Era notte, nel cielo sereno non si vedeva nessuna stella perché le mille luci di shinjuku preparata a festa non lo permettevano.
Nonostante la città pulsasse di vita, la notte e la neve attutivano i rumori e facevano sembrare tutto magico.
Quante volte era andata lassù con lui, quante volte davanti alla città come testimone lui le aveva detto quelle poche frasi carine.
Dei piccoli fiocchi di neve cominciarono a cadere dal cielo scuro e alcuni le si posarono addosso.
Dopo la meraviglia della nevicata le sembrò però di vedere i volti di tutte le donne che avevano cercato di portagli via la cosa più importante che avesse dopo la morte del fratello.
Volti di donne che si susseguivano ridenti in ogni fiocco e che sembravano volerle dire ciò che non era e ciò che non avrebbe mai avuto.
All’improvviso vide il volto della ragazza con cui lui era uscito quella sera e che, data l’ora, probabilmente aveva già portato in un motel.
Le lacrime le rigarono il viso freddo, si appoggiò alla ringhiera gelata e cominciò a singhiozzare.
Il pianto di mescolò ai fiocchi di neve che le si posavano sul volto e ben presto un dolore fortissimo le colpì il petto e il pianto si fece disperato.
Si accasciò a terra mentre la nevicata aumentava e pianse tutte le lacrime che aveva dentro.
Passarono istanti, minuti e dopo che la neve aveva già formato un sottile strano per terra e sulla sua schiena, finalmente si calmò e rientrò in casa.
Si tolse gli abiti bagnati e si mise un caldo pigiama.
Tuttavia la tristezza le attanagliava ancora il cuore, così decise di darsi al dolce e scese in cucina per prepararsi una tazza di cioccolata fumante.
Passando davanti all’ingresso qualcosa attirò la sua attenzione.
Non poteva crederci, vicino alle scarpe del suo partner troneggiava una scarpa rossa da donna a tacchi alti.
La tristezza lasciò il posto alla rabbia, come aveva potuto quel porco portare a casa una donna per…solo il pensiero la distruggeva.
Si voltò per andare in camera di lui e dirgliene quattro, ma ad un tratto si bloccò. Non poteva.
E se li avesse trovati a letto insieme? Poteva sopportare la vista di tutto ciò? Poteva guardare l’unica cosa a cui teneva davvero nelle braccia di una altra? Sapeva cosa faceva ma vederlo avrebbe concretizzato quella che per ora era solo un idea che la faceva soffrire.
Già se un idea la faceva stare così male come si sarebbe sentita dopo aver visto?
Non ce la fece.
Si diresse nuovamente verso la cucina.
Con estrema calma si preparò la cioccolata.
Dentro però il suo cuore era in subbuglio, trattenne a forza le lacrime e bevve la cioccolata.
Tornò di sopra e passò davanti alla camera di lui.
C’era silenzio, molto probabilmente dormivano già.
Un dolore lancinante la colse il petto e corse di nuovo fuori sulla terrazza dove ormai la neve ricopriva tutto abbondantemente.
Tirava un vento gelido ma non le importava era troppo triste, si accasciò nuovamente a terra e si stupì di avere ancora lacrime, che pianse urlando senza preoccuparsi minimamente del fatto che lui potesse sentirla.

Mentre Kaori piangeva disperata e Ryo dormiva ubriaco mormorando frasi sconnesse “sarai bellissima con i tacchi…uh…”, un foglietto spiccava attaccato ad una scarpa rossa sul letto di lui “Buon natale Kaori”.