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Autore: __Sayuri__    09/05/2012    4 recensioni
[post The Avengers] [Loki/OC]
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Può esistere redenzione per Loki, o sarà per sempre destinato ad essere una divinità oscura?
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(dal capitolo 6)
"Vedendolo così da vicino, la ragazza si chiese come potesse un mostro simile avere un viso tanto bello. Ma, in fondo, in molti dicevano che la morte, quando ti appare, ha le sembianze di una creatura bellissima. Ti sfiora il volto in modo rassicurante e poi ti trascina con sé nell'oscurità."
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[COMPLETA]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 - Uno sgradito ritorno
Capitolo 4 - Uno sgradito ritorno




NEW YORK


Nick Fury non capiva. 

Non capiva come faceva ad essere ancora vivo. 

L'energia che si era sprigionata dallo scettro, e il tremendo boato che ne era seguito, erano stati talmente forti da fargli credere che l'intera città sarebbe stata disintegrata. 

Invece no. 

Il laboratorio era ancora intero, eccezion fatta per le vetrate, andate distrutte nell'onda d'urto, e per la maggior parte dei monitor, ridotti a macerie fumanti sul pavimento. Ad invadere l'aria intorno a lui, al posto della luce accecante di poco prima, ora c'era solo un soffocante fumo nero.

Nick Fury proprio non capiva. 

Tutto il suo corpo era indolenzito e sentiva gravare sulla testa un pesante senso di stordimento. Odiava quella sensazione, quella di sentirsi esposti ed impreparati, e non riusciva quasi nemmeno a pensare.

C'era una cosa di cui era assolutamente certo, però. 

Aveva la pistola in mano, afferrata grazie a un riflesso istintivo, in lui ormai quasi automatico. E la stava puntando verso l'unica persona al mondo che si era augurato di non dover mai più rivedere.





Loki smise di sorridere. 

Quando aveva realizzato di essere finito su Midgard, il misero mondo dei mortali, aveva quasi dimenticato il dolore che gli scuoteva le membra. L'idea di potersi finalmente vendicare gli aveva persino procurato un brivido di gioia.

Ma quell'idea si era infranta non appena il dio aveva posato gli occhi sulla canna della pistola che quell'umano gli stava scioccamente puntando contro.

Possibile che la sua sfortuna fosse così grande? Era finito proprio nel covo dei suoi nemici, i buffoni in costume. Questa era più che mera sfortuna, si disse, era un preciso disegno del fato, atto a prendersi gioco di lui ancora e ancora. 

Serrò la mascella, spostando il suo sguardo sul viso contratto del mortale. Notò con piacere che non sembrava in gran forma, il braccio con cui reggeva l'arma tremava, anche se impercettibilmente.

Loki si prese un altro istante per riflettere, attingendo alle uniche energie che gli erano rimaste: quelle della sua mente. Un fragile umano contro un dio, per quando indebolito, non poteva certo vincere.

Incrociò le braccia dietro la schiena e, con il suo miglior sorriso sprezzante, disse:

"Lo sai, vero, che le vostre armi non possono neppure scalfirmi, misero mortale?"

Fury fece un mezzo sorriso, poi ripose l'arma nel fodero e replicò "A cosa dobbiamo il...piacere? Le prigioni di Asgard ti stavano troppo strette?"

I magnetici occhi di Loki si fecero più intensi "Mi mancava il vostro insulso pianeta, le vostre celle sono di gran lunga più...confortevoli" disse sogghignando.

"Che ci fai qui, Loki?" sbraitò Fury, fissandolo con astio. Tremava dalla rabbia, il debole umano. O magari aveva paura. Il dio dell'inganno stava iniziando a divertirsi. 

Prima di rispondere fece qualche passo verso destra, fissando distrattamente una parete "Non ne ho idea" mormorò con tono vago e, anche se in fondo era la verità, sapeva che non era di certo la risposta che Fury voleva sentire. 

"Smettila di darti tante arie. Non mi sembri proprio nella posizione adatta per farmi perdere tempo" sibilò infatti l'uomo.

Loki non riuscì a soffocare una risata "Che stai blaterando? Hai battuto la testa? Forse dimentichi che sono un dio..."

Una voce cavernosa alle sue spalle lo bloccò "Un dio gracile..." 

Si voltò di scatto, solo per trovarsi di fronte l'orrido gigante verde.

"Ti ricordi di Hulk, non è vero, dio?" lo canzonò Fury, scoccandogli uno sguardo sarcastico.

Loki deglutì al pensiero del suo ultimo 'incontro' con quella bestia dissennata. Appoggiò le spalle al muro, alzando le mani. Ancora una volta, doveva fingere la resa.

"Vedo con piacere che inizi a ragionare. E ora dicci, per l'ultima volta, che diavolo sei venuto a fare qui. Come hai fatto a riattivare lo scettro?"

Udendo quell'ultima parola Loki si irrigidì, e non poté fare a meno di spalancare gli occhi, costernato.

