Discendo per te,amore mio,nella terra bruna
Tu ch'hai le penne Amore
E sai spiegarle a volo,
Deh muovi ratto un volo
Fin là dov'è 'l mio core.
E se non sai la via,
Co' miei sospir t'invia.
Va pur ch'il troverrai
Tra 'l velo e 'l bianco seno,
O tra 'l dolce sereno
De' luminosi rai,
O tra bei nodi d'oro
Del mio dolce tesoro.
Le porte si aprirono all’ingresso del signore e della sua sposa che lo accompagnava affiancata a lui,stringendo il suo braccio destro. Tutti esultarono per il ritorno della loro amata regina che salutava tutti con cordialità e un dolce sorriso sulle labbra di rosa. Ade prese per la mano la sua amata e la fece sedere accanto a lui mentre stavano arrivando le ancelle con grandi piatti d’oro pieni di succulente pietanze. Sedevano vicini tenendosi di nascosto la mano destra. Il dio dell’Averno non poteva mostrarsi così smielato in pubblico e questo Persefone lo sapeva bene. A loro bastava solamente essere vicini o sfiorarsi con la pelle o uno sguardo di sfuggita per dimostrarsi il loro amore. Non necessitavano proprio di mostrare il loro amore con effusioni esagerate come quelle dei fratelli Afrodite e Ares. Persefone stava alla sua destra e non un gradino più in basso come Zeus ed Era. Lei era sua pari e sempre sarebbe rimasta tale. Per sempre sua.