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Autore: Nena blue    06/05/2012    0 recensioni
Francesca, 13enne alle prese con la vita di tutti i giorni, più o meno eccitante... perchè leggerlo? Per non sentirsi sole.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo in cortile, noi compagne della 3°D, e stiamo ripassando la poesia di Foscolo con una notevole difficoltà. Cioè, sono le altre che fanno fatica, io le aiuto a ripassare perché io sono un po’ più portata di loro nell’ imparare le poesie.
      -“Ne più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque , Zacinto mia, che te specchi nell’ onde del … del … mar greco … no, non è così!”- si arrabbia Selene mentre mi sta recitando la poesia.
      -“Dai riguardatela un po’, poi si riprova.”- le dico e mi avvicino a Chiara che tra poco si mette a piangere dalla disperazione.
      -“Cavolo!Cavolo cavolo cavolo cavolo!!”- urla battendo i piedi in terra –“non mi verrà mai, e la Barde mi metterà 3!”- conclude in tono drammatico.
      -“Glielo puoi dire alla Barde che proprio non t’è riuscita, ci sono io come testimone: dopo venti minuti a leggere la stessa strofa, bloccandoti all’ inizio del secondo rigo, beh credo che sia sufficiente a farle capire che … che ce l’ hai a morte con Foscolo!”- scherzo io nel tentativo di sdrammatizzare la cosa.
      -“Simpatica!”- risponde sarcastica –“non è che anche tu lo adori, no?”- si difende. È vero però, a me Foscolo è come se mi risucchiasse tutta la gioia che ho in corpo e la sostituisse con la sua malinconia, la sua rabbia verso il mondo. E poi quel suo pomposissimo modo di scrivere, come se fare poesia fosse una cosa così onorevole e vitale … mah! Secondo me la poesia rispecchia gli stati d’ animo dello scrittore, uno non si deve preoccupare se la forma grammaticale è corretta o meno, nella poesia tutto è permesso!
      -“Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnn!!!!”- suona la campanella. Ognuna si affretta a prendere lo zaino e la borsa di ginnastica e si avvia in gruppetti nell’ ingresso di scuola. Entrate in classe mettiamo a posto i nostri zaini etc e usciamo in corridoio. Ci sediamo sul termosifone e chiacchieriamo del più e del meno. Mentre stiamo parlando della scorsa lezione di arte arriva nel corridoio una ragazza mai vista prima. È alta come me, forse un poco di più, capelli nerissimi lunghi e folti , occhi verdi traforanti naso senza difetti, bocca chiara e sorridente e fisico perfetto. Ci si avvicina timidamente, zaino in spalla e borsa di ginnastica tra le mani.
      -“Ciao, sono Maddalena, sono nuova”- ci porge la mano.
      -“Ciao, io sono Francesca! Finalmente qualcuno di nuovo, benvenuta nella gabbia di matti più matta della scuola!!”- l’ accolgo felice stringendole la mano forse un po’ troppo forte.
      -“Io sono Camilla!”- dice lei a ruota.
      -“E io sono Chiara”- conclude il trio. Dopo le presentazioni con gli altri compagni la accompagnamo in classe. Per caso il banco accanto al mio è vuoto e così la sistemiamo lì. Poi usciamo di nuovo in corridoio per presentarci meglio. D’ un colpo tutti si concentrano attorno a lei, soprattutto i maschi, con sguardi appannati.
      -“Allora Maddy, come mai ti sei iscritta a scuola così tardi?”- le chiede Liam sproporzionatamente interessato alla cosa rispetto a quanto non lo sarebbe normalmente. Noi ragazze ce ne accorgiamo e ridacchiamo. Lui ci fulmina con lo sguardo.
      -“Sono appena tornata con la mia famiglia da un viaggio in Africa, mio padre è medico, siamo andati lì per curare i bambini africani. Tra poco dovrebbe arrivare anche mio fratello, Matteo.”- dice sporgendosi per  vedere se qualcuno arriva dal corridoio.
      -“Ahhhhh!!! Una ragazza e un ragazzo nuovo in classe in un solo giorno! Evvai, carne fresca carne fresca!”- esclamo in un impeto di gioiosa follia. Maddalena ride. Che denti bianchi che ha! È così perfetta, e non si vanta nemmeno penso.
      -“Se tuo fratello è carino come te, qui ci sarà da litigare!”- aggiunge togliendomi le parole di bocca Camilla. E poi, come in un film, in una scena al rallentatore, eccolo. Appare dal corridoio come niente fosse. È semplicemente bellissimo, non riesco a smettere di guardarlo. Tra poco mi cascherà la bavetta dalla bocca. È altissimo, capelli corti e neri come quelli della sorella. Occhi verdissimi e espressivi. Bocca morbida e fresca. Fisico da urlo. Look perfetto. Si avvicina anche lui e mi sembra che mi lanci un’ occhiata fugace. Cosa mi sono messa oggi? I jeans attillati con gli stivali carini? Nooo, i soliti jeans scoloriti e adidas, proprio oggi, e chi lo sapeva!
