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Autore: Satellite_29    07/05/2012    6 recensioni
Sono Lavinia Merryweather, una sedicenne con una paura folle per il Latino. Perchè? Non me lo so spiegare neanche io.
So solo che per colpa di questa stupida lingua morta Kyle Hunter, un figo da paura, mi farà da professore di ripetizioni per aiutarmi. Riuscirò a resistere al fascino del bel professorino?
Dal capitolo 1:
Chissà com’è ‘sto tizio. Sarà il solito sfigato che per racimolare un po’ di soldi per cambiare città è disposto a fare ripetizioni ad una ragazzina come me. Deve stare messo proprio male per voler iniziare così presto.
"..." Tutte le teorie sul povero sfigato figlio di una povera vedova erano sbagliate, completamente. Nella mia stanza c’è un bellissimo ragazzo, che non ha nulla a che vedere con la vecchia amica di mia madre. E io dovrei fare lezioni con questo tizio che potrebbe benissimo essere uscito da Abercrombie? Prevedo giorni duri, molto duri.
Dal capitolo 7:
Si avvicina all’orecchio e mi sussurra con voce sensuale – Tu mi piaci molto, Lavinia. Però com’è che hai detto .. Ah già, al momento le relazioni di coppia non sono la tua priorità. Beh sappi che ti farò cambiare idea. Ad ogni costo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 14: Lui ha puntato te, e non vuole arrendersi

Sono le quattro e quarantacinque, è da quasi mezz’ora che sono qui. Sono nervosa per ciò che Julie ha da dirmi.
A casa mi sentivo come in gabbia, con mia madre LEGGERMENTE arrabbiata perché ha saputo che mio padre verrà giovedì sera. Non ci si può fidare di quello spione.
Mamma aveva intenzione di segregarmi in camera, con la scusa che dovevo andare in biblioteca e non potevo rimandare, me ne sono scappata e sono venuta al bar. Per la fretta mi sono scordata pure l’iPod, quindi non posso ascoltare la musica. Lucas e Brooke dovevano studiare per le interrogazioni che hanno in programma per domani, così sono seduta da sola ad un divanetto color verde mela.
Non c’è nemmeno Hope, perché lui fa il sonnellino pomeridiano e non arriva mai al bar prima delle sei. In compenso, sono passata per la libreria e Phil, il mio commesso di fiducia, mi ha regalato un libro.
Gli ho detto che gli avrei portato domani i soldi, ma lui ha insistito per non farmelo pagare.
Il linguaggio segreto dei fiori. Sembra interessante.
- Ciao Lavinia. – mi dice Julie sorridente. Indossa una canotta lunga a righe e un pantaloncino di jeans. La saluto con la mano e lei si siede. Chiama un cameriere e ordina un  frappé.
Quando siamo di nuovo sole inizia a parlare.
- Mio fratello mi ha detto cos’è successo ieri sera.
- Tutto? Anche quello che è successo prima che ti venisse a prendere all’aeroporto? – le chiedo, impaziente. Lei annuisce, seria.
I suoi occhi tra il verde e il nocciola mi fissano intensamente e non ho il coraggio di abbassare lo sguardo.
- Mi ha raccontato tutta la vostra storia. Deve tenerci davvero molto a te. Forse anche di più di ..
- Non dirlo. – le dico, innervosendomi – Non tirare in ballo la sua ex.
- Ok. Se ti da tanto fastidio, non lo farò – dice lei, scrollando le spalle. – Ma quando dice che ti vuole tanto bene, devi credergli. Può sembrare un bambino a volte, ma è abbastanza maturo da non illudere una ragazzina come te.
Le lancio un occhiata di fuoco al “ragazzina” e lei, accorgendosene, ride – Scusami, ma io ho quasi trent’anni, non sono abituata a parlare con le sedicenni.
- Ammettiamo pure che lui sia maturo come dici, deve comprendere che ho bisogno di tempo. – dico, seria in volto.
- In che senso? – chiede lei, incuriosita.
- Lui sa bene che non credo nel colpo di fulmine, nell’anima gemella e cose simili. Se vuole che io mi fidi di quello che dice, sempre che sia vero, allora deve concedermi un po’ di tempo.
Julie mi guarda, come se volesse entrare nel mio cervello e capire quello che penso in questo momento. Tutto a un tratto sorride, e appoggia il mento al dorso della mano.
- Sentiamo, perché non ti dovresti fidare di lui?
- Perché potrebbe dirmi cavolate. Come ha fatto ieri, ad esempio. – le dico. Ma ha capito com’è la situazione si o no?
- E perché dovrebbe dirti cavolate? – mi chiede, con un sorrisetto divertito che mi ricorda suo fratello.
- Perché vuole semplicemente divertirsi. Non vuole avere storie serie, soprattutto perché è stato lasciato dalla ragazza. Ha trovato un bel passatempo e vuole sfruttarlo.
- Kyle è un bel ragazzo o sbaglio? – dice lei, con quei suoi occhi luminosi fissi sui miei.
- S-si ma che centra ora? – chiedo titubante.
- Sinceramente, tra tutte le ragazze che potrebbe avere, perché dovrebbe divertirsi proprio con te? Per lui, basta fare un po’ il galante, dire qualche battuta, fare il sensuale e puff! Dopo nemmeno cinque minuti starebbe a letto con qualcun’altra. Non credi anche tu? – mi dice, sorridendo tranquilla. Il solo pensiero di Kyle con un’altra donna mi fa ribollire il sangue nelle vene. Questa era una provocazione bella e buona.
Dev’essere una cosa di famiglia provocare la gente.
- Onestamente, ragazza mia, ne ho viste migliori di te. Naturalmente, parlo dell’aspetto fisico. Non oso contestare il tuo carattere, manco ti conosco!
- Cosa vorresti dire con questo? – le chiedo irritata. Si vede che sono fratelli, hanno la stessa capacità di farmi arrabbiare in pochi secondi.
- Che se vuole stare con te c’è un motivo serio, e non è per divertirsi. Elementare, no? – dice lei, appoggiandosi allo schienale della sedia. Mi guarda altezzosamente, esattamente come il fratello quando sa di avere ragione. Ma se lei crede di stare dalla parte del giusto, non ha considerato l’altra faccia della medaglia.
- Beh, allora deve dimostrami che fa sul serio. Lo conosco da troppo poco per concordare su quello che mi dici tu. Io non credo che sia così maturo come pensi. – le dico, lanciandole dei fulmini con gli occhi. – O per lo meno, non si è dimostrato maturo con me.
- Lavinia, te l’ho detto, Kyle può aspirare a meglio. Non perderebbe tempo con te se non provasse davvero qualcosa per te. – dice, diventando seria.
- Lo dimostrasse. Dimostrasse che è un ragazzo serio che si prende seriamente un impegno. Può anche essere che tiene particolarmente a me, ma devo capire fino a che punto vuole arrivare. Non ho intenzione di rischiare per chicchessia.
- E va bene. – dice lei spazientita. – Fai come vuoi! Ma non tornare da lui quando ti farà comodo. – quasi urla, alzandosi di scatto dalla sedia. – Ma se vedo Kyle stare male come ieri sera per colpa tua, giuro che la pagherai cara.
- Kyle è stato male? Cosa? – dico io, alzandomi dal divanetto per inseguire Julie.
- Stai ferma. – dice lei, bloccandomi prima ancora di poter muovere un piede. – Potrete parlare con tutta la calma domani sera. Ne avrete di tempo, immagino. – dice, con una voce che suona estremamente cattiva.
Si butta all’indietro una ciocca di capelli che le era caduta davanti agli occhi ed esce dal bar.

