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Autore: _Trixie_    07/05/2012    4 recensioni
Narcissa mi appare ogni giorno più stanca e io sono sempre più preoccupato per la sua salute.
Finge che sia tutto a posto, come se non fosse possibile accorgersi delle occhiaie sotto gli occhi, del suo pallore che da incantevole è diventato malsano, dei suoi mal di testa sempre più frequenti.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La malattia della signora Malfoy

 
Lucius
 
Narcissa mi appare ogni giorno più stanca e io sono sempre più preoccupato per la sua salute.
Finge che sia tutto a posto, come se non fosse possibile accorgersi delle occhiaie sotto gli occhi, del suo pallore che da incantevole è diventato malsano, dei suoi mal di testa sempre più frequenti.
Ho fama di non curarmi particolarmente di chi mi circonda, sono considerato un uomo freddo e probabilmente la maggior parte della gente crederà che sia così anche con mia moglie. Lascio che lo credano, una reputazione del genere non può far altro che favorirmi.
Tuttavia con Narcissa mi è impossibile conservare la mia impassibilità. Lei è la mia pura e degna moglie e un giorno sarà anche…
Il corso dei miei pensieri è interrotto da un leggero bussare alla porta del mio studio. Biascico un avanti e Dobby, il nostro Elfo Domestico, entra impaurito, torcendosi le mani ossute.
- Sì? - chiedo con voce annoiata.
- Padron Malfoy, il signor Burke chiede di voi. Dobby deve far entrare in casa il signor Burke, padrone? - squittisce l’Elfo.
Il signor Burke!
Un mio lontano cugino, ottimo sangue e per questo ottimo Medimago, veramente degno di nota.
Mi ricordo solo ora di averlo invitato per pranzo. L’avevo incontrato al Ministero e dopo aver scoperto la sua professione - non molto nobile, a dire il vero, ma finché non sono io a svolgerla, posso accettarlo - gli parlai di Narcissa e gli proposi il pranzo, per avere un suo parere.
Insisto con mia moglie nel sostenere che lei sia malata, ma è riluttante, non vuole ammettere che qualcosa non vada nel suo corpo.
Pare ovvio anche a me che non ha sicuramente nulla di grave, ma sarò più sicuro una volta ottenuto il parere di un esperto, quindi se Merlino non va al castello, il castello va da Merlino!
Faccio un cenno affermativo all’Elfo, che sgattaiola via con le sue enormi orecchie da pipistrello che sbatacchiano qua e là.
Una volta uscito l’animale, mi reco in salotto, dove trovo Narcissa a sfogliare una rivista di moda, con streghe dal fisico mozzafiato e maghi damerini che sfilano ininterrottamente avanti e indietro sulla passerella.
Nonostante sia in casa propria, è seduta compostamente, i capelli perfettamente in ordine, il vestito senza una piega.
Un incanto, se non fosse per quel viso…
- Arriva il signor Burke, cara, te ne ricordi?
- Certo, caro - mi risponde lei asciutta, riponendo la rivista in un armadietto lì accanto.
Abbiamo visite, la casa deve essere perfetta quanto noi.

 

