SOGNI INFRANTI
(OVVERO: LA CONGIURA DELLE VERGINI)
Togliersi il vestito non era stata una
buona idea; un reggiseno ed un paio di mutandine non erano un argine
sufficiente a fermare un ragazzo di diciotto anni, anzi. Nemmeno l’idea di
Philip, di sbottonarsi la camicia, era stata buona: lei adorava toccare Philip,
la sua pelle…
Erano saliti in camera da un po’,
ormai; avevano acceso la TV, si erano stesi sul letto, poi erano cominciate le
carezze, i baci, lui le aveva sollevato il vestito per toccarle le gambe, e poi
la bell’idea di cui sopra.
Ora, sopra, c’era Philip, e Jenny non
sapeva cosa fare. Certo, non era la prima volta che ci andavano così vicino, e
lui era così dolce… Perché non riusciva a lasciarsi andare del tutto?
“Philip…”
“Dimmi.” Rispose il ragazzo, smettendo
per un attimo di torturare l’elastico del reggiseno.
“Che ore sono?” Chiese la ragazza,
sbalordendolo.
“Come?!”
“Che ore…”
“Sì, ho capito.” Affermò scocciato lui,
sollevandosi un poco per guardare la sveglia sul comodino. “L’una e quarantadue…”
Mormorò, poi tornò a baciarle il collo.
“Philip.”
“Cosa?!”
“Sono in pensiero per Patty.” Dichiarò
la ragazza, in un lampo di solidarietà femminile, del tutto inopportuna; il
ragazzo sospirò depresso, scansandosi da lei e sdraiandosi la suo fianco.
“Perché?” Chiese, quasi con le lacrime
agl’occhi.
“L’ultima volta che l’ho vista non
stava bene.” Spiegò Jenny.
“Vedrai che sta già meglio…” Tentò di
rassicurarla Philp, voltandosi sul fianco e posando una mano sulla vita
scoperta della ragazza.
“No, se stesse meglio sarebbe tornata
in camera.” Protestò lei, alzandosi a sedere sul letto. “L’ultima volta che
l’abbiamo vista, mancava poco a mezzanotte, sono passate quasi due ore. Sono in
pensiero, ti dico.” Aggiunse.
“E che cosa possiamo fare?” Chiese il
ragazzo, alzandosi a sua volta e passandosi una mano tra i capelli.
“Sentiamo se l’ha vista Amy.” Propose
Jenny; Philip sgranò gli occhi.
“Jenny, amore, non possiamo
disturbarli…” Sussurrò.
“Sono sicura che Amy vorrebbe saperlo,
se fosse successo qualcosa a Patty.” Dichiarò battagliera la ragazza.
“Jenny…” Ma il povero Philp, per quanto
fece, non riuscì a far desistere la sua ragazza e, abbandonando il sogno di
consumare finalmente il loro amore, l’accompagnò a distruggere le speranze di
un’altra coppia d’innamorati.
La sottoveste stropicciata di Amy non
era che un ricordo del bell’abito da Giulietta, come la camicia color crema era
l’unico pezzo del costume da Romeo, rimasto addosso a Julian.
I due ragazzi stavano ‘giocando’ su
quel letto da un bel po’ di tempo; ridevano, si baciavano, si accarezzavano
(anche in modo un po’ meno casto del solito) e scherzavano, si facevano il
solletico.
Questa volta Julian sentiva che poteva
essere quella buona; Amy era bellissima, con i capelli spettinati e,
finalmente, libera di essere sensuale senza vergognarsi.
Il ragazzo era sopra di lei, sollevato
sulle ginocchia per guardarla meglio; Amy gli serrò le gambe sui fianchi e lui
la sollevò delicatamente, stringendola a se e baciandola di nuovo. L’aveva
praticamente in braccio, la ragazza si era abbarbicata con le gambe al suo
tronco, come fanno i bambini; era così piccola e leggera, e lo faceva impazzire
sentire il suo respiro, leggermente affannato, sulla pelle. Era la volta buona…
TOC TOC!
Le maledizioni rivolte ai malcapitati,
che nacquero in quel momento, nella mente di Julian Ross, erano da giudizio
universale.
“Chi sarà?” Domandò, con disarmante
tranquillità Amy, mentre il ragazzo assumeva un’espressione che era l’estratto
puro della delusione.
“Chiunque sia, è arrivato nel momento
sbagliato!” Sibilò Julian.
TOC TOC TOC TOC!!
Il bussare alla porta continuava
insistente; Amy, lentamente, si divincolò dalla presa del ragazzo, che stentava
a lasciarla andare, e, dopo aver sistemato la sottoveste ed i capelli, si
apprestò ad aprire la porta. Julian, nel frattempo, si gettava sul letto,
stropicciando la faccia sulle lenzuola, disperato.
