Genere: Romantico, Azione,
Avventura, Suspence
Anno 2000. Degli
alieni che vengono da un pianeta lontano, s’insidiano in Giappone (precisamente
a Tokyo) e creano creature mostruose e
terremoti, dicendo di essere venuti a reclamare la terra che avevano
abbandonato secoli prima, costretti dagli umani, che avevano già eliminato
un’altra popolazione di esseri sovraumani. Solo gli Spiriti di cinque potenti
demoni antichi, assopiti in cinque ragazze, potranno salvare il mondo. Il
compito di trovarle è stato affidato a un potente e ricco sciamano e a un
monaco del tempio Ise.
Presentazione da parte
dell’autrice♥
Salve, sono ancora io, Kumiko Shirogane!Eccomi qua a presentarvi…la mia storia “E se fosse amore?” con i miei personaggi originali!Più o meno i caratteri sono come quelli dei personaggi di Tokyo Mew Mew, ma noterete subito delle differenze!Certo, anche alcuni nomi e alcuni cognomi si assomigliano…non fatevi ingannare, perché penso che questa storia saprà coinvolgervi ed emozionarmi!E non lo dico per vantarmi, ma soltanto perché mi hanno dette delle persone che seguono da vicino e che sanno quasi tutta la storia, che è molto bella e che…vorrebbero leggere la fine!Ahimè, purtroppo non ho ancora finito questa storia…spero di riuscire a finirla presto!Beh, come al solito mi sto dilungando troppo >
YoI
tAnZyObY!!♫
Le Five.
1.
Tokyo, anno 2000.
In un laboratorio
sotterraneo due ragazzi fissavano lo schermo di un computer, con lo sguardo
serio e quasi inquietante. Uno dei due era giovane e aveva dei bellissimi
capelli biondi e due profondi occhi azzurri. Fu lui il primo a parlare, rompendo
il silenzio che regnava in quella stanza, esclusi i suoni ininterrotti delle
numerose macchine e computer che si trovavano lì “Abbiamo trovato, dopo tante ricerche, chi
possiede gli Spiriti dei Five1.” Disse,
con voce profonda all’amico, poggiandogli una mano sulla spalla. L’altro
sorrise e rispose con voce altrettanto profonda, però con una nota gentile,
cosa che la voce dell’altro non possedeva, anzi, quella del biondo era molto
fredda “Ora dobbiamo solo risvegliarle…le ragazze che possiedono i Five…Anche se sarà un’ardua impresa,
vero?” Il biondo sospirò annuendo e chiudendo quei pozzi azzurri, così rari in
quella terra del Sol Levante. Ma poi li riaprì di scatto e un sorriso increspò
le labbra del ragazzo “Diamo inizio…alla missione per salvare
♥
“Akai!!Sbrigati, sei
in ritardo!!” L’urlo della donna di casa Nekoi, arrivò dalle scale. Come ogni
mattina, doveva richiamare la figlia, che era perennemente in ritardo. Una
ragazza dai capelli rossi, scese le scale come una furia…lasciando dietro di sé,
una montagna di disordine. Libri, quaderni e il pigiama erano tutti sparsi per
il corridoio e la povera donna sospirò arrendendosi ai fatti, perché sapeva che
sua figlia era un caso senza speranza riguardo al disordine di prima mattina.
“Akai!Cerca di mangiare
con un po’ più di ritegno, che diamine, non sei mica un maiale!!” La rimproverò
il padre alla ragazza, vedendola ingozzarsi, per finire il più in fretta
possibile la colazione. “Mmh!!!” Mormorò Akai, mentre deglutiva l’ultimo
boccone e si avviava correndo, verso l’ingresso.
“Ciao!!!” Urlò,
uscendo e sbattendo la porta. Sentì il padre, che dentro casa, le urlava
qualcosa in risposta che assomigliava a: “Non
si sbattono le porte!!”. Ridacchiò, pensando alla faccia di suo padre
incavolato, ma poi guardando l’orologio notò che era terribilmente in ritardo e
accelerò la corsa per arrivare prima del suono della campanella.
