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Autore: Kumiko Shirogane    29/11/2006    2 recensioni
Salve!!!Ecco la mia prima storia lunga (sono circa 40 capitoli)!!E' tratta dalla fanfic 'E se fosse amore?' di Tokyo Mew Mew...per chi l'ha già letta spero che gli piaccia anche questa versione...perchè questa è la VERA storia di 'E se fosse amore?'!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Genere: Romantico, Azione, Avventura, Suspence

 

 

 

 

Genere: Romantico, Azione, Avventura, Suspence   

 

Anno 2000. Degli alieni che vengono da un pianeta lontano, s’insidiano in Giappone (precisamente a Tokyo) e creano  creature mostruose e terremoti, dicendo di essere venuti a reclamare la terra che avevano abbandonato secoli prima, costretti dagli umani, che avevano già eliminato un’altra popolazione di esseri sovraumani. Solo gli Spiriti di cinque potenti demoni antichi, assopiti in cinque ragazze, potranno salvare il mondo. Il compito di trovarle è stato affidato a un potente e ricco sciamano e a un monaco del tempio Ise.       

 

 

Presentazione da parte dell’autrice

Salve, sono ancora io, Kumiko Shirogane!Eccomi qua a presentarvi…la mia storia “E se fosse amore?” con i miei personaggi originali!Più o meno i caratteri sono come quelli dei personaggi di Tokyo Mew Mew, ma noterete subito delle differenze!Certo, anche alcuni nomi e alcuni cognomi si assomigliano…non fatevi ingannare, perché penso che questa storia saprà coinvolgervi ed emozionarmi!E non lo dico per vantarmi, ma soltanto perché mi hanno dette delle persone che seguono da vicino e che sanno quasi tutta la storia, che è molto bella e che…vorrebbero leggere la fine!Ahimè, purtroppo non ho ancora finito questa storia…spero di riuscire a finirla presto!Beh, come al solito mi sto dilungando troppo >

YoI tAnZyObY!!        

 

 

 

 

Le Five.

                                                            

1.

 

 

 

 

Tokyo, anno 2000.

In un laboratorio sotterraneo due ragazzi fissavano lo schermo di un computer, con lo sguardo serio e quasi inquietante. Uno dei due era giovane e aveva dei bellissimi capelli biondi e due profondi occhi azzurri. Fu lui il primo a parlare, rompendo il silenzio che regnava in quella stanza, esclusi i suoni ininterrotti delle numerose macchine e computer che si trovavano lì  “Abbiamo trovato, dopo tante ricerche, chi possiede gli Spiriti dei Five1[1].” Disse, con voce profonda all’amico, poggiandogli una mano sulla spalla. L’altro sorrise e rispose con voce altrettanto profonda, però con una nota gentile, cosa che la voce dell’altro non possedeva, anzi, quella del biondo era molto fredda “Ora dobbiamo solo risvegliarle…le ragazze che possiedono i Five…Anche se sarà un’ardua impresa, vero?” Il biondo sospirò annuendo e chiudendo quei pozzi azzurri, così rari in quella terra del Sol Levante. Ma poi li riaprì di scatto e un sorriso increspò le labbra del ragazzo “Diamo inizio…alla missione per salvare la Terra, da coloro che ce la vogliono portare via…”.

 

 

“Akai!!Sbrigati, sei in ritardo!!” L’urlo della donna di casa Nekoi, arrivò dalle scale. Come ogni mattina, doveva richiamare la figlia, che era perennemente in ritardo. Una ragazza dai capelli rossi, scese le scale come una furia…lasciando dietro di sé, una montagna di disordine. Libri, quaderni e il pigiama erano tutti sparsi per il corridoio e la povera donna sospirò arrendendosi ai fatti, perché sapeva che sua figlia era un caso senza speranza riguardo al disordine di prima mattina.

“Akai!Cerca di mangiare con un po’ più di ritegno, che diamine, non sei mica un maiale!!” La rimproverò il padre alla ragazza, vedendola ingozzarsi, per finire il più in fretta possibile la colazione. “Mmh!!!” Mormorò Akai, mentre deglutiva l’ultimo boccone e si avviava correndo, verso l’ingresso.

