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Autore: Hymn    08/05/2012    2 recensioni
Una mia semplice riflessione; niente di particolare, né di triste.
Una verità che le "vecchie generazioni", ancora, stentano a condividere.
L'amicizia virtuale, tra alti e bassi; non tutti sono disposti ad accettarla.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mancano appena una manciata di secondi a mezzanotte.
... Anzi, è appena scoccata.
E come sempre, la notte porta consiglio, nel mio caso aiuta a riordinare i sentimenti. 
Da quasi quattro anni, posso affermare, che è iniziata la mia vita "virtuale". 
E come ogni buona vita virtuale che si rispetti, pian piano, ho iniziato a conoscere persone, storie, avvenimenti.
Storie di persone sparse per tutta Italia, alcune in America; storie di persone comuni, che tuttavia, nella loro comunità, hanno lasciato un segno.

Non tutti credono nell'amicizia che si può formare per vie telematiche. Preferiscono definire sfigati o asociali coloro che instaurano simili rapporti, senza provare ad approfondire una simile avventura.
A volte fa male non poter parlare a quattrocchi con queste presenze costanti nella vita, tali e quali, a mio modesto parere, a rapporti "reali", cittadini. Insomma, rapporti a "quattrocchi".
Che brutto termine.
Più che una riflessione vera e propria, questo testo serve per esprimere ciò che provo, e probabilmente ciò che molti provano; e che, per difficoltà ad esprimersi, o per timidezza, tacciono a tutti.
Non mi faccio portavoce di un pensiero più o meno diffuso, non avrei mai l'intenzione di far qualcosa di simile, ma diciamo che unisco la mia voce al coro sparso per tutto il globo.
Perché tavolta, le amicizie telematiche - termine che ahimé odio tantissimo - sono più salde di quelle reali.
Quindi, ho l'incredibile - e infatti non molti ci credono - certezza, che queste amicizie non finiranno mai.
Nemmeno la morte può spezzare il ricordo di queste persone. 

Gli amici più stretti che abbiamo, come si suol dire, sono i fratelli, e le sorelle, che ci scegliamo.
Mia madre inizialmente era scettica; ma sono bastati poche ore, un bel ventotto giugno duemilaenove, affinché cambiasse idea. E con lei, anche molti dei miei parenti.
E quella per me è stata la soddisfazione più grande.
Molte persone, da cui sono separato da uno schermo, sono diventate parte della mia famiglia. 
E soprattutto questo persone sono state le poche - forse uniche - persone che sono riuscite a far breccia nel mio guscio protettivo, insinuandosi delicatamente tra le pieghe della mia essenza, arrivando ad un livello di comprensione della mia persona che neanche io, in quanto tale, possiedo.
Un semplice vi voglio bene, spesso, sembra insuffciente a dimostrare l'affetto.
Uno spazio bianco, che racchiude tutto ciò che si può dire, è il metodo più efficace per dimostrare a queste persone, ciò che veramente si prova.

Hymn.

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Nasce dal bisogno irrefrenabile di ringraziare una lista interminabile di persone; non mi metto a citarle troppe, per molti di voi sarebbero solo nomi messi a caso. Spero solo che questo mio pensiero, sia condiviso da tutti voi, o almeno da una buona parte di persone che leggeranno questa mia riflessione di mezzanotte.
   
 
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