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Autore: DonnaSC    01/12/2006    0 recensioni
Due ragazze,un'amicizia.Cosa c'entra la morte?
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solitudine Era una ragazza semplice, allegra, con una voglia di vivere che non avevo trovato mai in nessun’altra. C’incontrammo d’estate: la ricordo ancora seduta in terrazza a guardare il mare, a guardare i gabbiani volare, la luce del sole riflettersi nell’acqua. Da un giorno all’altro cambiò, diventò triste, indifferente a tutto. Lei cambiò e io, pur non conoscendola, cambiai con lei. La osservavo fissare il vuoto mentre pensava a cose che io non potevo nemmeno immaginare. Era in un mondo tutto suo, chiusa nella paura di qualcosa che non mi diceva: non avrei mai creduto che un giorno sarebbe diventata per me una persona tanto preziosa. Una mattina la incontrai sulla spiaggia mentre guardava il sole nascere. Mi sedetti accanto a lei. Guardandola, standole accanto, sentivo il suo dolore e la sua angoscia. Si voltò di scatto e mi chiese: “Tu, ti sei mai sentita sola?” “No, mai!” risposi io. “L’Inghilterra è così triste; se non abitassi qui, vicino al mare, morirei di solitudine” continuò. “E’ vero, il mare è stupendo”. “Lui è l’unica cosa che una volta mi dava la forza di continuare a vivere, ora neanche lui mi da più sollievo” disse lei con malinconia. “Perché?” “Qualcosa, dentro me, è morto. Ogni giorno che passa una parte di me muore e quando un nuovo giorno inizia guardo con odio il sole che nasce, perché nasce sempre senza morire mai...” Rimasi sconvolta dalle sue parole. Avrei voluto chiederle che cosa le stava succedendo, ma non lo feci per paura della sua reazione. “Presto partirò – continuò – andrò a Londra per cercare di realizzare il mio sogno. Così concluse, si alzò lentamente e se ne andò. Lasciò cadere un biglietto sul quale era scritto l’indirizzo di Londra. Capii poco da quella conversazione, sapevo solo una cosa: le avrei sicuramente scritto e le avrei dimostrato la fiducia che lei si aspettava da me. La risposta alla prima lettera arrivò dopo circa un mese: “Amica mia, ti ringrazio per la lettera che hai scritto. Parlare con te e sapere che non mi hai dimenticata mi aiuta ad affrontare tutto quello che mi sta succedendo. Mi manca il mare, il suo profumo, il volo dei gabbiani, mi mancano i tramonti. Ora che sono lontana da tutto questo, mi accorgo quanto fossero importanti per me quei luoghi, il mare e tutto ciò che gli appartiene. Continua a scrivermi, un giorno tornerò e forse capirai il significato di tutto questo”. La nostra corrispondenza continuò a lungo, circa un anno, ma nell’arco di quell’anno non mi rivelò mai nulla di lei. Le nostre lettere erano piene di sogni, promesse e sentimenti. Diventammo buone amiche, pur non sapendo nulla l’una dell’altra. Non importava quello che ero io, quello che era lei… Un giorno una lettera mi annunciò il suo ritorno. “Amica mia, posso finalmente tornare a casa. Sono felice, ma il sogno che qui doveva avverarsi e restituirmi la vita, non si è avverato. Presto ci rivedremo”. Il giorno stabilito l’aspettavo alla stazione. Quando la vidi, provai una gioia immensa. Anche nei suoi occhi c’era gioia, ma, insieme, un’espressione di rassegnazione, come di chi non ha più speranza. Mi corse incontro e mi abbracciò forte. Tra noi non ci furono parole, solo sguardi e sorrisi. “Andiamo – mi disse – voglio vedere il mare”. Davanti al mare respirò profondamente e per un attimo fu serena. Sedendosi sulla sabbia, disse: “Presto dovrò lasciare tutto questo”. Non risposi nulla, ora non sarebbe servito più a niente sapere il perché del suo viaggio e il significato delle sue tristi parole. Passammo un mese indimenticabile insieme. Una sera, sulla terrazza, guardando il tramonto, dopo un lungo silenzio disse: “E’ proprio vero che quando stai per morire la vita ti scorre velocemente davanti agli occhi come un film. Grazie per tutto quello che hai fatto per me. Spero che tu possa realizzare tutti i sogni che io devo interrompere qui”. Continuo ancora a guardare dalla terrazza tutti i tramonti sereni, ma non mi sembrano ancora così belli se penso che un tramonto mi ha portato via la mia migliore amica.
  
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