Fanfic su attori > Johnny Depp
Segui la storia  |       
Autore: Disneyana    08/05/2012    1 recensioni
E se una ragazza con una vita fin troppo ordinaria si trovasse a vivere una serata straordinaria? Se lei, pienamente convinta che un evento del genere non potrà mai più ripetersi, decidesse di non porre alcun freno ai suoi desideri?
Questo è solo l'inizio di un'avventura che porterà la nostra protagonista a scoprire se stessa, un terribile segreto e il vero significato della parola "passione".
"...Combattevo ogni giorno con un forte impulso: quello di fuggire. Fuggire da tutta quella serenità per trovare la capacità di urlare, impazzire, amare e perchè no? anche soffrire. Avevo la costante impressione di vivere come addormentata, i miei giorni erano così uguali, noiosi, insopportabilmente equilibrati. Ecco perchè amavo il cinema: perchè mi portava altrove..."
Se amate Johnny Depp, se vi piace sognare, se vi piacciono le storie con qualche mistero e molto pepe...allora questa è la fanfiction giusta.
Mi raccomando recensite! :D
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I.Razza di altezzoso scimmione!


Partimmo come promesso due settimane dopo, saremmo rimasti appena tre giorni.  Arrivati a Venezia ci recammo con i nostri zainetti, dentro i quali avevamo messo l'indispensabile, a casa di zio Alfonso.
Era un uomo eccentrico, viveva da solo, era alla soglia dei settant'anni ma sembrava più giovane. Zio Alfonso non si era mai sposato e secondo i racconti di Carlo era stato un gran latin lover.
<< Benvenuti! Benvenuti! Ecco qua mio nipote!Caspita Carlo, l'ultima volta che ti ho visto te ne andavi in giro con un aeroplanino giocattolo, me lo hai mostrato tutto contento, ma devo dire che questa volta porti con te qualcosa di molto meglio di un aeroplanino! Chi è questa bella ragazza?>>
 Si, zio Alfonso era  decisamente un latin lover, del genere gentiluomo galante di altri tempi.
<< Io sono Beatrice, piacere di conoscerla!>> mi strinse la mano con un sorriso enorme. Ci fece vedere la stanza che ci aveva riservato. La casa era piccola, un trilocale, ma dopotutto per un uomo solo era più che sufficiente, avremmo dormito nel salottino, in un divano/letto.
<< Mi dispiace  ragazzi ma lo spazio è tutto qui, non saprei dove altro mettervi...>>
<< Oh ma lei è gentilissimo, qui staremo più che bene!>>
<< Cara Beatrice, dammi del tu, non mi piace sentirmi vecchio! Su andiamo in cucina, vi offro qualcosa da bere. Un martini vi va?? O magari del Contreux.>> Carlo lo guardò sconvolto.
<< Zio sono le tre del pomeriggio...>>
<< Si lo so nipote, anche io ho un orologio.>> Quell'uomo mi piaceva decisamente e cominciavo a capire perchè era uno dei pochi ad essere nato dove io ero nata, ma ad aver avuto il coraggio di fuggirne. Ci raccontò un pò di cose, scoprii che aveva lavorato per il teatro, non come attore ma come scenografo. Era un pittore eccezionale.
<< Allora siete venuti per assistere al festival del cinema?>> Chiese versando da bere.
 Ma come diavolo avevo fatto a non pensarci? C'era il festival del cinema!! Lui non aspettò risposta.
<< Domani ci sarà la prima di Hugo Cabret, il nuovo film di Scorsese. Io ho il biglietto, vado sempre alle prime, costano un occhio ma alla mia età mi concedo ancora molti vizi!>> Ero sempre più affascinata.