“Ciao!!!” Urlò, uscendo e sbattendo la porta. Sentì il padre, che dentro casa, le urlava qualcosa in risposta che assomigliava a: “Non si sbattono le porte!!”. Ridacchiò, pensando alla faccia di suo padre incavolato, ma poi guardando l’orologio notò che era terribilmente in ritardo e accelerò la corsa per arrivare prima del suono della campanella.

Un ragazzo biondo con la divisa scolastica maschile, seduto su un tetto di una casa, la osservava allontanarsi con un sorriso malizioso. Accanto a sé, un piccolo spirito con le sembianze di una mezza fata e mezzo gatto guardava a sua volta la ragazza con un dolce sorriso “Sarà lei…la mia nuova padrona?” Il ragazzo voltò la testa verso lo spirito “Esatto. Proprio lei… Nekoi Akai…colei che possiede lo spirito del Demone Gatto Akari[2].” Prese il cellulare dopo aver detto ciò e compose velocemente un numero. Aspettò che l’altro rispondesse, prima di portare l’apparecchio vicino alla bocca e cominciare a parlare.

“Ehi, Hato. Ho trovato la leader. Tu pensa alle Five del vento e alla miko, quella del fuoco. Io tratterò con la leader, la luce[3]², poi andrò dalla Five della terra.” Dall’altro capo del cellulare, la voce dell’altro ragazzo si fece dubbiosa.

“E chi si occuperà della Five dell’acqua?” Il biondo sorrise.

“Vuoi che mi faccia avanti io?” L’altro negò e il biondo si immaginò che l’amico stesse sorridendo.

“Figurati, con quelle che ti sei scelto avrai un bel po’ da fare…ci penserò io.”

“Okay, allora è deciso. Ci vediamo stasera.” Concluse il giovane, salutando e chiudendo la chiamata. Con un balzo felino andò sul marciapiede, mettendosi gli occhiali da sole “E’ ora di andare…nella mia nuova scuola.”

 

 

Akai era riuscita ad arrivare in tempo. Sospirò di sollievo, mentre si accasciava sulla sedia del proprio banco. “Aaah, sono sfinita!!” Mormorò, mentre le amiche le si avvicinarono con un sorriso complice “Eh, Akai-chan…sei sempre la solita!Ma la sveglia non la senti?Sei proprio fortunata ad arrivare tutte le volte in tempo!” L’altra annuì, mentre si sedeva davanti alla rossa. La ragazza diede poca retta alle amiche. Ogni mattina, una delle due diceva la stessa battuta e lei sinceramente si stancava di rispondere e dire che non c’entrava nessun ragazzo, cosa che pensavano le sue amiche.

“E dai…dicci la verità!Ti sei fidanzata con Aoyama, vero?Lo chiami anche per nome!!”

“Guarda che vi abbiamo visto al parco…lui era chino su di te e ti stava fasciando la mano!Era una scena così romantica e piena di sentimento!!Sembravate due personaggi di un shojo manga!” Dicendo questo, l’altra indicò il grande cerotto sulla mano sinistra di Akai. Lei sbuffò, ormai spazientita.

“Fra me e lui, non c’è un bel niente!Siamo soltanto amici!Quante volta ve lo devo dire?Ieri mi sono fatta male raccogliendo i rifiuti del lago, che c’è al parco…oltre a me c’era un altro gruppetto di persone. Lui stava passeggiando e mi ha visto e dato che io non avevo cerotti, mi ha fermato il sangue della ferita con il suo fazzoletto!Okay?” Esclamò, mentre si poteva leggere un po’ di rabbia nei suoi occhi scuri. Le amiche capirono di aver esagerato “Okay, scusaci Akai-chan!E’ che tu e Aoyama fate una bella coppia…lui è bello, tu sei bella…poi andate così d’accordo!Sai che molte ragazze della scuola t’invidiano molto per il tuo legame con lui?” La rossa annuì, ricordando tutte le cose che le avevano fatto le fan più violente di Akito. Soltanto per la sua forza di volontà era riuscita ad andare avanti. Sospirò, mentre i suoi occhi s’incupivano. La voce del capoclasse, Aoyama per l’appunto, la scosse e la fece tornare alla realtà.

“In piedi!” Ordinò il moro, quando la professoressa entrò in classe “Saluto!” Ordinò successivamente e dopo che l’insegnante ebbe risposto al saluto, ordinò di sedersi.