Un ragazzo biondo con
la divisa scolastica maschile, seduto su un tetto di una casa, la osservava
allontanarsi con un sorriso malizioso. Accanto a sé, un piccolo spirito con le
sembianze di una mezza fata e mezzo gatto guardava a sua volta la ragazza con
un dolce sorriso “Sarà lei…la mia nuova padrona?” Il ragazzo voltò la testa
verso lo spirito “Esatto. Proprio lei… Nekoi Akai…colei che possiede lo
spirito del Demone Gatto Akari[2].”
Prese il cellulare dopo aver detto ciò e compose velocemente un numero. Aspettò
che l’altro rispondesse, prima di portare l’apparecchio vicino alla bocca e
cominciare a parlare.
“Ehi, Hato. Ho
trovato la leader. Tu pensa alle Five
del vento e alla miko, quella del
fuoco. Io tratterò con la leader, la luce[3]², poi andrò dalla Five della
terra.” Dall’altro capo del cellulare, la voce dell’altro ragazzo si fece
dubbiosa.
“E chi si occuperà della Five
dell’acqua?” Il biondo sorrise.
“Vuoi che mi faccia avanti io?” L’altro negò e il biondo si immaginò che
l’amico stesse sorridendo.
“Figurati, con quelle che ti sei scelto avrai un bel po’ da fare…ci
penserò io.”
“Okay, allora è deciso. Ci vediamo stasera.” Concluse il giovane,
salutando e chiudendo la chiamata. Con un balzo felino andò sul marciapiede,
mettendosi gli occhiali da sole “E’ ora di andare…nella mia nuova scuola.”
♥
Akai era riuscita ad arrivare in tempo. Sospirò di sollievo, mentre si
accasciava sulla sedia del proprio banco. “Aaah, sono sfinita!!” Mormorò,
mentre le amiche le si avvicinarono con un sorriso complice “Eh, Akai-chan…sei sempre la solita!Ma la sveglia
non la senti?Sei proprio fortunata ad arrivare tutte le volte in tempo!”
L’altra annuì, mentre si sedeva davanti alla rossa. La ragazza diede poca retta
alle amiche. Ogni mattina, una delle due diceva la stessa battuta e lei
sinceramente si stancava di rispondere e dire che non c’entrava nessun ragazzo,
cosa che pensavano le sue amiche.
“E dai…dicci la verità!Ti sei fidanzata con Aoyama, vero?Lo chiami anche
per nome!!”
“Guarda che vi abbiamo visto al parco…lui era chino su di te e ti stava
fasciando la mano!Era una scena così romantica e piena di
sentimento!!Sembravate due personaggi di un shojo
manga!” Dicendo questo, l’altra indicò il grande cerotto sulla mano sinistra di
Akai. Lei sbuffò, ormai spazientita.
“Fra me e lui, non c’è un bel niente!Siamo soltanto amici!Quante volta ve
lo devo dire?Ieri mi sono fatta male raccogliendo i rifiuti del lago, che c’è
al parco…oltre a me c’era un altro gruppetto di persone. Lui stava passeggiando
e mi ha visto e dato che io non avevo cerotti, mi ha fermato il sangue della
ferita con il suo fazzoletto!Okay?” Esclamò, mentre si poteva leggere un po’ di
rabbia nei suoi occhi scuri. Le amiche capirono di aver esagerato “Okay,
scusaci Akai-chan!E’ che tu e Aoyama
fate una bella coppia…lui è bello, tu sei bella…poi andate così d’accordo!Sai
che molte ragazze della scuola t’invidiano molto per il tuo legame con lui?” La
rossa annuì, ricordando tutte le cose che le avevano fatto le fan più violente
di Akito. Soltanto per la sua forza di volontà era riuscita ad andare avanti.
Sospirò, mentre i suoi occhi s’incupivano. La voce del capoclasse, Aoyama per
l’appunto, la scosse e la fece tornare alla realtà.
“In piedi!” Ordinò il moro, quando la professoressa entrò in classe
“Saluto!” Ordinò successivamente e dopo che l’insegnante ebbe risposto al
saluto, ordinò di sedersi.
Akai si mise a guardare la schiena dell’amico, Aoyama Akito.
Era veramente un bel ragazzo, quello era sicuro, però certe volte…alcune
parti del suo carattere non le andavano giù. Tuttavia lui nei suoi confronti
era sempre sorridente e gentile -No, non
può essere…- Abbozzò un sorriso, poi cercò di concentrarsi sulla
lezione.
