Laurie
& Jo
5- Decisioni
“Sei tornato presto,
Laurie.” Disse la signora March aprendo la porta e trovandosi di fronte un
Laurence tremendamente teso. “Qualcosa non va?”
“Dov’è Jo?”domandò
lui cortesemente.
“Nel salotto con il
professor Bhaer, ma” proseguì vedendo che il giovane si era mosso velocemente
per raggiungerla “non è il caso che entri anche tu. Stanno parlando di cose
delicate…da soli…”
Dallo sguardo del giovane
trasparivano tutta la tristezza, la delusione, la rabbia e la gelosia che poteva
provare.
Mosse ancora qualche passo
verso il salotto dal quale provenivano solo dei sussurri, poi, lanciato
un’altra occhiata come di rimprovero alla signora March, uscì di casa
sbattendo la porta e si sedette sotto un albero del giardino.
Voltando la testa avrebbe
potuto vedere attraverso la finestra almeno uno dei due, ma si sforzava di non
girarsi per nessun motivo.
“Stupido! Stupido Laurie!”
si diceva. Perché non aveva tenuto fede alla sua intenzione di dichiararsi
subito a tutti i costi? Era l’occasione giusta per far mantenere le distanze a
“quel Bhaer”…
Qualcosa, nel tono di voce
della signora, o nella sua espressione convinta, l’aveva turbato, e adesso non
poteva fare altro che stare lì, seduto sul prato,
a chiedersi si cosa mai stessero parlando Jo e il professore.
Cose serie, aveva detto la
signora March.
Ma quali cose serie?
Un viaggio insieme?
Un possibile ritorno a New
York?
Fidanzamento?
Matrimonio?
Sentì un sommesso
singhiozzo provenire dal salotto.
Ora aveva capito di cosa
stavano parlando.
Di Beth.
Ormai la rabbia si era
impossessato di lui: perché ne aveva parlato con il professore e non con il suo
migliore amico?
L’allettava la possibilità
di dare un calcio all’albero, o di andare alla finestra e urlare due cosette,
ma Teddy si limitò a scompigliarsi un po’ i capelli e ad allontanarsi
rumorosamente, maledicendo la sua gelosia, la sua lentezza, e anche un po’ Jo,
che lo feriva così.
***
Jo uscì dal salotto
soffiandosi il naso, seguita subito dal professor Bhaer, che sfoggiava
un’espressione più tenera che mai.
La signora, con la coda
nell’occhio, vide che le aveva circondato le spalle con un braccio, ed ora si
sorridevano, avviandosi per la soffitta.
“Ho promesso al professore
di mostrargli alcune nuove novelle.” Disse la ragazza ad alta voce, intuendo
che la madre li stava osservando da lontano.
“Jo, un momento.”
L’interruppe la signora March, avvicinandosi a loro e allontanado un po’ sua
figlia dal professore con fare serio. “Si tratta di Laurie.”
“Teddy? Cosa gli è
successo?” domandò subito preoccupata.
“Oh, non temere cara,
nulla di male, solo…” abbassò la voce per non farsi sentire troppo
dall’ospite tedesco “vedi, credo non sia rimasto molto contento del vostro
colloquio privato, ecco.”
Jo la guardò interrogativa.
“Poco fa era tornato a
casa, tutto teso, e chiedeva di te, ma appena gli ho detto che voi due stavate
parlando in privato, mi ha guardato furente ed è corso fuori… per favore,
potresti parlargli?”
“Ma… certo, si… ma
cosa gli è preso?”
La mamma sospirò un
“figlia mia” e tornò in cucina da Hannah.
Se fossero state da sole, e
qualche anno addietro, sicuramente le avrebbe parlato saggiamente, ma adesso la
signora March aveva deciso di non intervenire. Sua figlia era grande, e la
“questione Teddy” andava risolta una volta per tutte.
Jo guardò il professore,
come facendo a lui la stessa domanda appena rivolta alla madre.
“Cara Jo, io penso che il
suo amico sia un po’ preoccupato.”
“Preoccupato? Ma di
cosa?”
L’uomo sorrise, si avvicinò
alla porta e l’aprii guardando se riusciva a vedere il giovane Laurence.
“E’ un suo caro
amico?”
“Il più caro in
assoluto.” Rispose schiettamente lei.
