I mesi passavano e la situazione non migliorò. Quinn aveva incominciato l’ultimo anno di liceo che avrebbe voluto godersi con un po’ più di serenità, ma era chiaramente impossibile.
Nel frattempo stava continuando a frequentare in maniera sempre più seria Puck. Tra i due si instaurò un rapporto che andava oltre la semplice cotta adolescenziale, c’era un qualcosa di unico e speciale nella loro storia. Puck solitamente non riusciva a frequentare una ragazza sola per più di qualche settimana, era uno di quei farfalloni a cui piaceva volare di fiore in fiore. Da quando stava con Quinn però ci fu un cambiamento radicale nel suo atteggiamento, diventò incredibilmente protettivo nei suoi confronti, avrebbe schiacciato come una zanzara chiunque avesse tentato di infastidire il SUO angelo biondo. Esatto, lui ormai la considerava sua.
In quello che sembrava un normale pomeriggio, la coppia si diede appuntamento sotto casa di Quinn alle sei del pomeriggio, sarebbero andati da starbucks a prendersi un caffè.
Puck arrivò all’appuntamento con alcuni minuti di ritardo, succedeva spesso dato che era molto sbadato e spesso e volentieri perdeva la condizione del tempo quando giocava alla nintendo wii con la sorellina. Diceva sempre che si annoiava a giocare con lei, ma in realtà anche se non voleva ammetterlo si divertiva un mondo a passare del tempo con quella bambina pestifera.
Comunque, una volta arrivato a destinazione, il ragazzo si avvicinò a Quinn, la strinse a se e le sfiorò delicatamente labbra morbide e delicate.
“Tesoro scusa per il ritardo, mi sono addormentato senza nemmeno accorgermene e mi sono svegliato 5 minuti fa.” Esordì Puck con un tono poco convinto.
“Solitamente sono le donne a dover far aspettare gli uomini, mi sbaglio? Disse la biondina sarcasticamente.
“Lo so, ma mi sono addormentato può capitare, no?”
“Certo…è stato divertente battere tua sorella alla wii?” 
“C-che cosa stai dicendo? Ti pare che io sia il tipo di ragazzo che si diverte a giocare alla wii con la propria sorellina di 7 anni?”
“Assolutamente si” disse Quinn cercando di trattenere il suo adorabile sorriso.
“Direi che sia meglio iniziare ad andare da Starbucks ho proprio voglia di un caffè, dopo questa bella giocat… mhm dormita”
“Ti incasini da solo amore” questa volta la ragazza non riuscì a trattenere la sua risata.
“Mi stai prendendo in giro?” Puck bloccò la ragazza iniziando a farle il solletico.
“No Puck ti prego non farlo!” I due iniziarono a ridere a crepapelle, era così bello per entrambi aver trovato una persona che li facesse sentire così bene.
Tra risate e coccole i due si incamminarono per andare da Starbucks. Arrivarono dopo dieci minuti all’incirca, si sedettero ai tavoli e ordinarono.
“Per me un frappuccino” disse Quinn che era veramente “drogata” di qualsiasi tipo di caffè.
“Io prendo un semplice caffè macchiato” disse Puck, che non adorava il caffè, ma ogni tanto per far compagnia alla sua meravigliosa ragazza, lo prendeva.
“Allora crestone, hai fatto i compiti per domani?”
“Li farò stasera.” Disse senza credere a quello che diceva il ragazzo.
“Se continuerai così verrai bocciato! E inoltre è il nostro ultimo anno al McKinney, voglio diplomarmi insieme a te, ma se inizi già l’anno in questo modo non ce la farai mai.” disse un po’ infastidita dal comportamento menefreghista di Puck.
“E’ come se la mia mente rifiutasse di aprire un libro o di ascoltare le spiegazioni in classe, è una cosa più forte di me.”
“Io anche sono più forte di te quindi da domani inizieremo a fare un po’ di ripetizioni dalle basi, d’accordo?”
“Quinn non mi sembra proprio il caso, andia..”
“Ecco i nostri caffè, goditi l’ultimo pomeriggio di libertà assoluta.” Quinn provò a sorridere in modo inquietante ma era impossibile per un angelo far paura.
“Tu, donna sei assolutamente la mia salvatrice” disse il ragazzotto.
Non aveva voglia di studiare ma sapeva che rischiava davvero di non passare l’anno se avesse mantenuto la mentalità del "non studiare e copiare quando si poteva". I due finirono i rispettivi caffè tra una chiacchiera e l’altra e l’eccitazione di Quinn nell’organizzare la scaletta di studio dell’indomani.
I due uscirono dal negozio dopo che Puck pagò per entrambi.
“Non puoi pagare ogni volta al mio posto” disse Quinn un po imbarazzata.
“Si che posso e lo farò sempre, o almeno fino a quando e se finirò sotto ad un ponte” 
I due stavano per baciarsi quando all’improvviso vibrò il cellulare di Quinn.
La ragazza prese il cellulare dalla tasca e lesse il messaggio.
“Vieni immediatamente a casa ho comprato dei nuovi giochetti per divertirci. Papino.”
Quel bellissimo volto di quella biondina diciassettenne si intristì subito, anche se cercò di non far vedere all’esterno lo sgomento che provava e in fretta e furia andò via dicendo a Puck che suo padre voleva che andasse a casa per mangiare insieme. 
“Ti accompagno se vuoi” disse il ragazzo.
“Non preoccuparti tesoro vado da sola, tanto ci vuole poco ad arrivare a casa mia. Ci vediamo domani allora crestone?” 
“Ci vediamo domani.”
Quinn si girò e si incamminò mentre le lacrime iniziarono a scendere, dopo una giornata così meravigliosa, sarebbe dovuta ritornare in quella casa degli orrori…





SPAZIO DELL'AUTRICE
Allora eccomi qui, questo capitolo è stato massacrante da scrivere dato che il mio computer l'ha cancellato 2 volte consecutive e nei giorni scorsi avevo poco inventiva.
Detto questo ringrazio tantissimo la mia gleek family che mi sostiene sempre e soprattutto il mio beta Leo. Ho deciso di approfondire un po il rapporto tra Quinn e Puck, credo che in generale questo secondo capitolo sia decisamente meglio del primo.
Spero che vi piaccia e che continuiate a seguire la storia :)