Dindon-dindon.
La campana della pausa pranzo, risuonò in tutto l’istituto.
“Era ora!!Ho una
fame!” Esclamò la rossa, stiracchiandosi, dopo essersi alzata dalla sedia. Una
fiamma si accese nei suoi occhi scuri. “Devo muovermi!!” Stringendo saldamente
a sé il borsellino spalancò la porta della propria classe e si mise a correre
come una forsennata superando tutti i suoi compagni di classe.
“Sì, ci sono!!!” Ed
eccola lì, la calca di tutti i giorni davanti al banco dei panini.
La maggior parte
degli studenti della scuola erano lì a urlare cosa volevano prendere alla donna
del banco. La fiamma negli occhi scuri di Akai si fece più ardente e mentre
continuava a correre, ormai vicina alla sua meta, urlò: “Signoraaaaaaa!!!” Con
un balzo incredibile, che superò tutta la calca, finì sopra il banco dei panini
e tutti compresa la donna arretrarono spaventati. “I due soliti panini e il
latte, grazie!” Disse sorridendo, soddisfatta per esserci riuscita per
l’ennesima volta. Infatti da quando era entrata in quella nuova scuola, ogni
giorno era la stessa storia e lei doveva fare in quel modo tutte le volte se
voleva mangiare. Il ragazzo biondo la osservava da lontano e sorrise divertito.
“E’ veramente lei…” Disse, prima di avviarsi dall’altra parte del corridoio.
“Aaah, che
soddisfazione!” Esclamò la ragazza, mentre nel giardino della scuola si
apprestava a mangiare il bottino che si era conquistata anche quel giorno. La
raggiunsero subito le sue amiche, che la guardarono piene di ammirazione.
“Anche oggi ti sei
fatta valere Akai-chan!!Sei
grandiosa!!” La elogiarono con gli occhi sognanti. “Si vede che in educazione
fisica hai il massimo dei voti!Sei talmente atletica!” Continuarono, mentre
Akai si metteva a ridere e arrossiva un po’, imbarazzata da tanti complimenti.
“Ma dai!Non è il caso
che mi fate così tanti complimenti!Forse avrò preso da mio padre…lui era molto
atletico alla mia età!” Rise, accompagnata dalle altre due ragazze “Ma adesso
mangiamo!”. Si sedettero tutte e tre sotto un albero, mangiando e parlando
allegramente fra loro, ma qualcosa, anzi qualcuno,
le distrasse dai loro discorsi “Saki-chan,
Ayu-chan…chi è quel ragazzo?” La
rossa parlava del biondo seduto da solo all’ombra di un albero, che mangiava
degli onigiri5
leggendo un libro.
“Ah lui!” Esclamò a
bassa voce Saki, mentre sopprimeva una risatina. “Lui è un ragazzo nuovo, che
si è trasferito qui da poco, dicono. Si chiama Shirogane Ryoji ed è al
secondo anno. E’ soltanto per metà giapponese!Pare che sua madre fosse
americana!” Disse Ayumi, precedendo l’altra nel dare una spiegazione su chi
fosse, ma prima che potesse aggiungere altro, Akai si illuminò all’improvviso
“Un momento!Ma Shirogane non è quella famosissima e ricchissima famiglia di
sciamani?Ho sentito che il capofamiglia è molto giovane…!!” La ragazza dai
capelli con i capelli corti e neri, Saki, annuì “Infatti!!E’ proprio Shirogane
Ryoji, il giovane capofamiglia!Ho sentito che a causa di un incidente, i
genitori sono morti un bel po’ di anni fa.”
La rossa fu
stupita…lui aveva solo diciassette anni e doveva avere delle grandi
responsabilità, come gestire una prestigiosa famiglia, i ricchissimi Shirogane.
-Come si sentirà quel ragazzo?Mi sembra così solitario…!- Si sentiva
terribilmente attirata da quel ragazzo misterioso.
“Oddio, sta venendo
verso di noi!” Esclamò Ayumi agitata, vedendo il biondo che si alzava e si
dirigeva verso di loro con passo deciso. Akai sbuffò.
“Sicuramente no.” Lo
guardò di striscio, mentre si avvicinava: teneva la giacca della divisa aperta
e la cravatta era leggermente larga, così il colletto della camicia era un po’
libera…si poteva vedere il collo robusto del biondo. Era così bello e sexy che
Akai si sentì avvampare.
