Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Franky91    08/05/2012    2 recensioni
Kagome e Inuyasha... incontrarsi ancora oppure separati per sempre?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Intanto...

Inuyasha aveva compreso che Kagome era perplessa sul suo comportamento, quello che ha avuto a casa Haoyama. Lui la guardava dormire seduta accanto a lui, sopra quell’aggeggio volante e si sentiva bene, averla accanto e non doversi più separare da lei. Passare altro tempo lontano da lei, passare tutte le notti nella sua stanza solo per essere assuefatto al suo odore, solo per poterla sentire più vicina ed invece adesso era seduta accanto a lui, con la testa appoggiata alla sua spalla, con i suoi occhi color cioccolato racchiusi dietro le palpebre abbassate.

Inuyasha non riusciva a prendere sonno, pensava a cosa gli volesse dire il nonno Higurashi; era strano che volesse parlare con lui, da quando si sono conosciuti ha sempre cercato di allontanarlo da sua nipote, perché lo credeva un demone cattivo, in effetti tantissimo tempo prima lo era, e solo grazie a Kagome era cambiato, aveva capito fino in fondo quali fossero i sentimenti umani che suo fratello ha sempre disprezzato e che solo stando con la ragazza che aveva a fianco aveva compreso davvero quei sentimenti che si agitavano nel suo cuore quando era accanto a lei.

Gelosia, quella che aveva conosciuto quando Koga si prendeva troppe confidenze con Kagome.

Nostalgia, quando litigava con lei e se ne andava via e non tornava per giorni.

Dolore, quando il pozzo si è sigillato e li ha separati senza dare loro la possibilità di dirsi davvero ciao, solo un sorriso fu il loro ultimo saluto, un sorriso triste che il ragazzo non aveva mai dimenticato.

Amore, quel sentimento così speciale che solo lei riusciva a scatenare in lui.

Neanche Kykio aveva lasciato quel dolore insopportabile quando era morta per davvero.

Kagome si stava svegliando.

“Ehi”, era assonnata, ma voleva delle spiegazioni.

“Ehi”, disse il moro, accarezzandole la guancia. “Dormito bene?”.

“Si, la tua spalla è molto comoda”, rispose la ragazza sorridendo.

“Kagome”, la chiamò lui, “Devo dirti una cosa”, cominciò Inuyasha.

“Dimmi, lo sai che puoi dirmi tutto”, lo rassicurò lei, la quale si era messa a sedere meglio sulla poltrona di prima classe.

“Lo so che posso dirti ogni cosa che mi passa per la testa, ma volevo spiegarti perché mi sono comportato in quel modo a casa di Ayumi”.

Kagome lo guardava con gli occhi sgranati, “Mi leggi nel pensiero?”, chiese in un fil di voce.

“No, però avevo capito che non avevi compreso il motivo del mio comportamento, quindi volevo farti capire”, le rispose lui, spostando lo sguardo fuori dal finestrino alla destra di Kagome, dal quale proveniva il buio assoluto. “Sapevo che tu sei stata male per la nostra forzata separazione, lo so perché lo sentivo, anche io stavo così, poi ho capito da come parlavi di Ayumi che lei ti è stata molto vicino e volevo solo ringraziarla per come si era comportata con te. Per esserti stata accanto quando io non potevo, poi ho capito che anche i genitori di Ayumi ti erano stati accanto e ho visto che non si sono comportati come faceva la gente del villaggio quando mi vedeva quindi ho capito che mi potevo fidare di loro, per questo ho voluto affidare a loro Tessaiga; vero che io dalla mia spada non mi separo mai, ma mi hai detto che non la potevo portare quindi ho voluto fidarmi di quella famiglia che non si è spaventata per il mio aspetto e per il mio cambiamento durante il novilunio. Anche se sono una persona diversa da loro, non hanno fatto distinzione per la mia natura, quindi mi sono sentito al sicuro come quando ero bambino e stavo a casa con mia madre”, Inuyasha fece un lungo discorso, riprese fiato.

Kagome aveva ascoltato il discorso stupita, non si aspettava una reazione simile nel ragazzo.