<< Con tutto rispetto, ma alla prime solitamente non sono ammessi solo personaggi celebri o comunque del settore?>>
<< Il fatto di aver lavorato un'intera vita nel teatro hai suoi vantaggi, molti vantaggi...conosco parecchia gente.>> Mi fece l'occhiolino. Rimanemmo ancora un pò con lui, poi decidemmo di vagare un pò per Venezia. Era tutto costosissimo, una bottiglietta d'acqua costava due euro come minimo, dunque non sto qui ad elencare il costo di tutti gli altri beni, ne tantomeno quello di un giro in gondola. Vagammo a piedi tutto il giorno, la sera tornammo sfiniti, trovammo Alfonso in dolce compagnia. Non riuscivo a credere a i miei occhi, si dava ancora molto da fare,era insieme ad una bella signora di mezza età, ridacchiavano, chissà cosa si stavano raccontando. Ce la presentò, si chiamava Camille, era francese, era un attrice di teatro. 
Io e Carlo quella sera andammo a letto presto. In realtà non avevo per nulla voglia di andare a dormire, avrei preferito passare una notte insonne a vagare per la città in cerca di avventure, magari era un'idea stupida e romantica, ma era un'idea che a me piaceva. Lo stesso non si poteva dire di Carlo, lui aveva dei ritmi regolari, si svegliava quasi sempre alla stessa ora e raramente faceva le ore piccole , era quello che si usa definire "un ragazzo con i piedi per terra". Così il mio progetto di follie notturne fallì miseramente e mi ritrovai sotto le coperte con lui.
Verso le cinque del mattino fui svegliata da uno strano rumore. Una tosse molto forte, molto profonda, Carlo dormiva. Senza pensarci un attimo mi alzai dal letto e mi fiondai nella stanza dello zio. Era seduto sul letto, l'abajour accesa, il viso violaceo, respirava a malapena, emmettendo dei rantoli.
<< O mio dio! >> non sapevo che fare. Lui indicò un mobiletto poco lontano e con un filo di voce mi disse che c'erano delle compresse, le presi, gliene diedi una. Non riusciva ad ingoiarla, il respiro era troppo breve e veloce. Osservai intorno nella stanza, c'erano una bombola di ossigeno ed una mascherina in un angolo. Capii subito, l'uomo era sicuramente affetto da asma. Avvicinai la bombola, che aveva sotto della rotelle, gli misi la mascherina ed aprii la manopola. Lui respirò per un pò  con difficoltà, poi cominciò a calmarsi e finalmente potè ingoiare la compressa. Mezz'ora dopo stava meglio, sembrava essere tornato alla normalità.
<< Cara Beatrice mi dispiace di averti spaventata. Ma devo ringraziarti, solitamente tengo l'ossigeno vicino al letto, ma ieri ho comprato una nuova bombola, l'ho messa là ed ho dimenticato di avvicinarla, evidentemente sto cominciando a diventare un vecchio sbadato. >> Gli sorrisi.
<< Ma no, cosa dici!Anzi mi dispiace di non aver subito capito quale fosse il problema...>>
<< Sai prima di lavorare nel teatro,quando ero molto giovane, sono stato operaio dentro una miniera di zolfo. I miei polmoni sono danneggiati da allora.>> Dalle nostre parti c'erano molte miniere e  quindi molte persone nelle stesse condizioni di Alfonso. Dopo essermi accertata che stesse meglio andai via e lo lasciai riposare. Non chiusi la porta della stanza, così da poterlo sentire se avesse avuto bisogno. Carlo non si era accorto di nulla stava ancora dormendo.
Il giorno dopo girando per Venezia notammo che c'era un gran fermento, dato dal fatto che molti attori famosi sarebbero arrivati per la prima del film, perciò la città era invasa da giornalisti e fan.
A pranzo zio Alfonso mi si avvicinò tutto sorridente e mi porse un biglietto.
<< Beatrice, ti piacerebbe andare alla prima del film?>> Rimasi basita. Lui continuò. << Dopo la crisi di sta notte non mi sento benissimo, potresti andare tu, dato che mi hai detto di amare così tanto il cinema.>> Avevo voglia di saltare dalla sedia ed urlare "Si si siiiii!!!certo che voglio andarci!!!"  ma non mi sembrò educato.
