Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: LaryTarett    06/05/2012    0 recensioni
Myriam e Mary sono due sedicenni che non hanno niente di diverso da tutti gli altri adolescenti e il loro più grande problema è al massimo un brutto voto o un litigio. Quando trovano una strana collana non pensano neanche per un secondo che quell'oggetto cambierà la loro vita radicalmente. Riusciranno a resistere tra lotte con angeli leggendari e difficili scelte o dovranno abbandonare per sempre la loro umanità?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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«Mary, muoviti o faremo tardi» Alexandra pronunciò queste parole con un tono di voce molto alto, proprio come quando si fa qualcosa di sbagliato e i genitori cercano di spaventarti, e poi continuò ,«Myriam ci sta aspettando davanti scuola.»   Mary corse dall’amica senza dire neanche una parola. Si diressero con passo svelto verso la scuola, lì videro Myriam e pensarono che era più carina del solito;  aveva una minigonna e leggins,  degli stivali neri alti fino al polpaccio  che evidenziavano la sua altezza e una maglietta viola non troppo aderente  molto in sintonia con i sui capelli color oro, alla luce del sole, e i suoi occhi verdi come quelli di un gatto. Si girò verso le amiche e spostandosi i capelli dagli occhi disse: «Come al solito siete in ritardo, muovetevi!». La sua voce era un po’ severa, ma altrettanto dolce, come quella di una principessa. Mary e Alexandra annuirono ed entrarono. Era una mattinata come le altre, c'erano ragazzi nei corridoi che camminavano senza una meta, c'erano i professori che si dirigevano verso le classi e poi c'erano le tre ragazze ferme davanti alla loro classe a chiacchierare. Mary come al solito indossava una minigonna a balze e una maglietta molto stretta che metteva in risalto il suo corpo snello. I suoi capelli neri scendevano morbidi sulle spalle e gli occhi castani risplendevano sulla pelle chiara. Questa era Mary Becker, una ragazza dolce e silenziosa come un cerbiatto, coraggiosa e intelligente come un aquila. Suonata la campanella ritornarono in classe, ognuno ai propri posti. Mary e Miriam erano sedute vicine, mentre Alexadra era nella fila accanto a loro. L'ora di storia sembrava interminabile, Miriam si girò e guardò Alexandra immersa nei suoi pensieri e gli occhi fissi nel vuoto. Con quell'espressione sembrava un po’ triste, ma gli dava un'aria intelligente e seria, anche se in realtà lei era vivace, allegra,un po’ permalosa,simpatica e con un'anima forte. Alexandra sentendosi osservata si girò verso Myriam, le rivolse un bel sorriso e si concentrò sulla lezione. Come Alexandra si fu girata Myriam notò subito che c’era qualcosa di diverso nella sua amica. “Ma certo si è truccata” pensò. L’ombretto rosa risaltava sulla sua carnagione così chiara, la matita le assottigliava gli occhi castani, il lucidalabbra le faceva brillare le labbra sottili e i capelli ondulati neri creavano un fantastico contrasto con la maglietta rosa acceso. «Signorina Flowers, signorina Flowers » la richiamò il professore di storia e Myriam si girò immediatamente scusandosi come solo lei sapeva fare.  Mancava solo un'ora alla fine delle lezioni, la classe era quasi addormentata dopo una lunga spiegazione di storia, ma erano felici perché era l'ora di educazione fisica. Il tempo non era dei migliori, pioveva e c'erano fulmini abbaglianti e tuoni assordanti. «Un tempo da film horror.» commentò Mary, ma non ricevette alcuna risposta dalle amiche e girandosi si accorse che non c'erano.  “Una tipica figuraccia” pensò, si girò e raggiunse le amiche che stavano chiacchierando mentre aspettavano che qualcuno le scegliesse in una squadra per iniziare la partita. Dopo una gloriosa vittoria Myriam, Mary e Alexandra uscirono dalla palestra per prendere il pallone. «Sempre noi non è giusto però, e sta pure piovendo, vedi tu se ci  dobbiamo  prendere un raffreddore per una stupida palla.» disse lamentandosi Myriam. A un certo punto come si girò rimase bloccata, c'era un uomo, non era un bidello ne un professore , dopotutto nella scuola li conoscevano tutti. Era molto strano, anche se c'era una bassa temperatura indossava una maglietta molto leggera e un jeans nero, portava una rosa bianca in mano, che posò sul terreno di un piccolo giardino di fianco alla palestra. L'uomo si girò, i suoi occhi erano completamente neri, e quando vide quelle tre ragazze se ne andò svelto. Le amiche si guardarono e decisero che era meglio rientrare in palestra, dopotutto stava diluviando.
  
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