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Autore: Shellyng    10/05/2012    7 recensioni
“Sono Santana Lopez!” trilla, e la biondina al suo fianco la fissa con gli occhi verdi e le sopracciglia inarcate.
“Quinn Fabray”
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I could never stop this feeling.

La prima volta che Santana vede Quinn hanno sei anni, ed è il loro primo giorno di scuola elementare.
Santana è imbronciata e nervosa, non vuole conoscere nuova gente come sua madre le ha ripetuto per tutta la mattina. Vuole stare con i suoi compagni, quelli con cui ha passato i tre anni precedenti e non gli importa nulla di questi strani bambini con i loro quaderni.
Ma poi vede questa bambina, bionda, seduta da sola nell’ultimo banco e non sa spiegarsi come ma si ritrova a sorridere e saltellare in quella direzione.
Non le chiede neanche se il posto è occupato, ci si siede e si volta, allungando la mano come suo padre le ha insegnato di fare durante una presentazione.
“Sono Santana Lopez!” trilla, e la biondina al suo fianco la fissa con gli occhi verdi e le sopracciglia inarcate.
“Quinn Fabray”

La prima volta che Quinn litiga con Santana è per colpa di una bambola.
E’ la sua preferita, dai capelli rossi e il vestitino colorato e Santana si diverte a lanciarla in giro per la stanza finche’ quella non cade a terra e si rompe, un po’ come il cuore di Quinn nel vederla a pezzi.
Santana non sa cosa dire,  è spaventata ma ha già quell’estremo orgoglio che le impedisce di chiedere scusa.
E quando Quinn inizia a piangere non può sopportarlo e scappa via.
Non si parlano per due giorni, fino a che la latina non si presenta a casa dell’altra con una bambola diversa. Una bambola dalla pelle scura e i capelli neri.
Gliela porge ad occhi bassi, mormorando qualcosa che Quinn non capisce.
“Che stai dicendo, Santana?” borbotta, incrociando le braccia.
Quella allora schiocca la lingua e rotea gli occhi.
“Sto dicendo che mi dispiace per la tua bambola, non volevo romperla e so che questa è diversa ma è la mia preferita. Puoi romperla, se vuoi”
Quinn scuote la testa e le prende la mano trascinandola in casa.
“Andiamo a giocare, mamma mi ha comprato una nuova console” 

La prima volta che Santana bacia Quinn hanno quindici anni, sono ad una festa ed un ragazzino dai capelli strani di nome Puck continua a fare commenti sulla sua migliore amica.
E Santana non sa spiegarsi cos’è questa “cosa” che le prende a pugni lo stomaco ogni volta che vede Quinn sorridere con quell’idiota, sa solo che deve portarla via di lì e in fretta.
Così finge di stare male, di aver bevuto troppo e comincia a ridere a squarciagola, attirando l’attenzione  di tutti.
Quinn si scusa con il ragazzo e le si avvicina, stringendole la mano attorno al polso e trascinandola di sopra, senza accorgersi del sorriso che si stampa sulla faccia della latina.
La spinge verso il bagno e chiude la porta, osservandola attentamente con quel suo sguardo da “regina dei ghiacci” per poi posarle una mano sul viso.
“Stai bene San? Devi vomitare? Vuoi che ti porti a casa?”
E Santana sa che è sbagliato, pericoloso e stupido, ma non riesce a trattenersi e schianta le labbra su quelle di Quinn, che sbarra gli occhi per una manciata di secondi prima di sorridere e lasciare che Santana approfondisca quel bacio.
Quando si staccano, Santana la fissa sorpresa, mai avrebbe creduto che Quinn potesse ricambiare i suoi sentimenti.
La doccia fredda arriva neanche un secondo dopo quel delizioso pensiero.
“Sei decisamente ubriaca. Domani mattina non ricorderai nulla!”
E la risata di Quinn è la lama che le trafigge il petto.

