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Autore: His Juliet forever    07/05/2012    5 recensioni
Piccola One-shot su Rose e Dimitri...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Quanto manca, compagno?- chiesi, assopita. Stavamo andando a prendere Lissa e Christian che, a quanto pare, non riuscivano a tornare all’accademia perché la loro macchina si era rotta. Era tutto cominciato in un giorno in cui ero spensierata e felice alla St. Vladimirs. Lissa e Christian erano partiti per una vacanza e io ero appena uscita dalla mente di Lissa, che stava facendo cose un po’ indecenti con il suo ragazzo. Mi squillò il telefono e andai a rispondere. Era lei che chiedeva se potevo raggiungerli.
- Ma è un giorno di viaggio!- mi lamentai.
- Lo so, comunque puoi pure non venire, tanto Christian e io ci diver…-
- No, vengo. Devo solo chiedere il permesso alla Kirova-
- Ok, noi ti aspettiamo. Fa con comodo.- e riattaccò. Stava vivendo dei giorni un po’ troppo lussuriosi, per me. Beata lei. Io e Dimitri neanche ci parliamo… Sbuffai e andai dalla Kirova. Dopo una lunga litigata, riuscii ad ottenere il permesso.
- Ma- cominciò lei – ovviamente non posso mandarti da sola, quindi con te verrà il vero guardiano di Vasilisa.-

Ed ecco come eravamo arrivati a quel punto. Ad ogni minuto cercavo di nascondere la felicità immensa che mi attagliava quando stavo con lui.
- Ancora un giorno completo.- Mi girai dalla parte opposta alla sua. 1 giorno! Che bello! Fuori era già buio e mi prese una folgorazione. Dove avremo dormito? Insomma, avevamo cominciato il viaggio da un’ora ed erano già le undici. Non so se lui aveva bisogno di dormire, ma io… Di sicuro in macchina non ci stavamo. Feci per aprire bocca, ma lui mi precedette.
- Ci fermeremo in questo motel.- disse. Colsi un tremito nella sua voce. Cioè, io e lui nella stessa stanza? Prima di sorridere e tradirmi pensai che sicuramente lui avrebbe preso due stanze diverse. Sperai che fosse così, sennò sarei morta nel giro di dieci minuti. Mi sentii rossa come un pomodoro mentre entravamo dentro il motel. Lessi un cartello che diceva “ Vietato minori di diciott’anni.”. Avevano paura che si facesse qualcosa di sconcio nelle camere? Bah. Nonostante, alzai il mento e assunsi un’espressione che mi fece sembrare più grande. Poi il mio compleanno era fra qualche mese…
Guardai Dimitri, che camminava a qualche metro da me. Sorrisi inconsapevolmente come un’innamorata persa. Ero al settimo cielo perché ora sapevo che anche lui provava qualcosa per me. Non c’era giorno in cui non pensavo a quell’incantesimo di lussuria, era stato indimenticabile. Lui andò alla reception e ritornò con una chiave in mano e una strana espressione in viso. Aspetta…solo una chiave?
- Non ci sono abbastanza soldi per prenderne due.- mi informò, con la stessa espressione impenetrabile di sempre. Eppure sotto sotto sapevo che un po’ imbarazzato lo era anche lui.
- Uh- disse la saggia Rose. Mi sentivo la faccia scottare e il cuore battere a mille. Cavolo, da quando stare con un ragazzo mi turbava così? Beh…perché lui era Dimitri Belikov, ed era il ragazzo più figo esistente su questa terra, probabilmente. Davanti alla porta mi cedette la chiave.
- Vado a controllare in giro.- Da quella frase capii che sarebbe stato via per molto tempo, per perlustrare la zona. ( E per tenersi alla larga da me, a mio parere) Sperai che non ci fossero strigoi di passaggio.
- Certo- dissi, nascondendo alla perfezione tutta la mia delusione. Quando lui se ne fu andato chiusi la porta. La stanza era abbastanza carina. Tutta di legno con due letti e un bagno. Mi sedetti sul letto, accaldata. Sapevo che così non sarei riuscita a dormire. Mi tolsi la felpa e restai in jeans e cannottiera. Restai distesa per cinque minuti a non pensare a niente, poi, d’un tratto, la porta si aprì con uno scatto. Feci un salto di due metri per lo spavento.
- Hai la delicatezza di un orso, compagno. Allora, niente strigoi?- chiesi.
- No- In quel momento capii. Lui voleva aver meno dialogo possibile con me. Ecco la sua tattica. Scossi la testa.
- Va bè. Vado a farmi una doccia.- dissi ed entrai in bagno quasi correndo. Mi guardai allo specchio e vidi il petto muoversi velocissimo. Sperai che non se ne fosse accorto. Aprii l’acqua della doccia e il getto fu così forte che mi bagnai tutta.
