Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: xkissmejdbieber    06/05/2012    5 recensioni
Hope ritrova un diario nella soffitta della casa della sua bisnonna da anni disabitata. Rimane catturata da una storia d'amore, quella tra Justin e Devonne, nella Parigi del 1893. Ma non tutte le tessere del puzzle combaciano..
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dear Diary,                                                                                          Parigi, 22-03-12
 
Sono passati due giorni sulla mia pelle e stasera, dopo lo spettacolo mi ritrovo qui distesa a riempire queste pagine. Stamattina sono stata in giro per Montmatre e Pigalle, ho girato le librerie e con i pochi soldi che mi aveva lasciato Caroline prima di partire ho comprato due libri, dell'inchiostro, della frutta e verdure, una baguette. Ho deciso che per la mattina o per il pomeriggio prima dello spettacolo devo trovarmi un lavoro da queste parti. Qualcosa che mi dia l'opportunità di ricavere soldi nel tempo libero da investire per comprare beni di prima necessità, qualche vestito e libri da divorare. Il Dottor Bieber viene ogni sera a guardare lo spettacolo, seduto al tavolino a sorseggiare vino rosso. Mentre ballo lo osservo nella penombra del cabarret in cui le luci sono tutte puntate su di noi, lui e quella sua aria da dannato donnaiolo.
Stasera era appena finito lo spettacolo, stavo tornando al camerino quando una voce mi ha strappata ai miei pensieri..