“Nient’altro?”
Jo esitò un momento, ma era
giunta l’ora di essere sinceri con tutti.
“Teddy è innamorato di
me, da molti anni…”
“Questo l’avevo
capito, ma io mi domandavo cosa provasse lei…”
Arrossì di colpo.
Cosa provava veramente per
lui?
Lì per lì non poté fare a
meno di paragonare il tono di voce così amabile di Fitzgerald a quello irruente
e appassionato di Laurie.
Uscì di casa e andò ad
appoggiarsi contro il tronco dell’albero del giardino.
“Io gli voglio bene, e
molto. Però… non capisco come.”
Il professore sospirò
avvicinandosi a lei.
Aveva capito che forse era
meglio sopprimere i sentimenti che nutriva per l’amica da alcuni mesi a questa
parte. Avrebbe voluto dichiararsi, certamente, ma sapeva che avrebbe portato
solo maggiore scompiglio nell’anima già abbastanza provata da Jo, così si
limitò a rivolgere lo sguardo lontano e continuare a farla parlare, nella
speranza che il signor Laurence fosse la persona giusta.
“Ho desiderato
ardentemente che ritornasse. Ho pianto per la sua lontananza e mi sono sentita
così felice, quando l’ho trovato in soffitta, l’altro giorno, ma…”
Fissò Bhaer:
“Nonostante lui mi ami così
tanto, io sono ancora molto indecisa. La mamma non è d’accordo, e anch’io a
volte penso che caratterialmente non potremmo essere più che amici. Resta il
fatto che mi piacerebbe ringraziarlo per tutte le attenzioni che mi ha sempre
rivolto, ma, Cristoforo Colombo!, questa non mi sembra una ragione giusta per un
matrimonio!”
“Che confusione, cara
amica.” Sorrise il professore con amarezza “io credo che… sarebbe il caso
di rifletterci un po’ più a lungo sopra, di parlare con Laurence e, chissà…dargli
un’occasione…”
“Lei crede?”
“Io vorrei solo che lei
fosse felice, amica mia, nulla di più.”
“Grazie. Non so come avrei
fatto senza di lei.”
“Allora corra. Forse è il
caso che vada a cercarlo. Potrebbe immaginare dove si sia cacciato?”
“E’ andato verso il
fiume.”
Al sentire questo l’uomo
sussultò un momento pensando al peggio.
“Non si preoccupi” lo
rassicurò Jo “E’ andato lì anche la prima volta che l’ho rifiutato.
Adesso lo raggiungo”
Jo aprì il cancelletto di
casa e lanciò un ultimo sguardo colmo di gratitudine al suo amico, poi, con
calma, scese per il sentiero.
Se lei si fosse voltata di
nuovo, guardando il professore, probabilmente sarebbe tornata indietro. I suoi
occhi limpidi e gentili, erano adesso tristi e sconsolati. Si passò una mano
tra i capelli e, quando l’amica fu abbastanza lontana, sussurrò:
“Addio, mia amata Jo.”
Entrò un attimo in casa a
prendere il suo cappotto e a salutare, e andò alla stazione.
Per prendere il primo treno
per New York.
***
Jo correva a perdifiato giù
dalla collina. Poteva già vedere le acque limpide del fiume scorrere verso
valle, ombreggiate qui e lì da grandi alberi e smosse ogni tanto dal guizzo di
un pesce, ma di Laurie, per ora, non c’era nessuna traccia.
Che si fosse sbagliata?
Doveva parlare sinceramente
con lui. Doveva farlo subito.
Si fermò ormai vicinissima
alla sponda e scrutò con attenzione tutto ciò che la circondava, con l’erba
alta le solleticava le caviglie nude sotto la gonna, finché, lì, in mezzo al
prato, notò una cosa scura che si
rivelò essere un gomito, il gomito di Laurie avvolto nella sua camicia nera.
Il ragazzo se ne stava
sdraiato supino, con le braccia incrociate dietro la nuca, le gambe un po’
divaricate e uno sguardo severo rivolto al cielo terso di quel pomeriggio.
Quando Jo gli si sedette vicino, con le ginocchia al petto, non fece il minimo
movimento ed evitò accuratamente di guardarla facendo finta di niente.
La signorina March sorrise.