“Salve ragazze.”
Ryoji si trovava proprio di fronte alla rossa, che arrossendo lo guardò in
volto. Era riuscito a rendere quelle semplici parole incredibilmente sensuali
con la sua voce profonda.
“Buongiorno senpai6!”
Lo salutarono tutte e tre molto tese. Ryoji guardò attentamente Akai con un
sorriso.
“Tu sei…Nekoi Akai,
vero?Ti ho notata da lontano…è difficile non notarti con quella lunga chioma
rossa…!” La ragazza rimase di stucco. -Conosce il mio nome…conosce il mio
nome!!- Pensava, non sapendo che dire. Molto impacciata cercó di
rispondere: “Ehm…sì, sono io!Beh me lo dicono in tanti…!” Sorrise, mentre ormai
la sua faccia doveva essere in tinta con i capelli “Ma come mai…sapete il mio
nome, senpai?” Il biondo sorrise
portandosi indietro i capelli, in un gesto che mozzò il fiato a Saki e Ayumi.
“Beh, mi hai incuriosito,
così l’ho chiesto a un tuo compagno di classe!Comunque io sono Shirogane Ryoji.
Ma lo saprai già, visto che le novità voleranno qui, no?” Detto questo, diede
uno sguardo alle altre due ragazze che si sentirono sprofondare dalla vergogna.
Akai, se possibile, si imbarazzò ancora di più “E già…è proprio vero…!” Stava
per aggiungere qualcos’altro, ma il ragazzo la interruppe.
“Sorvoliamo i
convenevoli, piccola Akai…”
La ragazza sobbalzò,
infastidita -Pi…piccola?!Ma come si permette?!?Okay, è più grande di me…ma
solo di un anno!-. Ryoji continuò come se nulla fosse: “…dopo la scuola
devo parlarti, perciò non scappare via…d’accordo?”
“Eh??” La rossa lo
guardò allibita -Perché proprio io?!-.
Dindon-dindon.
Il suono della
campanella fece muovere tutti per tornare nelle loro classi.
“Beh, piccola Akai,
ci vediamo all’uscita!” Detto questo, il biondo le accarezzò la testa,
scompigliandole i capelli rossi. Lei lo guardò con astio, mentre si
allontanava. “Lo odio!” Esclamò, mentre si dirigeva verso la classe insieme
alle amiche. Loro la pensavano in un altro modo.
“Ti rendi conto,
Akai-chan?!Tu sei fortunatissima!!Hai
come migliore amico il più bello della classe e adesso quel super figo di
Shirogane che ti ha chiesto di parlarti!Ma non farai troppe stragi di cuori!?”
Akai s’innervosì
ancora di più dopo quella frase.
“Non ci tengo proprio
ad avere uno spasimante come quello!!Ma l’avete visto che presuntuoso!?E poi
come si è permesso di prendere tanta confidenza?Ci siamo conosciuti adesso e mi
chiama per nome*?Piccola poi?!?Ma dico è deficiente?!?” Quando arrivò in classe si
sedette malamente sulla sedia -Appena esco glielo dirò direttamente in
faccia!!-.
♥
Un ventenne dal
bell’aspetto e dal sorriso gentile, si trovava davanti ad una grande villa, in
uno dei quartieri più prestigiosi di Tokyo. Essa era di proprietà degli Aizawa,
una delle famiglie giapponesi più ricche e importanti, che possedevano una grande
azienda internazionale. “Bene, ci siamo.” Disse il moro, togliendosi gli
occhiali da sole che portava e suonando il campanello molto delicatamente. Una
voce maschile, probabilmente uno dei molti maggiordomi della villa, rispose al
citofono, sopra il campanello “Desidera?” Il ventenne rispose a sua volta, con
tono cordiale “Sono Akasaka Hatori[4].
Vorrei incontrare Aizawa Misako-san.
E’ una questione di grande importanza.” Capì di essere stato convincente, dato
che il cancello si aprì.
Entrò e percorse velocemente
il viale, che lo separava dall’entrata della villa.