"Signorina Devonne! Signorina Devonne!"
Mi girai e mi trovai di fronte il signor de Toulouse seguito dal Dottor Bieber. Deglutii e sentii nelle orecchie il rumore provocato dalla saliva che scendeva nella mia gola e mi sembrò un rumore intollerabile, udibile da chiunque.
"La ringrazio per la sua attenzione. Sono rimasto profondamente sorpreso dalla sua bellezza, dal suo volto e dalle sue movenze e vorrei chiederle di concedermi l'onore di ritrarla, se le sta bene. Di sicuro la ripagherò per questa cortesia. Le vanno bene mille franchi?"
"Ovviamente si, sarà un mio onore! Mille franchi sono una grande somma di denaro."
"Vorrei farle questo ritratto quanto prima possibile, mi è stato commissionato da un cliente che ha urgenza di ricervelo. Le va bene se domattina ci incontriamo qui davanti alle dieci?"
"Oh si, va bene. Ora se non le dispiace devo andare. La mia abitazione mi aspetta!"
"A domani allora, Signorina Devonne!"
Mi girai e entrai nel camerino. Mi tolsi quei vestiti e mi rivestii con abiti consoni a una fanciulla rispettabile e uscii nel freddo di Parigi.
"Signorina Devonne?!"
Chi era ancora? Mi giraii e vidi il dottor Bieber lasciare da sola una donna con cui stava chiacchierando e avvicinarsi a me.
"Dove va a quest'ora tarda da sola? Non sa forse che le strade di Parigi possono essere molto insidiose per una giovane così bella?"
"La ringrazio per il complimento ma non ho nessuna compagnia, non ho scelta."
"Se vuole l'accompagno. Dove abita?"
"Poco lontano da qui, Dottor Bieber."
"Vuole una carrozza o vuole procedere a piedi?"
"Opto per la seconda."
"Va benissimo."
Mi si affiancò e camminammo per un po' immersi nel silenzio, poi lui si tolse dal taschino un pacchetto di singarette e un accendino d'argento e stringendo tra le labbra la sigaretta l'accese mettendo le mani a coppa intorno alla fiamma. Lo osservai mentre faceva tutto ciò poi si rivolse a me sorridendo e porgendomi il pacchetto:
"Ne vuole una?"
"No, grazie. Non fumo e non so come si fa."
"Oh, guardi è la cosa più semplice della terra. Si inspira- detto questo si portò la sigaretta alle labbra e inspirò- si trattiene il fumo ispirato- disse allontando la sigaretta dalle labbra morbide e invitanti come due pesche succose- e poi si espira."
Detto questo cacciò tutto il fumo dalle narici producendo nuvolette bianche simili a quelle del vapore nelle notti invernali. Le osservai diradarsi, riccioli bianchi nella notte fredda, e tornai a guardarlo.
"Vuole provare?"
Mi porse la sua sigaretta girandola verso di me dal lato del filtro. La ossevai stranita.
"Sempre se l'idea delle mie labbre su di essa non le dispiaccia, Singorina."
"Non si preoccupi. Provo."
Mi fermai e presi tra il medio e l'indice la sigaretta e osservai il filtro rivestito dalla carta color ocra e il resto della carta bianca. L'avvicinai alle labbra e inspirai. Il fumo che mi andava ai polmoni mi bruciò la gola. Allontanai la sigaretta dalle labbra con calma dissimulando il fastidio e trattenni per poco il fumo. Poi dischiusi le labbra e lo lasciai uscire.
"Per essere il suo primo incontro con una sigaretta se l'è cavata benone. Io provai tre anni fa quando sfraffignai una sigaretta a mio padre mentre era a caccia e provai. Tossii per parecchio tempo, erano anche molto forti."
Risi di gusto immaginando la scena poi gli porsi la sigaretta e allora notai l'impronta del mio rossetto su di essa.
"Mi dispiace per avergliela sporcata."
"Oh no, non si preoccupi è una cosa provocante."
"Cosa?"
"Vederla fumare e osservare l'impronta delle sue labbra sulla sigaretta."
Detto questo riprendemmo a camminare per le strade deserte e buie di una Parigi addormentata e silenziosa.
"Che ci fa una ragazza da sola a Parigi? State cercando la vostra strada lontano da casa?"
"Niente di simile. Mia madre lavorava in un circo in cui sono cresciuta. Da quando è morta ho vissuto lì, nei carrozzoni del circo, girando città e avendo un mio piccolo numero nello spettacolo in cui ballavo in vari ruoli. Era la mia casa. La direttrice del circo poco prima che arrivassimo qui a Parigi mi ha comunicato che non sarei più stata parte integrante della grande famiglia del circo.. Mi ha affidata a Louise Weber chiedendole di trovarmi un piccolo appartemento e un lavoro fisso: quello di ballerina al Moulin Rouge. Il resto è facilmente desumibile."
"Non deve essere facile la tua vita.. Ma sono sicuro che la direttrice l'abbia fatto per affetto. Ha talento e di certo il suo numero al circo deve essere stato bello e non degno di essere rimpiazziato. Ha perso una ballerina per l'affetto che nutre nei suoi confronti."
"Ne sono convita. Mi hanno cresciuta insegnandomi a leggere, a scrivere, contare, cantare, ballare e pensare. So parlare inglese grazie ad un equilibrista di Londra che parlava solo inglese e non sapeva parlare francese. E lei perchè è qui?"
"Vengo dal Canada, sono un famoso dottore lì. Ma deve sapere che si racconta di Parigi ovunque, soprattutto del suo lusso e delle sue donne. Così ho deciso di vivere qui per un po' e di trovarmi una sposa tra queste strade."
"Che storia interessante. Ha trovato una moglie?"
"A dir la verità no, ma ho trovato, sa, molte donne disposte a essere mie per una sola notte."
"Capisco."
Mi fermai per strada e osservai una palazzina di pietra alla nostra sinistra.
"Abito qui, Dottor Bieber. La ringrazio per la sua compagnia e la sua cortesia.."
Vidi il Dottor Bieber guardare a destra e a sinistra della strada poi avvicinarsi a me di botto e afferrarmi per la schiena premendo il suo corpo contro il mio. Mi fece indietreggiare fino alla casa fino a quando le mie spalle toccarono la pietra fredda dietro di me. Mi tenne ferma e mi accarezzò la gamba tra ginocchio e anca insinuando la mano sotto la sottana nera. Eravamo contro fronte, i nostri corpi vicinissimi. Provavo terrore e repulsione per quello scatto improvviso. Ma anche eccitazione per quella situazione totalmente nuova e ero attrata da quegli occhi vicini e veri. Lui si fermò. Si allontanò di poco da me lasciandomi andare. Lessi nei suoi occhi il desiderio e qualcosa di diverso che non seppi comprendere e leggere in quei pozzi oscuri. Lo fissavo spaventata e incantata. Si riavvicinò a me e mi aggiustò una ciocca di capelli neri che mi era finita davanti all'occhio sinitro portandomela dietro l'orecchio.
"Arrivederci."
Si girò e se ne andò, lasciandomi così sconvolta. Rimasi per parecchi minuti impietrita, appoggiata con le spalle al muro, come se fosse la mia unica certezza, come se la terra fosse fragile. Il freddo poi penetrò nei miei vestiti e mi riscossi. Entrai nella palazzina e salii le scale. Mi ritrovai davanti alla mia porta, presi la chiave che conservavo nel reggiseno ed entrai. Una domanda mi eccheggiava e mi eccheggia nel cervello ora, a distanza di un'ora passata a pensare: Perchè?
                                                                                                         Tua, Devonne


HEY BUBE.
Alloooora. Grazie a tutte quelle che hanno recensito e a quelle che mi hanno fatto i complimenti tramite Twitter. Siete stupende.
La volta scorsa ho dimenticato una cosa: I personaggi (tranne Bibah e Devonne) sono realmente esistiti.
Le regole (?) sono le stesse: 4 recensioni e continuo (sono accettate anche 5, eh! lol)
With love, @rapemejdbieber on Twitter.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: xkissmejdbieber