Akai si mise a guardare la schiena dell’amico, Aoyama Akito.

Era veramente un bel ragazzo, quello era sicuro, però certe volte…alcune parti del suo carattere non le andavano giù. Tuttavia lui nei suoi confronti era sempre sorridente e gentile -No, non può essere…- Abbozzò un sorriso, poi cercò di concentrarsi sulla lezione.        

 

 

Dindon-dindon.

La campana della pausa pranzo, risuonò in tutto l’istituto.  

“Era ora!!Ho una fame!” Esclamò la rossa, stiracchiandosi, dopo essersi alzata dalla sedia. Una fiamma si accese nei suoi occhi scuri. “Devo muovermi!!” Stringendo saldamente a sé il borsellino spalancò la porta della propria classe e si mise a correre come una forsennata superando tutti i suoi compagni di classe.

“Sì, ci sono!!!” Ed eccola lì, la calca di tutti i giorni davanti al banco dei panini.

La maggior parte degli studenti della scuola erano lì a urlare cosa volevano prendere alla donna del banco. La fiamma negli occhi scuri di Akai si fece più ardente e mentre continuava a correre, ormai vicina alla sua meta, urlò: “Signoraaaaaaa!!!” Con un balzo incredibile, che superò tutta la calca, finì sopra il banco dei panini e tutti compresa la donna arretrarono spaventati. “I due soliti panini e il latte, grazie!” Disse sorridendo, soddisfatta per esserci riuscita per l’ennesima volta. Infatti da quando era entrata in quella nuova scuola, ogni giorno era la stessa storia e lei doveva fare in quel modo tutte le volte se voleva mangiare. Il ragazzo biondo la osservava da lontano e sorrise divertito. “E’ veramente lei…” Disse, prima di avviarsi dall’altra parte del corridoio.

“Aaah, che soddisfazione!” Esclamò la ragazza, mentre nel giardino della scuola si apprestava a mangiare il bottino che si era conquistata anche quel giorno. La raggiunsero subito le sue amiche, che la guardarono piene di ammirazione.

“Anche oggi ti sei fatta valere Akai-chan!!Sei grandiosa!!” La elogiarono con gli occhi sognanti. “Si vede che in educazione fisica hai il massimo dei voti!Sei talmente atletica!” Continuarono, mentre Akai si metteva a ridere e arrossiva un po’, imbarazzata da tanti complimenti.

“Ma dai!Non è il caso che mi fate così tanti complimenti!Forse avrò preso da mio padre…lui era molto atletico alla mia età!” Rise, accompagnata dalle altre due ragazze “Ma adesso mangiamo!”. Si sedettero tutte e tre sotto un albero, mangiando e parlando allegramente fra loro, ma qualcosa, anzi qualcuno, le distrasse dai loro discorsi “Saki-chan, Ayu-chan…chi è quel ragazzo?” La rossa parlava del biondo seduto da solo all’ombra di un albero, che mangiava degli onigiri5 leggendo un libro.

“Ah lui!” Esclamò a bassa voce Saki, mentre sopprimeva una risatina. “Lui è un ragazzo nuovo, che si è trasferito qui da poco, dicono. Si chiama Shirogane Ryoji ed è al secondo anno. E’ soltanto per metà giapponese!Pare che sua madre fosse americana!” Disse Ayumi, precedendo l’altra nel dare una spiegazione su chi fosse, ma prima che potesse aggiungere altro, Akai si illuminò all’improvviso “Un momento!Ma Shirogane non è quella famosissima e ricchissima famiglia di sciamani?Ho sentito che il capofamiglia è molto giovane…!!” La ragazza dai capelli con i capelli corti e neri, Saki, annuì “Infatti!!E’ proprio Shirogane Ryoji, il giovane capofamiglia!Ho sentito che a causa di un incidente, i genitori sono morti un bel po’ di anni fa.”

La rossa fu stupita…lui aveva solo diciassette anni e doveva avere delle grandi responsabilità, come gestire una prestigiosa famiglia, i ricchissimi Shirogane. -Come si sentirà quel ragazzo?Mi sembra così solitario…!- Si sentiva terribilmente attirata da quel ragazzo misterioso.

