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Autore: londra555    08/05/2012    3 recensioni
Quando iniziò l'ultimo anno scolastico a Hogwarts, tutti pensarono che, dopo quello che era successo l'anno prima, sarebbe stato un normale anno all'insegna del rispetto delle regole e della tranquillità! Non sapevano quanto si sbagliavano.
Seguito di "Santana Lopez e lo specchio magico". AU.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure di Santana Lopez'
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9.
 
-Brittany! – urlò Rachel dimenticandosi del fatto che poteva esserci qualcuno li intorno.
La ragazza di Tassorosso si voltò accorgendosi che gli altri erano a pochi metri di distanza da lei e che, evidentemente, l’avevano seguita. L’unica cosa che aveva in mente era di riuscire a fermare Santana. Adesso che il pericolo aveva preso una forma e dei contorni definiti si sentiva in preda al panico.
-Non possiamo fermarci Rach! Ha bisogno di noi! – rispose prendendo fiato per un secondo.
-Brit, hai ragione! Ma i sotterranei sono da questa parte – disse indicando uno stretto corridoio sulla destra.
Brittany spalancò la bocca ma poi lasciò perdere accorgendosi che la ragazza aveva ragione e tornò sui suoi passi. Sam apriva il passo mantenendo la sua bacchetta alta con l’incantesimo lumos per rischiarare il cammino in quegli oscuri corridoi. L’aria si faceva sempre più pesante e carica di umidità mentre avanzavano. Kurt sobbalzò quando sentì che qualcosa lo afferrava per un braccio e fu sul punto di urlare quando si accorse che si trattava solo di una terrorizzata Rachel che sussurrò delle impercettibili scuse per averlo spaventato ma che, evidentemente, non aveva nessuna intenzione di mollare la presa. Poi Sam si bloccò di colpo accorgendosi che la strada si divideva e si guardò intorno. Qualcosa attirò la sua attenzione e si inginocchiò avvicinando la sua bacchetta per illuminare la zona.
-Cosa c’è? – chiese preoccupata Quinn.
-Sangue. Santana potrebbe essere ferita.
Brittany spalancò gli occhi ed era pronta a lanciarsi verso destra per seguire quella debole pista ma Sam la trattenne.
-Prendi la bacchetta. Mi dispiace Brit ma, in questo momento, non è la tua Santana. Devi fare attenzione.
-Non ho intenzione di usare incantesimi contro di lei! – esclamò Brittany.
-E io non ho intenzione di lasciare che ti faccia male! Prendi la bacchetta o ti trascino via! – Sam la guardava negli occhi e, anche se leggeva un dolore e una preoccupazione che, la ragazza, si era tenuta dentro per ormai troppo tempo, era deciso a non permetterle di rischiare la sua incolumità. E Santana, era inutile negarlo, era pericolosa.
-Sam ha ragione, Brit. Prendi la bacchetta – insistette dolcemente Kurt estraendo la sua con un nodo in gola al pensiero di usarla per difendersi dalla sua migliore amica. O peggio per farle del male.
Brittany fece come le era stato detto anche se a malincuore e poi seguì Sam che era ritornato a capo del gruppo e guardava con attenzione il pavimento alla ricerca di tracce che l’avrebbero portato alla sua meta. Alla fine, dopo un tempo che sembrò infinito si trovarono davanti a una porta di legno. Davanti erano evidenti i segni di una lotta. Si poteva vedere un arazzo strappato e una torcia al suolo, ormai spenta.
-Potrebbe essere dietro quella porta – indicò Sam – E ricordate che potrebbe non essere sola.
Sam spinse la porta cercando di fare il minimo rumore possibile e si trovò davanti una grande stanza quadrata. C’era una strana atmosfera creata dalla luce instabile di molte torce. E, vicino alla parete più lontana dalla porta, di spalle, c’era Santana che allungava una mano verso una piccola scatola di legno posta sopra un piedistallo di pietra.
-Santana! –urlò Brittany.
La ragazza si voltò si scatto con la bacchetta ben stretta nella mano destra mentre, con la sinistra stringeva con forza qualcos’altro. Videro un lampo di ira che attraversava i suoi occhi mentre, lentamente, si avvicinava verso di loro. Automaticamente Sam, Rachel e Quinn sollevarono le loro bacchette seguiti da Kurt che aveva un’espressione sofferente, come se, anche solo quel semplice gesto, gli causasse dolore. Brittany mantenne le mani lungo i fianchi cercando di catturare lo sguardo di Santana che invece era sfuggente come quello di un animale in trappola. E, per la prima volta, Brittany seppe che Sam aveva detto la verità. Santana, la sua Santana, era pericolosa e non avrebbe esitato a farle del male. Fu proprio guardando la bacchetta di Santana, puntata contro di lei, che si accorse che indossava un bracciale con un ciondolo circolare. Brittany corrugò le sopraciglia perché c’era qualcosa che non andava bene.
