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Autore: Vattelapesca    06/05/2012    1 recensioni
A chi interessano i personaggi secondari? A me, per esempio. Quindi ecco a voi Rita Skeeter come non l'avete mai vista. Dagli anni ad Hogwarts alla Seconda Guerra Magica, tutto quello che avreste (e non avreste) voluto sapere a proposito di Rita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Bellatrix Lestrange, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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3.Lezioni di volo
 

Rita lanciò un'occhiata di traverso al terreno coperto di erba verde. Steso accanto a lei, apparentemente innocuo, c'era un manico di scopa vecchio e malandato. Sentì lo stomaco serrarsi in una morsa spiacevole e desiderò ardentemente di trovarsi da qualche altra parte. Quando aveva visto l'annuncio sulla bacheca, qualche giorno prima, si era sentita eccitata e felice. Volare era una delle poche cose che aveva sempre desiderato provare, ma che non era mai riuscita ad ottenere. Sua madre era sempre stata irremovibile su quel punto: i manici di scopa non si addicevano ad una signorina per bene. Suo padre, d'altronde, non era mai stato abbastanza bravo nel volo da poter opporsi al volere della moglie con sicurezza e così Rita non aveva mai toccato un manico di scopa. Questo, ovviamente, non le aveva impedito di raccontare qualche bugia sulle sue abilità nel volo. Ma per fortuna ad Hogwarts nessuno aveva sentito le sue frottole. Certo, c'era Amanda, che di lei sapeva tutto (o, almeno, tutto quello che Rita voleva farle credere), ma alla strega non importava poi molto. La sua amica non era minimamente in grado di nuocere alla sua immagine. Da questo punto di vista, era abbastanza riparata dalle figuracce.
Era stato con sollievo che aveva scoperto che sarebbero stati i Tassorosso i suoi compagni per quella lezione. La presenza dei Serpeverde avrebbe peggiorato di gran lunga le cose. La presenza di Bellatrix Black avrebbe peggiorato di gran lunga le cose. Di sicuro lei sapeva già volare bene, Rita non aveva dubbi a riguardo. Sembrava che non ci fosse niente che Bellatrix non sapesse fare: già dopo pochi mesi, si era rivelata la migliore della classe in ogni materia. Per quanto tentasse di negarlo a sé stessa, Rita la trovava affascinante. Quando parlava, sembrava talmente sicura di sé che contraddirla risultava praticamente impossibile. Ci aveva messo poco a conquistare le amicizie di studenti e professori, sopratutto del docente di pozioni, che stravedeva per lei. Quando la vedeva camminare per i corridoi con la sua postura perfetta, accompagnata dai suoi amici Serpeverde, Rita sentiva che avrebbe dato qualsiasi cosa per far parte della sua compagnia. Ma la ragazza, con immenso fastidio di Rita, quasi la ignorava.
Il sibilo acuto del fischietto dell'insegnante la riportò con i piedi per terra. Madame Bumb, una donna dallo sguardo deciso che portava corti capelli spinosi, cominciò a parlare:
Adesso stendete una mano sul vostro manico di scopa e con decisione dite: 'Su!'”
Con lo stomaco in subbuglio, Rita allungò la mano ed esclamò: “Su!”
La scopa rotolò appena, senza dar segno di alzarsi. Prima di riprovare Rita si guardò velocemente intorno: nessuno ci era riuscito. Il primo ad avere successo fu un ragazzo di Tassorosso di nome Diggory e, dopo di lui, quasi tutti riuscirono a farsi obbedire dal manico di scopa. Fu con soddisfazione che Rita se lo vide volare in mano molto prima che tutti finissero. Forse la lezione sarebbe andata meglio di quanto lei aveva sperato...
Bene, adesso mettetevi a cavalcioni del vostro manico di scopa e, dandovi una lieve spinta con i piedi, provate a sollevarvi da terra.” Disse l'insegnante dopo aver mostrato a tutti come montare correttamente un manico di scopa ed aver corretto le varie posture errate. “Mi raccomando, dovete solo sollevarvi di circa un metro. Poi inclinatevi in avanti per tornare giù. Pronti? Al mio fischio.”
Il fischio suonò e, quasi prima di accorgersene, Rita si ritrovò staccata da terra. Anche se si trattava di a malapena un metro, fu elettrizzante. Attorno a lei, tutti gli altri ragazzi, chi più chi meno, stavano fluttuando in aria. Madame Bumb fischiò di nuovo per farli scendere, poi fece ripetere loro l'esercizio un po' di volte. Presto alcuni ragazzi si stancarono, ed alcuni cominciarono a staccarsi sempre di più da terra.
Bene, bene. Può bastare. Adesso vi metterete in fila e, uno alla volta, proverete a fare un piccolo tragitto in volo. Non vi alzate troppo, rimanete vicini al terreno. Non è importante andare veloci. Ci siamo capiti? Adesso avanti il primo!”
La prima della fila era una ragazzina di Tassorosso che continuava a procedere a scatti e a tornare a terra. Poi fu il turno di Amos Diggory, il ragazzo che per primo era riuscito a comandare la scopa. Volò perfettamente, guadagnandosi l'ammirazione dei Tassorosso. Successe una cosa simile anche con un ragazzo di Corvonero, che affrontò l'esercizio con tranquillità. Evidentemente, pensò Rita, quei ragazzi avevano imparato a volare a casa. Lei, invece, pur provenendo da una famiglia di maghi, era del tutto digiuna in materia. Subito la sicurezza che aveva acquistato svanì, lasciando nuovamente il posto al mal di stomaco. Rischiava di fare una grande figuraccia. Quando Amanda ebbe finito (dopo un paio di cadute), fu il suo turno. Rita si mise a cavalcioni del manico di scopa e, proprio come aveva fatto prima, si diede una spinta con le gambe. Cominciò a muoversi lentamente, ed anche un po' a scatti. Ad un certo punto, la scopa si alzò in aria di troppo contro il suo volere e lei si sentì terrorizzata. Alla fine riuscì a completare il percorso abbastanza dignitosamente, ma non al livello che aveva sperato. Tornando indietro, borbottò ad Amanda : “Le scope di questa scuola sono pessime, a casa avrei fatto un lavoro molto migliore.”
 
