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Autore: RoloChan105    07/05/2012    7 recensioni
Un incidente d'auto e il suo compagno di corso: Zoro Roronoa, la salva e muore al posto suo. Stenta a crederci Nami che sia successo sul serio.
Il giorno dopo però, come se niente fosse, eccolo lì accanto a lei. La cosa strana è che nessuno ricorda niente...ok, chi è realmente?!
Personaggi: Zoro-Nami-Mihawk-Law-Bonney-Perona-Hancock.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Drakul Mihawk, Nami, Roronoa Zoro, Trafalgar Law | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Time to Die



Capitolo 1



Concentrazione.

Questa era la parola chiave: concentrazione.

Con-cen-tra-zio-ne!

Concentrazione!

Concentrazione, concentrazione e nuovamente e insistentemente, fottutamente CONCENTRAZIONE!

Si portò le mani tra i capelli abbandonando in malo modo sul banco la matita.

Era impossibile, estenuante e soprattutto irritante!

Digrignò i denti e serrò gli occhi. Calmarsi. Doveva mantenere un ferreo controllo sul suo stato d’animo.

La rabbia portava a distruggere gli oggetti e a beccarsi una sgridata…

Fare orecchie da mercante, era la soluzione! Si! Ignorarlo. Ignorarlo palesemente non dandogli il minimo cenno di soddisfazione.

Però, come poteva farlo?

Lentamente, voltò di poco la testa e nascosta dai lunghi e fiammeggianti capelli color del sole, con la coda dell’occhio, osservò il fondo dell’ aula.

Magnetico, penetrante e vibrante.

Non aveva altre parole per descrivere quegli occhi. Neri come la notte, profondi da poterci annegare dentro. Sembravano scrutarle l’animo, i suoi più intimi segreti come se per lui, lei fosse stata un libro aperto. Disagio, non era esattamente quello che provava, ma sentiva nelle viscere una primordiale paura. Eppure, era sciocco quanto stupido.

L’idiota che la stava fissando con insistenza da quella mattina, era niente meno che Zoro Roronoa. Seguiva come lei varie materie, tra cui il corso di storia, di italiano e di religione. Poche volte, quasi mai, si erano parlati nonostante lei sapesse la fama che aveva tra il popolo femminile.

Era il fatto di essere così chiuso, così misterioso e così affascinante da renderlo una preda per chiunque avesse il fegato di provarci. Poche persone ci avevano provato e quelle poche, non si erano più azzardate a incrociarne la strada.

Bene. Sapeva quindi che oltre ad essere un premio ambito per le donne irraggiungibile, era chiuso e disinteressato…

E allora perché diavolo stava guardando lei!?

La paranoia incominciò a penetrarle nel cervello, mandando a quel paese la concentrazione sulla spiegazione della professoressa sull’argomento del giorno.

Che avesse qualcosa dietro la schiena? O tra i capelli!? Non si era pettinata? Aveva pestato qualcosa!?

Cosa non andava!? Le era cresciuta un'altra testa!?

Senza farsi notare, avvicinò una mano al collo, facendo finta di massaggiarselo. Per lo meno, aveva testato che di testa, ne aveva solo una.

Scosse quindi il capo, facendo oscillare le ciocche. Che assurdità…

Eppure, sentiva, percepiva, poteva addirittura sentite il peso di quello sguardo.

Con il gomito, urtò il lapis e come tutte le matite di forma cilindrica, andò ad infrangersi sul duro pavimento. Addio mina…

Spostò con le gambe la sedia e con un braccio, si sporse a raccoglierla. Esitò e infine, volse nuovamente il capo…ed eccolo lì.

Sguardo fisso, occhi penetranti…Sospirò socchiudendo gli occhi. Forse l’idea migliore era lanciargli un occhiataccia! Fulminarlo e intimarlo silenziosamente di smetterle di fracassarle le balle.

Era un idea…

Incurvò le sopracciglia e contrasse la fronte, scoprendo così i denti. Appariva minacciosa!?

Mha…in risposta, quasi del tutto inaspettata, ottenne un sorriso.