      -“Ciao a tutti, io sono Matteo, il fratello gemello di Maddy.”- sveniamo al suono paradisiaco della sua voce.
      -“Ciao io sono Camilla!”- si lancia la più audace di tutte noi.
      -“Io sono Selene”- si affretta l’altra.
      -“Io Chiara!”- una a una si presentano tutte le ragazze. Solo i ragazzi, chissà come mai, se ne stanno imbronciati in un angolo facendo il verso a Matteo. Poi inevitabilmente tocca a me presentarmi. Di solito io non sono timida, cioè, non ho mai avuto problemi a socializzare con chicchessia. Ma con lui è diverso. Sento il viso avvampare, lo stomaco fare un triplice salto mortale, il formicolio ai piedi. Sto forse esagerando? No, no, non sto esagerando. Che mi succede? Mi guarda sorridente e dentro di me penso di non aver mai visto un ragazzo così bello.
      -“Io sono Francesca!”- riesco finalmente a dire con un fil di voce. È un miracolo che sia riuscita a cavarmi fuori di bocca quelle tre striminzite parole. Poi, in lontananza, la sagoma della prof di lettere ci spinge a rientrare in classe. Sono così elettrizzata!! Dopo il solito saluto la prof si siede alla cattedra e annuncia
      -“Allora ragazzi, oggi sono venuti a scuola due ragazzi, fratelli gemelli mi pare, no?”- scorre lo sguardo sul registro –“ Maddalena e Matteo Santoni. Su dai, presentatevi.”- conclude rivolgendosi ai nuovi arrivati. Maddalena si alza per prima in piedi accanto a me e sorride a tutti.
      -“Ciao, io sono Maddalena, ho tredici anni e mezzo e sono fiorentina di nascita ma ho sempre vissuto a Monza finora. Ma visto che mio padre ha ritrovato lavoro in un suo vecchio ambulatorio qui a Firenze, ci siamo trasferiti.”- racconta serena e poi si risiede con calma. Poi si alza Matteo e tutte le ragazze fanno un sospiro generale. Io no, rimango paralizzata e rossa come poco prima.
      -“Io sono Matteo. Ho la stessa età di Maddalena e la sua stessa storia!”- dice sorridendo. Tra le ragazze si sparge una contagiosa risatina stupida. Il genere maschile non sembra apprezzare lo spirito di Matteo. La mattinata passa tranquilla, mentre la maggior parte delle ragazze stanno a guardare Matteo con sguardo inebetito, io per non dover far notare la mia faccia imbarazzata chiacchiero con Maddalena, e scopro che è simpaticissima, sensibile e matura. Che persona perfetta! Ha i miei stessi gusti e le mie stesse preoccupazioni sull’ ambiente e sugli animali. E poi mi racconta della sua avventura in Africa, dove ha visto tanta disperazione quanta bellezza della natura. Ha visto moltissimi animali selvatici e ha potuto conoscere tanti bimbi africani piccoli e curiosi. Racconta di come erano affascinati dai suoi gesti quando cercava di spiegare loro qualcosa e dal suono della sua lingua, così diversa dalla loro. Anche a me piace come parla Maddalena. Ha l’ accento tipico nordico, che io riconosco perché metà dei miei parenti (che coincidenza!) abita proprio a Monza. E poi mi spiega che durante il giorno lei stava soprattutto con i bimbi, un po’ perché non sapeva che fare tutto il giorno, un po’ perche loro volevano sempre stare con lei. Li faceva disegnare con i fogli, le matite e i pennarelli che gli aveva portato dall’ Italia. Si è stupita di vedere con che sguardi gioiosi e meravigliati si rigiravano i pennarelli tra le dita. In pochi sapevano disegnare, tanto meno colorare! Così gli ha insegnato a disegnare e piano piano anche a scrivere in italiano. Più la ascolto, più mi accorgo di aver conosciuto una persona davvero speciale. C’è qualcosa in lei, che mi affascina moltissimo. Suona la campanella di fine giornata e mi sembra che il tempo sia volato … di solito a scuola non mi succede mai!! All’ uscita vedo Matteo unirsi a Maddalena e dirigersi verso una macchina grigia accostata al marciapiede. Sospiro. Accanto a me Chiara sembra leggermi nel pensiero.
      -“Non lo avremo mai, Franci, rassegnati. Ho già visto quelle delle altre terze andargli addosso all’ intervallo, per sbaglio, s’ intende!”- mi strizza l’ occhio. Si lo so, penso, tempo tre giorni che quello lì sarà come la carta moschicida, tutte le farfalle appiccicate! E tempo una settimana avrà anche la ragazza. Che ci posso fare, non sono la prima della lista!
  
  
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