-Cosa ci fate qui? – domandò Santana mentre soppesava la situazione.
-Ferma, San. Rimetti quello che hai preso al suo posto – disse piano Kurt cercando di attirare la sua attenzione e mantenendo un tono di voce calmo per non spaventarla.
-Meglio se sparite e mi lasciate fare quello che devo! – esclamò in risposta la ragazza puntandogli contro la bacchetta.
-Siamo cinque contro uno! Abbassa la bacchetta e… - Sam spalancò gli occhi e si scansò per evitare che l’incantesimo che aveva appena lanciato Santana lo colpisse in pieno.
-Questo era solo un avvertimento, tasso, il prossimo non lo sbaglio! Uscite da qui e nessuno si farà male. – disse con un sorriso Santana.
-San! Ti prego, abbassa la bacchetta – sussurrò Brittany.
Il sorriso sparì dal viso della ragazza di serpeverde e, per un attimo, fissò i suoi occhi in quelli azzurri di Brittany che la guardavano supplicanti. Poi un movimento alle loro spalle attirò la loro attenzione. Il professor Dosbarajas entrò trafelato nella stanza con la bacchetta alta davanti a se.
-Fermi! Tutti! A Santana ci penso io!
Kurt passava lo sguardo dal professore a Santana esattamente come tutti gli altri. Sentì un sospiro di rassegnazione provenire da Sam che sicuramente si aspettava quel momento e aveva anche provato ad avvisarli prima di dirigersi nei sotterranei. Sapeva che si trovavano tra l’incudine e il martello, è vero che erano superiori numericamente ma era anche vero che Diego Dosbarajas era un auror esperto e alle loro spalle c’era una imprevedibile Santana che non aveva dubitato un solo attimo prima di scagliare un incantesimo contro Sam. Kurt strinse la mascella. Poteva sperare che Santana avesse uno dei suoi momenti di debolezza ma, allo stesso tempo, era certo che il nuovo oggetto che la controllava, probabilmente quel bracciale che aveva intravisto prima e che Brittany stava fissando con tanta attenzione, fosse stato rafforzato con un incantesimo di controllo ancora più potente di quelli precedenti e non poteva certo puntare tutte le sue carte sulla fortuna. Allora un bagliore proveniente da dietro le spalle lo fece sobbalzare. Sam aveva lanciato un incantesimo che il professor Dosbarajas, facilmente, schivò. Kurt lo sentì rispondere con un semplice expelliarmus e fece appena in tempo a vedere la bacchetta di Sam che volava contro la parete alle sue spalle.
-State fermi! Potreste farvi male! Sono qui solo per … - iniziò a dire il professore prima di crollare al suolo di colpo.
I ragazzi spalancarono la bocca per lo stupore ma poi tutti si aprirono in un sorriso mentre una, altrettanto sorridente professoressa Holiday entrava nella stanza. La donna manteneva ben salda nella mano destra la bacchetta. Kurt quasi si sentì svenire dal sollievo mentre, finalmente, seguiva l’esempio di Quinn e Rachel che stavano abbassando il loro braccio. Vide con la coda dell’occhio che Santana non si era mossa di un millimetro ma adesso che era arrivata la professoressa di cura delle creature magiche e che, soprattutto il professor Dosbarajas era incosciente, la situazione era decisamente a loro favore.
Holiday si rivolse con un sorriso sempre in volto a Santana.
-Portami la pietra – disse semplicemente.
La ragazza si mosse lentamente sempre con la bacchetta puntata verso i suoi amici ma Brittany fu svelta a mettersi davanti a lei a un paio di metri di distanza.
-No! – urlò.
Kurt voleva muoversi per farla spostare perché aveva paura che Santana l’attaccasse, ma lo stupore l’aveva paralizzato.  Cosa aveva in mente Brittany? Perché si era messa in mezzo proprio adesso che la professoressa Holiday aveva preso in mano la situazione?
-Brit, spostati. Può essere pericoloso – provò gentilmente Quinn che pensava le stesse cose di Kurt.
-No! – ripeté Brittany scuotendo la testa mentre Santana si era fermata con un’espressione illeggibile in volto.
-Brittany dai retta ai tuoi amici – la voce della professoressa era calma mentre cercava di convincere la ragazza.
-Il medaglione, l’anello, il bracciale. Il simbolo che c’è sopra non sono due D! – disse questa volta Brittany senza arretrare di un millimetro.
-Brit, cosa vuoi dire? Se non è quello allora vuol dire che… - iniziò Kurt sollevando il braccio.
Ma la professoressa Holiday fu più rapida. Le bacchette di Quinn, Rachel, Kurt e Brittany volarono quando l’incantesimo expelliarmus, li colpì ed andarono a fare compagnia a quella di Sam. Troppo lontane per essere raggiunte.
-Vuol dire che è una H. – disse Holiday con un ghigno soddisfatto.
-Tu! – esclamò incredulo Sam.