Intorno alla villa
c’era un immenso giardino, con una maestosa fontana elaborata e con varie
sculture, da cui uscivano gli zampilli d’acqua. Restò a guardare quest’ultima,
per qualche secondo, poi come risvegliandosi da una sorta di trance, percorse i
pochi metri che lo separavano dal gran portone.
Un maggiordomo sulla
cinquantina, sicuramente quello che gli aveva risposto, gli aprì il portone e
lo fece entrare, inchinandosi in modo servizievole “Prego, Akasaka-san.” Lo guidò in un gran salone, in cui
vi risiedevano altre sculture di gran valore e le pareti erano intarsiate e di
color oro. Notò che in esse erano appesi quadri di Monet, Renoir e Matisse. Il
maggiordomo lo distolse dall’ammirare quei capolavori e lo fece accomodare in
una poltrona di pelle “Attenda qui, Akasaka-san.
Misako-san arriverà tra pochi
minuti.” Hatori sorrise gentilmente e annuì, mentre il maggiordomo usciva dal
salotto con un profondo inchino. Il ventenne stette seduto composto,
tamburellando leggermente con le dita sui braccioli della poltrona, e dopo
qualche minuto sentì la porta aprirsi nuovamente. Si girò e con un sorriso si
alzò, dirigendosi verso la ragazza che era appena entrata.
Aveva dei bellissimi
capelli biondi che arrivavano fino alle spalle, gli occhi blu come due zaffiri
e un portamento notevolmente elegante e altezzoso, degno del suo rango. Portava
un tailler bianco, con la gonna che arrivava sino alle ginocchia.
Hatori si curvò
leggermente e le prese la mano, facendole un baciamano degno di un principe. La
ragazza arrossì leggermente, con un sorriso.
“Piacere di
conoscerla, Aizawa-san. Lei è davvero
incantevole, come mi hanno riferito. Sono Akasaka Hatori, venuto per
comunicarle una notizia, che spero sia di vostro gradimento.” La ragazza
sorrise, ancora con quel rossore sulle guance “Benvenuto nella mia villa,
Akasaka-san, sono lieta anch’io di
fare la vostra conoscenza. Ma, prego, accomodatevi. Ah, Koizumi, portateci il
the, per favore.” Il maggiordomo fece un inchino ed uscì.
“Allora…ditemi. Qual
è la notizia tanto gradita?” Hatori mutò espressione, divenendo incredibilmente
serio “Vedete, non so se sarà molto lieta. Ma se voi accettaste, l’intero mondo
ve ne sarebbe grato.” La ragazza iniziò a preoccuparsi “Akasaka-san…che cosa intendete dire?” Il moro
s’inginocchiò di fronte a lei, prendendole le mani e guardandola con quei suoi
occhi profondi e dolci.
“Voi sei una delle
cinque predestinate per la salvezza di questo mondo. Colei che possiede lo
spirito del demone del vento, Kaze.”
L’espressione sul volto della ragazza, era completamente sconvolta. Si alzò
bruscamente, allontanandosi dal moro che aveva ancora quello sguardo serio, il
che fece intimorire di più la giovane…arretrò, fino a che non raggiunse l’altra
parte della stanza.
“Voi…voi siete un
pazzo!Come potete credere, che io sia talmente stupida da credere ad una
fandonia del genere?Kaze, il Demone del Vento…io!?” Fece una risata nervosa,
dopo aver urlato ciò, guardandolo con il panico negli occhi blu.
“Vorrei potervi
affermare che sono menzogne e che il mondo non ha bisogno di essere salvato,
ma, purtroppo, tutto questo non mi è possibile.” Rispose Hatori, spostando
leggermente il ciuffo di capelli che gli aveva coperto gli occhi. Si poggiò
alla spalliera della poltrona su cui era seduto poco prima, senza staccare gli
occhi da Misako. “Cercate di ascoltarmi, Misako-san. Non si tratta di un gioco, né tanto meno di uno scherzo e non
si tratta neanche di pazzia. Posso garantirvi, con prove certe, che voi siete
la reincarnazione dello spirito del Demone del Vento, che risiedeva qui in
Giappone, più di seicento anni fa…Egli, o per meglio dire, Ella era una dei
cinque Demoni più potenti del Giappone. Sono chiamate Five. Rappresentano gli
elementi: acqua, aria, terra, fuoco e per finire, il più potente: la luce.” Gli
occhi del bel ventenne parvero scrutarla per ogni millimetro del suo viso e si
specchiavano sugli occhi di Misako, più confusa e titubante, come mai lo era
stata -Non ha uno sguardo da bugiardo…vorrei
tanto fidarmi di lui. Però, se accettando quest’incarico, io…io…deludessi
totalmente i miei genitori, che ammirano tanto mia sorella maggiore…se dovessi
fargli ribrezzo?Io che farei?- Pensò questo, mentre rattristata dai ricordi
le lacrime iniziarono a scendere sulle sue guance, senza riuscire a smettere.