Con la schiena, si rizzò e nuovamente riassunse la classica postura.

Non era normale. No! Neanche un po’.

Quel sorriso oltre ad averle fatto venire un infarto, non era certamente umano. Altro che preda…In quel momento, lui aveva l’aria di tutt’ altro: quella di un predatore.

E la preda sono io…”

Quasi le mancò il respiro per quel pensiero.

Sentiva la gola farsi secca e i muscoli irrigidirsi…

Questa era suggestione, trovò un barlume di pensiero; questa era autosuggestione bella e buona! Stava facendo la storia più lunga di quello che era.

Magari le piaceva. Magari le voleva chiedere un appuntamento…un appuntamento a letto?

Sussultò quando sentì la campanella segnalare la fine delle lezioni. Sospirò non preoccupandosi di celare la sua ansia. Con lentezza, prese i propri libri e quaderni e li ficcò nella borsa a tracolla.

Calmarsi. Questo doveva fare. Aprì il diario e controllò la prossima lezione…religione.

Merda.

Si alzò in piedi e seguì la massa di studenti verso il corridoio.

Sviò, cercando di non guardarsi indietro, di arrivare al proprio armadietto per poter bere un sorso d’acqua e cambiare i libri. Non poteva ridursi così per…per uno sguardo!

E un sorriso”, le ricordò una vocina nella mente.

Si, anche per quello. Posò i libri che aveva già utilizzato e stappò la bottiglia nuova che aveva preso al bar poche ore prima. L’acqua fresca sembrò rigenerarla. Si concesse un altro sorso e per poco non soffocò quando tra la massa, scorse la zazzera verde di Roronoa. Per sua fortuna, sembrava non l’avesse vista. Chiuse in fretta e furia l’armadietto e si diresse in classe.



Incubo…

E tutto, nel giro di due ore. Due ore che sembravano peggiorare minuto dopo minuto, secondo dopo secondo.

L’unico posto libero…guarda caso, era quello accanto a Roronoa. Aveva sentito le voci di protesta delle altre ragazze del corso quando si era seduta accanto a lui.

Stranamente, sembrava non essere più interessato…

-Come stavo spiegando la scorsa lezione-La professoressa, una donna sulla cinquantina, camminava avanti e indietro tra i banchi.-Approfondiremo il tema de: “il libro dei morti”.-

Forse era il caso di seguire la lezione…Estrasse il suo quaderno e una penna.

-Il Libro dei morti era un papiro sul quale gli antichi egizi scrivevano in geroglifico formule magico - religiose che dovevano servire al defunto nel suo viaggio nell'aldilà, per consentirgli di "vivere" ancora nel mondo ultraterreno. -Accennò una breve introduzione passando a rassegna i suoi studenti. Vedendoli concentrati e vogliosi di ascoltare, continuò:- Si tratta, generalmente, di formule e di racconti incentrati sul viaggio notturno del Dio sole e della sua lotta con le forze del male che tentano, nottetempo, di fermarlo per non farlo risorgere al mattino.- Nami, svelta di mano, scribacchiava qualche punto saliente.

-Roronoa-La voce dell’insegnante la fece nuovamente quella mattina, sussultare. Si voltò nella sua direzione e lo trovò nuovamente ad osservarla. La docente si avvicinò al suo banco e gli scoccò un occhiataccia. In risposta, Nami si strinse nelle spalle e non sapendo che fare, fissò il ragazzo di rimando. Nuovamente avvertì quella scossa…come se lui, le leggesse dentro. E si sentiva così vulnerabile.

-Sto parlando con te!-La professoressa sbattè le mani sul banco in modo da attirare la sua attenzione. Lente, le sue pupille si mossero dal focalizzare Nami, alla donna. Infine, volse del tutto il volto verso di lei.-Immagino che dato il tuo non seguire la lezione, tu sappia tutto sull’argomento.-

Un sorriso, freddo ma elegante, si disegnò sulle sue labbra.

