Camminava, arrancando nella pioggia. Sollevò il capo, chiudendo gli occhi. Piccole gocce gli bagnarono il volto, mischiandosi alle lacrime calde. Cadde in ginocchio, e spalancò gli occhi, guardando l’immensa luna seminascosta da piccole nuvole grigie.
Urlò. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, disperato. Un tuono coprì le sue grida di dolore, ma lui non smise. Era troppo. Non ce la faceva più. Troppi sentimenti lo opprimevano.
Odio.
Dolore.
Disperazione.
Rabbia.
Frustrazione.
Troppi per un solo cuore. Troppi per una sola anima.
L’urlo si affievolì, e di nuovo il rumore della pioggia sovrastò tutto. Si rannicchiò per terra, tremando. Le lacrime gli offuscarono la vista per un momento, e sbattè le palpebre. Ma non erano le lacrime. Il mondo lentamente perse forma, i colori si mischiarono, diventando uno solo.
L’oscurità lo avvolse.
Si ritrovò in piedi, ogni rumore e odore era scomparso. Tese una mano verso il nulla.
Odio.
Dolore.
Disperazione.
Rabbia.
Frustrazione.
La mano sfiorò qualcosa, e la ritrasse come impaurito. Ma vide che era solo lei. Un piccolo sorriso di liberazione comparì sul volto del ragazzo. Chiuse gli occhi e allargò le braccia, lasciandosi cadere all’indietro, precipitando verso il nulla.
“Ahhh…sono morto”