“Oddio, sta venendo verso di noi!” Esclamò Ayumi agitata, vedendo il biondo che si alzava e si dirigeva verso di loro con passo deciso. Akai sbuffò.

“Sicuramente no.” Lo guardò di striscio, mentre si avvicinava: teneva la giacca della divisa aperta e la cravatta era leggermente larga, così il colletto della camicia era un po’ libera…si poteva vedere il collo robusto del biondo. Era così bello e sexy che Akai si sentì avvampare.

“Salve ragazze.” Ryoji si trovava proprio di fronte alla rossa, che arrossendo lo guardò in volto. Era riuscito a rendere quelle semplici parole incredibilmente sensuali con la sua voce profonda.

“Buongiorno senpai6!” Lo salutarono tutte e tre molto tese. Ryoji guardò attentamente Akai con un sorriso.

“Tu sei…Nekoi Akai, vero?Ti ho notata da lontano…è difficile non notarti con quella lunga chioma rossa…!” La ragazza rimase di stucco. -Conosce il mio nome…conosce il mio nome!!- Pensava, non sapendo che dire. Molto impacciata cercó di rispondere: “Ehm…sì, sono io!Beh me lo dicono in tanti…!” Sorrise, mentre ormai la sua faccia doveva essere in tinta con i capelli “Ma come mai…sapete il mio nome, senpai?” Il biondo sorrise portandosi indietro i capelli, in un gesto che mozzò il fiato a Saki e Ayumi.

“Beh, mi hai incuriosito, così l’ho chiesto a un tuo compagno di classe!Comunque io sono Shirogane Ryoji. Ma lo saprai già, visto che le novità voleranno qui, no?” Detto questo, diede uno sguardo alle altre due ragazze che si sentirono sprofondare dalla vergogna. Akai, se possibile, si imbarazzò ancora di più “E già…è proprio vero…!” Stava per aggiungere qualcos’altro, ma il ragazzo la interruppe.

“Sorvoliamo i convenevoli, piccola Akai…”

La ragazza sobbalzò, infastidita -Pi…piccola?!Ma come si permette?!?Okay, è più grande di me…ma solo di un anno!-. Ryoji continuò come se nulla fosse: “…dopo la scuola devo parlarti, perciò non scappare via…d’accordo?”

“Eh??” La rossa lo guardò allibita -Perché proprio io?!-.   

Dindon-dindon.

Il suono della campanella fece muovere tutti per tornare nelle loro classi.

“Beh, piccola Akai, ci vediamo all’uscita!” Detto questo, il biondo le accarezzò la testa, scompigliandole i capelli rossi. Lei lo guardò con astio, mentre si allontanava. “Lo odio!” Esclamò, mentre si dirigeva verso la classe insieme alle amiche. Loro la pensavano in un altro modo.

“Ti rendi conto, Akai-chan?!Tu sei fortunatissima!!Hai come migliore amico il più bello della classe e adesso quel super figo di Shirogane che ti ha chiesto di parlarti!Ma non farai troppe stragi di cuori!?”

Akai s’innervosì ancora di più dopo quella frase.

“Non ci tengo proprio ad avere uno spasimante come quello!!Ma l’avete visto che presuntuoso!?E poi come si è permesso di prendere tanta confidenza?Ci siamo conosciuti adesso e mi chiama per nome*?Piccola poi?!?Ma dico è deficiente?!?” Quando arrivò in classe si sedette malamente sulla sedia -Appena esco glielo dirò direttamente in faccia!!-.

 

 

Un ventenne dal bell’aspetto e dal sorriso gentile, si trovava davanti ad una grande villa, in uno dei quartieri più prestigiosi di Tokyo. Essa era di proprietà degli Aizawa, una delle famiglie giapponesi più ricche e importanti, che possedevano una grande azienda internazionale. “Bene, ci siamo.” Disse il moro, togliendosi gli occhiali da sole che portava e suonando il campanello molto delicatamente. Una voce maschile, probabilmente uno dei molti maggiordomi della villa, rispose al citofono, sopra il campanello “Desidera?” Il ventenne rispose a sua volta, con tono cordiale “Sono Akasaka Hatori[4]. Vorrei incontrare Aizawa Misako-san. E’ una questione di grande importanza.” Capì di essere stato convincente, dato che il cancello si aprì.