- Merda- esclamai. Mi tolsi i vestiti e andai sotto la doccia. Cavolo, avevo solo quei vestiti! Quando sentii l’acqua scorrermi per il corpo immaginai che fosse Dimitri con le sue mani… allontanai quei pensieri immediatamente. Uscii e mi misi gli unici vestiti che si erano salvati dall’alluvione: reggiseno e slip. E ora come avrei fatto? Mi accostai alla porta.
- Dimitri…ehm…non è che potresti spegnere la luce?-
- Perché?-
- Ehm…ho bagnato tutti i miei vestiti.- Lo sentii ridere e a quel suono il mio cuore fece un salto di gioia.
- Tipico di Rose Hathaway. Ma c’è una volta che non combini niente?- Sbuffai.
- Senti, se non vuoi vedere qualcosa che non dovresti vedere, spegni quella dannata luce. – Mi venne in mente che aveva già visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere.
- Fatto- Aprii lentamente la porta ed era tutto nero. Emisi un sospiro di sollievo. Mi imbarazzava da morire tutta questa situazione.
- Ma come hai fatto a bagnarti tutta?- sentii dire da una voce poco distante da me.
- Ho aperto l’acqua e il getto era troppo forte. Perché? A te non è mai successo?- Lo sentii soffocare un’altra risata.
- Ma com’è che tu ridi solamente quando mi rendo ridicola?-
- E’ impossibile non ridere quando ne combini una delle tue, Roza. – Sussultai di fronte al mio nomignolo. Lo aveva usato soltanto quando ci eravamo spinti un po’ troppo oltre. Non ce la feci più e andai dritta da quella voce.
- Sapevo che ci avresti provato.- disse, quando gli toccai un braccio.
- Rose Hathaway, piacere. Era ovvio che ci avrei provato, ma visto che mi respingerai…-
- Infatti-
- Ti prego, solo un abbraccio.-
- No-
- E dai, fammi felice.- Lui si piegò e mi diede un bacio all’angolo della bocca. Ormai il mio cuore andava pari a quello di un uccellino innamorato.
- Hai sbagliato mira.-
- No, volevo dartelo proprio lì. Ora torna nel tuo letto, per favore.- Gli feci una linguaccia nel buio. Sbuffai e mi misi seduta a gambe incrociate sul mio letto.
- Mettiti sotto le coperte.- disse.
- Perché?-
- Potrei fare una follia.- Il mio cuore andò, se possibile, ancora più veloce.
- Motivo per cui devo stare fuori dalle coperte.-
- Scommetto che hai freddo.- In effetti, ora che me lo faceva notare, avevo la pelle d’oca.
- No-
- Sento fin qui i tuoi denti che tremano.-
- Per te, tutto.- dissi. Pura e semplice verità.
- Dai, non voglio che ti ammali per colpa mia.-
- Ti toccherà venire qua a scaldarmi.- Con mio ENORME stupore sentii che si avvicinava. Mi abbracciò da dietro e mi baciò la testa.
- Non pensavo l’avresti fatto davvero.- dissi. Lui rimase in silenzio e continuò ad abbracciarmi. Mentre restavamo così sentii il mio cuore che ormai aveva raggiunto il massimo del livello di velocità che aveva a disposizione. Ero sicurissima che lo sentiva anche lui, ma non mi importava niente perché sapeva già cosa provavo per lui. Ah, il mio amore impossibile, proibito, segreto… Appoggiai la testa al suo petto e, silenziosamente, dai miei occhi uscirono delle lacrime. Lui me le asciugò con il pollice.
- Perché piangi, Roza?
- Non potremmo mai stare insieme, vero?- Lui mi spinse di fianco a lui nel letto, sempre abbracciandomi da dietro.
- Mai dire mai.- sentii sussurrare al mio orecchio. Aprii gli occhi di scatto e mi girai verso di lui.
- Avevi detto che…-
- Sì, per ora. Ma forse un giorno…- sorrisi.
- Mi hai ridato la voglia di vivere, lo sai?- Sentii che lui sorrideva al buio. Mi accarezzò il collo delicatamente. Lo sentii scendere verso il mio seno, ma ovviamente si fermò prima. Trattenni il respiro e rabbrividii.
- Conto così tanto per te?- chiese. Io lo guardai con aria seria.
- Se non l’hai capito fino ad ora! Certo che conti così tanto per me, io ti Amo!- dissi, mettendo una particolare enfasi nell’ultima parola. Lui si slanciò contro di me e mi baciò. Poi mi baciò la fronte, il naso, la guancia, il mento…credevo di morire.
- E tu?- chiesi, con voce strozzata. Lui mi prese una mano e se la portò al petto.
- Lo senti il mio cuore? Ecco come batte quando sto con te. - disse. Sentii il suo battito che andava troppo veloce, come il mio in quel momento. Gli gettai le braccia al collo e lo baciai.
- Ti amo- dissi, tra le sue labbra.
- Anch’io ti amo. Da sempre e per sempre.-
  
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