Era una splendida
giornata di autunno,la terra degli
elementi era tranquilla, per quanto tranquilla potesse essere una terra in
cui i sovrani stavano per mettere al mondo un altro figlio, un altro elemento importante.
- è davvero una
bella giornata, proprio adatta per far nascere il nuovo portatore, vero mie
signori?!- una donna sulla cinquantina era in piedi di fronte alla finestra,
stava chiudendo le tende.
- hai ragione
Tremia, è un peccato che Kalania, non possa godersela. Ma dopotutto oggi è il
grande giorno! Ma dove sarà il dottore?! – l’uomo che era seduto al lato del
letto si alzò e si sporse dalla porta, in cerca di un dottore. Ma non vide
nessuno.
- Tremia, rimani
tu con Kalania, io vado dal medico e lo porto qui. Ormai ci siamo quasi e non
voglio che le succeda qualcosa. – e così detto uscì dalla stanza lasciano la
serva accanto al letto della moglie.
- ah… Tremia,
dimmi… dov’è andato Nicrom? Non lo vedo nella stanza – la donna che era
sdraiata sul letto cercò di alzarsi a fatica, ma sentì una forte fitta allo
stomaco, o almeno sembrava, e dovette risdraiarsi subito.
- tutto bene mia
signora?!- disse preoccupata Tremia.
- s-si, credo di
si, dove sono i miei figli? Voglio parlargli! Potresti portarli qui? – chiese con
molto sforzo.
- li faccio
chiamare subito mia signora! – Tremia uscì dalla stanza e in pochi minuti tornò
accompagnata da tre bambini molto piccoli, del quale uno era in braccio a lei.
I bambini erano
molto carini, i due più grandi erano maschi e tutti e due avevano una particolarità propria. La più piccola,
era una femmina, anche lei con una particolarità
Uno dei bambini
corse verso la madre e saltò sul letto.
- madre… come tai?
–
- sto bene tesoro,
volevo solo vedervi. Non vi vedo da questa mattina. Cosa avete fatto? –
Il bimbo più
grande si avvicinò al letto facendo cenno a Tremia di fare lo stesso.
- madre, Aquae ha
pento il mio fuoco! Lo ha fatto apposta! – disse arrabbiato puntando il dito
verso la sorellina che si mise a piangere.
- su su… - cercò
di calmarla Tremia, ma lei non voleva smettere.
- dalla a me
Tremia, cerchiamo di farla stare buona almeno stasera! – disse la madre con un
lieve sorriso. Appena prese la bambina in braccio questa si calmò e fece un
grosso sorriso.
- madre, perché la
consolate?! Lei mi ha spento il fuoco! Ero riuscito a crearlo in poco, ed era bello e rosso! – disse arrabbiato il
fratellino.
- suvvia Flame!
Tua sorella ha solo un anno. Non
controlla ancora bene l’acqua, non l’ha sicuramente fatto apposta! – disse
rassicurante la madre continuando a coccolare la piccola Aquae.
- invece l’ha
fatto apposta! Ti dico che è vero! – Flame non demordeva così Kalania fu
costretta a dagli ragione.
Continuarono a
parlare per un po’, ma ad un certo punto la madre capì che era arrivato il
momento. Così mandò Tremia a chiamare il suo sposo e il dottore, rimanendo sola
con i tre figli.
- bambini, oggi
avrete finalmente il quarto elemento!
Questo bambino sarà l’ultimo nato… -
- sempre se tutto
va come desiderate mia signora, potrebbe non essere l’aria che cercate! Sapete che le probabilità sono a pari! – un
uomo con un abito strano era appena entrato nella stanza accompagnato da
Nicrom.
- suvvia dottore,
fin dalla nascita della nostra nobile casata, non c’è stato un solo caso in cui
una madre dovesse avere 5 figli invece che 4. – disse Kalania con un sorriso.
- avete ragione
mia signora. Ora credo che dovreste uscire tutti. Tremia, rimani con me tu. –
- si dottore –
Nicrom prese in
braccio la bimba da Kalania e se ne andò portandosi dietro gli altri due
bambini.
- dottore, è nelle
vostre mani. – detto questo uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di se.
Passarono molte
ore dal momento in cui Nicrom era uscito dalle stanze della moglie, ed era
molto preoccupato.
I due bambini,
stavano giocando con delle spade di legno per il corridoio, mentre il padre era
seduto su di una poltrona nella sua camera da letto, che era a fianco di quella
della moglie.
Dopo poco
bussarono alla porta. Quando Nicrom diede il consenso ad entrare, entrò il dottore
con la testa china.
- cosa succede
dottore? Kalania sta bene?! – chiese subito preoccupato
- si, la signora
sta bene. volete vederla? –
- certo – Nicrom
uscì dalla stanza seguendo il dottore. Appena entrarono Nicrom vide la moglie
stesa sul letto molto sudata e addormentata, mentre Tremia era alla finestra
con un’aria molto triste. In braccio teneva un piccolo bozzolo di coperte in
cui nel mezzo si trovava un piccolo esserino rosa.
- Tremia, come sta
il bimbo?! E come sta Kalania?! – chiese subito Nicrom avvicinandosi al letto
dove riposava la moglie.
- il piccolo è una
bimba mio signore, eccola. Guardate, non è bellissima?! – disse Tremia con la
voce che le tremava.
- cos’hai Tremia?!
Perché a tua voce trema? Non ti senti bene? – chiese Nicrom mentre si
avvicinava Tremia con la bimba.
- mio signore,
credo che questa cosa non vi renderà felice. Non dovete reagire male. – disse
Tremia porgendo il fagotto al suo signore.
- ma di che
parli?! Cos’ha che non va questa bambina?! – chiese mentre prendeva in braccio
la figlia.
