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Autore: Soly_D    08/05/2012    5 recensioni
In un mondo "normale" dove non esistono i saiyan e la Terra è al sicuro, Goku e Chichi sono due fratelli di 17 e 18 anni che si sono appena trasferiti a Satan City e iscritti alla Orange High School. Qui conosceranno un sacco di nuovi amici e capiranno una cosa importante: ciò che li lega non è semplice amore fraterno. Si tratta di una storia d'amore impossibile o di una conseguenza al segreto che loro padre, Juma, nasconde ai due ragazzi da tutta la vita? Quale impensabile verità si cela ormai da troppo tempo?
[Goku/Chichi]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Chichi/Goku
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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My Prince Charming

Chichi aveva riflettuto a lungo su ciò che era successo quel giorno al cinema. Da una parte, non capiva per quale motivo Goku avesse reagito in quel modo; dall’altra continuava a chiedersi come mai lei stessa gli avesse dato ragione senza nemmeno opporsi. In fondo, Yamco era un bravo ragazzo, chissà quando ne avrebbe trovato un altro così... Eppure, qualcosa le diceva che non era lui quello giusto e che un giorno avrebbe incontrato il suo principe azzurro. Era un’idea un po’ bizzarra che si portava dietro fin da quando era solo una bambina e sua madre le leggeva quelle storie di principesse e principi, fate, maghi, orchi e streghe che la facevano letteralmente sognare.
Chichi alzò lievemente la testa dal libro e fissò Goku per qualche secondo: giocava distrattamente con una matita e guardava fuori dalla finestra. Possibile che non gli importasse niente della scuola e dei compiti? A volte, Chichi si chiedeva se fosse realmente suo fratello.
Goku si voltò verso Chichi e la ragazza spostò di scatto il suo sguardo sul libro, arrossendo lievemente. Essere fissata dal fratello le metteva soggezione negli ultimi tempi...
“Hai finito?” le chiese poi lui scuotendola per un braccio.
Chichi si destò improvvisamente e fissò Goku con sguardo vacuo.
“Non urlare!” lo rimproverò lei con tono severo “Siamo in una biblioteca, non dimenticarlo. E comunque mi mancano ancora un paio di pagine...” rispose ritornando sui suoi libri.
Goku sbuffò sonoramente e mise le mani dietro la testa, appoggiandosi allo schienale della sedia. Davvero non riusciva a comprendere quale forza di volontà spingesse Chichi a passare intere ore sui compiti scolastici, ma soprattutto non ricordava come fosse riuscita a convincerlo ad andare in quel luogo dove il silenzio e la concentrazione regnavano sovrani.
In realtà, anche Goku avrebbe dovuto studiare e finire le sue ricerche di scienze, ma proprio non gli andava di trascorrere quel pomeriggio annoiandosi a morte: non era nel suo stile e nelle sue abitudini. Avrebbe preferito vivamente fare un po’ di allenamento con i suoi amici oppure uscire di nuovo con Bulma e Vegeta.
Nemmeno lui aveva dimenticato ciò che era successo quella sera al cinema con Yamco. Ma non era pentito del modo in cui aveva reagito: quel ragazzo gli dava letteralmente sui nervi e non gli avrebbe mai permesso di toccare la sua sorellina. E inoltre, quella sua scenata aveva avuto l’effetto desiderato, perché da quel giorno non vide più Yamco ronzare intorno a Chichi.
Un altro quarto d’ora di pura noia.
“A che punto sei?!” chiese insistente Goku.
“Mmm... mi serve un altro libro...” rispose la sorella.
“Andiamo a prenderlo, allora”
Così i due fratelli si intrufolarono tra gli scaffali pieni di libri di tutti i generi e cominciarono a cercare il libro che serviva a Chichi.
“Eccolo, è lassù!” sussurrò la mora indicando un libro posizionato sulla mensola più alta dello scaffale dedicato alle scienze naturali.
La ragazza si avvicinò e allungò un braccio sollevandosi sulle punte dei piedi.
“Non ci arrivo! Credo che dovremmo chiamare la bibliot...”
Le mancò il fiato quando sentì due braccia forti e muscolose avvolgerla da dietro e portarla all’altezza del libro.
