“Mi chiamo Melanie Anderson. Ho 17 anni e vivo in New Jersey.
Tutto iniziò il 28 giugno 2011. Stavo per partire in vacanza con i miei genitori e mio fratello.
Saremmo andati ad Atlanta,come al solito. Ma qualcosa è andato storto. Mancava appena una settimana alla partenza quando io e mio fratello Jeremy andammo nella vecchia casa abitata che si trovava un po’ lontano da casa nostra. Scrivo ‘trovava’ perché quella casa non c’è più. Era un’insignificante casetta di legno andata a fuoco,insieme a mio fratello. Lui aveva solo un anno in meno di me. Il mondò mi crollò addosso e la famiglia che eravamo una volta si è persa. I miei genitori litigavano giorno e notte perché si incolpavano a vicenda per morte di Jer. Non ascoltavano mai me,ciò che avevo da dire.
Solo un giorno riuscii a fargli capire che l’unica colpevole ero io. Loro non mi davano ragione. Mi dicevano di stare tranquilla perché nessuno aveva mai pensato che fossi stata io la causa della sua morte. Beh,non avevano considerato me. Io invece,non mi davo ragioni per un’altra cosa: la vita. Anzi,la MIA vita.
Senza Jeremy,la famiglia che avevo prima e la mia migliore amica,quella non era più vita. Un giorno decisi di farla finita. Perché vivere un minuto in più su questo mondo così brutto,così triste,così avvolto nell’oscurità? La mia migliore amica, Meredith mi ha tradito in un certo senso.
Tutti lo interpretano come un modo per aiutarmi,ma delle parole della gente me ne frega ben poco. Beh,a causa di Meredith io sono ancora qui. Le avevo confessato di volermi uccidere. Le dicevo tutto. E lei lo disse a mia madre.
Ceh,proprio lei? Ma questo non è il peggio. Il peggio è essere qui seduti su una sedia arrugginita,in un banco che sta in piedi grazie a qualche divinità, a scrivere un tema sul perché sono finita qui. Beh,neanche io lo so perché sono qui,ok? Io non sono un pericolo. Non voglio fare del male agli altri. Non voglio fare del male a nessuno, tantomeno a me stessa. Se mi uccidessi è solo un bene. Io non voglio vivere qui,su questo mondo,in questa vita.