Le vacanze di Natale furono introdotte dall'ennesima nevicata. Quella mattina, Rita si alzò presto, e, tentando di fare il meno rumore possibile per non svegliare le sue compagne di stanza, si preparò per il viaggio che l'attendeva. Tornare a casa non le dispiaceva. Hogwarts era meravigliosa ed affascinante, ma lei non riusciva a dominarla come avrebbe voluto. A casa era lei che dettava le regole del gioco, mentre la scuola finora le aveva regalato davvero poche soddisfazioni. Quello non era il posto che le aveva sempre descritto suo padre, non c'era nessun palcoscenico per farla brillare. Piuttosto, assomigliava molto alla descrizione di sua madre. Ma, evidentemente, di ambizione lei non ne aveva avuta abbastanza.
 
Attraverso le nuvole di vapore bianco, Rita tentava di riconoscere la testa di Amanda tra la moltitudine di studenti che occupavano il marciapiede accanto al binario. L'amica le aveva detto che si sarebbero trovate sul treno, ma adesso sembrava sparita. La strega aspettò che la banchina si fosse svuotata, poi, incitata da un Prefetto, fu costretta ad entrare. Trovò Amanda poco dopo, in uno scompartimento già pieno.
Rita!” Esclamò subito l'amica, sorridendo.
Ti aspettavo al binario.”
Oh, hai ragione. È che c'era così tanta gente! Ho pensato che sarebbe stato meglio entrare.”
Avresti potuto chiamarmi.”
Ma stamattina avevi detto che ti aspettavano i tuoi amici...”
Rita si sentì gelare. Era vero, l'aveva detto. Non lo faceva sempre? Era mesi che parlava ad Amanda dei suoi amici Corvonero. Come la ragazza non si fosse ancora accorta che quegli amici non esistevano affatto, Rita non riusciva proprio a capirlo, visto che passava la maggior parte del suo tempo con lei.
Amanda doveva aver notato il cambiamento di espressione sul suo viso, perché si affrettò ad aggiungere: “Comunque puoi restare qui, c'è posto...” Sembrava sinceramente dispiaciuta per una colpa che neanche aveva.
Rita diede un'occhiata neanche troppo celata agli occupanti dello scompartimento: erano tutti Tassorosso. C'erano Amos Diggory, il ragazzo bravo a volare, Edgar Bones, un ragazzino minuto che studiava sempre con Amanda, ed altre persone che Rita conosceva solo di vista.
La strega si ricompose e, sicura, disse:
No, non c'è posto. Lo scompartimento è pieno. Ed i miei amici mi stanno aspettando, ci vediamo dopo.”
Una volta chiusa la porta dello scompartimento, si affrettò ad allontanarsi. Farsi vedere a ciondolare per il corridoio sarebbe stato quantomeno sospetto. Ma la verità era che non sapeva dove andare. Con che faccia si sarebbe potuta presentare dai suoi compagni di casa, quando a malapena li conosceva? La risposta le si presentò davanti sotto forma di uno scompartimento vuoto, o, più precisamente, sotto forma di chi stava dentro lo scompartimento vuoto. Forse, tra i Corvonero del suo anno, era quello con cui aveva parlato più volte, visto che era il suo compagno a Pozioni. Quel ragazzino dalla faccia tonda era sempre stato gentile con lei e, qualche volta, avevano persino svolto i compiti assieme.
Ciao Norman!” Esordì con finta allegria mentre spalancava la porta dello scompartimento.
Piano!” Le sussurrò lui, indicando con il dito un punto vicino a Rita. Seduto su un sedile, la testa abbandonata all'indietro, c'era un ragazzo dai capelli lunghi e biondi che dormiva alla grande.
Posso?” Chiese Rita abbassando la voce.
Norman l'aiutò a sistemare il baule, poi si sedettero uno di fronte all'altra.
Chi è quello?”
Xeno Lovegood, un Corvonero del terzo anno. Strano che tu non lo conosca, non è di sicuro un tipo che passa inosservato. Ma forse è perché trascorri pochissimo tempo in Sala Comune...”
Non è vero! Passo un sacco di tempo in Sala Comune!”
Norman alzò le sopracciglia, scettico. “Ah davvero? Quando studi te ne stai sempre per conto tuo, altrimenti vai subito a letto.”
Che fai, controlli le mie mosse?”
No, sono solo un buon osservatore.” Rispose calmo il ragazzino.