Quasi contemporaneamente, Hope entra a perdifiato nel bar.
- Tu! Lo sapevo che avresti fatto un’altra cavolata! – mi urla con un tono di voce che supera decisamente i decibel consentiti in un luogo pubblico.
- Che cosa stai dicendo? – gli chiedo arrabbiata.
- Mi sono fatto dire tutto da Lucas e Brooke e ho scoperto che ti saresti incontrata con la sorella di quel figone del tuo prof! Era incazzata nera, che cos’hai combinato stavolta? – mi chiede alla velocità della luce, facendomi capire metà del discorso detto.
- Abbiamo soltanto parlato. Calmati, Hope. – gli dico io sbuffando.
- Soltanto parlato? Perché minimizzare una comunicazione verbale con questo “soltanto”? – chiede lui.
- Eh? - chiedo perplessa, cercando di capire perché non avrei dovuto utilizzare il “soltanto” nella frase.
- La parola è un mezzo per  esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni, sensazioni. E’ un modo per comunicare tutto quello che ci passa per la testa! Non puoi dire che avete SOLTANTO parlato. – dice lui, fingendo di piangere per la disperazione.
- Ti rendi conto che stai contestando un “soltanto” mentre ho ben altro a cui pensare, vero? – gli chiedo, alquanto perplessa.
- Voi giovani d’oggi, non imparerete mai! Ecco perché non esistono più gli scrittori di un tempo! Ecco perché ..
- Hope?
- .. I poemi, le poesie ..
- Hope?
- .. Ora è tutto ridotto ad un misero sms ..
- Hope mi ascolti un secondo?! – urlo io spazientita. Il rosso chiude finalmente quella sua dannata boccaccia e sembra aver intenzione di stare zitto per un po’.
- Dimmi, cara. – dice tranquillamente, come se il fatto che gli avessi appena urlato contro non l’avesse toccato minimamente.
- Va bene, non abbiamo soltanto parlato. Abbiamo discusso su me e Kyle. Lei dice che se non gli piacessi davvero, a quest’ora non starebbe perdendo ancora tempo con me, che è abbastanza maturo da non illudermi e cose così. – gli dico io, sbuffando.
- E tu cos’hai risposto? – chiede avvicinandosi a me, con quella faccia curiosa tipica dei bambini che hanno voglia di conoscere il mondo che li circonda.
- Ho detto che preferirei che mi dimostrasse questa sua maturità, perché io in lui non l’ho vista.
Hope scuote la testa contrariato, ma non inizia ad urlare come al solito.
- Posso capire che tu non ti fidi di lui, ma credi di stare tirando un po’ troppo la corda? – mi chiede, improvvisamente serio.
- In che senso? – gli chiedo io.
- Essendo un ragazzo anch’io, so cosa sta pensando Kyle. Sua sorella ha ragione, cavolo se ha ragione, quando dice che Kyle potrebbe ottenere di più in poco tempo. Eppure lui ha puntato te. – dice, indicandomi con il lungo dito sottile – E nonostante tu sia un bocconcino difficile, non vuole proprio lasciarti andare. Ragazza mia, credimi quando ti dico che lui non vede altri che te. E’ letteralmente cotto! E tu pretendi ancora dimostrazioni di serietà o maturità? – dice, inarcando il sopracciglio. Io lo guardo e non so cosa dire.
Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, poi Hope si alza dal tavolo e dice ammiccando – Tanto voi ne avrete di tempo per parlare domani sera, no?