In pochi secondi
le sua espressione cambiò. Aveva capito come mai a Tremia tremava la voce.
- cosa significa
questo?! Perché è così?! Lei… lei non è l’aria!!
Che vuol dire?! – disse tutto d’un fiato. Tremia, per paura che facesse cadere
la bambina, la riprese velocemente.
- allora?! Che
significa dottore? Perché è così?! – continuò ad urlare Nicrom.
- mio signore, io
purtroppo non ho le risposte alle sue domande! Io non conosco il motivo per cui
sua figlia non è colei che desideravate. Mi dispiace mio signore, non posso
aiutarvi. – disse il dottore non osando guardare negli occhi il suo signore.
Nicrom per la
rabbia ruppe un vaso. A quel rumore Kalania si svegliò.
- cosa succede? Il
bambino non sta bene?! – chiese preoccupata con molto sforzo.
- no mia signora,
sua figlia sta bene, ma… - cercò di tranquillizzarla Tremia. Incerta porse la
bimba alla madre che la prese con un sorriso rassicurante.
Ora la vedeva
bene. era una bambina bellissima. Ma non era quella che aspettavano. Aveva
grossi occhi verdi e, anche se pochi, capelli neri.
- che cosa è lei?!
Questa non può essere l’aria. Non ne ha le caratteristiche! – disse lasciando
cadere la bambina sulle lenzuola del letto. La quale iniziò subito a piangere,
così Tremia la riprese subito.
- questa è una
disgrazia. È presagio di distruzione! Cosa facciamo cara?! – chiese subito
Nicrom.
- non lo so
Nicrom, fin dalle origini la mia casata non ha mai avuto un figlio così. Non ha
mai avuto nemmeno cinque figli. – rispose subito Kalania che si era seduta sul
letto.
- Kalania, noi non
abbiamo cinque figli, con questa sono quattro. – la corresse subito Nicrom
sedendosi a fianco della sposa.
- ma come
ragioni?! Lo sai benissimo. Questo regno non può sopravvivere senza i quattro
elementi. E a noi ne manca uno. – disse decisa Kalania, poi, guardando la
figlia ridere si mise a piangere.
- come può ridere
quell’essere?! È orribile! – disse con le mani sul volto per asciugarsi le
lacrime. Tremia, non riusciva a pensare a quella creatura così bella come una
disgrazia. Come possono crederlo i suoi
genitori? Si chiese.
- miei signori,
tutto il regno ormai sa della nascita del bambino. Dovete dire loro che non
sarà l’ultimo genito della famiglia Elemental. Desiderate che parli io con il
regno? – chiese il dottore con la voce tremante.
- cadrà disgrazia
su questa famiglia Kalania? Come è chiamato questo caso nella tua casata? –
chiese Nicrom, alla moglie che si era riassettata il viso.
- non è mai
successo. I miei antenati erano elementi a tutti gli effetti. Questa cosa non
ha alcun potere, la sua forza magica non è percettibile. –
- cosa ne facciamo
allora?! –
Kalania non
rispose, guardava la bambina con odio.
- dobbiamo tenerla
con noi. Il regno non accetterà mai una come lei come sovrana. Quindi non avrà
alcuna eredità e non riceverà tutti i privilegi dei suoi fratelli. – Kalania
parlò senza distogliere lo sguardo dalla figlia, che vedendo lo sguardo delle
madre si mise a piangere.
- su, su… non
piangere piccola… - Tremia cercò di farla smettere dondolandola, allora in
pochi minuti si addormentò profondamente.
- mi spiace Tremia
per questa scocciatrice. Ti spiacerebbe farle da nutrice?! – disse Kalania con
un sorriso gentile.
- non si preoccupi
mia signora, non sarà un peso occuparmi di lei! – rispose ferma Tremia.
- allora allevala
come si deve. Anche se non è un elemento, è un membro della famiglia reale e
deve conoscere alla perfezione il protocollo. Ora andate, anche voi dottore
potete andare. – disse Kalania, poi guardò fissa Nicrom.
Appena il dottore,
Tremia e la bimba furono usciti dalla stanza, Nicrom parlò.
- dunque è
necessario fare un altro figlio. Che scocciatura. Non ne bastavano quattro, ora
devono essere cinque. –
- quella bambina
non può essere considerate veramente parte della famiglia. Guarda i suoi occhi
e i suoi capelli. Non può essere nemmeno scambiata per un elemento. Io sono l’
acqua il mio posto ora è di Aquae, i nostri capelli sono come l’acqua e gli
occhi uguali. Noi possiamo fare magia, la mia famiglia è sempre stata così,
l’elemento si è sempre capito dagli occhi e dai capelli. Ma lei… come può
essere accaduto Nicrom?! – disse Kalania scoppiando a piangere.
- non lo so
tesoro. Ora devo annunciare il nome al popolo. Come desideri chiamarla? –
Chiese Nicrom
mentre prendeva Kalania in un grosso abbraccio.
- Mors. - disse secca la donna.
- ma… Kalania…
perché proprio Mors… è pur sempre una bambina. –
- lei è un
messaggero della morte. Mors va benissimo! Ora va ad annunciarlo al popolo e ai
bambini. – Kalania si staccò dall’abbraccio e si mise sul fianco a dormire.
Nicrom la guardò per un po’. Poi si alzò e uscì dalle stanza della moglie. In
corridoio incontrò Tremia, che tornava a vedere come stava la sua signora.
- signore, come
sta sua moglie? La signora ha già deciso il nome della bimba? – chiese con un
sorriso incuriosito.
- sta bene. in
quanto al nome, sarà Mors. Mors Elemental. – rispose Nicrom senza fermarsi,
superando tremia che rimase immobilizzata.