“G-grazie”
Non osò guardarlo, preferendo nascondere quell’improvviso rossore che avevano assunto le sue guance. Strano come le bastasse poco per sentirsi in imbarazzo quando il fratello le rivolgeva un sorriso o uno gesto carino.
Dal canto suo, Goku aveva riflettuto molto prima di aiutare la sorella in quel modo.
Voleva essere carino con lei, ma allo stesso tempo sapeva che quel gesto gli avrebbe causato un profondo senso di imbarazzo. E infatti le sue guance non riuscirono a non colorarsi nel momento in cui ebbe la sorella sopra di lui, con la gonna che svolazzava ad ogni singolo movimento e gli solleticava il viso.
Chichi prese il libro di cui aveva bisogno, ma poi la sua attenzione si posò su un altro volume dal titolo interessante. Allungò un braccio verso destra, sbilanciandosi un po’ troppo e facendo perdere completamente l’equilibrio al povero Goku che faceva i salti mortali per assecondare ogni suo movimento. Ma a nulla servirono i tentativi di salvarsi dall’incredibile caduta che sopraggiunse poco dopo.
In un attimo si ritrovarono per terra, l’uno sopra l’altro.
Goku la teneva stretta sotto di sé, sperando che non si fosse fatta niente.
Chichi strabuzzò gli occhi pochi secondi dopo la brusca caduta e si guardò intorno, spaesata. Goku la fissava senza proferire parola, con un braccio intorno alla schiena della ragazza e l’altro lungo uno dei fianchi.
“T-ti sei fatta male?” le chiese con aria preoccupata.
Chichi non rispose, si limitò ad inarcare la schiena e reggersi sui gomiti, a contatto con il pavimento gelido della biblioteca.
Goku si allontanò di poco e le rivolse uno sguardo interrogativo.
Chichi non sapeva cosa le stesse succedendo. Gli occhi e il sorriso di Goku la stavano letteralmente ammaliando, confondevano le sue idee ma soprattutto i suoi sentimenti, facevano crollare tutte le sue certezze. Era diventata di nuovo rossa in viso, le batteva forte il cuore e nella sua testa quel dannato martellio non ne voleva proprio sapere di bloccarsi.
Paragonò Goku al suo principe azzurro. Che strana sensazione...
Si mise in ginocchio di fronte a lui e gli circondò il collo con le braccia.
Il ragazzo seguì attentamente ogni singolo movimento della sorella mentre il suo profumo cominciava ad invadergli le narici e la sua vicinanza a farlo agitare.
La prese per i fianchi con il tentativo di allontanarla da sé, ma Chichi non sembrava essere d’accordo. Grazie alla sua immensa forza, Goku avrebbe potuto scansarla senza problemi ma la sue mente e il suo cuore erano ben d’accordo con ciò che aveva in mente la sorella.
Intanto, la ragazza perdeva il controllo di se stessa e delle proprie emozioni.
Mentre il suo cuore sembrava poter fuoriuscire dal petto in qualsiasi momento, avvicinò il proprio viso a quello di Goku e sorrise appena.
Il ragazzo sentì il fiato mancargli nel momento in cui Chichi piegò la testa da un lato e lentamente sfiorò le sue labbra con fare dolce e impacciato.
Durò pochi interminabili secondi.
Non era stato un vero e proprio bacio, ma un lieve contatto tra le loro labbra capace di scatenare nel cuore dei rispettivi proprietari emozioni indescrivibili.
D’altronde, non era mai successo niente del genere tra di loro.
Forse si sarebbe trasformato in un vero bacio se non fosse intervenuta la bibliotecaria per rimproverare i due ragazzi del trambusto che avevano provocato con la caduta di poco prima.
“Voi due! Avete intenzione di dare fastidio per molto tempo ancora?!” urlò l’anziana signora intravedendo i due ragazzi attraverso le spesse lenti dei suoi grandi occhiali.
Goku e Chichi si allontanarono immediatamente l’uno dall’altro e corsero via dalla biblioteca, superando la bibliotecaria e giungendo l’ingresso dell’edificio.
“E il tuo libro...?” chiese Goku senza guardarla negli occhi. Che domanda stupida...
Chichi scosse la testa. Non le importava del libro, in quel momento.
La ragazza uscì in strada e cominciò a camminare in direzione di casa.
“A-aspetta!” sussurrò Goku più a se stesso, che alla sorella.
Camminarono in religioso silenzio per una manciata di minuti.