- Mi state pigliando in giro, vero? – sbotto io al telefono.
- Purtroppo per te, questo non è uno scherzo. – mi dice Brooke con voce rassegnata.
- A quanto pare Poppy ha ingaggiato Hope e la sua squadra di camerieri per la cena di domani sera. Ce l’ha detto proprio prima che andasse al bar.
- Ok, siamo finiti. Vi rendete conto di quello che significa, vero?
- Ci farà fare milioni e milioni di figuracce, non ci lascerà un attimo in pace. Si, lo sappiamo.
- Se ci va bene, forse deciderà di svolgere il suo lavoro al meglio sperando in qualche mancia .. – dice Brooke, non molto convinta di quello che ha appena pensato.
- Non speriamoci troppo. Ci torturerà per tutta la serata!
- Secondo me si divertirà un mondo a farti fare figure di merda con Kyle. – ammette Lucas ridacchiando.
- Per favore, non farmi pensare! Incrociamo le dita per domani, ragazzi. Dai, io chiudo perché tra un po’ devo andare a mangiare, ci vediamo domani!
- Ciao, Lavinia! – mi salutano Brooke e Lucas dal telefono. Chiudo la telefonata e mi accascio sul letto, esausta.
Matisse salta puntualmente sulla mia pancia e si accoccola sopra. Mentre il mio gatto si stava quasi per addormentare, il mio cellulare vibra e Matisse scende dal letto all’istante.
Non ho voglia di sentire nessuno in questo momento, ma il mio gatto mi fissa come se volesse sapere chi è stato a disturbarlo, così la curiosità mi assale.

Domani verrai alla festa?
Sobbalzo nel vedere il mittente. E’ Kyle.

Mia madre mi ha costretto, ma ne farei volentieri a meno.
Passano cinque, dieci minuti. L’attesa è quasi insopportabile,  ma alla fine arriva la risposta.

Domani dobbiamo parlare.
Ma dai! In tutta la giornata non mi hanno detto altro. Certe risposte mi fanno cadere le braccia. Prima che io possa rispondere Kyle mi scrive un altro messaggio.

Seriamente. E dovrai credermi questa volta.
Ok, dopo questo messaggio non farò altro che rodermi per la curiosità e l’ansia di sapere cos’ha da dirmi. Perfetto, passerò un’altra notte insonne.

DRIIN!

Chi sarà mai a quest’ora ..?
- Sono a casa! – urla una voce calda e familiare.
- Papà! – urlo, correndo verso la porta di casa e saltando letteralmente addosso a mio padre.
- Mi sei mancato tanto! – dico, abbracciandolo e stringendolo forte.
- Anche tu cucciolotta mia! Tua madre è in casa? – chiede, abbassando il tono della voce.
- Si è fatta assegnare il turno di notte apposta per non vederti. – ammetto, abbassando lo sguardo.
- Molto confortante. – dice, triste in volto. Però dopo pochi secondi ritrova la sua solita energia positiva e prendendomi sottobraccio mi dice – Vuol dire che trascorreremo una bella serata soltanto per noi due.
- Vedendo i film sul divano come ai vecchi tempi? – quasi urlo dalla gioia.
- Esattamente – dice lui sorridendo. I suoi occhi azzurri si riflettono nei miei e nonostante la gioia che prova nel vedermi, noto come un velo nella loro lucentezza.
Gli dispiace davvero per la mamma, e a me dispiace che la mamma lo faccia soffrire così tanto.
- Prenotiamo la pizza? – chiedo io cercando di essere più felice possibile, per fargli scordare tutti i suoi problemi.
- Certo, scricciolo. – dice ridendo e scompigliandomi i capelli con la mano.
  
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