Entrò e percorse velocemente il viale, che lo separava dall’entrata della villa.

Intorno alla villa c’era un immenso giardino, con una maestosa fontana elaborata e con varie sculture, da cui uscivano gli zampilli d’acqua. Restò a guardare quest’ultima, per qualche secondo, poi come risvegliandosi da una sorta di trance, percorse i pochi metri che lo separavano dal gran portone.

Un maggiordomo sulla cinquantina, sicuramente quello che gli aveva risposto, gli aprì il portone e lo fece entrare, inchinandosi in modo servizievole “Prego, Akasaka-san.” Lo guidò in un gran salone, in cui vi risiedevano altre sculture di gran valore e le pareti erano intarsiate e di color oro. Notò che in esse erano appesi quadri di Monet, Renoir e Matisse. Il maggiordomo lo distolse dall’ammirare quei capolavori e lo fece accomodare in una poltrona di pelle “Attenda qui, Akasaka-san. Misako-san arriverà tra pochi minuti.” Hatori sorrise gentilmente e annuì, mentre il maggiordomo usciva dal salotto con un profondo inchino. Il ventenne stette seduto composto, tamburellando leggermente con le dita sui braccioli della poltrona, e dopo qualche minuto sentì la porta aprirsi nuovamente. Si girò e con un sorriso si alzò, dirigendosi verso la ragazza che era appena entrata.

Aveva dei bellissimi capelli biondi che arrivavano fino alle spalle, gli occhi blu come due zaffiri e un portamento notevolmente elegante e altezzoso, degno del suo rango. Portava un tailler bianco, con la gonna che arrivava sino alle ginocchia.

Hatori si curvò leggermente e le prese la mano, facendole un baciamano degno di un principe. La ragazza arrossì leggermente, con un sorriso.

“Piacere di conoscerla, Aizawa-san. Lei è davvero incantevole, come mi hanno riferito. Sono Akasaka Hatori, venuto per comunicarle una notizia, che spero sia di vostro gradimento.” La ragazza sorrise, ancora con quel rossore sulle guance “Benvenuto nella mia villa, Akasaka-san, sono lieta anch’io di fare la vostra conoscenza. Ma, prego, accomodatevi. Ah, Koizumi, portateci il the, per favore.” Il maggiordomo fece un inchino ed uscì.

“Allora…ditemi. Qual è la notizia tanto gradita?” Hatori mutò espressione, divenendo incredibilmente serio “Vedete, non so se sarà molto lieta. Ma se voi accettaste, l’intero mondo ve ne sarebbe grato.” La ragazza iniziò a preoccuparsi “Akasaka-san…che cosa intendete dire?” Il moro s’inginocchiò di fronte a lei, prendendole le mani e guardandola con quei suoi occhi profondi e dolci.

“Voi sei una delle cinque predestinate per la salvezza di questo mondo. Colei che possiede lo spirito del demone del vento, Kaze.” L’espressione sul volto della ragazza, era completamente sconvolta. Si alzò bruscamente, allontanandosi dal moro che aveva ancora quello sguardo serio, il che fece intimorire di più la giovane…arretrò, fino a che non raggiunse l’altra parte della stanza.

“Voi…voi siete un pazzo!Come potete credere, che io sia talmente stupida da credere ad una fandonia del genere?Kaze, il Demone del Vento…io!?” Fece una risata nervosa, dopo aver urlato ciò, guardandolo con il panico negli occhi blu.

“Vorrei potervi affermare che sono menzogne e che il mondo non ha bisogno di essere salvato, ma, purtroppo, tutto questo non mi è possibile.” Rispose Hatori, spostando leggermente il ciuffo di capelli che gli aveva coperto gli occhi. Si poggiò alla spalliera della poltrona su cui era seduto poco prima, senza staccare gli occhi da Misako. “Cercate di ascoltarmi, Misako-san. Non si tratta di un gioco, né tanto meno di uno scherzo e non si tratta neanche di pazzia. Posso garantirvi, con prove certe, che voi siete la reincarnazione dello spirito del Demone del Vento, che risiedeva qui in Giappone, più di seicento anni fa…Egli, o per meglio dire, Ella era una dei cinque Demoni più potenti del Giappone. Sono chiamate Five. Rappresentano gli elementi: acqua, aria, terra, fuoco e per finire, il più potente: la luce.” Gli occhi del bel ventenne parvero scrutarla per ogni millimetro del suo viso e si specchiavano sugli occhi di Misako, più confusa e titubante, come mai lo era stata -Non ha uno sguardo da bugiardo…vorrei tanto fidarmi di lui. Però, se accettando quest’incarico, io…io…deludessi totalmente i miei genitori, che ammirano tanto mia sorella maggiore…se dovessi fargli ribrezzo?Io che farei?- Pensò questo, mentre rattristata dai ricordi le lacrime iniziarono a scendere sulle sue guance, senza riuscire a smettere.