-Si. Sono sempre stata io! C’è voluta tutta la vita ma alla fine, a Durmstrang, ho scoperto dove si trovava la pietra della resurrezione. Ho usato il professor Dosbarajas che cercava semplicemente di proteggere Santana consegnandole il suo libro. Lui è stato mandato qui dal ministero quando hanno avuto il sospetto che qualcuno avrebbe cercato di impossessarsi della pietra. Anche se sono stata attentissima ho lasciato delle tracce dietro di me.
Holly Holiday fece un passo dentro la stanza.
-Il poveretto credeva che fosse la professoressa Sylvester ed è stato facile ottenere la sua fiducia! Ha dato quel libro come premio al miglior patronus dopo che l’ho suggerito io! Per questo ha scelto Santana e non Brittany, perché un animale magico non può cambiare. Lui pensava che avrebbe protetto Santana consegnandole tutte le informazioni per difendersi. Ha solo reso il mio lavoro più facile e meno rischioso!
-Quindi eri tu che le hai consegnato il medaglione la prima volta? – chiese piano Rachel.
-Si! Mi sono accorta subito che potevate essere un problema ed ho pensato bene di mettervi l’uno contro l’altro! Per questo ho preso le vostre sembianze! Per questo ho cercato di avere la fiducia di Brittany! Ed avevo ragione! Quasi la perdo per due volte – disse indicando Santana con un rapido gesto del capo – Ho dovuto rafforzare l’incantesimo più di quanto pensassi!
-Ma perché non l’hai presa direttamente tu? – chiese Kurt.
-Perché i guardiani potevano essere sconfitti solo con l’incanto patronus. Ma io non posso evocarlo! Ma, adesso, basta parlare! Santana, consegnami la pietra!
Santana sollevò lo sguardo per incontrare quello di Brittany.
-Spostati – disse solo.
La ragazza di Tassorosso non si mosse, solo scosse la testa. Santana non si scompose. Solo lanciò il suo incantesimo. Brittany sentì il braccio sinistro in fiamme quando lo stupeficium lo raggiunse. Strinse i denti per non arretrare e, dopo un attimo di esitazione, sollevò di nuovo gli occhi per puntarli in quelli di Santana. Questa sembrò fermarsi un attimo.
-Brittany, non credo che tu abbia capito la situazione. – iniziò a spiegare con calma Holly – Questa volta l’incantesimo di controllo è troppo potente perché degli stupidi ragazzini possano pensare di mettersi in mezzo. Santana non esiterà a colpirti di nuovo.
Brittany scosse la testa.
-San, se vuoi passare dovrai obbligarmi a muovermi. Lo so che una parte di te mi sente ancora. Non farmi del male, San.
Brittany barcollò quando, un attimo dopo aver finito la frase un secondo incantesimo stupeficium la colpì nello stesso punto di prima. Strinse più forte la mascella mentre cercava di mantenersi in equilibrio e portò la mano destra a tenere l’ormai inerte braccio sinistro. Quando puntò di nuovo i suoi occhi in quelli di Santana questa poté vedere bene le lacrime.
-Va bene! Basta così! Brit, lasciala passare! – urlò Quinn spaventata.
-Santana. Per l’ultima volta portami la pietra – disse decisa la Holiday estendendo la mano sinistra.
Santana non distolse lo sguardo da quello di Brittany. Poi mosse il polso della mano che stringeva la bacchetta e apparve il suo patronus. Il lupo ringhiava a un metro da Brittany che non lo guardava. Non poteva guardarlo. Il suo cuore non avrebbe retto nel vedere quei denti minacciosi, le orecchie spostate all’indietro e il pelo sollevato. Non lo poteva guardare perché sapeva che, nonostante tutto, il ricordo felice di Santana, quello che le permetteva invocare quell’incantesimo era lei. E questo le faceva male, perché non era in grado di salvarla e di proteggerla come lei aveva fatto solo un anno prima. Per questo mantenne i suoi occhi fissi in quelli di Santana almeno così quella sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe visto prima che l’animale l’attaccasse.
E il lupo attaccò. Brittany lo capì dall’urlo disperato di Quinn ed era sicura che loro, in quel momento, avessero chiuso gli occhi. L’animale le passò al lato veloce come un lampo e le ci volle un attimo per capire che non era lei il suo obbiettivo. Fu chiaro solo quando riconobbe le grida di dolore della professoressa di cura delle creature magiche. Ma durò solo un attimo. E, dopo quel momento interminabile lo vide. Quel lampo negli occhi di Santana. Era lei di nuovo e la stava guardando. Ma poi quegli occhi scuri si appannarono di colpo e le palpebre si chiusero mentre cadeva al suolo. Brittany si lanciò su di lei per prenderla al volo. L’ultima cosa che sentì Santana fu il suo nome pronunciato da quella voce preoccupata e delle braccia forti che la sostenevano. E, nonostante tutto, sorrise perché si sentiva come se fosse appena tornata a casa. Ma poi ci fu solo il buio che la inghiottì.       
 
  
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