<< Non posso accettare...>>
<< Si che puoi accettare! Prendilo come ringraziamento per avermi aiutato sta notte. Io ne ho viste tante di prime...>>
 Basta, era inutile recitare una farsa, esclamai << Mi piacerebbe un mondo andare ! Davvero mi piacerebbe! Ma se tu dovessi aver bisogno di qualcosa? Insomma non stai bene.>>>
<< Oh cara, ma verrà Camille a farmi compagnia...>>Fece un sorriso sornione. Quel birbante di Alfonso!
 Fu così che io e Carlo ci ritrovammo in mezzo ad una folla scalpitante, era venuto ad accompagnarmi ma sarei entrata solo io. C'era il tipico tappeto rosso messo la per far sfilare le varie celebrità, poi dal lato opposto c'era l'ingresso per i comuni mortali muniti di biglietto. La zona del tappeto rosso era totalmente circondata da fan urlanti, non riuscii a penetrare il muro di folla, nè a capire quali fossero le star presenti.
<< Ci conviene andare all'altro ingresso Bea..>>
Una sopresa amara mi attendeva però. Non avevo considerato il fatto che per le premiere si deve avere un certo abbigliamento, la gente in fila era tutta in ghingheri, abiti da sera,  e uomini in papillon ci circondavano. Io e Carlo indossavamo semplicissimi jeas. Io avevo addirittura un giubbino di pelle, una Kefiah al collo ed i capelli legati in una coda. Tutti quei ricconi ci guardavano straniti. Ridevo sotto i baffi senza pensare minimamente che il mio abbigliamento mi avrebbe impedito di entrare nella sala. Salutai Carlo e mi misi in fila. Mostrai il biglietto ad un uomo grande e grosso in frac e papillon. Quello lo timbrò senza guardarmi, ma mentre stavo per entrare si accorse di avere di fronte una sorta di ragazzina punk .
<< I'm sorry miss. You cannot go in.>> Mi si parò davanti,  avevo già messo il mio piedino all'interno della sala e stavo osservando estasiata. Quel tizo diceva che non potevo entrare, lo stava dicendo in inglese per giunta. Ma perchè diavolo parlava in inglese se eravamo in italia? Ah giusto, quello era un evento internazionale. Per fortuna  ero abbastanza ferrata: uno dei vantaggi di abitare in un paese turistico era che avevi modo di imparare bene la lingue. Gli risposi.
<< Come scusi? E perchè? Ho il biglietto>>
<< Si ma il suo abbigliamento non è consono.>> Lo guardai esterrefatta.
<< Il mio abbigliamento non è consono?>>
<< Esattamente signorina. Questa è una premiere, è obbligatoria un misè elegante.>> Sapevo che cinque minuti dopo sarebbe stato chiuso l'ingresso a chiunque, quindi anche volendo non avrei fatto in tempo a cambiarmi,anche volendo non avrei avuto niente con cui cambiarmi, non avevo certo messo nel mio zaino un abito da sera. Io nemmeno lo possedevo un abito da sera! Non mi lascai abbattere.
<< Senta, questi biglietti costano un occhio della testa e non me ne andrò senza protestare. Ci tengo davvero a vedere questa prima!>>
<< Avrebbe dovuto informarsi meglio allora signorina. Ora per favore torni indietro, stiamo già perdendo troppo tempo.>> Quell'omone serio, categorico e altezzoso mi irritava parecchio.
<< Non ho intenzione di andare. Se non vuole perdere tempo le conviene lasciarmi entrare.>> Sentivo la gente mormorare frasi indignate contro di me, ma non mi interessava, ero decisa ad entrare.