“Jenny? Philip?” Mormorò Amy, dopo aver
aperto la porta, spostando lo sguardo dall’amica al suo ragazzo deluso. “Che
fate qui?” Gli chiese poi.
“Amy hai visto Patty?” Domandò per
tutta risposta Jenny, con tono preoccupato.
“No, non di recente…”
“L’ultima volta l’abbiamo vista alla
festa.” Affermò Julian, che li aveva raggiunti sulla porta; sotto la camicia
gli spuntavano i boxer.
“Oddio, lo sapevo!” Esclamò Jenny,
giungendo le mani.
“Perché? Non è tornata in camera?”
Chiese allarmata Amy.
“No.”
“Dobbiamo andare a cercarla.” Annunciò
perentoria la ragazza dai capelli ramati, la sua amica annuì.
“Amy, tesoro, non puoi andare così. Va
a metterti qualcosa…” Le suggerì Julian dolcemente: Amy realizzò di essere in
sottoveste ed arrossì di botto.
“Oh… sì, sarà meglio.” Sussurrò
voltandosi e riguadagnando l’interno della stanza, seguita da Jenny.
“Voi due, andate da Holly, a sentire se
l’ha vista.” Ordinò la ragazza mora ai due calciatori impalati sulla porta.
“Quando Amy ha fatto, noi andiamo da Benji.”
“Perché voi andate da Benji?” Chiese
Philip, forse con una punta di gelosia verso il tenebroso fascino del portiere.
“Volete veramente rischiare di
svegliarlo voi?” Julian e Philip si guardarono negl’occhi, pensando la stessa
cosa: decisamente due belle ragazze avevano più possibilità di uscirne
incolumi.
“Beh, ma cos’è sta storia?” Chiese poi
Julian all’amico.
“La congiura delle vergini.” Rispose
amaramente ironico Philip; l’altro ragazzo sorrise esasperato.
“Bello, sembra il titolo di un film
dell’orrore.”
“Più che altro, è il titolo del mio
incubo!” Esclamò Callaghan. “Dai, andiamo, mettiti i pantaloni, tanto mi sa che
per stanotte…”
TOC TOC TOC!
Tom e Holly, dopo un po’ che qualcuno
bussava, aprirono gli occhi, ritornando lentamente allo stato cosciente; Becker
reagì per primo, scendendo dal letto ed avvicinandosi alla porta.
“Che c’è?” Chiese assonnato il ragazzo,
dopo aver aperto.
“Holly dov’è?” Domandò Julian senza
alcuna convinzione.
“Come, dov’è?” Ribatté Tom,
stropicciandosi gli occhi. “A letto!”
“Che succede, ragazzi?” Domandò un
redivivo Hutton, con due occhi che neanche un allergico in una tempesta di
polline.
“Hai visto Patty?” Gli chiese Philip-ho
la pazienza dei santi-Callaghan.
“Patty?!” Esclamò l’attaccante
risvegliandosi del tutto. “Perché, che cosa è successo?”
“Non è ancora rientrata in camera…”
Mormorò Ross; Holly, senza rispondere, rientrò in camera, per uscirne dopo
qualche secondo con in mano una felpa.
“Vado a cercarla. Venite con me?” Più
che una domanda era un ordine; i tre ragazzi annuirono sconsolati.
TOC TOC TOC!
Era la seconda volta che Jenny bussava
alla camera di Benji, ma nessuna risposta; allora, le due ragazze, cominciarono
a bussare insieme e a chiamarlo a gran voce.
“Che palle!” Gridò una voce profonda da
dentro la stanza. “Ma che cazzo succede?!” Aggiunse poi, spalancando la porta.
Uno scocciatissimo Price, a torso nudo,
si trovò davanti le due ragazze, dotate dei loro migliori sorrisi
supplichevoli; Jenny con tuta da ginnastica rosa, Amy con la maglia numero 6
della nazionale giapponese ed un paio di pantaloni troppo lunghi e larghi.
“Si può sapere che volete,
scassapalle?!” Gli chiese, col suo solito garbo.
“Hai mica visto Patty?” Chiese
timidamente Amy.
“L’ho vista alla festa, sarà stata
mezzanotte…” Rispose. “Perché?!” Gridò poi con gli occhi sgranati e un tono
preoccupato.
“Beh, non l’ha più vista nessuno…”
Spiegò Jenny.
“Cazzo!” La porta si richiuse in faccia
alle due amiche, che non trovarono di meglio che guardarsi stupite; dopo
qualche secondo la porta si riaprì e ne uscì un decisissimo Benji, con felpa e
cappellino.
“Allora, andiamo o no, a cercarla?”
CONTINUA...