***


Narcissa
 
- Arriva il signor Burke, cara, te ne ricordi? - mi domanda lui.
Certo che me ne ricordo! Crede che stia perdendo la memoria?
Con questa storia della salute mi farà perdere i nervi! E allora sì che avrò bisogno di un ricovero al San Mungo!
Mi meraviglio della mia stessa acidità. Tutta colpa di questo mal di testa! Ma sono una donna e per le donne è normale avere mal di testa, quindi non c’è nulla di cui turbarsi.
Fui turbata piuttosto qualche giorno fa, quando Lucius mi comunicò la visita di questo signor Burke.
Non l’avevo mai sentito nominare, pertanto non faceva parte della combriccola di mio marito di cui faceva parte anche mia sorella Bellatrix. E non era nemmeno un esponente di spicco del Ministero, sempre gente che, in un modo o nell’altro, era legata agli amici di Lucius.
Per cui la faccenda mi puzzò parecchio.
Interrogai Dobby a riguardo, ma l’Elfo si rivelò inutile come sempre. Dopo che si fu punito per la sua ignoranza, gli ordinai di scoprire chi fosse, ma di stare ben attento a non rivelare a padron Malfoy il suo intento e così fece.
Scoprii nel giro di una giornata che il signor Burke era un Medimago e intuii facilmente le intenzioni di Lucius.
Inizialmente decisi di smascherare immediatamente il giochetto di mio marito, accecata dalla rabbia e dall’indignazione. Come si permetteva di farmi visitare senza il mio consenso? Come se avessi qualcosa che non va nel cervello! Mi sentivo poco meno che tradita.
Attesi dunque che tornasse dalla sua abituale Caccia al Babbano, ma nel frattempo l’ira svanì e prima che lui potesse mettere il piede sul terreno di Villa Malfoy, ero ormai ferma nell’intento di continuare questo inganno.
Che mi visiti e non se ne parli più!
- Certo, caro - rispondo fredda, riponendo la rivista.
Qualche istante dopo il signor Burke viene introdotto in salotto da Dobby.
Noto che è un uomo alto, piuttosto attraente con quei suoi lineamenti volitivi, nonostante i suoi capelli siano quasi del tutto scomparsi. Porta un’elegante valigetta di pelle di drago nera, coordinata con le scarpe. I galeoni non gli mancano di certo, ovvio. Mio marito lo saluta con un vigorosa stretta di meno, io mi alzo in piedi e l’uomo mi fa il baciamano. Almeno è beneducato.
Lucius fa le presentazioni, definendoloamico.
- Signor Burke - inizio, già stanca della commedia e, cosa ancor più strana, con una fame terribile - potete tranquillamente smetterla con questa farsa. Mio marito mi crede malata, ora provvedete a dargli torto.
Sfodero il mio sorriso più altezzoso.
Silenzio. Mi rendo conto di essere stata sfrontata, ma non mi importa.
Come c’era da aspettarsi, mio marito mi rivolge un’espressione supplichevole, come a chiedermi perdono.
- Cara…
Lo incenerisco con un’occhiata, riprendo a sorridere. Lui ammutolisce.
Fisso il signor Burke, attendendo che mi visiti.
- Come desiderate, signora Malfoy -  mi accontenta lui, con aria professionale.
Torno a sedere sul divano e lui chiede gentilmente se può fare altrettanto. Annuisco. Lucius prende posto su una poltrona poco distante, mentre il signor Burke armeggia con la sua valigetta.
Misura la pressione, ausculta il cuore, controlla le pupille, mi tasta l’addome, il tutto con uno svolazzo di bacchetta di qua o di là. Sento i miei nervi cedere pian piano e sto per alzarmi stizzita da tutti questi suoi controlli completamente inutili, quando il signor Burke sorride.
Mi gusto già la vittoria: se sorride significa che non ho assolutamente nulla che non va.
- Dunque? - domanda Lucius, cercando di apparire imperturbabile, ma con una vaga nota d’ansia nella voce che a me non può sicuramente nascondere.
- Buone notizie, signori Malfoy. Ottime, direi! - esclama Burke giulivo.
- Sono in perfetta salute, giusto? - lo incalzo io.
- Signora Malfoy, voi siete incinta.
Signora Malfoy, voi siete incinta.
Quella frase ha bisogno di qualche minuto per attecchire in me e, dall’espressione di Lucius, anche in mio marito.
Sono incinta. Aspetto un bambino. Un piccolo Malfoy.
Sorrido e Lucius è immediatamente al mio fianco, non l’ho nemmeno visto alzarsi dalla poltrona e raggiungermi, tanto è stato veloce.
Sento solo il calore della sua mano nella mia, mi attira a sé mentre con l’altra mano mi accarezza il ventre, proprio lì, dove cresce il nostro bambino. Dove prende vita il nostro Amore.
Intuisco vagamente che il signor Burke si sta complimentando con noi, Lucius che lo congeda, scusandosi e assicurandogli che ci saranno altre occasioni per pranzare insieme e che in quel momento vorrebbe solo festeggiare con sua moglie. Segue una serie di salamelecchi cui nemmeno presto attenzione, prima che, finalmente, Dobby conduca fuori da casa nostra il signor Burke.
- Hai visto? Sto bene. Sono solo incinta - dico a Lucius, dopo qualche istante di silenzio.
- Ma ho fatto bene a preoccuparmi. Fosse stato per te, avresti partorito senza accorgertene.
Sorrido, di gioia questa volta, gioia vera, gioia pura.

   
 
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