<< Finchè non indosserà un abito e...>> Guardò i miei stivaletti consumati <<...della scarpe da donna, non posso lasciarla entrare.>> Questo era troppo la furia che era in me uscì fuori.
<< Delle scarpe da donna?!Queste SONO scarpe da donna razza di altezzoso scimmione!Dove sta scritto che una donna deve per forza andarsene in giro su degli scomodissimi trampoli!!>>
 Ma da dove mi era uscita quella frase??   Ebbi l'impressione che l'uomo di fronte a me stesse per sollevarmi di peso per poi scaraventarmi oltre l'ingresso, talmente era arrabbiato. Rimasi muta a fissarlo aspettandomi il peggio, poi sentii una risata. Ci voltammo  in direzione di quel suono, un uomo fece capolino dalla sala, un uomo con una sigaretta in mano, mille bracciali, un magnifico gilet...ma non furono certo la sigaretta, i bracciali e il gilet ad attirare la mia attenzione; il mio sguardo rimase fisso sul suo volto. Il volto più bello del mondo. Lì di fronte e me c'erano due occhi neri, i più caldi e profondi che avessi mai visto, incorniciati da due zigomi scultorei e immediatamente sotto le labbra più sensuali dell'universo piegate in un sorriso accentuato da un paio di pirateschi baffi . Devo continuare con le descrizioni o è già chiaro a tutti che davanti a me c'era Johnny Depp??

  Ma cosa ci faceva Johnny Depp lì? Non mi risultava che recitasse nel film... Non ebbi tempo di pensare nè tanto meno di fare domande. Mi guardò continuando a sorridere e disse: << Sei arrivata finalmente! Su entra.>> Il buttafuori rimase di stucco, ma mai quanto me.
 Entrai senza dire una parola e senza riuscire a staccare gli occhi dai suoi che brillavano divertiti. Una volta dentro l'unica cosa che riuscii a dire fu:
<< Grazie...>>
<< Lo vuoi davvero vedere questo film?>> Mi fece quella domanda con la faccia seria. E altrettanto seriamente e confusamente risposi:
<< Certo, assolutamente! Non ho mai assistito ad una premier, io non sono veneziana, la mia vita è terribilmente noiosa, non mi succede mai nulla di eccitante... quando sono arrivata qui ieri non credevo che mi sarei ritrovata ad una prima... ma un gentilissimo cavaliere  d'altri tempi mi  ha dato il biglietto. Ora sono qui ed ho addirittura insultato un buttafuori... di solito sono una persona educata, ma non oggi, oggi non potevo essere educata perchè altrimenti non mi sarei mai perdonata il fatto di essermi persa tutto questo  solo perchè sto bene nelle mie comode e vecchie scarpe!>> Avevo parlato a raffica, come in uno stato di trans senza rendermi perfettamente conto della mie parole, ero praticamente ipnotizzata dai suoi occhi. Il suo guardo si spostò verso il pavimento e con un sorriso  mi indicò le sue di scarpe: erano vecchie e malandate, per nulla in tono con i vestiti eleganti che indossava.



 Ma gli stavano comunque da dio. Gli sorrisi.  Lui disse:
<< Come vedi mi trovi perfettamente d'accordo. Comunque piacere di conoscerti, io sono Johnny>> Mi strinse la mano. Mi sembrò assurdo che si presentasse, lo sapevo chi era, tutti sapevano chi era! Strinsi la sua mano...mentre il mio cervello continuava a ripetere:
 "gli stai stringendo la mano!gli stai stringendo la mano! ma hai idea di quante  vorrebbero essere al tuo posto? Svegliati diamine!"