Rita incrociò le braccia, stizzita. Quello che aveva detto era vero: lei trascorreva pochissimo tempo assieme ad i suoi compagni di casa. Quando non era con Amanda, studiava quasi sempre da sola. La verità era che sentiva di avere veramente poco a che fare con i Corvonero, e per questo neanche si sforzava di conoscerli meglio.
Andiamo, Rita. Probabilmente sei qui solo perché non hai trovato un altro scompartimento.”
No... cioè, ti ho visto e ti volevo salutare...” Improvvisò lei in risposta, senza sentirsi molto convinta.
Senti, fai come vuoi, davvero. Il mio voleva essere solo un consiglio. Ma se non ti importa va bene, in fondo sono affari tuoi.”
No!” Esclamò lei, improvvisamente infervorata. “E' che... è che mi sembra di non avere niente a che fare con loro, ecco. Forse non avrei dovuto essere una Corvonero, forse...”
Forse non ci provi abbastanza.”
Non è vero!”
Guarda che le persone non diventano tue amiche così, senza che tu faccia niente per avvicinarle. E perché dici che non avresti dovuto essere in Corvonero?”
Il cappello era indeciso, avrebbe dovuto scegliere Serpeverde. Io non ho le qualità di Corvonero.”
Norman scosse la testa. “Il cappello non sbaglia, fidati. E poi non è vero che non hai nessuna qualità dei Corvonero. Sei tra i più bravi a risolvere gli indovinelli della porta.”
Quello non vuol dire niente...”
Sarà, ma io a volte non ci riesco.”
Stettero in silenzio per un po', persi nel panorama che scorreva fuori dal finestrino.
Nel sonno, il ragazzo dai capelli biondi si mosse, farfugliando qualcosa di indecifrabile.
Dici tanto di me, ma tu perché sei qui da solo?” Chiese ad un certo punto Rita, curiosa.
Non c'era nessuno.”
Questo è falso. Caroline e Tina sono le uniche del nostro anno ad essere rimaste ad Hogwarts. I genitori di Caroline sono in Francia da degli zii, quindi lei rimarrà qui con sua sorella più grande, che frequenta il quarto anno. Tina ha deciso di rimanere con lei, visto che sono molto amiche. Sua madre passerà a trovarla per il giorno di Natale, ma poi andrà in Egitto dal fratello di Tina, che fa lo Spezzaincantesimi. Quindi, tutti gli altri sono su questo treno, visto che tornano a casa.” L'aveva detto tutto di un fiato, felice di poter dimostrare di sapere qualcosa, dopotutto.
Norman spalancò la bocca, sorpreso. “Cosa...? Forse ti ho accusato ingiustamente, sembra che tu conosca le tue compagna meglio di quanto credessi.”
Rita sorrise, soddisfatta. Finalmente era in vantaggio.
Oh, non le conosco affatto. Sono solo una buona ascoltatrice.”
 
 
PS: eccomi tornata dopo tanto tempo, troppo tempo, forse. Mi scuso, ma negli ultimi tempi mi è stato impossibile trovare un momento libero per scrivere in santa pace, e quindi ho dovuto accantonare temporaneamente questa storia, sebbene a malincuore. Inoltre, è proprio un periodo no, voglio sperare che la qualità della scrittura non ne sia stata influenzata, ma non posso garantirlo.
Riguardo al capitolo: ho deciso di mostrare l'inserimento un po' difficile di Rita a scuola. Abituata a essere sempre al centro dell'attenzione ed ad ottenere ciò che desidera, trova qualche difficoltà a trovare il proprio posto in un ambiente così grande.
Riguardo ad i nuovi personaggi inseriti: non credo ci sia bisogno di dire chi è quell'Amos Diggory. Non avendo trovato la sua precisa data di nascita da nessuna parte, mi sono presa la libertà di dargli gli stessi anni di Rita & co. Edgar Bones, già comparso durante lo smistamento, è il fratello di Amelia Bones. Neanche di Xeno Lovegood ho trovato la precisa data di nascita, ho quindi immaginato che potesse avere all'incirca l'eta del signor Weasley (nato nel '50 ).
Norman è il mio OC, e qui ho deciso di mostrare la loro prima vera e propria conversazione.
Questo è tutto, sennò tra poco la nota supera il capitolo in lunghezza. ;)
Ringrazio chiunque abbia aspettato, letto e commentato questa storia. Ricordo che le recensioni fanno felici tanto tanto gli autori. ;D
  
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