La stava deliberatamente ignorando. Proprio come quando erano ragazzini. Quante
volte, dopo aver litigato, Teddy aveva assunto quell’espressione dura e allo
stesso tempo offesa e viziata? Tante volte, ma alla fine, era sempre lui che
cedeva e chiedeva scusa, perché non era capace di portare rancore e ancora meno
di essere arrabbiato con la sua migliore amica.
Non sapeva bene perché, ma
quella situazione così familiare la rendeva così serena e le diceva che tutto
sarebbe andato come in passato: lui avrebbe iniziato a parlare senza molta
cognizione e poi, dopo alcuni giri di parole, le avrebbe detto “mi dispiace,
Jo, facciamo pace?”
Continuando a sorridere,
iniziò a guardare anche lei il cielo, in un’attesa per nulla impaziente,
senza nemmeno il bisogno di cercare le parole giuste, perché anche questa
volta, loro due avrebbero parlato liberamente, senza segreti né paure, perché
erano sempre veri amici.
“E’ una giornata
veramente bella.”disse finalmente Laurie. Non era in grado di resistere più
di cinque minuti. Parlò senza girare gli occhi, con un tono un po’ lugubre.
“E’ vero. L’ideale per
una passeggiata sul fiume.”
In tutta risposta Teddy
emise una specie di grugnito. Jo allora riprese a parlare guardandosi le scarpe,
con un’espressione dolce.
“Sai, Teddy, prima sono
andata alla redazione del giornale… quando sono entrata, il direttore mi ha
rivolto un sorriso raggiante e si alzato dalla sua scrivania per stringermi
energicamente la mano mentre diceva ‘Finalmente è arrivata, signorina March,
l’aspettavamo con ansia!’…”
Laurie abbassò la guardia.
Il direttore del giornale che sorrideva e stringeva la mano a Jo? Ma che era
successo? Poi, accorgendosi di aver lasciato spazio ad un’espressione stupita,
con un colpo di tosse tornò alla sguardo severo, sperando di non essere stato
visto, come invece era successo.
“Anche gli altri signori lì
dentro erano tutti contenti, poi” proseguì la giovane, facendo finta di non
aver notato la curiosità dell’amico, ma sorridendo divertita “il direttore
mi ha dato un fagotto. Ah! Forse tu non lo sai, ma quando ero a new York e
scrivevo attivamente per un giornale, il professore (e qui Laurie si lasciò
sfuggire una smorfia) mi disse che tutto ciò che avevo scritto in quel periodo
non erano racconti, non erano niente, solo obbrobri, perché li avevo scritti
solo per fare soldi e perché alla gente piacevano, non perché li sentissi io,
così avevo smesso di dedicami alla scrittura, almeno fin quando mi fosse
tornata l’ispirazione… mentre tu non c’eri, ho terminato un romanzo, un
romanzo sulla mia Beth, e prima di mostrarlo al giornale, l’ho inviato al
professore.”
Adesso il giovane Laurence
si era voltato dall’altra parte e aveva incrociatale gambe con
fare indifferente, ma in realtà stava attentissimo a non perdersi
neppure una sillaba del discorso della sua amata, anche perché gli stava
dicendo una cosa veramente importante: un intero romanzo su Beth…
“Il professore mi ha detto
che l’ha gradito molto e, per farmi una sorpresa, l’ho inviato al giornale.
Nel fagotto, c’era la prima copia di “My Beth”. Anche al giornale sono
rimasti entusiasti e hanno deciso di pubblicarlo…”
Teddy spalancò gli occhi
per la gioia ed era lì lì per saltare al collo di Jo per congratularsi, ma si
ricordò che era arrabbiato, così cercò ancora di trattenersi.