“Quindi ti sei sentito al sicuro? Hai voluto dare la tua fiducia a persone che non conoscevi ma che mi hanno aiutata durante la tua assenza e tu li hai voluti ringraziare affidandogli la tua spada e lasciando che la custodissero fino al nostro ritorno?”, lei aveva gli occhi fuori dalle orbite, “Chi sei? Che ne hai fatto del mio ragazzo? Inuyasha? Dove sei finito?”, disse mentre lo guardava da tutte le parti e lo tastava per capire se era davvero lui.

“Kagome? Preferivi che li ringraziassi comportandomi come un burbero, geloso ed irascibile mostro, che poi è quello che sono? Speravo che il mio comportamento potesse farti piacere, perché ti dimostra che mi hai cambiato e il cambiamento è stato in meglio, mi hai insegnato molto e io volevo dimostrarti che posso essere migliore di come mi comportavo nell’epoca Sengoku, ma a quanto pare non hai apprezzato il gesto e quindi tornerò a comportarmi come prima e farò a pezzi quel Tommaso dei miei stivali che ci prova con te”, finì il discorso il moro, chiudendo gli occhi e affondando ancora di più nel sedile per trovare una posizione comoda e lasciarsi cullare dal lieve movimento dell’aggeggio.

Kagome si sentiva un po’ in colpa, lui lo aveva fatto per lei, e lei non aveva capito le sue intenzioni, anzi lo aveva trattato malissimo.

“Inuyasha, mi dispiace, non volevo offenderti. Non mi aspettavo che tu lo avessi fatto per ringraziarli per come mi avevano aiutata, sono stata una stupida a non capirlo prima.”, queste parole le disse accarezzando dolcemente la chioma del ragazzo.

“Mi spiace davvero, non mi aspettavo un cambiamento del genere da parte tua solo per me. È vero, mi ha fatto piacere, ma mi sono innamorata del mezzo demone geloso, possessivo, iperprotettivo nei miei confronti, e vederti in quel modo mi ha fatto vedere una persona diversa da quella che ho conosciuto, sei sempre stato intrattabile quando si trattava di fidarsi degli altri, e mi sono sorpresa del fatto che hai voluto lasciare la spada a una persona a te sconosciuta.”, continuò la ragazza.

“Non voglio che tu sia diverso da quello che sei, certo, la possessività se si potesse ridurre come la gelosia, male non potrebbe fare, ma … ti amo per come sei”, sospirò la ragazza per poi appoggiarsi al suo petto.

“Se proprio vuoi cambiare, non farlo troppo e tutto insieme, altrimenti mi sembreresti un’altra persona. Voglio solo avere la possibilità di stare con te, in qualunque tua forma. Io amo te, Inuyasha, non il gentile, non il burbero, solo te”, disse, lasciandosi cullare dal respiro del ragazzo.

Inuyasha aveva sentito ogni singola parola che Kagome aveva pronunciato. Anche lui si diede dello stupido, non aveva capito fino a che punto Kagome potesse amarlo. Si è comportato in quel modo anche per far capire alla famiglia umana che i demoni non sono tutti cattivi, che esistono quei demoni che vogliono integrarsi con loro. Voleva riscattare il suo mondo il quale veniva considerato pieno di pericoli per colpa dei demoni. Suo padre si era battuto per portare quel po’ di pace fra gli umani.

‘Padre, come posso farmi perdonare? Ho sbagliato, ma solo per non farla soffrire.’, pensava Inuyasha, stringendo di più al suo petto Kagome, la quale si era nuovamente addormentata.

‘Ho paura che possa lasciarmi davvero, che possa allontanarmi da sé solo perché non ho dato il valore che avrei dovuto dare ai suoi sentimenti. Vivere senza di lei per tre anni è stato atroce, ma se lei dovesse lasciarmi perché mi dimostrassi troppo immaturo per poter stare con lei come vorrebbe, allora che ne sarebbe di me?’.

“Amore mio, non sei tu quella che si deve scusare, io sono stato lo stupido, ma loro mi hanno trattato meglio di come hanno fatto nella mia epoca, l’istinto ha preso il sopravvento e mi sono fidato di loro, solo perché anche tu hai riposto la tua fiducia in loro. Ho fatto solo ciò che sentiva il mio cuore. Ho cercato di non far trasparire nulla del mio essere geloso e possessivo perché non ne avevo motivo, mi sono sembrati la tua seconda famiglia e ho cercato di comportarmi bene, come faccio con tua madre. Volevo solo che per una volta fossi fiera di me, ma non ci sono riuscito, scusami se…”, Inuyasha non finì di parlare perché Kagome non si era propriamente appisolata, ma aveva solo chiuso gli occhi, vinta da quel poco di stanchezza che sentiva, ma tutto il discorso di Inuyasha lo aveva sentito dall’inizio alla fine, ma quando si stava per scusare di nuovo, aveva sollevato il viso e aveva chiuso le labbra del ragazzo con le proprie.

