Inanzitutto scusate tanto per la luunga assenza,non avevo voglia, o meglio ispirazione per continuare e spero non siate troppo arrabbaite con me.

 

 

Non so come lui facesse a farmi dimenticare tutto ciò che mi faceva stare male, ma in qualche bizzarro modo ci riusciva, mi faceva stare bene, sempre.

Non trovavo le parole giuste per dirglielo, avevo paura, una sensazione strana che pensavo non fosse possibile provare anche nei suoi confronti.

Mi trovavo così tanti difetti che non riuscivo a capire perchè lui mi ripetesse che ero perfetta, magnifica e che non avrebbe mai voluto disctaccarsi da me. Lui aveva tanti problemi che lo tartassavo minuto dopo minuto, ma non se ne faceva accorgere, cercava di trasmettermi forza, quella forza che io non avevo, che perdevo subito dopo averla acquistata per un secondo.

Avevo deciso, come già detto che avrei sopportato tutto pur di stargli vicino,ma l'essere presa in giro giorno per giorno, tartassata, umiliata, non lo potevo sopportare,non avevo tutta quella grinta per rispondere e andare avanti, preferivo subire e tenermi tutto dentro.

Erano ormai mesi che a scuola ero lo zimbello anche se Justin aveva chiarito tutto con quelle persone, si era sottomesso, aveva accettato di darli dei soldi pur di essere lasciato in pace e così fu, anche se lui si sentiva uno stupido, si era pentito.

La nostra storia aveva tante maschere: quando eravamo soli sembravamo quelle coppiette da film che mostravano la classica frase " e vissero felici e contenti".. in pubblico c'erano gli amici, coloro che erano sinceri, veri e ti stavano accanto, ma c'erano anche coloro che ti ridevano dietro, ti urlavano contro e ti facevano cadere l'autostima sotto zero.

Erò lì a riflettere sulla vita che avrei voluto mentre Justin dormiva appoggiato a me. Era bellissimo, non trovavo neanche un piccolissimo difetto in lui, in niente, era perfetto e non mi capacitavo di averlo mio e che io gli appartenevo.

Aprì leggermente gli occhi facendomi un grande sorriso che avrebbe iluminato il mondo anche in una giornata di pioggia; mi abbracciò.

Che fai Noemi,se non dormivi potevi svegliarmi.

Ma figurati, tanto non mi annoiavo, mi piace soffermarmi a guardarti.

Madò ma quanto sono fortunato ad averti come ragazza, ti amo.

Io sono fortunata, non tu.

Vuoi davvero che mi arrabbi, che ti faccia smentire queste parole? Ti avverto, sarà facile per me farlo.

Nono. Non sapevo come fermarlo così lo baciai, sà i baci risolvono molte cose. 

 

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Era mattina, stavo andando a scuola contro la mia volontà e mi si avvicinò Caroline.

Erano mesi che non parlavamo, era finito tutto tra di noi, eravamo quasi nemiche.

Ciao Noemi. mi disse con la testa bassa.

Senti vattene se sei qui per umiliarmi, devo sopportare già 5 ore così non iniziare di già per favore.

No, sono qui per dirti scusa, mi manchi tanto. Scoppiò imrpovvisamente in un pianto.

Pensi che basti? Dopo tutto ciò che mi hai fatto? Ero perplessa, ma non potevo cedere subito.

No, assolutamente. Mi farò perdonare e ti prometto di difenderti, di supportarti e ti farti capire che tengo ancora a te, nonostante tutto.

Fai come vuoi. La sorpassai ed entrai a scuola.

Da una parte ero felice,non sembrava volesse farmi uno scherzo, sembrava sincera e mi piaceva crederci.

Nell'ora di pranzo, a menza si sedette vicino a me facendo tacere tutte le voci che erano contro di me. Era molto popolare e quindi tutti l'ascoltarono senza ribattere o "disobbedire".

Non le dimostrai quanto fossi contenta o meravigliata, dovevo essere indifferente per capire se faceva sul serio.