Ebbi una reazione fin troppo calma, forse perchè non riuscivo a credere che stesse accadendo sul serio,  biascicai: << Beatrice...>> Lui ripetè il mio nome << Mhhhh...Beatrice. Sei la Beatrice di Dante?>> MI fece il sorriso più affascinante dell'universo , che si trasformò in una risata aperta quando risposi << Non credo che l'angelica Beatrice di Dante Alighieri avrebbe mai dato dello scimmione ad un pover uomo che stava solo facendo il suo mestiere!>>
 Lui scoppiò a ridere, un sorriso così bello che la sala sembrò illuminarsi << Ti giuro che è stato esilarante! Non avevo mai visto niente del genere. Stavo vicino all'ingresso fumando la mia sigaretta...lo confesso, mi sono goduto tutta la scena!>> Mi osservò un attimo, poi un'idea sembrò balenargli nella testa, << Posso chiederti un favore?>> Stavo quasi per rispondergli "Tu puoi anche chiedermi la luna se vuoi!"  Invece mi limitai ad annuire ancora immersa nel mio stato catatonico. Lui continuò << Siederesti vicino a me per il film? >> Non credevo alle mie orecchie,avevo sentito bene?! Si avevo sentito bene. << Vedi doveva esserci una persona oggi con me, ma non è venuta...>>  "e chi è questa stronza?" pensai mentre vedevo i suoi occhi farsi un pò tristi <<...non voglio rischiare di trovarmi accanto qualche altezzoso riccone...non mi va di fare nioiosi discorsi. Perciò se tu ti mettessi nel posto che è rimasto libero, mi toglieresti dall'imbarazzo.>>  Fece una pausa e giocherellò un pò con i suoi bracciali, sembrava nervoso. << Allora Beatrice accetti?>>
<< Si.. >> Fu l'unica cosa che riuscii a dire. Lui sorrise.
<< Devo chiederti un altro favore allora... Dal momento che saremo nelle prime file, devo purtroppo dare ragione all'altezzoso scimmione, dovresti indossare qualcosa di diverso, altrimenti i giornalisti presenti domani non faranno che parlare di te. E non in modo cortese purtroppo. >>
<< Beh Johnny, ma io non ho niente di elegante da indossare...>> Lui guardò l'ora.
<< C'è l'ho io. Credo che tu sia della taglia giusta. Nella mia limousine c'è l'abito che avrebbe dovuto indossare Van...>> Non completò il nome e si corresse e dicendo << ...la persona che non è venuta, se tu mi facessi il favore di indossarlo sarebbe perfetto.>>
<< Ok, posso indossarlo, se tu dici chè è della taglia giusta... >>
Mi squadrò tutta e disse << Si decisamente, credo lo sia... Che numero di scarpe porti?>>
<< 35>> Lui sgranò gli occhi. << Trentacinque?Ma chi sei Cenerentola?!Questo sarà un problema , le scarpe sono 39... Facciamo così, manca mezz'ora all'inizio della proiezione, intanto faccio recuperare il vestito che è in macchina, da quella parte ci sono delle stanze private, potrai cambiarti, io vedo di mandare qualcuno a comprare delle scarpe. >>
Mi chiesi dove quel qualcuno avrebbe mai potuto comprare delle scarpe a quell'ora...Bah! Mistero. Senza rendermene conto mi ritrovai in una stanzetta con due poltroncine rosse ed uno specchio, una specie di camerino.
<< Aspettami qui. >> Annuii di nuovo. Oscillavo tra l'essere muta all'essere monosillabica, forse per questo Johnny mi voleva accanto, così era sicuro che non avrebbe avuto distrazioni durante il film data la mia scarsissima loquacità. Poco dopo bussò alla porta di nuovo.
<< Avanti.>>
<< Tieni ragazza di Dante!>> Disse facendo l' occhiolino. Aveva in mano una grande scatola, una di quelle in cui di solito stanno i vestiti costosissimi e sopra vi era poggiato un beauty case. << Tu intanto vestiti, qui dentro ci sono tutti i trucchi che vuoi. Le scarpe arrivano tra un attimo. Ok?>>
<< Ok...>> 
" Bea che ne dici di provare a dire qualcosa di diverso, magari con più di due lettere ogni tanto??" 