Fu un bacio lento e sofferto, perché entrambi avevano sbagliato, ma ognuno lo aveva fatto per l’altro. Si baciarono ancora e quando cominciò a mancare l’ossigeno, si separarono.

“Colpa di entrambi, ognuno ha pensato di fare qualcosa per l’altro, ma non ha messo in conto che avrebbe potuto sbagliare. Inuyasha, quando ti ho detto rimani come sei, lo dicevo davvero, ti amo per cosa hai dentro il cuore, perché riesci a proteggermi da tutto ciò che può minacciarmi, anche te stesso, ma sai essere anche gentile e passionale, sai donarmi quell’amore che nessuno è mai riuscito a darmi, di cui ho sempre sentito la mancanza quando ci siamo divisi. Solo tra le tue braccia mi sento tranquilla e al sicuro”, disse, lasciando un altro live bacio su quelle labbra che voleva divorare.

“Ti amo”, l’unica risposta del moro prima di avventarsi su quella bocca di rosa che divorò fino a che non gli mancò il fiato.

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Intanto nell’epoca Sengoku, i genitori di Inuyasha discutevano su quella ragazza che era riuscita a ghermire il cuore del loro figlio più giovane. A ciò che aveva detto loro Sesshomaru, Inuyasha era molto scontroso, burbero, non sapeva relazionarsi con gli altri, ma quella ragazza venuta dal futuro era riuscito a cambiarlo in meglio, a fargli accettare quell’umanità che lui aveva sempre odiato e che aveva cercato di distruggere tramite la Sfera dei Quattro Spiriti. Quella stessa sfera che aveva diviso i due ragazzi per più di quattro anni e che adesso li aveva di nuovo uniti e resi più forti di prima.

“Inuken, sono felice per Inuyasha, sembra che finalmente abbia trovato una ragione giusta per vivere. Ricordo le sue delusioni quando era piccolo”, disse Izayoi rivolta al marito.

“Io posso solo immaginare ciò che ha passato Inuyasha da piccolo, l’unica cosa di cui ho rimorso è il non averlo visto crescere, l’averti costretta a vivere una vita difficile per il frutto del nostro amore. Sono stato troppo debole per proteggerti quando è nato Inuyasha, troppo debole per aggrapparmi alla vita per rendere la vita tua e di Inuyasha migliore”, confessò lui.

“Non eri troppo debole, non lo sei mai stato. Ti hanno solo preso in un momento in cui non eri nel pieno delle forze per proteggermi come avresti voluto, ma non devi rammaricarti di tutto questo, il fato ha voluto che la nostra vita fosse questa e che Inuyasha facesse il percorso che ha fatto solo per giungere alla conoscenza di Kagome. Quella ragazza è una benedizione e da quello che ho potuto capire anche lei è cambiata in seguito alla conoscenza di nostro figlio e credo che Inuyasha nonostante il suo pessimo carattere, sia riuscito a conquistare quella ragazza con il tempo, con piccoli gesti che le hanno fatto sorgere dubbi sull’animo del nostro ragazzo”, spiegò Izayoi a Inuken.

“Di questo sono sicuro anche io, credo che la vita di nostro figlio non potrebbe essere migliore in questo momento, ha trovato la persona giusta con cui condividere la sua vita e che sappia apprezzarlo per quello che è, un mezzo demone. Kagome è una ragazza splendida e non mi sorprende che Inuyasha abbia ceduto a lei, non solo il suo cuore ma anche tutto il resto, la sua anima, i suoi pensieri e anche il suo corpo, a quanto ho potuto capire”.

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Sesshomaru stava passeggiando per il villaggio, il quale dopo molto tempo aveva cominciato a non temere il demone albino, quando sentì le voci del padre e della moglie. Ascoltò la loro conversazione, ma si accorse della presenza di Rin accanto a lui.

“Ciao”, disse la ragazza.

“Ciao”, rispose il demone.