La prima volta che Quinn dice “ti amo” a Santana, sono per strada e piove. 
Ed è una di quelle scene da film alle quali entrambe non sono abituate, perché le loro storie sono state brevi e infelici.
Puck, Sam, Finn. 
Quinn la rincorre per strada, stringendosi nel cappotto ormai completamente inzuppato.
“Che cosa vuoi da me Quinn?” sbotta Santana, voltandosi di scatto  talmente in fretta che la bionda finisce per sbatterle addosso.
“Voglio che tu mi dica cosa provi, Santana” 
“Che importa?” 
“Importa a me..” 
Quinn le prende le mani, dandogli una leggera stretta e Santana alza gli occhi lucidi verso di lei e scuote la testa.
“Perché?” chiede, la voce roca che riconosce a stento.
“Perché ti amo”
Santana la fissa per qualche secondo, incapace di qualsiasi reazione, poi stringe le braccia attorno alla sua vita e la bacia.
“Siamo un fottutissimo clichè” mormora Quinn, ridendo appena, con il viso nascosto nell’incavo del collo di Santana.
“Ti amo anch’io”

La prima volta che Quinn fa l’amore con Santana è alla fine del loro primo appuntamento ufficiale.
E Quinn è spaventata e nella sua testa risuona la voce di Sam, ora suo migliore amico che continua a dirle che “No, non puoi andare a letto con qualcuno al primo appuntamento”.
Ma conosce Santana da sempre e ha aspettato quel momento per  troppo tempo per farsi prendere dal panico.
Quando arrivano nella camera di Santana, senza fiato e con le labbra gonfie, Quinn sente il corpo andarle in fiamme.
Si sdraia sul letto, trascinando Santana su di se e tutto il resto le sembra talmente naturale che si stupisce di come abbia resistito tutti quegli anni.
“Q..” sussurra al suo orecchio e il fiato caldo di Santana  non fa altro che aumentare la voglia che ha di sentirla.
“Sei sicura?” 
Un altro bacio. Un altro cenno del capo.
E si ritrovano insieme, una sopra l’altra, i corpi caldi a contatto tra di loro e le pelli che sfregano.
E quando viene, urlando il nome di Santana, Quinn può giurare di non essersi mai così svuotata e piena allo stesso tempo.
“Lo sai che ti amo, vero?” le bisbiglia Santana sul collo.
E lei annuisce con un sorriso stupido sulle labbra.
Si, lo sa.

La prima volta che Santana dice di sì a Quinn sono a Parigi.
Quinn l’ha convinta a lasciare il suo studio per una settimana e accompagnarla in Europa per questa convention di medici.
Ma Santana capisce ben presto che quello non è un viaggio di lavoro.
Le rose, i regali, lo champagne. Quinn non si è fatta mancare niente.
L’ha trascinata in giro per quella città per giorni interi, sparando in alto le sopracciglia ogni volta che Santana tentava di lamentarsi per qualcosa.
Quando glielo chiede, inginocchiandosi galantemente ai piedi della Tour Eiffel, Santana rimane senza fiato, e per un attimo Quinn pensa di dover ricorrere alla sua professione di medico per salvarla.
Ma poi Santana ricomincia a respirare e la guarda come se le fosse sbucato un terzo occhio sulla fronte.
“COSA?” urla, con la faccia deformata in una smorfia curiosa.
Quinn scuote la testa e ridacchia.
“Mi vuoi sposare, Santana Lopez?” 
E tutto ciò che Quinn riesce a vedere prima di essere scaraventata a terra, sotto il peso della sua ragazza, sono gli occhi neri di Santana improvvisamente lucidi e un sorriso sghembo sulle labbra della latina.
“Sì, sì, sì” 
Quinn ride a voce alta, senza curarsi dei passanti che le guardano imbarazzati.
“Siamo decisamente un fottutissimo clichè”




  
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