“Perché!?Perchè siete
venuto Akasaka-san!?Io non ho nessun
potere, io non sono la reincarnazione di nessun Demone!” Urlò la ragazza,
guardandolo con un ghigno strano, quasi folle. Sembrava ormai totalmente fuori
di sé, gli occhi persi nel vuoto e le lacrime continuavano a scorrere
“Lasciatemi in pace!!Lasciatemi in pace!!Andate via!!” L’ennesimo urlo fece
spaventare gli inservienti che preoccupati, si diressero di corsa verso il
salotto dove si trovavano Misako e Hatori. Il moro, non volendo che nessuno li
interrompesse, chiuse la porta a chiave e poi si diresse verso la ragazza, che
si ostinava ad urlare di uscire dalla villa.
Incurante della
disperazione della giovane, lui si avvicinò e l’abbracciò senza indugio. In
quel momento smise di urlare, anche se fuori della porta si sentivano le urla
delle persone accorse, preoccupate. Tuttavia nessuno dei due fece niente.
“Capisco il tuo stato
d’animo, cara Misako. Posso comprendere i tuoi dubbi, le tue paure…” Iniziò ad
accarezzarle i capelli, mentre Misako iniziava ad abituarsi a quelle forti
braccia che la tenevano così saldamente, eppure in un modo così dolce e
protettivo “…Tuttavia devi cercare di farti coraggio. Serve a tutti noi il tuo
prezioso aiuto.” Le disse piano all’orecchio, mentre lei teneva la testa china
appoggiata sul petto del moro e le ultime lacrime le solcavano il viso in
silenzio…annuì in modo da far capire a Hatori che aveva compreso l’importanza
della cosa. Si staccò dal suo abbraccio con un lieve rossore sulle guance e
quando si allontanò da lui si girò dall’altra parte, mentre si prendeva con la
mano destra il suo bracco sinistro, che fino a poco fa era stretto con dolcezza
dal moro. Ignorando i battiti veloci del suo cuore cercò di parlare, per
spezzare quell’imbarazzante silenzio.
“Co…cosa dovrei
fare…?” Il moro sorrise.
“Vieni questo
pomeriggio al ristorante che ha aperto ieri…il Five’s Restaurant. Io sarò lì ad
aspettarti, insieme alle tue nuove compagne…le altre quattro custodi. Lì ti
verrà spiegata ogni cosa riguardo alla missione che è stata affidata a te e
alle tue compagne.” Lei lo guardò intensamente, capendo che accettando si
sarebbe presa grandi responsabilità. Ma questo non la spaventava, non era una
ragazza così debole. Annuì convinta della sua decisione e si diresse ad aprire
la porta, che veniva sbattuta dai suoi maggiordomi in ansia per le urla che
avevano sentito.
“Non preoccupatevi.
Abbiamo avuto una discussione un po’ movimentata, tutto qui.” Spiegò con calma.
“Ma signorina…!?”
Intervenne Koizumi, il maggiordomo di prima. Tuttavia fu interrotto dalla
stessa Misako che con un sorriso la rassicurò. Si rivolse ad Hatori, che nel
frattempo era rimasto in silenzio.
“Non abbiamo altro da
dirci, Akasaka-san?C’è ancora il
tempo per un the?” Gli chiese, quasi speranzosa che lui restasse ancora con lei
per un po’. Ma lui negò nobilmente con
la testa, facendo un espressione dispiaciuta.
“Mi rincresce,
Misako-san, ma devo andare per
impegni urgenti. Il resto lo saprete presto, come già stabilito.”
La ragazza parve
delusa da quella risposta, ma sorrise comunque, rivolgendosi nuovamente al suo
maggiordomo.
“Koizumi,
accompagnate gentilmente alla porta Akasaka-san.