Sesshomaru continuava a cercare di ascoltare la conversazione tra suo padre ed Izayoi, ma Rin lo distolse nuovamente dall’ascolto.

“Sesshomaru, vorrei chiederti una cosa.”, disse la ragazza, la quale cresciuta, ebbe il permesso dal demone di dargli del tu, non aveva senso continuare con ‘Signor Sesshomaru ’, per il demone sarebbe stato leggermente imbarazzante, anche se non lo avrebbe mai ammesso sotto tortura.

“Dimmi”, rispose, voltandosi lentamente verso di lei. La ragazza teneva lo sguardo basso, il viso lievemente arrossato e le mani che torturavano le dita.

“Ecco, volevo chiederti …”, cominciò titubante, “Kohaku mi ha chiesto una cosa ed io non so che rispondergli. Nonna Kaede mi ha detto che devo seguire il cuore, ma …”, si bloccò, non sapeva più come continuare.

“Cosa ti ha chiesto Kohaku?”, il tono di voce del demone era più freddo di prima, poteva immaginare cosa volesse quel ragazzino, ma non era disposto a credere ad una cosa simile. Rin era solo sua!

‘Ma che pensieri faccio? Non sono nemmeno da me, il grande principe dei demoni, anche se ho cercato di recuperare il rapporto con Inuyasha, non è detto che sia diventato un pappamolle.’

“Ecco … Mi ha chiesta in moglie, ma io non sono sicura che sia la persona giusta per me, in quanto nel io cuore c’è un’altra persona. Ma il mio problema sta nel come dirgli di no, non vorrei offenderlo e sono venuta da te, perché sai sempre che cosa fare, quale sia la decisione migliore da prendere.”, disse la ragazza, mantenendo sempre lo sguardo basso, incapace di perdersi nelle profondità degli occhi del demone.

“Credo che dovresti dirgli esattamente ciò che hai detto a me, perciò seguire il consiglio della vecchia”, ammorbidendo di poco il tono della voce, per non far trasparire quel sentimento di possesso che sentiva nei confronti di Rin.

“Grazie, allora vado a dirglielo, non ha senso che lo faccia aspettare ancora”, detto ciò corse via, lasciando il demone da solo con i suoi pensieri.

Il padre di Sesshomaru aveva ascoltato tutta la conversazione che il figlio aveva avuto con la piccola umana; perciò, percependo la confusione del demone, si avvicinò a lui, dicendo alla moglie di raggiungere la piccola Rin.

“Sesshomaru”, lo chiamò.

Il demone si voltò verso il padre, ma non disse nulla. La sua espressione parlava da sola, anche se aveva cercato di rimanere impassibile.

“Credo che dovresti cercare di capire che non è una maledizione il fatto che sia io che tuo fratello ci siamo legati ad un umana, anzi, è una benedizione, perché i sentimenti che non riesci a distinguere sono quelli che ti renderanno più forti davanti a tutto e tutti”, spiegò Inuken, dando voce ai pensieri che il figlio non esprimeva.

“Quindi perché mi sono sentito furioso quando lei mi ha detto che Kohaku l’ha chiesta in moglie? Padre, io non lo capisco”, chiese in un sussurro.

“Perché sei geloso. Ti senti furioso perché sai che lei potrebbe scegliere un altro e non te. Ma se a te piace, perché non glielo dici?”, il padre si fece più vicino a Sesshomaru, il quale scuoteva la testa.

“No. Sono un demone, un mostro sanguinario. Io non posso provare sentimenti simili!”.

“Baka. Lei non ti vede come un mostro sanguinario, lei tivede per quello che hai nel cuore, vede un grande affetto da parte tua per lei, ma lei vuole molto di più e devi essere tu a darglielo, perché solo tu la potrai rendere veramente felice. Se sposasse davvero quel ragazzino, credi che sarà felice? No, perché non avrà colui che vive nel suo cuore,” Inuken gli posò una mano sulla spalle e la strinse piano, poi riprese, “Ascolta il cuore che tu credi che hai di ghiaccio, ascoltalo e seguilo. Prova a concederti quel po’ di pace di cui il tuo animo ha bisogno. Non farti guidare dalla testa, molte volte sbaglia.”, finito il discorso, lentamente si avvia al villaggio, lasciando un Sesshomaru pensieroso, seduto accanto ad un albero.

