatile dalle gambe. Chiunque fosse quel Marco che le aveva scritto in chat l’aveva mandata su tutte le furie. C’era rimasta male, anche se forse non voleva ammetterlo nemmeno a se stessa. Per un attimo aveva quasi pensato che Leonardo non la prendesse più in giro, che potessero diventare amici e che finalmente la sua vita sociale a Torino potesse prendere il via. E invece non solo non avrebbe preso il via, ma stavano iniziando a conoscerla come la secchioncella.
L’idea che nessuno ancora avesse provato a conoscerla per come fosse dentro la buttava giù. Era vero che c’era stato poco tempo, ma ancora si ritrovava a passare le sue giornate tra libri e famiglia e quello non era da lei. A Parigi studiava e anche tanto, ma c’erano tante serate in cui riusciva a uscire con gli amici, divertirsi, svagarsi.
Si ritrovò nel giro di pochi secondi a sorridere dei suoi problemi. Era fatta così, un attimo prima di crucciava, un attimo dopo ne rideva. Era chi non l’avrebbe conosciuta in fondo che ci avrebbe perso, non lei. E per questo forse sentì l’impulso di reagire a ciò che aveva appena saputo.
“Devo dire che sapere ciò che tu dici in giro di me mi ha definitivamente aperto gli occhi. Cancella la giornata al parco, non credo di volere trascorrere altro tempo con una persona così infantile. Ah, per tua informazione, aggiungo che non mi sembravi così scocciato mentre eri con me e non ti ho dato alcun motivo per esserlo. Se poi però con i tuoi amici devi dimostrarti grande e superiore allora fai pure.”
 
“Posso spiegarti tutto.”
Leonardo continuò ad aspettare una risposta per tutta la serata, poi il giorno dopo e quello dopo ancora. Ma niente, di Sofia nessuna traccia. Non aveva fatto in tempo a richiederle il tag sulla loro foto che la ragazza aveva messo in un album su facebook, che lei l’aveva cancellata senza dirgli nulla.
Si sentiva tremendamente in colpa e in un certo senso anche tradito dall’amico che aveva creato tutto quel gran casino senza avvisarlo.
E’ vero, aveva detto quelle parole e l’aveva fatto con tono scocciato, ma che colpa ne aveva lui se l’aveva fatto per fare in modo che Marco non gli facesse altre domande. Non pensava realmente quello che era uscito dalla sua bocca, o meglio, non lo pensava più. Eppure quando si cerca di fare del bene in un modo o nell’altro la si prende sempre in quel posto.
Si ritrovò più volte a chiedersi perché si stesse tormentando così tanto e la risposta era sempre la stessa, voleva conoscere Sofia perché gli interessava, era inutile negarlo. E Marco aveva rovinato tutto.
“Te l’ho mai detto che sei un coglione?”
“Circa 10 volte al giorno, ma se posso essere sincero lo sei anche tu.”
“E perché? Sentiamo.”
“Se questa Sofia ti interessa seriamente allora vai là e le chiedi scusa. Tiri fuori le palle e vai da lei, non ti nascondi dietro un sms a cui lei non ha nemmeno risposto.”
“La fai facile tu. Quando mai tu sei andato a parlare faccia a faccia con una ragazza per tua volontà?”
“Senti bello, non è colpa mia se da me arrivano a fiotti le ragazze. E se proprio lo vuoi sapere potrei avere trovato quella giusta, ma non te ne ho parlato perché sei a pezzi per questa Sofia. Lascia che te lo dica, amico, se ti lasci scappare lei sei uno sfigato. Solamente un coglione non inseguirebbe una donna del genere, ma quasi dimenticavo che tu un coglione lo sei!”
“Sei la simpatia fatta a persona. Se tu ti fossi fatto gli affari tuoi probabilmente ora la sentirei ancora, ogni tanto.”
“Ma sei cieco? Ripeto, ma sei cieco? Il fatto che lei non ti risponda è un chiaro segnale del fatto che lei ci sia rimasta male, anche se dice di no. Ora tu vai là, le chiedi scusa e torni vincitore.”
“E io ti ripeto che tu la fai facile.”
“E tu sei un coglione!”
Leonardo lasciò perdere, a volte parlare con lui era come parlare al vento. Doveva sempre avere ragione, anche quando era in torto o aveva combinato un pasticcio, come, appunto, in quel caso.
Il ragazzo chiuse il borsone e uscì dal centro sportivo dopo essersi fermato per qualche foto con i tifosi. Solamente una volta entrato in macchina notò sul sedile i libri della biblioteca che doveva assolutamente restituire poiché era piuttosto in ritardo.
Di solito non andava nella biblioteca centrale, era la più rifornita, certo, ma anche quella con più gente e a Torino, come nel resto d’Italia, gente era sinonimo di tifosi. Così tempo fa ne aveva trovata un’altra piuttosto buona. Passò accanto al parco in cui pochi giorni prima aveva trascorso del tempo con Sofia e scoprì che pur passando da lì spesso non si era mai reso conto dell’esistenza di quel luogo. Il ricordo di quel pomeriggio lo fece sorridere.
La biblioteca era semi-deserta. Consegnò i libri e si avvicinò ad uno dei computer per controllare la disponibilità di alcuni romanzi che cercava da tempo.
Una ragazza gli passò accanto e si fermò al bancone con alcuni libri scolastici in mano. Erano alcuni di quei tomi che le biblioteche mettevano a disposizione degli studenti universitari per consulta. La ragazza chiese alcune informazioni e poi tornò sui suoi passi per andare a sedersi ad un tavolo in fondo alla sala, appoggiati sopra questo c’erano altri volumi, qualche quaderno e qualche foglio sparso qua e là.
Sofia.
Non l’aveva visto perché si era letteralmente nascosto dietro al computer. Per un attimo Leonardo si chiese cosa avrebbe dovuto fare, poi ripensò alle parole di Marco e constatò che nonostante l’amico fosse un coglione dopo tutto non aveva tutti i torti. Si alzò e andò verso il tavolo.
Sofia era immersa nei suoi appunti e nei suoi libri e non accennava ad alzare la testa.
“Sofia?”
Solo a questo punto la ragazza alzò lo sguardo e la sua espressione mutò dallo stupore per il fatto che qualcuno l’avesse chiamata per nome ad una smorfia di disapprovazione.
“Mi pedini?”
“No, sono venuto a restituire alcuni libri.”
“Mi fa quasi piacere che tu tenti di ampliare la tua cultura, ma ora, se non ti dispiace, la secchioncella del villaggio dovrebbe preparare un esame e la tua presenza non è contemplata.”
“Sofia, senti, ho sbagliato, ma posso spiegarti tutto, davvero.”
“Interessante. Posso tornare ai miei libri ora?”
“Dammi almeno una seconda possibilità.”
“Mi sembra di avertela già data. E se dobbiamo dirla tutta te ne ho già date molte nel corso degli anni. La tua opinione su di me non è cambiata e sai cosa ti dico? Neanche la mia, anche se devo ammettere che eri quasi riuscito a farla vacillare l’altro giorno. Ora, se non ti dispiace…”
“Tranquilla, ho capito, tolgo il disturbo.”

--

buonasera gente :)
perchè non recensite mai (a parte la Simo)? non ve gusta? fatemelo sapere almeno. 
io mi ci impegno e sapere cosa ne pensate mi fa sempre piacere.
ci conto nelle vostre recensioni eh!
un abbraccio, Elisa.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ccharlotts