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Autore: IloveJawaad    09/05/2012    1 recensioni
Un ragazzo e una ragazza, legati fin dall'infanzia da una grande amicizia: un'amicizia unica di quelle che ti segnano per la vita, un'amicizia che era però destinata a finire.
Ma si sa, quando un rapporto è stato importante è impossibile che i sentimenti svaniscano..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Euforico.
Non riuscivo a trovare un aggettivo da associare sentendo mio cugino che esultava con il telefono all’orecchio all’idea che dopo una manciata di ore avrebbe rivisto uno dei suoi migliori amici di sempre: il ragazzo con il quale ero cresciuta io stessa, colui che riusciva a far sorridere chiunque grazie alla solarità e simpatia che lo caratterizzavano. Lo stesso ragazzo che mi aveva incantato con i suoi occhi scuri, nei quali era facile perdersi e mi aveva riempito la testa di tante belle parole, che erano svanite nell’aria all’inizio dell’adolescenza, quando i ragazzi hanno ben altro a cui pensare che stare dietro ad un’amica noiosa.
«Domani verremmo a prenderti alla stazione senz’altro» disse lui, lasciando che io abbandonassi i miei pensieri, distogliendo lo sguardo dal brecciolino mentre le mie labbra si tendevano inevitabilmente in un sorriso sincero.
Nonostante tutto ero entusiasta del suo ritorno in città.

L’immagine di quando a scuola aveva salutato tutti prima della sua partenza era ancora viva nella mia mente: si era presentato durante l’ora di fisica, impeccabile come sempre e con un gran sorriso stampato sulle labbra. Un sorriso sforzato, dal quale si riusciva a percepire l’amarezza e il dolore che stava provando nel lasciare quella città e i suoi migliori amici: aveva salutato tutti mentre io lo osservavo in lontananza, in piedi con un ginocchio poggiato sulla sedia e le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all’altro. Si limitò a salutarmi con un gesto di mano, prima di stringere la mano al professore e sparire dietro la porta.
«Riesci a crederci? » sentivo la voce di mio cugino, ma era come se fosse lontano un miglio perché la percepivo come un sussurro confuso.
«Kath» sentii la presa salda di Liam che afferrava il mio gomito «Sei distratta, va tutto bene?» chiese con un velo di preoccupazione: lui per me era come un fratello, eravamo nati nello stesso anno e avevamo passato l’intera infanzia insieme. Lui sapeva tutto di me e io sapevo tutto di lui, avevamo un rapporto meraviglioso, che andava oltre il legame di parentela.
Mi guardava, come se mi volesse studiare, come se volesse percepire ad ogni costo ogni mia sensazione in quel momento.
«Va tutto benissimo» risposi cercando di essere credibile; l’unica pecca del nostro rapporto era proprio quello. Non potevo nascondergli nulla. Riusciva a capirmi, sempre e per quanto provassi a nascondere le mie emozioni, lui riusciva a percepire da uno sguardo o semplicemente dal tono della mia voce, il mio stato d’animo.
«Posso chiederti una cosa? »
Bene! Sapevo che non avrebbe chiuso il discorso a quel ‘va tutto benissimo’. Mi limitai a sorridere facendo un cenno di approvazione in attesa della sua domanda.
«Sei preoccupata per il ritorno di Zayn?»
Lo fulminai con lo sguardo e lui alzò le braccia «Okay scusa, come non detto» esclamò divertito, forse dalla mia espressione.
«E’ assurdo, perché mai dovrei essere preoccupata?» il mio sguardo era concentrato sul brecciolino sotto i miei piedi, solo per evitare il suo.
«Beh siete passati da migliori amici, a conoscenti, fino ad arrivare a essere come due perfetti sconosciuti, tanto da non scambiarvi neanche un saluto prima della sua partenza..»
«Ecco, appunto..» lo interruppi. Avevo intenzione di chiudere immediatamente quel discorso «..tra noi non c’è più alcun tipo di rapporto e il suo ritorno non mi fa né caldo né freddo» dissi con una punta d’amarezza.
Lui si ammutolì per un istante.
Forse avevo esagerato con i modi, ma sentivo una stretta allo stomaco ogni volta che qualcuno toccava quell’argomento e la rabbia attraversava ogni minima parte del mio corpo. Mi mancava, ma non volevo ammetterlo, sarebbe stato solo un motivo in più per essere presa in giro dai suoi amici, compreso mio cugino.
«Okay scusami non dovevo intromettermi»
Fortunatamente fu lui a spezzare il silenzio che si era andato a creare; mi voltai verso di lui, regalandogli un sorriso sincero senza però aggiungere parola: gli diedi un lieve colpo sul bicipite e lui cinse le mie spalle con un braccio.
Non volò una mosca durante tutto il tragitto verso casa.
Ero tesa, non ero pronta a rivederlo, non dopo quel saluto mancato a causa del troppo orgoglio di entrambi.
Cosa avrei voluto? Abbracciarlo, sentire che era tutto cambiato e che quel viaggio gli avesse fatto sentire la mia mancanza tanto da riportarlo da me, ma era praticamente impossibile.
Io non ero più niente per lui, ormai da tempo e lui non era più niente per me: dovevo solo farmene una ragione..

  
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