Ah, non mi prenda nessun impegno per questa sera, ho un impegno molto urgente.”
Detto questo, si voltò nuovamente verso il moro, che si stava dirigendo verso
la porta dove si trovava anche lei. “Arrivederla Akasaka-san. E’ stata…una chiacchierata abbastanza movimentata, ma mi ha
fatto comunque piacere conoscerla.” Sorrise cordialmente, così come fece lui in
risposta.
“Arrivederla Misako-san. Anche per me è stato un piacere
conoscerla…” Le baciò nuovamente la mano, come aveva fatto la prima volta. Lei
arrossì, piacevolmente e nuovamente colpita. Era un vero gentiluomo. Dopo
averlo fatto si alzò, entrambi s’inchinarono e lui si allontanò con un
portamento elegante, dirigendosi verso l’ingresso.
Misako lo guardò
finché non fu sparito dietro l’angolo. Poggiò una mano sul petto…quanto aveva
battuto il suo cuore quando l’aveva abbracciata?Arrossì, sentendo nuovamente il
cuore accelerare al solo pensiero. Non aveva mai provato un emozione del
genere, così piacevole, così strana.
“A presto…Akasaka-san…”
To be continued…
Wiii
a tutti!Bè, cari lettori, come vi è parso questo mini-capitoletto?Scrivo mini
perchè ho tagliato dei pezzi…nel secondo capitolo posto la seconda parte dove
conoscerete Saionji Saya, Kameyama Chidori e Hinata Kanki!Dunque…vi piace la
trama?E’ strana…potrebbe essere definita un misto fra Tokyo Mew Mew e Inu Yasha
;P!Ah, comunque per farvi un’idea di chi sono nella fic di Tokyo Mew Mew questi
miei personaggi ecco una legenda:
Shirogane
Ryoji: Shirogane
Ryo (questo l’avrete capito subito, no?Sapete mi sarebbe dispiaciuto cambiargli
il nome e il cognome ç.ç!Così ho leggermente cambiato il nome ^^!)
Akasaka
Hatori: Akasaka
Keiichiro
Nekoi
Akai: Momomiya
Ichigo
Aoyama
Akito: Aoyama Masaya
Aizawa
Misako: Aizawa Minto
Saionji
Saya: Fujiwara
Zakuro
Kameyama
Chidori: Midorikawa
Retasu
Hinata
Kanki: Fon Purin
Volete
sapere anche i nomi dei prossimi personaggi?!?^O^Eccovi accontentati!!
(ma
chi te l’ha chiesto!?-.- nd lettori):
Sergente
Kin(il cognome per il momento è top
secret): Kisshu
Sergente
Shigure(Shi):
Pai
Sergente
Kumagure(Kuma):
Taruto
Koori
Aoi: Deep Blue
E poi…ovviamente c’è Lei!!!Responsabile
di mooooolti casini!!!
Nekoi Kumiko (chi sarà mai
questa ragazza???Mah ^^, chi lo sa ;P!!)
Ok,penso
di aver scritto abbastanza!Mi aspetto delle recensioni, ok?Più recensite,
meglio è!
Intanto
ringrazio tutti quelli che seguono le mie fanfic!!Arigato!!!Come farei senza di
voi??Continuate a seguirle, per favore!!
Kissu
Kissu(Baci baci),
Sayonara
Vostra,
Kumiko Shirogane (Cos’è questa firma!?!?tzè esibizionista…nd
lettori ma no ç.ç…nd kumiko)
1Five=i Five sono i
cinque Spiriti antichi degli Spettri più potenti del vecchio Giappone. Gli
Spettri che dominano gli elementi:Akari, la luce; Hi, il fuoco;Toki, la terra;
Kaze, il vento e Mizu, l’acqua.
[2] Akari, in giapponese, significa luce.
5onigiri=sono delle polpette di riso con dei ripieni vari all’interno. E’
avvolto da un’alga per tenere insieme il tutto.
6senpai=significa
“compagno più grande”, viene usato in ambito lavorativo o scolastico
*Nota=in Giappone, di solito quando ci si conosce da
poco o non si ha molta confidenza con una determinata persona, ci si chiama per
cognome.
[4] Nota= In Giappone si
usa presentarsi dicendo prima il cognome e poi il nome.