I could never stop this feeling.
La
prima volta che Santana vede Quinn hanno sei anni, ed è il
loro
primo giorno di scuola elementare.
Santana è imbronciata e
nervosa, non vuole conoscere nuova gente come sua madre le ha
ripetuto per tutta la mattina. Vuole stare con i suoi compagni,
quelli con cui ha passato i tre anni precedenti e non gli importa
nulla di questi strani bambini con i loro quaderni.
Ma poi vede
questa bambina, bionda, seduta da sola nell’ultimo banco e
non sa
spiegarsi come ma si ritrova a sorridere e saltellare in quella
direzione.
Non le chiede neanche se il posto è occupato, ci si
siede e si volta, allungando la mano come suo padre le ha insegnato
di fare durante una presentazione.
“Sono Santana Lopez!”
trilla, e la biondina al suo fianco la fissa con gli occhi verdi e le
sopracciglia inarcate.
“Quinn Fabray”
La prima volta
che Quinn litiga con Santana è per colpa di una bambola.
E’ la
sua preferita, dai capelli rossi e il vestitino colorato e Santana si
diverte a lanciarla in giro per la stanza finche’ quella non
cade a
terra e si rompe, un po’ come il cuore di Quinn nel vederla a
pezzi.
Santana non sa cosa dire, è spaventata ma
ha
già quell’estremo orgoglio che le impedisce di
chiedere scusa.
E
quando Quinn inizia a piangere non può sopportarlo e scappa
via.
Non
si parlano per due giorni, fino a che la latina non si presenta a
casa dell’altra con una bambola diversa. Una bambola dalla
pelle
scura e i capelli neri.
Gliela porge ad occhi bassi, mormorando
qualcosa che Quinn non capisce.
“Che stai dicendo, Santana?”
borbotta, incrociando le braccia.
Quella allora schiocca la lingua
e rotea gli occhi.
“Sto dicendo che mi dispiace per la tua
bambola, non volevo romperla e so che questa è diversa ma
è la mia
preferita. Puoi romperla, se vuoi”
Quinn scuote la testa e le
prende la mano trascinandola in casa.
“Andiamo a giocare, mamma
mi ha comprato una nuova console”
La prima volta che
Santana bacia Quinn hanno quindici anni, sono ad una festa ed un
ragazzino dai capelli strani di nome Puck continua a fare commenti
sulla sua migliore amica.
E Santana non sa spiegarsi cos’è
questa “cosa” che le prende a pugni lo stomaco ogni
volta che
vede Quinn sorridere con quell’idiota, sa solo che deve
portarla
via di lì e in fretta.
Così finge di stare male, di aver bevuto
troppo e comincia a ridere a squarciagola, attirando
l’attenzione di
tutti.
Quinn si scusa con il ragazzo e le si avvicina,
stringendole la mano attorno al polso e trascinandola di sopra, senza
accorgersi del sorriso che si stampa sulla faccia della latina.
La
spinge verso il bagno e chiude la porta, osservandola attentamente
con quel suo sguardo da “regina dei ghiacci” per
poi posarle una
mano sul viso.
“Stai bene San? Devi vomitare? Vuoi che ti porti
a casa?”
E Santana sa che è sbagliato, pericoloso e stupido, ma
non riesce a trattenersi e schianta le labbra su quelle di Quinn, che
sbarra gli occhi per una manciata di secondi prima di sorridere e
lasciare che Santana approfondisca quel bacio.
Quando si staccano,
Santana la fissa sorpresa, mai avrebbe creduto che Quinn potesse
ricambiare i suoi sentimenti.
La doccia fredda arriva neanche un
secondo dopo quel delizioso pensiero.
“Sei decisamente ubriaca.
Domani mattina non ricorderai nulla!”
E la risata di Quinn è la
lama che le trafigge il petto.
La prima volta che Quinn dice
“ti amo” a Santana, sono per strada e
piove.