Il suggerimento de l mio cervello non era sbagliato ma trovai comunque impossibile seguirlo. Johnny uscì dalla stanza. Aprii la scatola, dentro c'era un abito bellissimo, lungo, con uno breve strascico. Era color latte sporco e sopra vi era applicato del pizzo nero. Sembrava minuscolo però , dubitavo che mi sarebbe entrato. Tolsi i miei abiti e lo indossai, ci misi cinque minuti buoni per riuscire a chiudere la cerniera laterale, mi guardai nello specchio rimanendo dal tutto basita. Era magnifico, mi fasciava perfettamente ma avevo qualche problema nella zona seno, lì mi stringeva molto, tanto che non potevo respirare a fondo. Oltretutto era molto scollato, una V scendeva profonda e la pressione portava i miei seni su. Avevo dovuto indossarlo senza reggiseno perchè dietro tutta la schiena era scoperta. Davanti a me c'era una donna che non avevo mai visto.Aprii il beauty case e cominciai a truccarmi, c'era di tutto dentro. Misi fondotinta e fard, la proprietaria di quei trucchi doveva avere la pelle chiara come la mia. I rossetti però erano troppo forti come colori, avevo delle labbra molto carnose sarei risultata eccessiva, ne applicai uno sfumandolo con le dita e poi misi del gloss. Sottolineai gli occhi con matita ed ombretto neri in tono con il pizzo del vestito. Bene ora dovevo trovare una soluzione per i capelli, li spazzolai per bene e poi decisi di raccoglierli in uno scignon alto. Dentro la scatola del vestito c'erano anche due piccolissimi orecchini. Indossandoli mi chiesi terrorizzata se quelli fossero veri brillanti, sapevo già che avrei passato tutto il tempo a controllarmi le orecchie per paura di perderli. Bene, avevo finito. Cercai di alzare un pò la scollatura, niente da fare....mi sentivo nuda. Rimasi seduta in attesa, poco dopo sentii bussare, doveva essere di nuovo Johnny.
<< Avanti!>> Fece capolino un uomo con i capelli grigi.<< Johnny le manda queste. >> Mi porse una scatola, dentro c'erano due sandali di altezza stratoferica, neri con qualche strass ed un bracciale alla caviglia, numero 35. Ringraziai l'uomo e li indossai trovandomi in un'altra dimensione, il mio metro e sessanta era aumentato di 15 centimetri buoni. Bene, e ora? Cosa dovevo fare? Andare a cercarlo? Uscii dalla stanzetta e mi diressi verso la sala principale, era enorme e per arrivare a i primi posti dovevo percorrere una lunga scalinata, pensai ai tacchi, ero terrorizzata, cominciai a scendere i gradini cercando Johnny con gli occhi. Per un qualche strano motivo tutta la gente intorno mi osservava, mi sentii molto in imbarazzo ma cercai di proseguire ostentando indifferenza. Ero così impegnata a sembrare indifferente che non vidi Johnny venirmi incontro da un corridoio laterale.