“Mentre eri all’estero,
piangevo ogni giorno e mi dicevo ‘Oh, se Teddy fosse qui, sicuramente lui mi
starebbe vicino!’ e aspettavo con impazienza il tuo ritorno. Credevo che se
avessi parlato un po’ con te, mi sarebbe passato tutto, come è sempre stato
in passato, ma quando sei finalmente tornato, oltre alla gioia, ho avuto anche
paura, inizialmente, di non essere in grado di dirti ciò che sentivo. Però,
poco fa, mentre ero nel salotto, il professore mi ha chiesto di aprirmi con lui
ed io esitavo pensando che prima dovevo parlarne con te, ma poi ho pensato
‘Teddy starà sempre con me, lui è troppo importante e mi capisce
perfettamente, anche se non riesco a dirgli ciò che voglio, lui comprenderà
ugualmente e, se saremo insieme, ci faremo forza a vicenda, come è sempre
stato, le parole non servono, andrà tutto bene, siamo pur sempre
insieme.’…”
A quel punto Laurie non si
trattenne più, subito si mise in ginocchio e abbraccio forte la ragazza:
“Si, Jo, si! Siamo sempre
insieme! Io starò sempre vicino a te, non ti lascerò mai! Voglio rendere tutti
felici, tutti!”
“Lo so, Teddy, lo so che
ci vuoi bene. Io mi fido di te.” Si commosse l’altra, ricambiando
l’abbraccio.
All’improvviso Laurie
l’allontanò tenendola delicatamente per le spalle e guardandola intensamente
negli occhi decise che era il momento di ricordare a Jo i suoi sentimenti.
“Io ti amo, Jo. Ho fatto
di tutto per dimenticarti, me ne sono andato lontano, ma io non riesco a non
volerti bene. Per me sei tutto. Una sorella, la mia migliore amica, l’unica
donna che amo. Lo so che la mamma non crede che potrei renderti felice, ma
questa è l’unica cosa che desidero da sempre!”
Le prese le mani senza
smettere di fissarla.
“Ti prego, dimentica quel
professore! Lo so che è una brava persona, ma sono io che ti amo di più! Ne
sono sicuro! Se tu mi dessi l’opportunità, io potrei dimostrarti quanto
veramente valgo, potrei farti capire quanto bene voglio a te e alla tua
famiglia! Qualunque cosa tu desideri, te la donerò! Ascolta…”
Jo lo interruppe
scoccandogli un piccolo bacio sulla guancia:
“Ma Teddy, io so già
quanto vali, quanto ci vuoi bene. Non devi dimostrare proprio niente. Io
desidero solo restare insieme a te e agli altri, per sempre.”
“Jo, io voglio
sposarti!” proseguì Laurie con enfasi, stringendole involontariamente ancora
di più le mani.
Lei si alzò. Rifletté un
attimo, poi prese Teddy a braccetto e lo condusse silenziosamente un po’ con
lei lungo la riva del fiume.
“Io non posso ancora
accettare.”
Laurie si fermò.
Addolorato.
“Ma perché?”
“Perché non capisco
ancora bene ciò che provo. Se vero amore o profonda amicizia. So solo che
adesso sei la persona più importante per me e non voglio farti soffrire.”
“Bè, mi stai facendo
soffrire!”
“Non essere sciocco,
Teddy! Se io accettasi di sposarti con leggerezza e poi mi accorgessi di non
amarti, ti farei doppiamente male!”
L’altro non ribatté
nulla.
“Lo so che hai aspettato
tanto, ma io devo ancora riflettere… se non vuoi darmi altro tempo, sappi che
in questo momento la mia risposta resta NO, ma penso che, dopo un’accurata
riflessione, qualcosa potrebbe cambiare, non credi?”
“Per me sei unica, Jo.
Insostituibile. Ma a volte penso che tu sia crudele…”
“Perché?”
“Perché sai che con me
vincerai sempre tu, e sembra che ti diverta a tenermi sulle spine, a
sconfiggermi…”
Jo sorrise raggiante. Quel
discorso stava a significare che non avrebbe rinunciato a lei.
“Io ti aspetterò per
sempre, se vorrai.”
“Grazie.” Gli sussurrò
lei, poi, data un’occhiata in giro propose: “Torniamo a casa?”
“Va bene.”
“Però di corsa. Chi
arriva ultimo farà una penitenza!” e la ragazza cominciò a correre su per la
collina, seguita subito da Laurie.
The
End
°°°
Eccoci giunti alla fine!
^^" scusate se ci ho messo tanto a postare un capitolo che era praticamente già pronto...
Grazie ancora a quanti hanno seguito la fic, e un particolare ringraziamento a calcifer e Elyonchan che hanno commentato il 4° capitolo!
Spero che la conclusione vi abbia aggradato!
Un bacio
Chiaretta