Ed è una
di quelle scene da film alle quali entrambe non sono abituate,
perché
le loro storie sono state brevi e infelici.
Puck, Sam,
Finn.
Quinn la rincorre per strada, stringendosi nel
cappotto ormai completamente inzuppato.
“Che cosa vuoi da me
Quinn?” sbotta Santana, voltandosi di
scatto talmente in
fretta che la bionda finisce per sbatterle addosso.
“Voglio che
tu mi dica cosa provi, Santana”
“Che importa?”
“Importa
a me..”
Quinn le prende le mani, dandogli una leggera
stretta e Santana alza gli occhi lucidi verso di lei e scuote la
testa.
“Perché?” chiede, la voce roca che
riconosce a
stento.
“Perché ti amo”
Santana la fissa per qualche
secondo, incapace di qualsiasi reazione, poi stringe le braccia
attorno alla sua vita e la bacia.
“Siamo un fottutissimo clichè”
mormora Quinn, ridendo appena, con il viso nascosto
nell’incavo del
collo di Santana.
“Ti amo anch’io”
La prima volta che
Quinn fa l’amore con Santana è alla fine del loro
primo
appuntamento ufficiale.
E Quinn è spaventata e nella sua testa
risuona la voce di Sam, ora suo migliore amico che continua a dirle
che “No, non puoi andare a letto con qualcuno al primo
appuntamento”.
Ma conosce Santana da sempre e ha aspettato quel
momento per troppo tempo per farsi prendere dal
panico.
Quando arrivano nella camera di Santana, senza fiato e con
le labbra gonfie, Quinn sente il corpo andarle in fiamme.
Si
sdraia sul letto, trascinando Santana su di se e tutto il resto le
sembra talmente naturale che si stupisce di come abbia resistito
tutti quegli anni.
“Q..” sussurra al suo orecchio e il fiato
caldo di Santana non fa altro che aumentare la
voglia che
ha di sentirla.
“Sei sicura?”
Un altro bacio. Un
altro cenno del capo.
E si ritrovano insieme, una sopra l’altra,
i corpi caldi a contatto tra di loro e le pelli che sfregano.
E
quando viene, urlando il nome di Santana, Quinn può giurare
di non
essersi mai così svuotata e piena allo stesso tempo.
“Lo sai
che ti amo, vero?” le bisbiglia Santana sul collo.
E lei
annuisce con un sorriso stupido sulle labbra.
Si, lo sa.
La
prima volta che Santana dice di sì a Quinn sono a Parigi.
Quinn
l’ha convinta a lasciare il suo studio per una settimana e
accompagnarla in Europa per questa convention di medici.
Ma
Santana capisce ben presto che quello non è un viaggio di
lavoro.
Le
rose, i regali, lo champagne. Quinn non si è fatta mancare
niente.
L’ha trascinata in giro per quella città per
giorni
interi, sparando in alto le sopracciglia ogni volta che Santana
tentava di lamentarsi per qualcosa.
Quando glielo chiede,
inginocchiandosi galantemente ai piedi della Tour Eiffel, Santana
rimane senza fiato, e per un attimo Quinn pensa di dover ricorrere
alla sua professione di medico per salvarla.
Ma poi Santana
ricomincia a respirare e la guarda come se le fosse sbucato un terzo
occhio sulla fronte.
“COSA?” urla, con la faccia deformata in
una smorfia curiosa.
Quinn scuote la testa e ridacchia.
“Mi
vuoi sposare, Santana Lopez?”
E tutto ciò che Quinn
riesce a vedere prima di essere scaraventata a terra, sotto il peso
della sua ragazza, sono gli occhi neri di Santana improvvisamente
lucidi e un sorriso sghembo sulle labbra della latina.
“Sì, sì,
sì”
Quinn ride a voce alta, senza curarsi dei passanti
che le guardano imbarazzati.
“Siamo decisamente un fottutissimo
clichè”