-Può scommetterci-Parlò e la sua voce fece vibrare il petto di Nami. Era profonda, bassa, quasi accennata ma di un intensità che la fece trasalire.

-Molto bene-La donna annuì allontanandosi.-Allora perché non ci spiega lei-Abbozzò un ghigno-Signor Roronoa la lezione!?-

Con stupore di Nami, lo osservò alzarsi in piedi e chiudere gli occhi.

-Senza libro-Lo sfidò mettendolo o almeno, pensando di metterlo in difficoltà.

-Come vuole-Con un alzata di spalle, Roronoa prese a parlare.- Il testo doveva servire a preparare la testimonianza sulla sua condotta in vita, che il defunto doveva fornire davanti al giudizio di Osiride.-Riprese la spiegazione dove lei, si era interrotta.- Il papiro era poi posto nella tomba, o a volte direttamente nel sarcofago, assieme ai tesori e alle suppellettili ritenute necessarie per l'anima in viaggio. Inizialmente i testi venivano tracciati sulle pareti della camera sepolcrale. Nel Medio regno si usò dipingere i geroglifici sul sarcofago, e solo a partire dalla XVIII dinastia si impiegarono i papiri.- Rimase a bocca spalancata Nami, così come rimase anche il resto della classe. Si aspettavano di tutto ma non che Roronoa fosse così ben istruito sull’argomento.

-Io sono lo Ieri e conosco il Domani.-Cominciò a recitare qualche formula dopo quasi mezz’ora di spiegazione.

-O voi, Spiriti divini, guardate!

Ecco la mia Anima che cammina al vostro fianco.

Essa vi parla: come voi, essa è santificata.

Poichè la Bilancia del Giudizio si è pronunciata per essa.- Chiuse nuovamente gli occhi e con strafottenza, lanciò un sguardo all’insegnante. –Vuole continuare lei o preferisce che oggi sia io a spiegare la lezione?-La docente si riscosse e scuotendo il capo, tornò alla cattedra, intimamente stupita.

-Non mi aspettavo una così ampia conoscenza dell’argomento-Ammise aprendo il registro.-Sai anche qualche formula!-

-Io so tutte le formule-La corresse inarcando un sopracciglio, come se per lui, quel sapere fosse importante.-

-Tutte?-

-Tutte-Confermò, l’ombra del sorriso derisorio si era dissolto nel nulla.

-Salve, o Osiride, Toro dell'Amenti!

Ecco che Thoth, Principe dell'Eternità,parla con la mia bocca!

In verità io sono il dio grande che accompagna nella sua navigazione la Barca Celeste!

Io giungo, al presente, per combattere al tuo fianco, o Osiride!

Poichè io sono una di quelle antiche divinità…-Si fermò abbassando lo sguardo sul banco. Un particolare lo fece fermare. Un piccolo foglietto nero di carta che catturò immediatamente l’attenzione di Nami. Osservò Roronoa prenderlo e cacciarselo in tasca.-è meglio finirla qua-Borbottò rimettendosi seduto.

-Ammetto che sei stato distratto-Annotò la donna scrivendo-…e sfacciato-Aggiunse-Però, meriti decisamente un voto per questa tua esposizione così fornita su una lezione non ancora affrontata-

Nemmeno la stava ad ascoltare…Nuovamente, il suo sguardo era fermo su di lei. Lei e nessun altro. Non erano molto lontani, solo qualche centimetro li separava.

Con una mossa, veloce eppure lenta, si sporse con grazia verso il suo orecchio. E nuovamente, il suono della sua voce le fece venire i brividi.

-Io e te dobbiamo parlare…da soli.-


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Cosa ci faccio io qua!? Su EFP?! Dopo quasi un anno di assenza!?

Me lo chiedo un po' anch'io n effetti. Vi basti sapere, che ho perso una scommessa e la cosa mi rode...e Jemanuele lo sa!

Ad ogni modo, ecco un mio vecchio lavoro. Una breve fiction di 12 capitoli se non ricordo male.

Per vostra sfortuna non è rossa e nemmeno arancio. Spero lo stesso che sia di vostro gradimento.

   
 
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