<< Ehy Cenerentola!>> Mi voltai e sorrisi rincuorata. Appena mi fu accanto chiesi:
<< Johnny ho per caso dimenticato di togliere l'etichetta al vestito? Mi stanno osservando tutti....>> Lui sorrise alla Jack Sparrow e disse << Ti stanno osservando perchè non ti hanno mai vista e perchè sei davvero bella.>> Rimasi scioccata, Johnny Depp mi aveva appena fatto un complimento. << Come te lo senti addosso il vestito? Sei comoda?>>
<< Comoda? Non direi proprio...Non posso respirare come si deve...>> Lui osservò un attimo la mia scollatura poi spostò gli occhi alla velocità della luce, << Beh con quel giubottino che indossavi prima non ho potuto rendermi conto...che...che la taglia non era del tutto la tua.>> Mi era sembrato imbarazzato nel dirlo, chi se lo aspettava che un famoso attore provasse imbarazzoo per una cosa del genere! Andammo ai nostri posti, Johnny si fermò a salutare della gente, intorno a me c'erano tanti celebri attori ed il leggendario Martin Scorsese. Dalle loro conversazioni capii che Johnny era il produttore del film. Ma certo! Avevo letto da qualche parte che l'attore aveva fondato una casa cinematografica, la Infinitum qualcosa...Ecco perchè era lì. Mi presentò a tutti semplicemente come Beatrice o meglio come diceva lui "Biatris". Detto da lui  e dalla sua voce profonda, quel nome che non  mi era mai piaciuto risultava improvvisamente bello. Dopo i primi momenti di confusione finalmente ci fu silenzio in sala e cominciò il film. Parlava di un orfano che viveva nella metropolitana Parigina. Il film era un mix di dolcezza e mistero. Ad un certo punto parte del mistero fu svelato, sullo schermo comparve il disegno di una luna con un razzo piantato in un occhio. Involontariamente esclamai << Les vojage sur la lune di Melies, il giocattolaio è Melies!>> Ho già detto che sono un'appassionata di cinema no? Quindi anche di storia del cinema. Lui si voltò e mi sorrise << Brava!>>.  Alla fine del film mi commossi, gli occhi mi si fecero lucidi ma cercai di trattenermi per non sbavare tutto il trucco nero che mi ero applicata sulla faccia. Quando si accesero le luci avevo ancora gli occhi piantati sullo schermo ed i lucciconi, mentre intorno la gente applaudiva. Improvvisamente mi destai e vidi che Johnny mi osservava con una strana espressione, un'espressione sorpresa.
<< Che scema...mi sono commossa.>> Dissi cercando di darmi un contegno.
<< Io non la trovo una cosa scema.>> Restammo un pò lì senza dire niente. Poi lui si alzò e mi porse la mano.
<< Usciresti con me?>> In un primo istante ebbi un infarto, data la mia conoscenza non ottima della lingua mi balenò in testa l'idea che mi stesse chiedendo un appuntamento, poi capii che si riferiva al tappeto rosso ed evitai la brutta figura che stavo per fare.
<< Ma sarà pieno di giornalisti e....e...fan,lì fuori...>>Bene adesso avevo anche incominciato a balbettare!
<< Lo so.>>
<< Si chiederanno chi sono.>>
<< Lo so. >> Disse di nuovo con la faccia divertita.
<< E chi devo dire di essere?>> Lo so questa domanda sembrava assurda, ma nello star sistem era sempre tutto programmato, magari se rispondevo in modo sbagliato poteva succedere un disastro. Io non ero una che si interessava molto di gossip, ma sapevo che lui aveva una famiglia, dei figli. Si mise a ridere.
<< Devi dire di essere esattamente quella che sei. >>
<< Una ragazza che non aveva il giusto vestito per la prima?>> Rise di nuovo di gusto. Poi tornò serio e chiese. << Chi sei tu Beatrice?>> Lo chiese in un modo strano...come se anche per lui quello fosse un grande interrogativo.
<< Sono una studentessa di lettere, appassionata di cinema che sta facendo una tesi su George Melies...>>
Aggrottò le sopracciglia. << Davvero??>>
<< Si...>> Mi resi conto improvvisamente della coincidenza ed esclamai di nuovo << Si! E non avevo idea che ci fosse il suo personaggio in questo film!>> Mi porse il braccio << Vedi è perfetto. Allora, vieni o mi abbandoni al mio destino?>> Aveva un'espressione buffa,sorrisi annuendo e lo seguii. 
Ciò che non sapevo il quel momento, era che da quel giorno, sarebbe accaduto di tutto e non avrei mai più potuto dire che la mia vita era noiosa.


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Johnny Depp / Vai alla pagina dell'autore: Disneyana