Guardò verso il mostro verde, e lo vide. Appena dietro quell'ammasso di muscoli e rabbia, appoggiato ad una superficie metallica, giaceva lo scettro di Thanos, la potentissima arma di cui lui stesso si era servito per cercare la sua vendetta, pur sapendo che un fallimento avrebbe significato vendersi ad un oscuro e spietato padrone. Che evidentemente non si era dimenticato di lui, e della tetra promessa che gli aveva rivolto, tramite il suo emissario:


'Avrai la tua guerra, asgardiano. Se fallirai... Se il Tesseract non ci verrà consegnato... Non esisteranno regni, o lune deserte... né crepacci dove lui non verrà a trovarti. Pensi di conoscere il dolore? Lui ti farà capire... quanto quel dolore sia... niente!'


Il volto del dio delle malefatte, già estremamente pallido, diventò cinereo. Il disegno oscuro del suo fato si era finalmente svelato, e la sofferenza subita nelle ultime ore gli sembrò un semplice preludio a torture ben maggiori, dalle quali, ne era certo, non poteva né scappare né sperare di sopravvivere. Si chiuse totalmente in se stesso, maledicendo nuovamente la sua sorte e, forse, anche la sua stupidità; dimenticando completamente che Fury attendeva ancora da lui una risposta.





"Beh, gli si è seccata la lingua?" chiese una nuova voce. 

Tutti si voltarono verso il nuovo arrivato, che stava in piedi davanti all'ascensore. Evidentemente li stava ascoltando già da un po'.

"Stark!" esclamò sorpreso Banner, che nel frattempo aveva riacquistato dimensioni e colorito normali. "Che ci fai qui?"

"Come sarebbe a dire?" esclamò l'uomo fingendosi offeso, e avanzò nella sua armatura metallica, che era aperta solo sul viso. "Ho sentito che qui c'era una festa. Potevo perdermi una tua trasformazione, dottore? Ma devo dire che sono piuttosto deluso...noto con dispiacere che ti sei già strappato tutti i vestiti e...oh cielo, ti prego copriti, sto cercando di digerire il mio pranzo!" esclamò inorridendo e lanciando a Banner un lenzuolo sbrindellato che aveva raccolto da terra.

"Stark..." lo rimproverò Fury.

"Sì, sì, capo, hai ragione, non è il caso di divagare. Comunque stavo dicendo che sono piuttosto deluso anche dall'ospite principale della festa..." e detto questo si voltò verso Loki "Piccolo cervo, qual buon vento ti porta? Ti vedo ridotto maluccio...che c'è, hai perso le corna?" 

Il dio lo incenerì con lo sguardo, ci mancava pure quell'imbecille dell'uomo di latta.

"Mi sembri anche di pessimo umore..." proseguì Iron Man, incrociando le braccia e inclinando la testa.

"Stark!" lo richiamò di nuovo Fury, spazientito. "Come vedi, la situazione è molto seria. Il nostro 'amico' qui presente è riapparso dal nulla, a quanto sembra grazie al suo scettro, dal quale è fuoriuscita una quantità enorme di raggi gamma..."

"Oltre ad innumerevoli altri tipi di radiazioni..." gli fece eco Bruce Banner che, utilizzando uno dei pochi computer rimasti funzionanti, sembrava analizzare le particelle d'aria racchiuse nella stanza e intorno allo scettro. "Ma che significa?" mormorò accigliato.

"Semplicissimo" ironizzò Stark, come suo solito "Che entro due anni avremo tutti il cancro" si girò di nuovo verso Loki "A parte te, forse". 

L'asgardiano aggrottò la fronte e alzò gli occhi al cielo, irritato. Potendo, lo avrebbe polverizzato all'istante, quel pallone gonfiato. 

"Dobbiamo capire che sta succedendo, elaborare una strategia e richiamare gli altri Vendicatori, subito" sentenziò Fury, ponendosi alle spalle del professor Banner e fissando preoccupato i numeri sullo schermo a cui stava lavorando.

Stark prese nuovamente la parola "Sì, indubbiamente, ma non mi sembra il caso di farlo davanti al dio delle marachelle" disse avvicinandosi a Loki e afferrandolo per una spalla. Grazie alla sua armatura praticamente lo sollevò da terra, e lo spintonò verso l'ascensore. "Perché non vai a farti un giro al piano di sopra, piccolo principe? Magari ti fai pure una bella dormita, ok? Tanto non puoi scappare, l'intero edificio è isolato e controllato. Ti veniamo a chiamare noi quando abbiamo finito, tranquillo."

Loki non ebbe nemmeno la possibilità di ribattere, che si ritrovò scaraventato nell'ascensore. Fece appena in tempo a vedere di nuovo il fastidioso sorriso dell'uomo di latta prima che le porte si chiudessero, e iniziò a salire.

Quando le porte si riaprirono, uscì barcollando e si ritrovò in un piano evidentemente adibito a dormitorio. 

Si guardò intorno, furente. 

Sembrava deserto.




   
 
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