‘Devo seguire il mio cuore, ma io ce l’ho? Ho sempre pensato di non averlo, ma da quando Rin è comparsa nella mia vita, sembra che ci sia qualcosa che si scioglie nel petto, era questo che intenda mio padre? Lasciare che sia questo qualcosa a guidare le mie azioni nei confronti di Rin? E se si, che cosa dovrei fare adesso; il punto è che quando non c’è mi sento vuoto, non motivato a nulla, mentre quando le sono accanto tutto assume sfumature diverse. È questo quello che cercava di spiegarmi Inuyasha prima che Kagome ritornasse dall’Italia? Quindi è questo ciò che gli umani chiamano amore?’, talmente era immerso nei suoi pensieri che non si era accorto che una minuta figura si era seduta accanto a lui.

“Sesshomaru, ho rifiutato la proposta di matrimonio, ma volevo dirti un’altra cosa, che è tanto tempo che volevo dirti”.

Il demone si riscosse dai suoi pensieri, un profumo che non avrebbe mai smesso di odorare gli invase le narici ed istintivamente, allungò un braccio e facendo attenzione agli artigli velenosi che gli ornavano le dita, lentamente attrasse a sé in un mezzo abbraccio. Ciò che non aveva mai fatto in vita sua, nemmeno con le demoni che secoli addietro avevano cercato di sedurlo e che infine non c’erano riuscite.

Rin rimase pietrificata da quel gesto affettivo che non aveva mai ricevuto in vita sua, almeno da parte del demone che le aveva ghermito il cuore.

“Cosa volevi dirmi?”, chiese il demone stringendola ancora di più a sé.

“Ecco … io vorrei che …”, le parole le uscivano una per una, non riusciva proprio a continuare, ma come poteva dirgli che il suo cuore era suo, fin da quando le aveva salvato ripetutamente la vita?

“Anche io volevo dirti una cosa”, cominciò Sesshomaru, bloccando e non sapendo in che modo dare voce ai suoi pensieri, “La mia esistenza è cambiata da quando tu ti sei unita a me e Jaken, e volevo solo sapere se un giorno andrai via anche tu.”, chiese in un sussurro.

“Mai”, rispose determinata la ragazza, “Mai, sono felice quando sono con te, perché dovrei andare via?”.

“Perché non sono umano, perché un giorno mi lascerai comunque”.

“Non mi importa se non sei umano, a me vai bene così come sei. Da quando sei diventato così paranoico? Chi ti ha messo in testa questi discorsi? Se è stato Miyoga, lo schiaccio come una mosca appena lo trovo”, si inalberò Rin, al sentire il discorso pronunciato dal suo amato.

I pensieri di Sesshomaru invece si bloccarono su ‘così come sei’, quindi per lei non aveva importanza che fosse un demone gelido?

Sicuro di questi pensieri, interruppe lo sproloquio di Rin, semplicemente poggiando le labbra sulle sue. Le sentiva così morbide, calde.

Rin rimase un attimo interdetta, poi riavendosi dallo shock, rispose al bacio del demone con passione, passando le sue mani tra i lunghi capelli di Sesshomaru, e attirandolo ancora di più a sé.

Sesshomaru si stupì della reazione della ragazza, ma portò l’altra mano a stingere i capelli di lei e farla aderire totalmente al suo corpo. ‘Che sensazione meravigliosa, non avevo mai provato qualcosa del genere, se quella che io credevo la maledizione della mia famiglia vuol dire tutto questo, allora ben venga.’, pensò, lasciandosi trasportare in un mondo a lui sconosciuto.

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Intanto Inuyasha e Kagome erano ancora in viaggio, e tutti e due si chiedevano cosa il nonno volesse dire loro.

Kagome sperava di trovarlo ancora in buone condizioni, e che non fosse peggiorato tanto durante la sua assenza, e mentre pensava ciò, appoggiata alla spalla di Inuyasha, alcune lacrime le rigarono il viso e scivolando lungo le sue guance, giunsero fino alla maglia del moro.

“Kagome, vedrai che andrà tutto bene. Non ti preoccupare”, cercò di rassicurarla, stringendo la presa sulle sue spalle.

“Speriamo”, il debole sussurrò fu seguito dalle ultime lacrime che debordarono dai suoi occhi prima che cadesse in un sonno profondo.

“Speriamo”, sussurrò il ragazzo, cercando di convincere se stesso.

  
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