Faceva davvero freddo.
Poi Chichi si fermò di scatto.
“Piove”
“Eh?”
“Sta piovendo”
Le gocce di pioggia cominciavano a cadere copiose sull’asfalto e sulle automobili, unendosi al rumore del traffico e alle voci dei passanti in un ticchettio confuso e tutt’altro che regolare.
“E ora come torniamo a casa?!” sbraitò la mora con i pugni lungo i fianchi e lo sguardo un po’ arrabbiato. Cominciava a perdere seriamente la pazienza a causa di quell’assurda situazione che si era venuta a creare per colpa di una caduta, o forse grazie ad una caduta.
“Ci toccherà aspettare” rispose Goku, pochi secondi dopo.
I loro vestiti si inzuppavano di pioggia, eppure non avevano nessuna intenzione di ripararsi. Continuavano a restare fermi e in silenzio con lo guardo rivolto verso il cielo coperto e la mente affollata di pensieri.
“Uffa... i miei capelli...” si lamentò Chichi prendendo tra le dita una ciocca grondante d’acqua e sbuffando.
“Bagnata o no, sei sempre stupenda, Chichina!”
Le frasi ad effetto che non ti aspetteresti mai.
Chichi gli sorrise.
Poi un rumore improvviso. Un’automobile si bloccò davanti a loro. Una voce familiare.
“Ehi ragazzi! Che ci fate sotto la pioggia?!”
Goku e Chichi si avvicinarono all’auto a dueposti dell’anziano Muten.
“Urca! Salve prof! Non è che ci darebbe un passaggio?” disse Goku educatamente.
“Ma certo! Però dovrete accontentarvi di stare sullo stesso sedile..”
Goku e Chichi si rivolsero una veloce occhiata di assenso e salirono in macchina: Chichi si sedette quindi su Goku, attenuando l’atmosfera di tensione che si era venuta a creare quel pomeriggio. Seguendo le loro indizioni, Muten riportò velocemente a casa i suoi cari alunni.
“Ma... siete tutti bagnati! La prossima volta ricordate di prendere l’ombrello!” consigliò Juma accogliendo in casa i suoi due figli.
La serata passò in fretta. Dopo cena, Goku e Chichi andarono subito a letto dicendo di non sentirsi troppo bene.
Entrambi passarono la notte a pensare all’accaduto.
Erano fratelli. Non potevano baciarsi! Non dovevano.
E poi perché l’avevano fatto? Tutta colpa di quella stupida caduta. O forse no.
Chichi raggiunse la stanza del fratello e vi entrò stando attenta a non far rumore.
“Sono sveglio” disse Goku mettendo le mani dietro la testa.
Chichi lo e si sedette sul suo letto.
“Credo di essermi presa l’influenza”
“Anche io”
D’altronde, cosa si aspettavano da quella serata trascorsa sotto la pioggia?
“Non devi dirmi nient’altro...?” chiese Goku, cercando di decifrare lo sguardo della ragazza.
“Io...volevo... beh... insomma... uff, hai capito!”
Goku rise divertito dall’espressione imbronciata della sorella.
“Chichi... cosa ci sta succedendo?” tornò a farsi serio lui.
Chichi sospirò sconsolata.
“Non lo so, Goku. Ma non è corretto quello che abbiamo fatto!”
“Ma io... io... ho sentito una strana sensazione quando è successo...”
Silenzio. Chichi non si sarebbe mai aspettata una risposta del genere.
“Goku, noi non possiamo. Quello che è successo è stato solo un momento di debolezza... Capita, no? Lo so che sono stata io a prendere l’iniziativa, ma dobbiamo dimenticare. Facciamo finta che non sia successo niente.”
Goku annuì debolmente con la testa. Non vi era altra alternativa, Chichi aveva pienamente ragione.
I due fratelli si diedero la buonanotte, poi Chichi uscì dalla stanza.
Tornata a letto, la ragazza respirò profondamente per far sì che i battiti del suo cuore tornassero regolari e poi chiuse gli occhi.
E mentre cominciava a piangere, sperò che nella conversazione con Goku fosse stata il più convincente e naturale possibile.










Finalmente si sono baciati! Quasi baciati... ok... vi è piaciuto il capitolo? ^.^
Attendo una vostra recensione e ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia
A presto!
  
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