“Perché!?Perchè siete venuto Akasaka-san!?Io non ho nessun potere, io non sono la reincarnazione di nessun Demone!” Urlò la ragazza, guardandolo con un ghigno strano, quasi folle. Sembrava ormai totalmente fuori di sé, gli occhi persi nel vuoto e le lacrime continuavano a scorrere “Lasciatemi in pace!!Lasciatemi in pace!!Andate via!!” L’ennesimo urlo fece spaventare gli inservienti che preoccupati, si diressero di corsa verso il salotto dove si trovavano Misako e Hatori. Il moro, non volendo che nessuno li interrompesse, chiuse la porta a chiave e poi si diresse verso la ragazza, che si ostinava ad urlare di uscire dalla villa.

Incurante della disperazione della giovane, lui si avvicinò e l’abbracciò senza indugio. In quel momento smise di urlare, anche se fuori della porta si sentivano le urla delle persone accorse, preoccupate. Tuttavia nessuno dei due fece niente.

“Capisco il tuo stato d’animo, cara Misako. Posso comprendere i tuoi dubbi, le tue paure…” Iniziò ad accarezzarle i capelli, mentre Misako iniziava ad abituarsi a quelle forti braccia che la tenevano così saldamente, eppure in un modo così dolce e protettivo “…Tuttavia devi cercare di farti coraggio. Serve a tutti noi il tuo prezioso aiuto.” Le disse piano all’orecchio, mentre lei teneva la testa china appoggiata sul petto del moro e le ultime lacrime le solcavano il viso in silenzio…annuì in modo da far capire a Hatori che aveva compreso l’importanza della cosa. Si staccò dal suo abbraccio con un lieve rossore sulle guance e quando si allontanò da lui si girò dall’altra parte, mentre si prendeva con la mano destra il suo bracco sinistro, che fino a poco fa era stretto con dolcezza dal moro. Ignorando i battiti veloci del suo cuore cercò di parlare, per spezzare quell’imbarazzante silenzio.

“Co…cosa dovrei fare…?” Il moro sorrise.

“Vieni questo pomeriggio al ristorante che ha aperto ieri…il Five’s Restaurant. Io sarò lì ad aspettarti, insieme alle tue nuove compagne…le altre quattro custodi. Lì ti verrà spiegata ogni cosa riguardo alla missione che è stata affidata a te e alle tue compagne.” Lei lo guardò intensamente, capendo che accettando si sarebbe presa grandi responsabilità. Ma questo non la spaventava, non era una ragazza così debole. Annuì convinta della sua decisione e si diresse ad aprire la porta, che veniva sbattuta dai suoi maggiordomi in ansia per le urla che avevano sentito.

“Non preoccupatevi. Abbiamo avuto una discussione un po’ movimentata, tutto qui.” Spiegò con calma.

“Ma signorina…!?” Intervenne Koizumi, il maggiordomo di prima. Tuttavia fu interrotto dalla stessa Misako che con un sorriso la rassicurò. Si rivolse ad Hatori, che nel frattempo era rimasto in silenzio.

“Non abbiamo altro da dirci, Akasaka-san?C’è ancora il tempo per un the?” Gli chiese, quasi speranzosa che lui restasse ancora con lei per un po’.  Ma lui negò nobilmente con la testa, facendo un espressione dispiaciuta.

“Mi rincresce, Misako-san, ma devo andare per impegni urgenti. Il resto lo saprete presto, come già stabilito.”

La ragazza parve delusa da quella risposta, ma sorrise comunque, rivolgendosi nuovamente al suo maggiordomo.  

“Koizumi, accompagnate gentilmente alla porta Akasaka-san. Ah, non mi prenda nessun impegno per questa sera, ho un impegno molto urgente.” Detto questo, si voltò nuovamente verso il moro, che si stava dirigendo verso la porta dove si trovava anche lei. “Arrivederla Akasaka-san. E’ stata…una chiacchierata abbastanza movimentata, ma mi ha fatto comunque piacere conoscerla.” Sorrise cordialmente, così come fece lui in risposta.

“Arrivederla Misako-san. Anche per me è stato un piacere conoscerla…” Le baciò nuovamente la mano, come aveva fatto la prima volta. Lei arrossì, piacevolmente e nuovamente colpita. Era un vero gentiluomo. Dopo averlo fatto si alzò, entrambi s’inchinarono e lui si allontanò con un portamento elegante, dirigendosi verso l’ingresso.

Misako lo guardò finché non fu sparito dietro l’angolo. Poggiò una mano sul petto…quanto aveva battuto il suo cuore quando l’aveva abbracciata?Arrossì, sentendo nuovamente il cuore accelerare al solo pensiero. Non aveva mai provato un emozione del genere, così piacevole, così strana.

“A presto…Akasaka-san…”  

 

 

To be continued…

Wiii a tutti!Bè, cari lettori, come vi è parso questo mini-capitoletto?Scrivo mini perchè ho tagliato dei pezzi…nel secondo capitolo posto la seconda parte dove conoscerete Saionji Saya, Kameyama Chidori e Hinata Kanki!Dunque…vi piace la trama?E’ strana…potrebbe essere definita un misto fra Tokyo Mew Mew e Inu Yasha ;P!Ah, comunque per farvi un’idea di chi sono nella fic di Tokyo Mew Mew questi miei personaggi ecco una legenda:

Shirogane Ryoji: Shirogane Ryo (questo l’avrete capito subito, no?Sapete mi sarebbe dispiaciuto cambiargli il nome e il cognome ç.ç!Così ho leggermente cambiato il nome ^^!)

Akasaka Hatori: Akasaka Keiichiro

Nekoi Akai: Momomiya Ichigo

      Aoyama Akito: Aoyama Masaya

Aizawa Misako: Aizawa Minto

Saionji Saya: Fujiwara Zakuro

Kameyama Chidori: Midorikawa Retasu

Hinata Kanki: Fon Purin

Volete sapere anche i nomi dei prossimi personaggi?!?^O^Eccovi accontentati!!

(ma chi te l’ha chiesto!?-.- nd lettori):

Sergente Kin(il cognome per il momento è top secret): Kisshu

Sergente Shigure(Shi): Pai

Sergente Kumagure(Kuma): Taruto

Koori Aoi: Deep Blue

 E poi…ovviamente c’è Lei!!!Responsabile di mooooolti casini!!!

Nekoi Kumiko (chi sarà mai questa ragazza???Mah ^^, chi lo sa ;P!!)

Ok,penso di aver scritto abbastanza!Mi aspetto delle recensioni, ok?Più recensite, meglio è!

Intanto ringrazio tutti quelli che seguono le mie fanfic!!Arigato!!!Come farei senza di voi??Continuate a seguirle, per favore!!

Kissu Kissu(Baci baci),    

 Sayonara

Vostra,

Kumiko Shirogane (Cos’è questa firma!?!?tzè esibizionista…nd lettori ma no ç.ç…nd kumiko)

 



1Five=i Five sono i cinque Spiriti antichi degli Spettri più potenti del vecchio Giappone. Gli Spettri che dominano gli elementi:Akari, la luce; Hi, il fuoco;Toki, la terra; Kaze, il vento e Mizu, l’acqua.

[2] Akari, in giapponese, significa luce.

 

5onigiri=sono delle polpette di riso con dei ripieni vari all’interno. E’ avvolto da un’alga per tenere insieme il tutto.

6senpai=significa “compagno più grande”, viene usato in ambito lavorativo o scolastico 

 

*Nota=in Giappone, di solito quando ci si conosce da poco o non si ha molta confidenza con una determinata persona, ci si chiama per cognome. 

 

[4] Nota= In Giappone si usa presentarsi dicendo prima il cognome e poi il nome.

   
 
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